Fandom: Glee.
Pairing: Blaine/Kurt.
Rating: Pg13.
Genere:
Introspettivo, Romantico.
Warning:
Slash.
Words:
932 (fiumidiparole).
Summary:
Una tazzina di vero caffè può fare
miracoli.
Note: È la mia
primissima fic su Glee e il
titolo fa schifo ci tengo a dire che io shippavo Kurtofsky, quindi non ho la più pallida idea di come sia
venuta fuori ‘sta cosa! Scritta per la quarta
settimana della COW-T di fiumidiparole
e maridichallenge, Missione 1:
Punto di non ritorno.
DISCLAIMER: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla ù_ù
Kiss Coffee Break
L’odore del caffè macinato impregna l’aria, mentre Kurt si
muove nel piccolo ambiente della cucina di casa. Seduto al tavolo, intento ad osservare ogni suo gesto, ti chiedi per l’ennesima volta
cosa ci fate lì.
Ah, sì, il tuo amico ha insistito per farti assaggiare “un vero caffè” – come l’ha definito lui –
non appena ha saputo che non hai mai bevuto un espresso, quindi quel pomeriggio
stesso ti ha trascinato a casa sua per poi iniziare a trafficare con la moca.
Il signor Hummel e sua moglie sono
ancora a lavoro, mentre Finn deve essere ad un allenamento o qualcosa del genere, e non c’è davvero
nulla di strano in tutto ciò, se solo una stupida vocina non ti stesse
sussurrando in continuazione sempre la stessa frase: siete soli a casa.
Ti ripeti ancora una volta che quello non ha alcuna
importanza e osservi la schiena di Kurt fasciata da un
adorabile giacca azzurra dell’esatta tonalità dei suoi occhi e le sue gambe
lunghe strette in un paio di jeans attillati che meriterebbero il porto d’armi.
Oh, cielo, da quando fai pensieri simili? Da quando fai
pensieri simili su Kurt, soprattutto?
Dopo San Valentino qualcosa è cambiato, la consapevolezza che
lui prova qualcosa di speciale per te non ti ha mai abbandonato ed, in un certo senso, ti ha spinto ad osservarlo con occhi
nuovi. Oh magari no, forse ti stai solo prendendo in giro e l’hai sempre visto
in quel modo.
Solo che, fino a poco tempo prima, Kurt era l’unico ragazzo gay con cui avevi confidenza, perciò – visto che navigate
sulla stessa sponda – avevi pensato che una certa affinità fosse normale. Ma
fin dal vostro primo incontro, quando ti eri sentito chiamare e l’avevi visto
scendere dalla scalinata della Dalton con quell’espressione smarrita ed affascinata dipinta in viso, lo avevi trovato bellissimo.
E, a dire il vero, a ripensarci ora quella scena sembra una
banale rivisitazione gay di Titanic – senza considerare la vostra seguente corsa per i corridoi
mano nella mano, che fa molto “fuga di Jack e Rose nella stiva della nave” – ma
ricordi quel momento come uno dei più emozionanti e dolci che hai mai vissuto.
Hai subito sentito un forte senso di protezione nei suoi
confronti – come un fratello maggiore,
ti sei detto finora – perché quando l’hai conosciuto Kurt
era così disperato e fragile… come un canarino con un ala spezzata. E tu volevi
prenderti cura di lui, aiutarlo, insegnargli di nuovo a cantare, a volare. Ma non si può stringere troppo forte un uccellino, o si
rischia di soffocarlo.
Poi hai iniziato a conoscerlo davvero e hai scoperto quanto
sa essere forte, orgoglioso, passionale. È incredibile,
davvero, e lo ammiri per questo, perché possiede tutte qualità che tu forse non
avrai mai. Stare al fianco di Kurt, che vive la sua omosessualità con una
serenità e un coraggio che tu non hai mai provato, ti
fa sentire sempre minuscolo e ti suscita la voglia di essere una persona
migliore.
Anche quando hai baciato Rachel e hai avuto dei dubbi, lui
era lì per ricordarti chi sei. E all’inizio ci sei rimasto male, perché hai
pensato che ti sputasse addosso quelle frasi fatte
solo perché era geloso. Dopo, però, ti sei accorto che in realtà la tua era
paura; Rachel era la tua scappatoia: magari, se non eri davvero gay, tuo padre poteva di nuovo accettarti. Ma soprattutto
avevi il terrore di perdere Kurt in caso avessi scoperto
di essere veramente etero.
E poi alla fine tutto si è risolto in una bolla di sapone e
la situazione è tornata quella di sempre. Ma ora che
diavolo sta succedendo?
Kurt si volta con un sorriso smagliante e ti raggiunge
portando un vassoio con due adorabili tazzine da caffè ed
una zuccheriera. Versa due zollette nel tuo caffè senza bisogno di chiederti
conferma e, per l’ennesima volta, il fatto che conosca tanto bene i suoi gusti
ti scalda il petto.
Ricordi la conversazione nella vostra caffetteria preferita,
quando ti ha confessato che sperava fosse lui il ragazzo a
cui volevi chiedere di uscire e, dopo che hai ammesso di aver paura di
rovinare tutto, ha smorzato la tensione dicendo che siete come i due
protagonisti di Harry ti presento Sally.
Il suo modo fine di glissare quando gli hai fatto notare che alla fine i due si
mettono insieme, ti fa sospettare che forse lui già sapesse – o non avesse mai
smesso credere – che sareste arrivati esattamente a questo punto.
«Blaine, tutto bene?» ti domanda,
mentre tu giri assorto il cucchiaino.
Buffo che una tazzina di caffè debba segnare il punto di non
ritorno.
Incontri i suoi occhi azzurri e ti chiedi cos’hai fatto per
meritare che una persona così splendida e coraggiosa s’innamorasse
di te, e sai che ti aspetterebbe ancora, se tu ne avessi bisogno, ma ora posare
una mano sulla sua nuca e premere le labbra sulle sue ti sembra l’unica cosa
sensata da fare.
È un contatto morbido, gentile e molto imbarazzato, ma ti fa
esplodere i fuochi d’artificio nello stomaco e, quando incontri di nuovo il suo
sguardo, lui sfarfalla le ciglia per la sorpresa ed
arrossisce in modo delizioso.
«Perché?» ti domanda in un mormorio incerto «Cosa significa questo?»
«Perché quando t’accorgi
di voler passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita
cominci il più presto possibile» rispondi, citando la più famosa battuta del film.
Sei quasi certo che
ci siano lacrime trattenute sei suoi occhi, ma non hai il tempo di controllare
o preoccupartene, perché all’improvviso le sue dita sono tra i tuoi capelli e
la sua bocca e di nuovo sulla tua.
FINE.