Ciao
a tutti,
ecco
il IV capitolo di “Profumo di Menta”.. mi scuso se l’aggiornamento è arrivato
un po’ tardi ma non sono proprio riuscita a postarlo prima …
Vi
faccio la solita raccomandazione: se vi capita di leggere questa storia, non
esitate a farmi sapere cosa ne pensate!!!
Commenti,
impressioni, consigli e.. perché no?.. anche idee per il proseguimento della
storia (ad esempio una situazione particolare in cui vorreste vedere Rose e
Tom), scrivetele attraverso una recensione.
Be,
con l’occasione, auguro a tutti BUON ANNO!!!!!!!
Ciao
Miele,
sono
proprio contenta che ti sia piaciuto anche il 3 capitolo!!! mi sto impegnando
molto.. (sarà che non c’è la mia assillantissima scuola e posso concentrarmi
meglio..) e nulla mi fa più piacere di avere un commento della storia così
positivo…
grazie
mille!!!
Un
bacio.
Ciao
Franca,
vorrei
ringraziare anche te per la recensione!!! Ti ringrazio moltissimo per i
complimenti per quanto riguarda il modo di scrivere e di “snocciolare” la
storia….
Per
quanto riguardano i capitoli forse hai ragione, sono troppo lunghi, per il prox
cercherò di accorciarli un po’..
L’abbraccio
di Sean durante la litigata io l’avevo inserito per sottolineare l’umanità di
quel ragazzo che, nonostante l’amore che prova per lei, ha deciso di lasciarla.
Ammetto, però, che l’azione dell’abbraccio
era un po’ forzata, soprattutto se situata in quel contesto.
Un
bacio.
Ciao
Diandraflu,
innanzitutto
vorrei ringraziarti per avermi lasciato la recensione.
Si,
effettivamente, la trama non è un campione di originalità, ma ti consiglio
comunque di proseguire la lettura, chi sa magari potresti cambiare idea…
Un
bacio.
Ciao
Bea,
grazi
mille per la recensione! Si, anche a me stava molto antipatico Sean, infatti
l’ho tolto di mezzo subito…invece, chi sa perché, nutro un affetto particolare
per il mio Tom…
Grazie
per i complimenti!!
Un
bacio.
Buona
lettura,
Diomache.
PROFUMO DI MENTA
CAPITOLO IV: SALTO NEL BUIO.
Sono passati circa cinque giorni
da quando Rose e Sean hanno rotto.
All’inizio Rose ha passato
davvero un momento critico: non si era mai resa conto di quanto potesse
mancarle la presenza del suo caro Sean e sentirsi privata di lui è stata una
sensazione orribile.
Ma poi Rose ha reagito.
Come una tigre che quando vede un
nemico, da principio si paralizza, poi tira fuori le unghie, mostra i denti ed
attacca, così anche Rose è uscita dello stupido stato di apatia in cui si era
gettata e ha ripreso la sua vita, se possibile, più forte di prima.
Pensava di riprendere in tutta
tranquillità le redini della sua esistenza ma, a quanto pare, non ha calcolato
la possibilità di piccoli incidenti di percorso…
La luce sbiadita della lampada che pende dal soffitto
fino ad un metro dal tavolo di legno, illumina i volti dei ragazzi, tesi e seri
mentre ascoltano le proposte del gruppo di tre uomini, seduti dall’altra parte
del ripiano. Un uomo sui quarant’anni con un’enorme cicatrice sulla guancia
destra, inizia: “gli accordi sono questi: un baratto. Il valore delle vostre
armi, per il valore della nostra roba.”
Michael sospira e guarda istintivamente verso Tom che gli
annuisce leggermente.
“Mi dispiace, Sfregio. Ma a noi la roba non interessa
affatto…”
L’uomo e il suo gruppo scoppiano subito in una fragorosa
risata: non si è mai sentito che dei delinquenti odino la droga, roba
dell’altro mondo. Il nome del capo di questo piccolo gruppo che è, in realtà,
una rappresentanza di un’organizzazione più vasta ed efficiente, è Richard
Scott, meglio conosciuto come Sfregio, forse proprio a causa della sua cicatrice
inquietante. Calmatosi, egli scruta uno dopo l’altro i ragazzi che ha di fronte
e il suo sguardo gelido rimane, alla fine, fisso su di Tom. “Non dirai davvero,
ragazzino..”
Gli occhi azzurri di Tom rimangono impassibili alla
provocazione; egli prende una moneta da cinque cent ed inizia a farla girare
sulla superficie del tavolo, ignorando volutamente l’uomo che ha di fronte.
Sfregio finge di essere divertito da quel comportamento
ma in realtà si sta innervosendo e la sua mano sinistra si sta spostando velocemente
verso la tasca dei pantaloni, dove tiene la pistola. Tom continua ad ignorarlo, poi, improvvisamente, sbatte la mano
sul tavolo, intrappolando la moneta e facendo sobbalzare, suo malgrado, Sfregio
in persona.
Sul volto di Tom si dipinge un sorriso gelido che viene
successivamente imitato anche dal resto del suo gruppo. “ Stai calmo, Sfregio.-
inizia con un tono di voce quasi surreale.- non voglio farti niente di male.”
Questa è una vera e propria provocazione e Sfregio deve
digrignare i denti per non rispondere per le rime: il suo capo, Jarod, gli ha
ordinato di raggiungere un accordo per la vendita di un’importante partita
d’armi giunta dall’est, abilmente intercettata da Tom, e non può perdere tempo
a litigare con lui. Non può e non deve fallire.
Si rende conto, però, si aver sottovalutato il suo
venditore: le voci che lui aveva ignorato lo ritraevano come un ragazzo molto
giovane, sui ventitre- ventiquattro anni ma spietato e deciso negli affari
importanti. E, certamente, è vero. Qualsiasi criminale di poco conto si sarebbe
lasciato incantare da uno scambio armi-droga, ma non Tom.
“io odio la droga.- continua Tom alzando gli occhi e
scrutando Sfregio e gli altri.- credo che sia la cosa più abominevole di questa
terra. Non mi piace perché inganna: tu credi di stare bene, mentre quella
polverina ti uccide il cervello, roba da pazzi! E poi credo fermamente che
chiunque ne usi sia un debole e un perdente.- sotto i suoi occhi blu, i due del
gruppo di Sfregio abbassano lo sguardo.- debole perché ha bisogno di quella
roba per vivere e perdente perché inevitabilmente perde: muore. Ma non è il
vostro caso, ovviamente.” Conclude con ironia.
“se è la roba che ci proponete.- interviene il tedesco.-
non si fa nulla.”
Sfregio si affretta subito a dire. “Contanti, allora. Vi
paghiamo la partita di armi, dite solo il prezzo.” L’uomo deglutisce mentre
attende che Tom faccia la prossima mossa. Jarod gli ha intimato di non andare
sopra i 500 mila dollari, che, tra l’altro, è il doppio del valore di quel
carico.
Tom si finge pensieroso “vediamo.. le armi sono tante e
buone e non mi convince tanto dartele per futile denaro, sai?”
Un brivido freddo passa lungo la schiena di Sfregio che
cerca comunque di darsi autorità ed esclama, borioso, “stai bluffando per
aumentare il prezzo, ragazzino, li conosco io questi trucchetti!!! Intendo
pagarti il carico di armi il doppio del loro valore: 500 mila dollari, che ne
dici?”
Il biondo rimane impassibile. “No, non mi convince.”
“fai il difficile? Spara un prezzo, avanti!” urla Sfregio
con i nervi a fior di pelle e la paura di disfare l’affare commissionatogli.
Tom questa volta non lascia impunita l’arroganza del loro
acquirente; si alza, raggiunge Sfregio e gli molla un pugno in viso. Gli altri
due del gruppo, intanto, sono rimasti attoniti e con le spalle al muro, puntati
a distanza ravvicinata da Michael, Harry, Dawson e il tedesco.
Velocemente, prima che Sfregio potesse estrarre la pistola, Tom lo prende per le spalle e lo
sbatte a terra; solo allora lo disarma e scoppia a ridere, sbeffeggiandolo.
“povero Sfregio, se ti vedesse Jarod, ora… - L’uomo
ringhia di rabbia, ma Tom lo zittisce subito mettendo un il piede sul suo collo
e iniziando a fare pressione.- allora… dov’è finita la tua arroganza?”
Sfregio diventa rosso in viso ed inizia a tossire, cerca
di sputare al suo assalitore ma la saliva gli scivola lungo i lati della bocca.
Tom sorride “povero scemo, dimmi, vuoi vedere il sole sorgere domani?Si? Bravo,
devi solo riferire al tuo capo qualche cosetta. Jarod sa benissimo che partite
di armi del genere ,come quella di cui sono in possesso, non capitano in
America tutte le stagioni ed ha pensato bene di acquistarsela, ma sta
commettendo un grosso errore.”
Toglie il piede
dalla gola dell’uomo e Sfregio respira irregolarmente per qualche
istante, poi sospira di sollievo: è andato molto vicino al soffocamento.
“Primo.- inizia il ragazzo biondo piantando un calcio nel
fianco dell’uomo che grida di dolore, preso alla sprovvista.- deve presentarsi
di persona. Mandare gli zerbini come te ad un contratto così importante mi ha
molto offeso, riferiscilo.”
Tom si allontana per qualche istante, apre il frigo
dell’abitazione di Michael e prende una birra, la stappa ed inizia a
sorseggiarla. “Secondo.- dice poi infliggendo un secondo calcio all’ospite.-
cinquecento mila dollari non bastano.” Versa il resto della birra sul volto di
Sfregio. “E terzo. Raccomandagli di venire solo e disarmato. Sarò solo e
disarmato anch’io. L’incontro si svolgerà fra quattro mesi, in un luogo neutro
di cui ci accorderemo in futuro. Tutto chiaro?”
Sfregio annuisce lentamente. Tom si china, lo prende per
le spalle e lo rialza in piedi.
“bene. Buon ritorno a casa.”
Sfregio grugnisce di rabbia. Se potesse, prenderebbe la
pistola e gli sparerebbe in fronte per fargli pagare l’umiliazione ricevuta, ma
non può farlo perché, in questo momento, la sua posizione è molto svantaggiata:
gli scagnozzi di Tom stanno ancora puntando lui e i suoi uomini.
Ma lo farà presto. Si vendicherà di questo trattamento.
Sfregio lo fissa ancora un istante con i suoi occhi
gelidi, poi fa un cenno ai suoi due compari e si avvia verso la porta di casa
‘Hurts’. Allo sbattere del portone, tutti i ragazzi tirano un sospiro di
sollievo.
“Cazzo, Tom. Come cattivo fai proprio paura..” sfotte
Michael, ottenendo un piccolo pugno sulla spalla da quest’ultimo.
“non ti capisco, Tom.- interviene Harry, serio.- perché
prolungare di così a lungo l’incontro? Le armi non le vendiamo, tanto valeva
dire subito come stanno le cose!”
“già.- ammette Dawson.- e perché il discorso del
disarmato, del territorio neutro..”
Tom sorride. “molto semplice. Se avessi fatto comunicare
le nostre vere intenzioni, probabilmente domattina ci saremmo svegliati con
tutti gli uomini di Jarod sotto casa. Voi non lo conoscete. Ho preso tempo e
quattro mesi mi sembrano più che sufficienti. In questo periodo possiamo
goderci le armi come ci pare e piace, senza che qualcuno ci stia con il fiato
sul collo.”
“ok, è stata una buona trovata.- ammette il tedesco.- ma
lo scontro con Jarod e i suoi uomini è solo rimandato. Poi cosa conti di fare
con Jarod?”
Tom sorride diabolicamente. “penso proprio che lo
ucciderò.”
“IUIUUUUUU- urla Rose gettando le carte vincenti al
centro del tavolo- ho vinto di nuovo! Diavolo, non sapevo di essere tanto brava
a poker!”
Adrienne, riluttante, le cede la sua parte di caramelle.
“fortuna che non abbiamo fatto a soldi.. io sarei rimasta in mutande!!”
“accidenti, Rose!- esclama Susy.- hai vinto tante
caramelle da cariarti i denti per un anno!”
Hudson e Rose scoppiano a ridere, divertite. “sciocche,
non me le mangio mica tutte io! Innanzitutto una la offro a voi….- dice con
voce mielata, distribuendo una caramella a testa..- le altre le regalerò a
Novaly e Diana…”
“a proposito di Diana.” Inizia Susy. “come ti trovi con
la principessina???”
Rose inarca un sopracciglio. “non è una principessina. È
una bambina adorabile!”
“e invece lo è,con tutti i soldi che hanno, potrebbero
comprarsi Manhattan! Altro che principessina”
“e tu che ne sai, scusa?” domanda Rose mentre, vista
l’ora, ripone l’enormità delle caramelle nella borsetta e si prepara per andare
via. Mentre Susy afferra il proprio giaccone e passa quello nero ad Hudson,
risponde. “io li conosco bene. Dawson, mio fratello, è un grande amico del
fratello di Diana, quello scapestrato di Tom! Non ti dico quello che fanno
insieme, quei due..”
Rose attonita, la fissa incredula. “che cosa?” mormora,
segretamente disgustata.
Susy scoppia a ridere di gusto, compreso l’equivoco in
cui è caduta Rose. “oh Maria, non ci posso credere! Veramente hai pensato che
Dawson e Tom fossero una coppia!!! Ah ah sei troppo forte!”
Rose mette il broncio mentre chiude la lampo del suo
giaccone avvitato bianco.
“ridi poco, scema, per un pelo non mi prendeva un
colpo!!” *ecco, brava idiota* pensa mordendosi la lingua per quello che ha
appena detto: *ora Susy penserà che ti interessa Tom.. tombola!*
E infatti…
“Rose, ma perché ti stava prendendo un colpo???” si
intromette Adrienne, facendo capolino da dietro Susy.
“non solo le prendeva un colpo, ma è rimasta tutta
arrabbiata, incredula...” aggiunge Susy, girando ben bene il dito nella piaga.
Rose arrossisce e fa qualche passo indietro verso l’uscita dell’abitazione di
Adrienne. “Ma no.. è che siccome lo conosco e all’apparenza non mi sembrava poi
così ..gay.. allora quando tu hai detto così.. io.. ci sono rimasta male…tutto
qui.- notando gli sguardi per nulla convinti delle sue amiche, alza la voce,
prepotente.- siete sempre così maliziose che una deve stare attenta a come
parla, accidenti!”
“ehi non ti scaldare, altrimenti ci crediamo davvero che
Tom ti piace!!”
“non ci sarebbe mica niente di male!!- interviene
Hudson.- vi siete mai parlati?”
“mm.. qualche volta… un saluto..” balbetta Rose
incrociando le dita dietro la schiena e facendosi piccola piccola tra le
grinfie delle sue amiche.
“già.- esclama Susy.- magari tra una lezione ed un’altra,
racconta, racconta!!!”
Rose indietreggia: se dovesse raccontare come è stato il
suo primo guaio con Tom e poi tutti gli altri compreso il bacio, le preparerebbero
i documenti per il matrimonio.
I suoi occhi cadono su un orologio a pendolo: mezzanotte.
“oh com’è tardi, devo proprio andare..” dice frettolosamente. “grazie,
Adrienne, per la bella serata! Il film era carinissimo e mi sono divertita
molto anche a giocare a Poker!! Ciao a tutte tre.. ci si vede, eh?” dice
sorridendo forzatamente, mentre apre la porta di casa di Adrienne, esce e la
chiude velocemente dietro di se.
Ma non è ancora in salvo. Fa una bella corsetta lungo le
scale ed esce dall’appartamento, dirigendosi verso il motorino. “uuf…” sospira.
“ salva…”
“ROSE!!”La ragazza salta di paura ma per fortuna Susy sta
solo alla finestra. “VUOI CHE TI DO UN PASSAGGIO????” Urla così tanto che Rose
è certa che tra al massimo qualche secondo qualche vecchietta si affaccerà
dalla finestra, con un manganello in mano.
“ehm.. no, Susy, ho il motorino!!!!”
“QUEL VECCHIO RUDERE?????”
Rose incurva la fronte. “il mio motorino non è un
rudere!!- ribatte ma, rivolgendogli un’occhiata, si accorge che i pezzi del
veicolo stanno insieme solo per miracolo- e poi l’ho appena portato dal
meccanico e..”
“GUARDA CHE ..…”
“SIGNORINA!!” urla una vecchietta affacciandosi alla
finestra, con una pantofola in mano e un’aria minacciosa. Rose rabbrividisce e
si volta verso di Susy, sperando che la vecchietta capisca che non era lei a
fare tutto quel baccano. Niente, Susy la volpe è subito rientrata in casa e ha
chiuso pure la serranda. *mm.. questa me la paga!* pensa, iraconda.
“SIGNORINA!- ribadisce la vecchietta.- SI VERGOGNI!!CHE
MANIERE SONO?? CHI LE HA INSEGNATO A FARE TUTTO QUESTO FRACASSO A QUEST’ORA
DELLA NOTTE!!!!” Ironia della sorte, la vecchietta urla più di Susy e Adrienne
messe assieme.
Rose cerca di giustificarsi ma, in quel mentre,altre
finestre si spalancano e compaiono altre vecchiette imbufalite e incavolate
nere. Gli anziani hanno questa che viene definita come ‘solidarietà ’ per cui ogni volta che un anziano sta
litigando con qualcuno che è più giovane di lui di almeno trenta anni, tutti
gli altri vecchietti si intromettono e si schierano dalla parte del coetaneo,
senza avere la più pallida idea di quello che stia accadendo. Ecco, una cosa
del genere accade anche in questa occasione. Un esercito di anziane affacciate
alla finestra, le ingiuria contro armate degli oggetti più improponibili che
minacciano di tirarle addosso.
“ok, qui la
situazione si mette male..” sussurra Rose avvicinandosi lentamente al motorino.
Tutto questo le ricorda tanto la scena di ‘Alla ricerca
di Nemo’ ove il pellicano si muove lentamente verso Dori e Marlin puntati da
una trentina di piccioni che, come le vecchiette, ripetono tutti le stesse
cose.
Le vecchiette: “si vergogni, voi giovani siete la rovina
del mondo! Non avete rispetto, educazione..”
I piccioni: “Mio, mio.”
“vecchio mio..- sibila la donna, appena montata sul
mezzo.- non puoi abbandonarmi ora, capito?”
Gira la chiave e per fortuna il rumore del motore che si
aziona viene coperto dagli insulti delle anziane che non si accorgono che la
loro vittima sta per spiccare il volo.
E, come quando su ‘Nemo’ i protagonisti fanno un
movimento brusco e tutti i piccioni gli vanno addosso, così, come il motorino
di Rose si muove, dal cielo piombano una nuvola di pantofole, peluches delle
nipotine, barbie, cuscini.
Nulla, grazie a Dio, va ad infrangersi sulla povera
malcapitata che, però, si concede una risata di tutto cuore. Se lo raccontasse
alle sue amiche, non ci crederebbero mai!
Il tragitto dall’abitazione di Adrienne è abbastanza
lungo e la ragazza deve ammettere che viaggiare da sola a quest’ora della notte
le mette un po’ di timore.
La città sembra morta , il buio e purtroppo la scarsità
d’auto e di vita che si vedono per quelle strade periferiche della città non
possono altro che inquietarla e darle un bruttissimo senso di disagio.
Cerca di accelerare ed accorciare il tragitto; tuttavia
non può accelerare di molto perché il motorino non può subire sforzi eccessivi:
ordini del meccanico.
L’allegria che, tutto sommato, le vecchiette le avevano
messo, svanisce subito quando, agitata, imbocca una traversa sbagliata.
Inizia a sudare freddo e
sospirando, si accosta ad un lato della strada. “bene, e adesso?” chiede a se
stessa, guardandosi intorno, molto preoccupata.
“signorina!” una voce di
uomo la fa sobbalzare e rabbrividire. Si gira di scatto e vede due ragazzi che,
mano nella mano, le si sono avvicinati. Quella vista la rende più tranquilla:
almeno a lei non daranno rogne. “serve aiuto?” chiede educato il primo.
“veramente si.- ammette la
giovane.- devo aver sbagliato qualcosa io..”
“si è persa, eh?”
interviene brillantemente l’altro. “ma non si preoccupi, l’aiutiamo noi. Dove
deve andare?”
Rose comunica loro il
proprio indirizzo, l’altro ragazzo le spiega dove ha sbagliato, poi le dà i
suggerimenti giusti e le mostra dove riprendere la strada.
“Grazie, grazie mille..”
sussurra Rose mentre il vento gelido di dicembre le scompone i capelli.
Seguendo le istruzioni
datele, si ritrova sulla strada principale.
A causa di un altro
piccolo, ma non troppo grave, errore, si vede
costretta a passare attraverso un quartiere piuttosto malfamato: il
quartiere di Soho. Intimorita dalla reputazione di questa zona, spinge il
motorino ad andare più veloce, dimenticandosi delle ammonizioni del tecnico.
Puntuale come la sfortuna,
il motorino inizia a perdere colpi e dopo poco si ferma, con un sospiro di
fumo. “no, maledizione!” impreca la ragazza togliendosi il casco.
“allora, mio bel
motorino..- inizia scendendo ed smanettando di qua e di là.- non puoi farmi
questo, capito? Ma tu lo sai quante volte il meccanico mi ha detto: cambialo
Rose, che ci fai con questo catorcio? E io niente, ti ho sempre tenuto perché
ti considero un po’ come la 313 di Paperino… hai sentito che bel complimento
che ti ho fatto? Su, fai il bravo, adesso mettiti in moto.”
Finito il monologo, Rose
gira la chiave, senza troppo successo. Il motore si ingolfa e poi si spegne.
“grandioso! Questa sera sto
battendo tutti i record! Avanti, qualcos’altro???”
Sfregio e gli altri due si
avvicinano all’auto che li aveva condotti fin lì. Stanno parlando animatamente
riguardo la discussione che hanno avuto pochi istanti fa con Tom e gli altri.
Sfregio è fuori di se dalla rabbia soprattutto per l’umiliazione ricevuta sotto
gli sguardi ilari degli altri due compari. Ma soprattutto un pensiero lo assilla
più degli altri: Jarod. Cosa gli dirà? Come reagirà il loro capo?
“ehi Sfregio.- inizia uno
dei due con un’aria sarcastica dipinta in volto.- ti ha fatto il culetto il
ragazzino, eh?”
Sfregio lo fulmina con lo
sguardo. “ripetilo e ti faccio, io, il culo a strisce.” Dice con rabbia e con
uno sguardo davvero pericoloso.
“ma su, Sfregio!-
interviene l’altro.- infondo devi rassegnarti, ormai non sei più quello di un
tempo, eh, l’età incalza!!” lo beffeggia ridendo. “già- concorda l’altro.- ti
ricordi quando andavano a donne?? A volte era quasi impossibile calmarlo.. ti
ricordi quante ne ha costrette, poverine?”
L’altro scoppia a ridere,
mentre Sfregio, ringhiando, pensa ad un modo per riscattarsi, un modo veloce ed
infallibile.
E l’occasione arriva
velocemente. Improvvisamente il trio si zittisce e tende l’orecchio ad
ascoltare gli sproloqui di una voce femminile molto armoniosa e veramente molto
arrabbiata. Si voltano e vedono la graziosa silhouette di una ragazza vestita
con un bel giaccone bianco che impreca contro il suo motorino. È sola e sembra
molto carina. L’occasione buona per recuperare. Sfregio indica con il capo la
sagoma della ragazza. “mi sono rammollito, eh?- dice con rabbia.- adesso lo
vedremo..”
Rose sente dei passi
avvicinarsi e drizza le orecchie, attenta. L’esperienza di prima le fa ben
sperare, quindi si volta, verso quelli che crede potrebbero essere suoi
salvatori…
I suoi occhi, quindi, se
prima erano carichi di speranza, alla
vista del trio che cammina verso di lei con aria minacciosa, diventano
terrorizzati.
Respirando in maniera
irregolare, subito si volta e cerca, disperatamente, di rianimare il mezzo,
incitandolo a partire. Ma niente, il motorino non vuole proprio collaborare.
Da un’altra occhiata al
gruppo: sono in tre e non sembrano armati di buone intenzioni.
“ehi, bambolina!!!!!!”la
chiama uno di loro. *è fatta* pensa
lei, chiudendo gli occhi.
Rose si gira a stento,
bloccata dalla angoscia e da un bruttissimo presentimento.
“Si! Si! Dico proprio a
te.. .”continua quello, parlando con aria falsamente gentile. Ormai l’hanno
raggiunta. Gli occhi verdi ed impauriti della ragazza scrutano l’uomo che le ha
parlato: sembra un uomo comune sulla quarantina, se non fosse per quella
minacciosa cicatrice sulla guancia e lo sguardo gelido e cattivo. Gli altri due
ragazzi sono molto più giovani ma non sembrano più mansueti dell’adulto.
Rose fa un respiro
profondo, cercando in se la calma e la tranquillità.
Ok, si trova in un
quartiere deserto e buio, ma non è detto che tutto debba andare storto! Magari
vogliono solo aiutarla! Uno dei più giovani si appoggia al suo motorino e
domanda, insolente: “povera pupattola, problemi con il catorcio?”
La giovane s'impone di non
perdere la speranza e chiede: “in effetti si… potete aiutarmi a rimettere in
moto il motorino?” pronuncia queste parole con un tale candore che il più
grande dei tre la fissa per qualche attimo, attonito. Poi si riscuote e le
scoppia a ridere in faccia.
Quella risata agghiacciante
fa rabbrividire la ragazza.
L’uomo la guarda con
derisione: “mm.. ma che bel fiorellino
del deserto, abbiamo qui.” dice squadrandola da cima a piedi e soffermandosi
lentamente sul suo viso.
Rose, infastidita da quello
sguardo, impulsivamente, ripete la domanda con voce arrogante e pungente:
“potete aiutarmi oppure no?”
“wow che temperamento… -
commenta un altro.- ma che cosa ci fa un fiorellino come te.. in una città
tanto buia.. e per di più tutta sola…” l’uomo tenta di avvicinarsi a lei, ma
Rose, con un balzo agile come un serpente, scende dal motorino e si allontana
da loro.
“altro che fiorellino!-
sbotta un altro. –Sfregio, a me sembra un cobra!” sorride alla ragazza e, con
l’intento di provocarla, si passa la lingua sulla labbra.
Rose inizia ad avere paura.
Istintivamente i suoi occhi verdi e terrorizzati si guardano intorno alla
ricerca disperata di qualcuno, anche di un passante. Ma niente, non passa
proprio nessuno.
“senti tesoro..- dice il
più grande, avvicinandosi e ,brutalmente ,prendendola per un braccio– io e te,
ora ci andiamo a divertire da qualche parte, ti va?”Naturalmente è una domanda
molto retorica.
Rose evade dalla presa
dell’uomo e con un tono che si sforza di essere il più autorevole possibile,
risponde: “ti sei bevuto il cervello, mister cicatrice? Io con te non vado da
nessuna parte, anzi, toglietevi tutti e tre dai ciglioni che cominciate a
stancarmi!”
“ah!ah! Sfregio!- ride uno
dei compagni. –questo cobra non ci vuole proprio stare, eh?”
“non è un cobra..”dice
Sfregio, calmo. Con un movimento brusco e veloce, scatta verso di lei e
l’afferra per il collo. Rose, incredula, cerca di dimenarsi anche perché la
pressione delle mani dell’uomo sul suo collo si fa sempre più insistente.
Sfregio la osserva con
cattiveria, l’avvicina a se, mentre il viso della giovane diventa sempre più rosso,
riprende “è solo una ragazza ribelle.. ma non temere piccolina.. adesso gli
facciamo vedere noi, come si doma una donna così!”
Rose sgrana gli occhi,
terrorizzata, mentre quello lascia la presa del suo collo. La ragazza perde
l’equilibrio e cade a terra, scossa dalla tosse e dall’esigenza di respirare.
Sfregio le si avvicina e sembra osservarla con disprezzo. “adesso te lo faccio
vedere io , se ti dai una calmata…”.
Si china per afferrarla ma
Rose, lucida e combattiva, gira velocemente di lato, sfuggendo dalle sue
grinfie. I due scagnozzi ridono del loro compare e gridano che, a quanto
sembra, non riesce nemmeno ad acchiappare una ragazza di almeno vent’anni più
giovane di lui. La rabbia di quell’ennesima onta, offusca completamente la
mente dell’uomo e tutta la grinta di Rose non sarà altro che vana, ora.
Sfregio la prende per i
capelli, facendola mugugnare di dolore, e, scattando, le punta un coltello alla
gola. Rose sente la lama gelida del coltello premere contro la sua pelle e le
vengono le lacrime agli occhi. * è finita…* pensa.
“avanti, alzati, ora.”le
intima l’uomo e Rose non può far altro che ubbidire. “brava, puttanella. Adesso
ti faccio vedere io, chi comanda qui.” La prende per un braccio ed inizia a
strattonarla verso quello che ha tutta l’aria di essere un vicolo buio e
deserto. Rose oppone resistenza anche se ha un coltello puntato al collo e a
Sfregio serve l’ausilio degli altri due, per trascinarla. Uno dei due le sfila
il giaccone e lo lancia lontano; Rose rabbrividisce di terrore e di freddo,
rimanendo con una gonna e un maglioncino bianco.
La ragazza continua a
dimenarsi con tutte le sue forze ma se avrebbe potuto opporre resistenza a
stento ad uno, certo non avrebbe potuto a tre uomini.
Disperata, urla con tutta
la voce che ha in possesso.
Tom, Michael, Harry, Dawson e il tedesco scendono
lentamente le scale della palazzina di Michael, chiacchierando allegramente tra
di loro; l’argomento è come passare il resto della serata. Le opinioni
discordano e stanno ancora discutendo, quando escono dal condominio. Un urlo
acuto di donna interrompe le loro chiacchiere. “ehi.- esclama Harry.- avete
sentito?”
Michael si appoggia alla sua
spalla con un braccio e indica un trio che sta trascinando, con evidente
fatica, una povera malcapitata. “eccola là la risposta. Poveraccia…”
Il tedesco scoppia a ridere,
indicando il trio perché, aguzzando la vista, si è reso conto che i bruti sono
proprio Sfregio e i loro scagnozzi.
Date le resistenze di Rose,
Sfregio si è formato e, per convincerla, le ha mollato uno schiaffo in pieno
viso. La giovane gli risponde per le rime, tirandogli un calcio proprio in
mezzo alle gambe.
“centro!- scoppia a ridere il
tedesco.- ehi Tom, guarda Sfregio e gli altri due cercano di violentare una
ragazza ma se non stanno attenti, li manda all’ospedale, la ragazzina!”
Tom, divertito, si avvicina al
tedesco. Aguzza la vista e sorridendo, conferma. “si, si.. sono proprio quei
tre.. bastardi, visto che è andata male con noi se la prendono con quella…” non
finisce la frase. Aguzzando la vista e focalizzando bene sulla figura della
ragazza, gli sembra che sia… no.. non può essere…
Sfregio, con una spinta rabbiosa,
respinge la donna a terra per l’ennesima volta ed estrae il coltello.
Solo quando, sotto minaccia di
strapparle i vestiti lì, in mezzo alla strada, Rose urla di nuovo, ogni dubbio
di Tom svanisce. “Rose..” mormora, incredulo.
Scatta correndo verso di loro,
con il cuore in gola.
Pochi metri lo distanziano dalla
scena ma a Tom quei metri sembrano non finire mai.
Improvvisamente, proprio mentre
Sfregio sta per colpire la ragazzina con un calcio, una voce gelida e durissima
dietro di lei, dice imperiosa. “prova a toccarla e ti spacco le budella in due,
stupido maiale..” la voce trema leggermente di rabbia e, purtroppo, di paura.
Sfregio alza lo sguardo e,
stupito, incontra Tom. Digrigna i denti e lo guarda con odio. “bene, ci
rivediamo, ragazzino… mettiti in fila, ci stavo prima io..”
“forse non mi sono spiegato,
brutto pallone gonfiato- dice estraendo la pistola- non ti azzardare a toccarla o ti riempio lo stomaco di piombo,
sono stato abbastanza chiaro??”
Rose apre la bocca, sospirando
leggermente: quella voce…
Sfregio alza lentamente le mani e
si allontana di qualche passo. “da quanto in qua, ci si impiccia degli affari
degli altri, ragazzino? Queste sono cose un po’ private…”
“la finisci di parlare stupido
verme? Vuoi che ti spari in mezzo alle gambe?”
“bene, come vuoi, razza di un
bastardo. Ma non finisce qui...” ringhia facendo un cenno con il capo,
all’indirizzo degli altri due compari e tutti e tre , lentamente, si dirigono
verso la loro auto.
Rose, ancora incredula, rimane immobile a terra, con la schiena
puntata sul marciapiede.
Due braccia robuste la afferrano
e, delicatamente, la aiutano a rimettersi in piede. Rose è ancora molto
stordita e quando si volta e vede il volto del suo salvatore per poco non cade
a terra svenuta.
“non è possibile…” sussurra
scrutando il viso di Tom e subito, sul suo volto provato dalla paura, si apre
un sorriso. Tom le sorride amorevolmente, mentre non riesce a credere che
Rose.. la sua Rose.. stesse correndo un pericolo del genere…
“ehi..- scherza.- che ci fai da
queste parti?”
Rose sorride e, sospirando,
risponde, sarcastica “oh.. facevo un giretto.. come ti butta??”
“be, niente male, grazie, e a
te?”chiede Tom sulla stessa falsariga, per sdrammatizzare il momento.
“oh, be tutto ok.. sai a me non mi
succede mai niente, ho una vita molto noiosa...” dice scrollandosi la polvere
di dosso.
“tu ci dai dentro quando ti
diverti, eh? Ho visto il tuo dritto verso il mirino di Sfregio. Ottima mossa.”
Rose scoppia a ridere.
Improvvisamente il rumore sordo
di una frenata, interrompe la loro serena chiacchierata.
La voce isterica del tedesco urla
un “Attenti!!!!” quasi disperato. I riflessi svelti di Tom gli permettono di
vedere in tempo l’auto che si sta dirigendo verso di loro a tutta velocità.
Egli, con uno scatto
fulmineo,butta a terra se e Rose, rotolando insieme sull’asfalto.
Tom si alza repentinamente da
terra e aiuta Rose a fare altrettanto. “oh mio Dio..”sussurra quest’ultima
reggendosi la testa. Dall’auto, intanto, si è sporto uno degli scagnozzi di
Sfregio che, brandendo una pistola, ha iniziato a sparare a raffica contro Rose
e Tom.
“Giù!!” le intima quest’ultimo,
abbassando se stesso e, con uno strattone, anche la ragazza, trovando riparo
entrambi dietro l’auto di Dawson. Rose non crede a quello che sta vivendo: si
copre le orecchie per il fracasso degli spari, mentre sta accovacciata sulle
ginocchia, appoggiata a Tom e coperta dall’auto che è scossa dai continui
proiettili che incassa.
“Dannazione!” impreca l’uomo di
Jarod e ordina all’auto di fare retromarcia per attaccarli di nuovo con
pallottole o direttamente metterli sotto. Sfregio è fuori di se: deve
vendicarsi, troppe volte ha dovuto subire, questa sera. È ora di agire.
Tom, proprio come un abile
soldato, coglie il momento più propizio, si alza e chiede insistentemente le
chiavi a Dawson: deve portare Rose in salvo, via da lì. Dawson, senza pensarci
un secondo di più, gli lancia le chiavi della propria auto. Tom le prende al
volo e, mentre sentono che l’auto di Sfregio sta ritornando minacciosamente
verso di loro, apre l’auto e intima alla ragazza di entrare velocemente.
Rose scatta all’interno dell’auto
come una gazzella.
Gli occhi gelidi di Tom notano
attraverso lo specchietto retrovisore che la macchina arriva a tutta velocità
contro di loro. “Tieniti forte, Rose, adesso ci divertiamo!”
La botta arriva precisamente alla
fine delle parole del ragazzo; grazie a quell’avvertimento, Rose non rischia di
venir sbalzata con la faccia appiccicata al vetro e si è buscata solo una
grande capocciata al tetto dell’auto.
“porca budella!” si lamenta la
giovane, massaggiandosi il capo.
“reggiti, Rose, si vola..”
sussurra Tom mettendo in moto e pigiando con forza il piede sull’acceleratore.
La ragazza si appiattisce con la schiena al sedile.
La macchina di
Dawson vola letteralmente, come le aveva promesso Tom, tra le vie di New York,
seguita passo passo dall’auto degli uomini di Jarod. Tom, concentratissimo,
scruta la strada, cercando , al contempo, di portare in salvo Rose e seminare
gli inseguitori.
Tom imbocca
una vicolo a senso unico, sterzando bruscamente.
Rose si lascia
sfuggire un urlo e Tom scoppia a ridere. “Hai visto? Ci si diverte!!!”
“io ti
ammazzo, hai capito che ti ammazzo??? Che diavolo vogliono questi???”
Sfregio si
sporge dal finestrino e, puntando la pistola verso l’auto, spara quattro cinque
colpi che rimbalzano sullo sportello di Rose la quale non può fare a meno di
urlare, terrorizzata.
“ehm.. te,
suppongo!” scherza Tom “ e comunque possibile che non riesci proprio a
cambiare? Sei la solita egoista! Ti ho trovato un lavoro, questa sera ti sto
pure salvando la vita e tu.. niente! Ingrata!” urla leggermente, con un tono esplicitamente
sarcastico, per sovrastare la pioggia di pallottole.
“stai zitto e
non prendermi per culo!! Vorresti dirmi che ci stanno buttando centinaia di
pallottole addosso per una scopata con me???”
“su, su, non
fare la modesta..”
Questa volta
ha esagerato e Rose glielo fa notare con un cazzotto sull’avambraccio che lo fa
mugugnare dal dolore. Il colpo fa perdere a Tom il controllo dell’auto che, per
poco, non sbanda. “azzo, bimba, ma da che parte stai???” si lamenta il ragazzo
senza perdere la sua vena sarcastica.
Una nuova
raffica di colpi invade l’auto e questa volta Tom capisce che non possono
resistere ancora a lungo e incassare colpi su colpi: presto qualche proiettile
centrerà le ruote e allora sarà davvero una situazione critica.. Devono
reagire. Già, ma come?
Estrae la
pistola e la porge a Rose. Questa la osserva lentamente, quasi con paura,
mentre l’auto si gira improvvisamente a sinistra, imboccando una traversa
seminascosta.
“dobbiamo
rispondere al fuoco. – le spiega Tom, serio.- pensi di poter sparare contro le
loro ruote, per mandarli fuori strada?”
Rose non
smette di fissare l’arma, anzi, la prende tra le mani e la contempla per
qualche istante. Poi i suoi occhi verdi fissano Tom. Il ragazzo si chiede a
cosa stia pensando e immediatamente la ragazza risponde. “io non ho mai sparato
in vita mia, non ne sono capace. E poi non ho alcuna intenzione di farlo,
scusami…” dice rendendogli l’arma. Tom continua a concentrarsi sulla strada.
Si sente allo
stesso tempo deluso e impressionato da lei.
Deluso perché
pensava che non avesse avuto esitazioni, ma impressionato, perché in situazioni
critiche anche un agnellino può trasformarsi in lupo. E invece Rose, no. Tiene
fede alle sue convinzioni, costi quel che costi. Non può fare a meno di
sentirsi attratto da lei, non solo per la sua innegabile bellezza fisica, ma
anche per quella sua bellezza così detta interiore, che sta scoprendo piano
piano.
Rose distoglie
lo sguardo e lo concentra sul paesaggio che cambia fulmineamente a causa
dell’elevata velocità del mezzo. Tom ha una pistola… una pistola.. questo fa di
lui… un delinquente in piena regola… un criminale. Lo osserva incredula, non
può essere vero.
Un colpo, più
audace degli altri, rompe il vetro posteriore dell’auto, con un fracasso di
vetro enorme. Il vento gelido di dicembre entra nell’auto e la ragazza non può
far altro che rabbrividire, priva anche del suo giaccone. Il vento scompiglia
le capigliature di entrambi, rendendo l’atmosfera quasi surreale.
“ok, ho
un’altra idea…” annuncia Tom “dobbiamo scambiarci di posto. Ci dividiamo i
compiti: io mi impegno a mandarli al Creatore, tu ti impegni a seminarli. Tutto
a posto?”
“si, ma.. come
facciamo a scambiarci?”
“adesso io mi
alzo e lascio il pedale dell’acceleratore ma tanto l’auto non si fermerà perché
stiamo andando a centotrenta. Tu, prontamente, prendi il mio posto.”
Rose annuisce
e si sistema i capelli dietro le orecchie.
“pronta?”
chiede Tom con il fiato sospeso. “pronta” risponde la ragazza fissandolo con i
suoi occhi lucenti e determinati. “uno, due,tre..” conta il ragazzo e al tre si
alza velocemente, staccando il sedere dal sedile e spostandosi con il bacino al
centro tra i due sedili. Agilmente, Rose scatta per prendere il suo posto. Si
mette velocemente davanti a lui e in tre mosse, prende il controllo dell’auto.
“ok..-
sibila.- ce l’abbiamo fatta.”
Tom si
accomoda sul sedile che prima era di Rose e sorride, compiaciuto. “ehm, Rose,
come te la cavi alla guida di solito?”
“devo dirti la
verità?- Tom la guarda come se fosse la cosa più ovvia del mondo.- io credo di
cavarmela abbastanza bene, ma la polizia mi ha quasi ritirato la patente
quattro volte. Guida troppo azzardata.”
“perfetto,
allora.- questa sera puoi guidare liberamente: sfogati!!”
Rose scoppia a
ridere e preme forte il piede sull’acceleratore e prende possesso del volante.
“devo
consigliarti di allacciarti la cintura, Tom. Se tu sei spericolato in moto, io
lo sono molto di più con l’auto!”
*però..-
pensa.- chi lo avrebbe mai detto..* “te lo avevo detto io..”
“detto che
cosa?”
“che alla fine
ti saresti divertita!!”
“taci,
imbecille, e pensa a fare bene il tuo lavoro che non voglio andare a casa stile
groviera, hai capito??”
“ordini,
comandante!” ubbidisce Tom, tirando completamente giù il finestrino. Rose
rabbrividisce ancora di più ma stringe i denti e pensa a far bene il suo
compito. Tom si sporge ed inizia a sparare contro i loro assalitori, mancando
di un pelo, una delle ruote anteriori.. “cazzo!”impreca.
Rose svolta
velocemente per un traversa. E improvvisamente ha un’idea, un’idea favolosa.
“Tom, sei pronto per un confronto più diretto?” dice eccitata dal brivido
dell’avventura.
“Rose mi fai
paura così.. cosa intendi dire??”
“dimmi solo si
o no!!” si lamenta lei, eccentrica. Tom pensa che, se non vede male dallo
specchietto, gli uomini che li inseguono si stanno armando di due mitra. La
situazione è proprio brutta. Non hanno nulla da perdere:“va bene, va bene,
qualsiasi cosa basta che funzioni!”
Rose fissa il
suo sguardo diritto davanti a se e sibila, concentrata. “al mio ‘via ’ scendi
dall’auto.”
“che cosa?”
Rose inizia ad
irritarsi: “senti Tom, mi sto incazzando! Mi hai dato carta bianca? Bene,
adesso comando io!! Tieniti forte e al mio ‘via ’ scendi dall’auto, sono stata
chiara?”
Tom non può
far altro che annuire. Finalmente giungono al luogo ove Rose si era prefissata
di arrivare: la strada deserta davanti ad una vecchia fabbrica abbandonata. La
vecchia fabbrica ove lavorava suo padre. “ci siamo.” Accelera improvvisamente e
poi, giunta a una cinquantina di metri dalla fabbrica, preme il piede sul freno
e tira il freno a mano. L’auto si inchioda a terra con fracasso infernale ed
esegue, inevitabilmente, un orribile testa coda. Quando perde velocità e si
stabilizza , Rose urla più forte che può: “Via!” lei e Tom scendono con un balzo
dall’auto, rotolando a terra.
Qualche
secondo dopo, l’auto degli inseguitori si fracassa con quella di Dawson, con un
baccano tremendo. Tom alza la testa da terra, il suo primo pensiero è Rose. Si
alza e la raggiunge: la ragazza è poco distante da lui.
Il ragazzo
fissa le due auto che si sono scontrate e i tre uomini che, come Rose aveva
previsto, sono scesi dalle auto in tempo ma sono ancora storditi e semisvenuti
a terra, per fortuna.
“ehi..- dice
aiutando la ragazza a rialzarsi.- l’hai fatto altre volte?”
Rose scoppia a
ridere. “ho improvvisato, che te n’è parso?”
Tom le mette
una ciocca di capelli dietro le orecchie. “eccellente.”
“bene.. adesso
come facciamo a tornare a casa?”
Tom la guarda
con il solito tremendo atteggiamento: “ho un’idea.”
“etciù!”
starnutisce Rose per l’ennesima volta mentre cerca nella sua borsa delle medicine, un buon disinfettante.
“Rose, lascia
stare è solo un taglietto!!” arriva la voce leggermente scocciata di Tom,dalla
cucina.
“che mi tocca
sentire….e…e..etciù! io cerco di curarlo e lui si lamenta pure..” finalmente le
capita tra le mani il disinfettante che cercava e prende un piccolo batuffolo
di cotone. Poi, leggermente barcollante, si avvia verso la cucina.
Attraversando il corridoio, passa davanti allo specchio.
*accidenti.-
pensa.- in che stato disastroso, sono!*
Non si può
darle torto: la sua gonna è strappata e anche il maglioncino, una volta bianco,
è molto tendente al nero. Per non parlare del suo giaccone, quello chi sa
dov’è!
Lasciando
perdere, si dirige da Tom con il batuffolo imbevuto del medicinale.
Tom si
appoggia al bordo del tavolo con il sedere e abbassa il capo per dar modo a
Rose di curare il taglio che si è procurato, proprio sopra il sopracciglio.
Rose si avvicina a lui e, nonostante un po’ d’imbarazzo, inizia a tamponare la
piccola ferita.
“shh- si
lamenta Tom..- ma sei sicura che sia disinfettante??? A me sembra alcool..”
“se vuoi
saperlo è il disinfettante per i bambini, quello che non frigge! Quindi non
lagnarti e stai fermo!”
Dopo pochi secondi
Rose ha finito e si allontana leggermente.
Tom sospira ed
inizia: “che serata movimentata…”
“Non tocchiamo
questo argomento! Più ci penso più non riesco a rendermi conto di quello che è
accaduto! Prima ho rischiato di essere colpita da un esercito di vecchiette,
poi ho rischiato di essere violentata e alla fine pure di finire al Creatore
coperta di pallottole! Per oggi direi che ho fatto il pieno!!”
“Mi dispiace.”
Sussurra Tom, serio.
Rose alza gli
occhi, fino ad incontrare i suoi occhi blu. Come sono diversi da poco prima..
nell’auto di Dawson erano freddi, glaciali.. ora sono così dolci..
“ti dispiace..
per cosa?” domanda flebilmente la ragazza.
“per averti
coinvolta in quella sparatoria…quei tizi..”
“Tom.- lo
interrompe la ragazza fissando i suoi occhi sulla pistola del ragazzo.- tu sei
un delinquente? Un criminale??” domanda esitante.
Il ragazzo
sospira e la giovane si sbriga ad aggiungere: “scusa.. non sono affari miei, me
ne rendo conto perfettamente. Della tua vita tu fai quello che vuoi.”
Il giovane non
può fare a meno di sorriderle e di prenderle dolcemente la mano. Quel piccolo
contatto fa arrossire Rose che abbassa gli occhi verso terra.
“sei stata
coraggiosa come una leonessa, questa sera. L’avevo capito subito che eri una
tosta, ma non pensavo mai che fossi così intraprendente..”
Rose sorride
ma il suo sguardo rimane basso; Tom non le ha ancora lasciato la mano.
“coraggiosa
dici? Avresti dovuto vedermi quando ho visto arrivare quei tizi verso di me..
io..- la giovane fatica a trattenere le lacrime.- io.. ho avuto così paura…”
Tom le mette
due dita sotto il mento e le alza dolcemente il viso: i loro occhi si
incontrano di nuovo, finalmente. “Rose… non devi fingere con me. Ti vedo, ora
hai tanto bisogno di piangere e, se vuoi, puoi farlo, tranquillamente.”
Come se Tom
avesse aperto le porte del suo animo, Rose si getta subito tra le sue braccia
e, abbracciandolo, si sfoga, piangendo. Il ragazzo contraccambia l’abbraccio,
le accarezza dolcemente la schiena e le stampa un piccolo ed affettuoso bacio tra i capelli.
Poco dopo,
Rose si stacca da lui.. “grazie.. e..e..etciù!!” starnutisce violentemente.
“mm.. salute,
piccolina! Ho l’impressione che tu abbia preso un po’ freddo questa sera!”
“nooooo.. cosa
te lo fa pensare??? E comunque è anche un po’ colpa tua, signorino, quindi
sfotti poco!!”
Tom ride: è
tornata del suo solito solare, irascibile, umore.“colpa mia???”
“certo! Visto
che ero senza giubbotto, un cavaliere mi avrebbe offerto il suo, con un freddo
bestiale come questo, capirai!! Invece tu niente, maleducato come sempre!!”
“io
maleducato??? E tu?? Che non hai fatto altro che ingiuriarmi contro mentre io
ti salvavo dalla morte??”
“ah, tu mi
salvavi?? Ti ricordo che l’idea finale l’ho avuta io!! Se aspettavamo te che
bucavi le ruote, stavamo ancora a girovagare per tutta New York con quelli alle
calcagna!!”
“si ma è stata
mia, alla fine, l’idea di metterti un mezzo alla strada per racimolare un
passaggio, no?”
“che bella
idea! Pure la parte della puttana, mi hai fatto fare!!”
“ma hai visto
che un’auto si è fermata subito? E poi non ti è successo niente, c’era un
vecchietto alla guida e io sono comparso subito al tuo fianco, non appena si è
fermato!”
“un
vecchietto.. come minimo sarà stato un serial killer!!Secondo te alle tre di
notte è possibile trovare un vecchietto normale che gira per New York??? – Tom
ride e Rose riprende, mani ai fianchi.- comunque non divagare io ce l’ho con te
perché non mi hai prestato il giubbetto!!”
“ma su, che
non hai niente!”
“per ora, ma
ti giuro che se domattina ho un briciolo di febbre te la farò pagar.. e.e..
e..etciù!”
I due si
guardano qualche secondo poi, entrambi, scoppiano a ridere.
Fine
quarto capitolo