Fandom: Harry Potter;
Pairing: Remus/Sirius, Remus/Tonks;
Rating: Pg;
Beta: nessuna, se
trovate errori sono tutti miei .__.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico, Romantico.
Warning:
Het, Missing Moment 5°libro, Post 6°libro, Slash;
Words:
1339 (fiumidiparole)
Summary:
Tonks sa che sarà sempre la seconda scelta, ma le va
bene così.
Note:
Scritta per il Festival delle Maschere
di wolfstar_ita,
sul prompt Maschera
18: Ninfadora Tonks, e
sul prompt 23. “Everybody goes,
leaving those who fall behind.” (Holocaust,
Placebo) ¹ preso dalla mia
cartella della Maritombola
di maridichallenge.
Dedica: Alle Boss
di wolfstar_ita,
Chu e Miki_TR,
con tutto il mio odio (♥). Perché: A) mi hanno fatto scrivere un’altra Wolfstar;
B) mi hanno fatto scrivere una Het! ARGH! Odiovi è_é
DISCLAIMER:
Non mi appartengono… bla-bla-bla….
Non ci guadagno niente… bla-bla-bla…
La Seconda Scelta
Tutti vanno,
lasciando indietro quelli che rimangono.¹
Remus è seduto vicino alla
finestra, più pallido e magro che mai. Il suo viso sciupato si confonde con la
nebbia fuori dalla finestra e deve avere indosso la veste più rattoppata di
tutto il suo scarso guardaroba, perché ha un aspetto ancora più misero del
solito. E sei quasi certa che, da qualche mese a quella parte, dopo il vostro
matrimonio, i suoi capelli si sono fatti ancor più grigi.
È la guerra, ti
dici come sempre, la guerra vi sta consumando tutti.
Ma quando tuo marito ha quello
sguardo, in realtà sai bene che il motivo è tutt’altro. Eppure non puoi farci
niente, perché è anche di quello sguardo che ti sei innamorata,
quell’espressione sconfitta e distrutta che hai notato per la prima volta dopo
la morte di Sirius.
Fin da quando l’hai conosciuto, Remus
ti ha affascinata per i suoi modi pacati, la sua gentilezza e la sua forza
quieta, potente e sotterranea come un fiume che scorre nelle profondità della
terra. La sua pazienza ti faceva sentire bene, meno sbagliata, nonostante tu
sia l’Auror più goffo di tutto il Dipartimento. Però
non avevi capito che lui avesse già qualcuno, che appartenesse già a qualcun
altro, hai dovuto sentirtelo spiattellare in faccia dal tuo mentore, con tuo
sommo imbarazzo.
«Lascia perdere, ragazza, non è cosa per te» ti aveva
bisbigliato all’orecchio Malocchio con i suoi tipici modi burberi e paterni,
durante una cena a Grimmauld Place,
sorprendendoti in pieno ad osservare Remus di
sottecchi. Poi ti aveva indicato Sirius con un gesto del capo, proprio nel
momento in cui questi gettava un braccio attorno alle spalle
dell’oggetto delle tue attenzioni e lo strattonava più vicino a sé,
facendolo sorridere.
Era stata una doccia fredda davvero tremenda e ti eri
sentita anche piuttosto miserabile. Tra tutti gli uomini del mondo, tu dovevi
andare ad infatuarti proprio di un omosessuale! Non che ci fosse nulla di male,
per carità, quello non aveva cambiato ciò che provavi nei confronti di Remus, ma pensasti che il tuo istinto femminile doveva avere proprio qualcosa che non andava.
Purtroppo al cuore non si comanda, quindi i tuoi sentimenti
per lui non erano affatto cambiati, anzi si erano fortificati con il passare
del tempo, e la cosa più fastidiosa era che il cugino
di tua madre sapeva. Ogni tanto,
quando parlavi con Remus, lo coglievi a guardarti da
lontano con un sorrisino indulgente che sembrava dire: “Spiacente, piccola, sei in ritardo di un paio di
decenni”.
Non che Sirius fosse apertamente ostile nei tuoi confronti –
non più di quanto lo fosse con ogni membro dell’Ordine libero di andare e
venire dal Quartier Generale, s’intende – ma trovava sempre il modo di
ricordarti che Remus era suo, ogni volta che ti concedevi una libertà di troppo. In realtà,
sei certa che non ti considerasse nemmeno una vera minaccia, perché era gentile
con te – se non altro per rispetto nei confronti di tua madre, a cui sapevi che
era molto affezionato – e non ti mancava mai di rispetto; probabilmente era
solo un tipo molto territoriale.
E, una volta aperti gli occhi, non ci voleva certo un addestramento
da Auror a capire quanto Remus
lo amasse e quanto ascendente avesse su di lui, visto e considerato che era
l’unico a cui Sirius desse retta.
Anche lui sapeva. Non te lo faceva mai pesare, ma aveva un
modo molto discreto di tenerti a distanza. Delle volte, ti sentivi una
ragazzina molesta preda di una cotta adolescenziale, anche se tentavi di
contenerti il più possibile. Era così umiliante quando ti avvicinavi troppo –
senza farlo coscientemente, davvero! – e Remus faceva
un passo indietro per ristabilire uno spazio più decente tra voi.
Poi c’era stata la battaglia al Ministero, Sirius era caduto
oltre il Velo e tutto era cambiato. Ricordi ancora quella sera, l’arco perfetto
che il suo corpo elegante aveva compiuto in aria, prima di svanire ed il silenzio
che era caduto nella sala. E dopo erano venute le urla, le urla spacca cuore di
Harry che chiamava incessantemente il suo nome, stretto tra le braccia di Remus che cercava disperatamente di trattenerlo.
Ti eri sentita così in colpa, così malvagia. Perché in segreto, dentro di te, avevi desiderato molte volte
che Sirius sparisse, e lui era sparito davvero. Se n’era andato, il padrone di Grimmauld Place, l’ultimo dei
Black, il cugino di tua madre, il padrino – fratello, padre – di Harry, il
compagno di Remus, non c’era più. Solo allora ti eri
ricordata che era anche tuo amico,
nonostante tutto era un tuo amico, e non avresti più sentito la sua risata latrante,
non l’avresti più visto farti l’occhiolino e ribattere gli insulti della madre,
quando dal suo quadro la cara zia Walburga ti urlava contro, o il modo un po’ infantile ma
divertente – sì, anche divertente – in cui ti mordeva i vestiti sotto forma di
Felpato per trascinarti via da Remus.
Oh, e Remus, Remus
era così distrutto. Aveva continuato a lavorare per l’Ordine della Fenice e ad
abitare a Grimmauld Place, ma sembrava l’ombra di sé stesso. Quello che ti
trovavi davanti, giorno dopo giorno, era il volto di un uomo che aveva perso la
voglia di vivere. E tu, se possibile, ti eri sentita ancora peggio e l’avevi
amato ancora di più.
Il desiderio di aiutarlo, di dargli una nuova ragione di
vita, ti corrodeva come un veleno. Però, per quante volte tu provassi ad
avvicinarti, altrettante lui ti respingeva. Eri troppo giovane per lui,
sosteneva, e meritavi di meglio di un vecchio poveraccio e maledetto. Ma a te
non importava, non ti interessava che avesse molti più anni di te, o che fosse
un Licantropo, o che saresti sempre stata la seconda scelta; tu volevi solo
farlo stare meglio. Era un desiderio così terribile?
Era stata necessaria un'altra tragedia, la morte di Silente,
la vostra guida, ed il tradimento di Piton, uno dei vostri uomini migliori –
forse il vostro uomo migliore – per
scrollare Remus dalla sua disperazione. In mezzo a
tutto quello, però, avevate avuto l’esempio di una grande donna – Fleur Delacour – che, nonostante
le difficoltà, aveva deciso di stare al fianco del suo uomo – Bill Weasley, rovinato da Greyback. Ed
il conforto del resto dell’Ordine, che nel momento più buio si era stretto
intorno a loro come un’unica grande famiglia.
Il mese successivo, malgrado il
panico in cui l’intero Mondo Magico era caduto, ti era sembrato un sogno. La
lenta accettazione con cui Remus aveva accolto la tua
vicinanza, concedendoti volta per volta un po’ più spazio, finché stringervi l’un l’altra era diventato naturale, aveva reso quel periodo
il più perfetto ed emozionante della tua vita.
«Sposiamoci» eri stata tu a proporlo, una sera come tante
altre «Cosa abbiamo da perdere?»
Non era stato semplice come immaginavi, avevate dovuto farlo
in privato, da soli, davanti ad un incaricato del Ministero. Senza clamori,
perché non c’era tempo di festeggiare e tua madre non era d’accordo con quella
relazione. C’erano stati tanti, troppi fogli da firmare, perché sposare una
Creatura Oscura non era visto di buon occhio da nessuno, ma finalmente eravate
diventati ufficialmente marito e moglie.
E poi le cose erano precipitate sempre più in fretta, sempre
più a fondo.
Ora Remus è di nuovo seduto alla
finestra, come fa tutte le sere. La bacchetta stretta salda in mano e lo
sguardo perso verso quell’orizzonte troppo nebbioso.
Dissennatori,
lo sai, tutta questa nebbia non è normale nemmeno per Londra, i Dissennatori
sono a piede libero. Ma non è quello che ti preoccupa, non in quel momento,
perché conosci quello sguardo e sai che adesso tuo marito non è lì con te.
Continua a fare un po’ male renderti conto che non è ancora
tuo, che forse non lo sarà mai. Sirius è tuttora tra voi. Ma l’hai sempre
saputo, quindi va bene anche così, finché potete stare insieme, perché –
nonostante tutta quella nebbia – hai una bella notizia.
«Amore» lo chiami, accostandoti a lui prendendogli la mano.
Sciogli la presa spasmodica con cui serra la bacchetta e posi il suo palmo sul
tuo ventre. «Devo dirti una cosa» annunci con un sorriso.
FINE.