Attenzione!!!! Scene non adatte ai minori di 18 anni!
Nello stesso abisso
Hermione si svegliò con un enorme mal di testa, quel sabato mattina. Non si era nemmeno presa la briga di alzarsi dal letto, come faceva ogni mattina, sapendo che avrebbe soltanto peggiorato la situazione. Era come se qualcuno battesse ripetutamente un enorme martello sul suo cranio, cercando di aprirlo. Era sorpresa di sentire lo stesso
dolore della giornata precedente, quando
aveva pianto fino ad addormentarsi. Sì, Hermione Granger si era addormentata piangendo. Quella mattina aveva solo generato secchezza alla gola e occhi gonfi, ma la giornata bussava alla porta, riconducendola all’esterno. Cercò di ricordare ogni evento del Venerdì che potesse chiarire quell’agitazione. Fu allora che qualcosa la colpì: Harry. Lei e Harry si erano sostanzialmente comportati come se
fossero invisibili. Era andata a letto la notte scorsa pensando
a quanto fosse
meschino il fatto che non si parlassero più. Naturalmente quello era Harry.
Era
nella merda.
Le sue compagne di stanza si erano già preparate e quando sentì il completo silenzio, seppe che era ora di alzarsi. Era già abbastanza brutto essere in ritardo, ma ora era completamente sola, di nuovo. Si sentiva un po’
confortata dall’essere circondata da alcune
persone, anche se erano ancora addormentate. Con Harry che la ignorava e Ginny che si comportava
normalmente, non aveva realmente nessuno a cui rivolgersi. La solitudine era il
suo rifugio preferito, ma ora avrebbe implorato per
lasciare quella posizione. Aveva bisogno di amici, aveva bisogno di ridere - aveva bisogno di Harry.
Dopo aver finito di lavarsi
con una doccia calda,
il mal di testa sembrò affievolire l’ecomartellante. Scese giù per le scale, con qualcosa che le
pulsava dietro la testa. Non era
il mal di testa, ma
piuttosto un piccolo impulso che
le diceva che qualcosa d’importante sarebbe accaduto durante quella giornata. Aveva già finito tutti i suoi
corsi, ma non poteva essere quello.
Non ricordava di aver preso appuntamento
con qualcuno. Non che qualcuno volesse passare del tempo con lei. Anche perché pensavano
fosse una prostituta o una
strega senza cuore. Ma tutto andava per il meglio, però.
Guardò l'orologio
posto sulla sommità del caminetto e sospirò. Erano
le dieci e trenta. Nonaveva voglia di fare
colazione, poiché sapeva che lì avrebbe incontrato Harry.
Volevaparlare con lui, ma sapeva che non era possibile. Non
dopo quel che era successo. Ma il male peggiore
era più il prendere le distanze da lui che parlargli
faccia a faccia, ma la suamente
non si sarebbe mai trovata a suo agio, in
nessuno dei due modi. Era suo
amico, suonemico,
ma soprattutto, era
qualcuno per la quale sentiva più desiderio di chiunque altro. Voleva essere
più di un amica e
questo la spaventava. Non aveva neanche voglia di
rifletteresui suoi sentimenti, temendo l'inevitabile.
Il divano cominciò a sembrare
molto invitante. Cascò in quel soffice involucro e cercò dirilassarsi. Chiudendo
gli occhi, cominciò a cancellare
la sua mente, una
cosa che avevaimparato dal Signore
Oscuro. Ogni volta che aveva qualcosa d’indesiderato in mente, tutto quello che doveva fare era chiarire
la testa e rilassarsi.
Certo, non aveva un
pensatoio che rimuovesse definitivamente i pensieri, ma questa era la cosa migliore da
fare. Non appenasentì la mente svuotarsi, udì dei passi che interruppero la
sua concentrazione. Aprì gli occhi
di scatto e guardò oltre il divano. Ron stava
scendendo le scale e lei si
lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. La
sensazione dentro la sua mente cominciò
a svanire mentre egli le si avvicinava.
Si sedette e gli sorrise
mentre quello le si parava di
fronte.
"Pronta per andare?" le chiese, mettendosi
le mani nelle tasche dei pantaloni.
Hermione solcò la fronte, "Andare?"
"Ad Hogsmeade."
Fu allora che qualcosa fece clic. Per togliersi Ron di torno, aveva accettato di andare a Hogsmeade con lui. Essendo in uno stato emotivo e vulnerabile, aveva accettato un appuntamento con Ron. Oh Merlino. "Giusto ... sì. Sì, sono
pronta per
andare."
Le fece un sorriso che lei rispose a malincuore. Gli permise di accompagnarla alle carrozze con una mano posta nervosamente sulla schiena. A dire la verità, anche lei era nervosa. Quello era il suo primo appuntamento. Beh, se non si contavano le uscite al pub e i furtivi giri con Draco. Non ne aveva mai avuto uno. Trovarono una carrozza vuota e si sedettero l’uno di fronte all'altra. Hermione lanciava a Ron nervose occhiatine,
sentendo che quello stava facendo lo stesso. Non sapeva nemmeno perché aveva accettato. Aveva un vago ricordo della programmazione di quella data, ma allora perché non glielo aveva detto? Forse c'era una parte di lei che voleva dimenticare Harry. Dimenticare il perché stesse pensando ancora a lui. Ron era un ragazzo abbastanza simpatico, si sarebbe divertita. Giusto?
Arrivarono ad Hogsmeade e Ron la
condusse ai Tre Manici di Scopa. Era grata che avesse scelto quel posto. Era un
ambiente confortevole, tale che così non si sarebbe sentita sotto pressione. Vedi? Pensò tra sé, Non sarà poi così male.
Trovarono un tavolo vuoto e presero posto. Hermione sorrise a Ron, che giocherellava con l'orlo della
camicia. La cameriera,
avvicinandosi, chiese le loro ordinazioni e Ron ordinò due burrobirre. La guardò per confermare e lei annuì. Appena soli, Ron parve cercare qualcosa da dire. Capì che avrebbe dovuto avviare
la conversazione, era il minimo che
potesse fare.
"Allora,
Ron, come vanno le lezioni?" Semplice
ma efficace.
"
Bene." Rispose brevemente.
Hermione
annuì, "Stai
studiando per i M.A.G.O.?"
Lui sbuffò
, "No"
"
Beh dovresti. E' la prova più importante della
tua carriera scolastica!"
"Sono
troppo occupato col Quidditch per
preoccuparmi di studiare." Disse con un sorriso sciocco.
Hermione
alzò gli occhi al cielo, "E che cosa rende il Quidditch più importante dello studio?"
Ron
la guardò come se le fosse cresciuta un'altra testa. "Un
sacco di cose! Prima di tutto, è divertente, e posso fare effettivamente attenzione a quello che sto facendo. Secondo, è ..."
Hermione sapeva che non avrebbe dovuto, ma in quel momento, smise di ascoltarlo. Amava il Quidditch,
ma se non riusciva a capire perché era più importante della scuola, allora non aveva alcun senso ascoltarlo. Anche se avrebbe dovuto ammirare la sua passione
per lo sport. Harry aveva ragione. Se era così
appassionato alla sua futura
carriera, avrebbe dovuto rispettarlo.
Naturalmente, Harry aveva sempre
ragione. In classe,
nella vita, in tutto. Ma non si rivolgeva in maniera arrogante; aveva
sempre ragione perché diceva la
verità. Se non l’avesse detta, la cosa gli si sarebbe ritorta contro nelle
future battaglie. Oh magnifico, stava ripensando ad Harry. Aveva un appuntamento con un altro ragazzo e ancora non riusciva a smettere di pensare ad Harry!
"... oltre al
fatto che prendi tonnellate
di uccellini."
"
Giochi a Quidditch per le ragazze?"
"
Non hai ascoltato nemmeno una
parola di quello che ho detto? Gli uccellini sono un ulteriore bonus."
"Ma
è un
fattore determinante?"
"
Certo!"
Hermione
alzò gli occhi al cielo proprio mentre le loro burrobirre furono poste sul
tavolo. Prese un sorso dal bicchiere e si leccò le labbra, rimuovendo eventuali
residui. Almeno c’era una cosa buona in quell’appuntamento. La cameriera rimase
lì, chinandosi per chiedere di nuovo: "C'è qualcos'altro che posso portarvi?"
Ron sembrò pensarci per
un momento, "Un panino al prosciutto con contorno di patatine, per favore. Tu
vuoi qualcosa, Hermione?"
"
No, sto bene così."
La cameriera
andò via e Ron si chinò verso di lei, "Che cosa hai contro il Quidditch?"
"
Niente. Amo il Quidditch. Non capisco come la gente possa pensare sia
più importante degli studi."
"
E 'davvero
molto semplice, tutto
ciò che devi fare è ..." Smise di
parlare mentre guardava
oltre alle sue spalle, sorridendo. "Hey Harry!" gridò, agitando il braccio.
Hermione si voltò e vide Harry che la fissava. Le venne da piangere quando riuscì a inquadrare chiaramente il suo volto. Aveva il cuore spezzato, proprio come lei quando era scappata via da lui. Aveva la bocca semiaperta e si volse per andarsene non appena intercettò i suoi
occhi. Spinse alcuni gruppi di clienti e si
precipitò fuori dalla porta. L’azione sembrò svolgersi al rallentatore, ferendo ancora di più il suo petto.
“Che cosa gli prende?" Chiese Ron, chiaramente
colpito del fatto che il suo
amico non l’avesse riconosciuto.
"Io
... io ..."
Hermione provò a dire qualcosa di sensato. "Devo andare."
"Cosa
?"
Chiaramente
, quello non andava bene. "Scusa Ron. Puoi a scusarmi per un secondo?"
"
Umm, sì, certo."
Hermione si
diresse velocemente verso il bagno e chiuse la porta dietro di sé. Iniziò a respirare pesantemente e s’appoggiò al lavandino. La sua vista cominciò ad annaspare
e sentì qualcosa cominciare a farsi strada nello stomaco. Lo costrinse a tornare giù e cercò di calmarsi. Guardando il suo riflesso, fece una smorfia e aprì il rubinetto. Assicurandosi
che l'acqua fosse fredda in anticipo, se la spruzzò sul viso. Cambiò la temperatura, ma la cosa la calmò, svegliandole i sensi. Afferrando un asciugamano, asciugò la pelle, raccogliendo le piccole goccioline. Lo gettò da un lato del
lavello e chinò la testa verso il
basso. Doveva riprendersi.
Quello era il suo primo
appuntamento e lo stava rovinando per qualcun altro. Doveva uscire e divertirsi.
Sarebbe stato difficile, ma doveva farlo. Doveva divertirsi per la sua sicurezza e per quella di Harry. Il minor tempo l'avesse
visto, meglio sarebbero stati. Avrebbe trovato un modo per
salvarlo. Sì, ce n’era uno. Avrebbe convinto il
Signore Oscuro a tirarsi indietro e a dare più tempo ad
Harry per prepararsi. Tutto
sarebbe andato bene. Non importava quanto gli mancasse, quanto l’avesse influenzata, quanto avesse
il cuore spezzato quando l’aveva vista
con Ron. Avrebbe capito un giorno. Stava facendo tutto questo per lui.
Si guardò ancora una volta allo
specchio e vide che il suo viso era pulito. Uscì dal bagno e tornò a sedersi di fronte a Ron. Quest’ultimo non si preoccupò di
farle domande. Riuscì a
leggergli negli occhi che aveva capito dove
era stata, ma non se sapesse esattamente quello che aveva fatto. Stava mangiando le patatine e non sembrava in procinto di rompere
il ghiaccio.
Aveva bisogno di occupare la mente,
così decise di parlare al posto suo. "Allora,
dimmi di te, Ron. So che abbiamo avuto un sacco di lezioni insieme, ma, in realtà, io non so molto di te."
"Beh, cosa vuoi sapere?"
"
Non so ... umm ... qual è il tuo colore preferito?"
"
Arancione come i Cannoni!"
Rispose eccitato. Quello di Harry è il
blu. Hermione sentì la voce compiaciuta e cercò di bloccarla. "E il tuo?"
"
Verde." Rispose senza
pensarci. Gli occhi di Harry.
"
Verde, perché verde?" chiese Ron, interessato.
"
I cetrioli!"
"Cosa
? "
"Mi
piacciono ... i cetrioli ..." Oh,
stai andando bene, Granger. Se la berrà di sicuro!
Ron annuì, "E’ logico. A me piacciono i tortini di frutta secca."
Oh, wow, ha funzionato. Hermione scosse la testa per cercare di sbarazzarsi della
voce, come se avesse un ape nell’orecchio. Ron prese quel gesto in modo
diverso. "Non ti piacciono i tortini?"
Capendo di non poter discutere di quello, pensò a qualcos’altro da dire. "In
realtà preferisco lo
shepherd."
Ron
annuì, "Anche
Harry."
Hermione
trattenne
il respiro. Doveva proprio accennare a lui? "H-ha
buon gusto."
Lui
non sembrò accorgersi del suo balbettio, "Oh, sì. Mi presta dei galeoni per la seconda portata, a volte."
"Davvero?
" commentò a bocca aperta. In tutta onestà,
avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non parlare di Harry. Se l’avessero
fatto per troppo tempo, sarebbe esplosa. Se fingeva la disinteressata, forse avrebbe fatto cadere
l’argomento.
"C'è stata una volta in
cui pensai di azzuffarmi con lui per i dolci Babbani
contro quelli dei maghi. Naturalmente, ha vinto quando mi ha messo in bocca un-che cosa era?- un cioccolatino Mars. Sono cambiato d’allora. "Ridacchiò al ricordo.
"Non ho
mai assaggiato caramelle Babbane." Rifletté.
"
Beh, non sai che ti perdi! Hey, forse posso parlare con Harry per dartene un po’."
"No
!" Rispose in fretta. Quando Ron la guardò in
modo strano, lei cercò di salvarsi. "Voglio dire, non voglio che Harry si ficchi in qualche guaio."
"Sciocchezze." Disse Ron, agitando una mano. "In effetti, probabilmente lo farebbe in un secondo se gli dicessi che sono per te. Ci sta prendendo davvero gusto con te, Hermione. A volte non riesco a farlo stare zitto.
In realtà, è stato il suo
costante delirio che mi ha convinto a chiederti di uscire. Considerato che Harry non parla di nessuno come di te, ho pensato che valeva la pena portarti ai Tre Manici di Scopa."
L'aria abbandonò
i suoi polmoni. Divenne sempre più pallida. Aveva
parlato di lei? Gli piaceva?
Beh, certo che
gli piaceva, ma abbastanza da
parlare di lei al suo migliore amico?
"Hermione stai
bene? Sembra che tu stia per vomitare."
Ricollocò lo sguardo verso l'alto per
vedere gli splendenti occhi azzurri di Ron guardarla conpreoccupazione.
"Mi dispiace Ron, ma devo andare."
Spinse la sedia
e si precipitò verso
la porta. Non appena iniziò a
muoversi, sentì i polmoni flettersi
e il respiro diventare
nuovamente irregolare.
"Hermione?"
Lo sentì, ma non si
volse indietro. Tutto ciò che sapeva
era che doveva
uscire da lì e di
corsa. Aprì la porta e corse all’esterno
gelato. Non sapeva dove andare ma quando vide
unpaio di carrozze avvicinarsi, prese una rapida decisione.
Il più lontano
sarebbe stata da Rone i suoi commenti su Harry,
meglio sarebbe stata. Salì in quello più vicino e sbatté la portadietro di sé,
mettendosi la testa
tra le mani per calmarsi. Sentì la scossa della
carrozza checominciò
a muoversi. Dopo essersi lasciata Hogsmeade alle
spalle, sentì le spalle crollarementre il sollievo l’inondava.
"Sei innamorata di lui."
Hermione voltò la testa verso la
familiare voce sognante. Luna aveva il viso
sepolto in un
numero del Cavillo;
aveva i capelli di platino raccolti in una lunga treccia alla base del collocon un fermaglio a forma di scarabeo che lampeggiava in tutta
la composizione. Se c’era qualcun altro nella carrozza,
avrebbe pensato di parlare. Pareva troppo innamorata del suo giornale per dire qualcosa ad alta voce. Soprattutto una cosa del genere.
"Scusami?"
Senza guardarla, Luna rispose con la stessa voce. "Sei innamorata di Harry."
Era chiaro che stesse sognando ad occhi aperti."No, non lo sono."
"Negare non lo rende meno vero. Anche se la verità fa male, non puoi far altro che accettarla. La vita ha i suoi alti e bassi, ma se sprechi troppo tempo a scusarti dell'inevitabile, finirai solo per farti male. Almeno, è quello che dice qui ...sei della Vergine, giusto?"
"Umm no ... che cosa intendi col negare? Io non sono innamorata di Harry!"
Per la prima volta Luna alzò la testa ed Hermione sentì i suoi occhi d'argento indagarle l’anima. La fece sentire molto a disagio e si agitò un po' nel sedile. Guardandola acutamente, Luna abbassò la voce di un'ottava. "Tu ed io sappiamo entrambe che non è vero. L'amore non è complicato, Hermione. O sei innamorata o non lo sei. E posso dire, guardando i tuoi occhi che sei completamente e irrevocabilmente
innamorata di lui anche se hai paura di ammetterlo
perché desideri proteggerlo."
“Io…”
"Fatti un favore e smettila di vivere nel rimpianto. Sii egoista, sii felice, ma soprattutto sii te stessa." Luna finì rotolando la rivista e puntandola contro di lei con fare quasi accusatorio. Dopo il suo lungo discorso, sedette di nuovo e continuò a leggere come se nulla fosse successo.
Hermione era senza parole. Si accasciò nel sedile e scosse la testa. Tutto ciò che Luna aveva detto aveva un senso. Una volta era egoista, ma l’egoista di cui si approfittava solo il Signore Oscuro. Non era mai stato egoista per sé
stessa. E mentre ci pensava un'altra cosa divenne potentemente chiara. Non sapeva come, ma in qualche modo, la lussuria e il desiderio si erano trasformati in qualcosa di più pericoloso.
Si era innamorata del suo nemico.
La carrozza si fermò ed Hermione vide vagamente Luna alzarsi e uscire. "Hermione." La chiamò.
Hermione alzò la testa. Luna sorrise, "Ricorda quello che ho detto. La felicità si trova sempre nel profondo del tuo cuore. Segui il tuo cuore, Hermione."
Hermione la vide salire verso il castello e decise di darsi una mossa o sarebbe finita per tornare a Hogsmeade. Si diresse verso il castello col cervello annebbiato, mentre i pensieri sferravano velocemente. La maggior parte erano del tipo: Mi sono innamorata di lui. Sono nella merda. Potrei essere uccisa. Potrei far
uccidere entrambi. Sono una traditrice.
Cosa penserà Draco? E se lo scoprissero? Potrei permetterlo? CHE DEVO FARE?
Vide il castello praticamente vuoto mentre camminava attraverso le sale. Anche gli studenti più giovani erano fuori a giocare. Tutti avevano di meglio da fare che tenere il broncio passeggiando intorno al castello come un demone. Infatti, anche i fantasmi che in genere si aggiravano per le sale erano assenti. A quanto pare avevano altri posti per passare il tempo, anche il Sabato. Questo non le alleggerì l’umore. Si sentì sola,
ancora una volta. Divertente. L’amore doveva far sentire bene-forse anche farti sentire raggiante. Ma tutto ciò che le stava facendo la faceva sentire più infelice. Invece di sentirsi completa, si sentiva vuota; invece di sentirsi viva, si sentiva come un infero. L'amore poteva andare a
farsi fottere.
Smise di camminare per un attimo e si voltò.
Vedendo un corridoio vuoto dietro di lei,
cominciò a percorrerlo. Poté giurare di aver udito dei passi dietro di lei. Ma
a quanto parestava impazzendo perché lì non
c'era nessuno. Strano.
Arrivò al buco
del ritratto e pronunciò la
password alla signora grassa, che sembrava pulirsiil naso. Anche
i ritratti andavano su e giù. Fu fortunata che la
fece entrare prima di andarsene, altrimenti sarebbe rimasta bloccata
nelle sale per il resto del pomeriggio. Mentresaliva all'interno del foro e lasciò che il
calore della sala
comune l’avvolgesse, lo trovò, comeil resto
del castello, vuoto. Sospirando, decise di approfittare di quella
luce per leggere. Si avvicinò
al suo dormitorio
e frugò nel
bagaglio per un libro che aveva preso da poco dallabiblioteca, 101 Usi del Sangue
di Unicorno nelle pozioni d'amore.
Lo trovò sotto la
sciarpa e tornò al piano di sotto dopo essersi tolte le scarpe e le calze,
per leggerlo vicino alcamino.
Quando arrivò laggiù, ebbe appena il tempo di lanciare il suo
libro sul divano
prima che ilbuco del ritratto si aprisse. Si bloccò
chiedendosi se avrebbero potuto
vederla nascosta dietro il divano.
Non sapeva perché
voleva nascondersi. Era lei quella che era
sola, giusto? Quando
l'ombra della persona
si avvicinò ed Hermione
poté finalmente dargli una buona
occhiata, capì perché aveva voluto nascondersi.
"Che ci fai
qui? Come hai fatto a trovarmi?"
"Ti ho
seguito."
"
Mi hai seguito? Cosa sei, il mio stalker?"
"Senti,
Hermione ... io volevo chiederti ... beh ..."
Hermione
si spazientì:
"Cosa? Chiedermi cosa?"
Sentì
la sua rabbia e la guardò ferocemente,
con gli occhi verdi ricoperti di fiamme ardenti. "Hermione
so che hai sentito qualcosa in quel bacio!"
Merda
. "Quale bacio?"
"
Non essere evasiva
con me, sai esattamente quale bacio!"
Aveva bisogno di uscire da lì. Subito. "Non
so di cosa stai parlando." Gli voltò le spalle per allontanarsi di pochi metri da lui, fino
a quando non sentì una mano
prenderle la spalla e girarla per
fronteggiarla.
Lui si stava arrabbiando ancora di più. Lei era sempre più
debole al suo tocco.
Le tolse lamano
e la guardò ferocemente.
“A che gioco stai giocando? E’ un gioco malato quello per cui
prendi in giro la gente?"
"Devi proprio
sapere tutto di me?" Lo contrastò.
"No.
" Ammise. "Ma voglio sapere. E in più, so abbastanza per vedere attraverso
la tuamaschera.”
"
Quale maschera?"
"
La tua faccia tosta. Quel genere di persona 'Oh, sono così misteriosa. Nessuno potràcapirmi fino in fondo.” Disse, imitando la sua
acuta voce.
Stava cominciando a innervosirsi
. "Beh,
hai mai pensato che
l'ho fatto per un
motivo? Che cifosse una ragione?"
"Certo che
l’ho fatto! Ma il fatto che non ho
idea di cosa sia, mi fa impazzire!"
"
Non devi sapere tutto di me. In
realtà, tu non sai nulla
di me."
"
Ah, davvero?"
"Sì.
"
Le si avvicinò
, "Allora dimmi. Dimmi che
non hai sentito assolutamente nulla in quel bacio
e tilascerò in
pace. E non preoccuparti di
mentire."
Hermione lo guardò con la migliore espressione di
pietra che poté inscenare e si
avvicinò a lui, fermandosi
a pochi centimetri dal suo volto e parlando
con una voce non superiore a un sussurro. "Non ho sentito niente."
Si tirò indietro e il suo volto rimase lo stesso.
"Davvero?"
"
Sì! Ora puoi, per
favore, lasciarmi in pace? La tua
testaccia dura non riesce a capire chenon
possiamo stare insieme?” Iniziò
ad alzare la voce,
sperando che se
ne sarebbe andato.
"No.
No non
posso."
"
Ma hai appena detto che-"
"
Stai mentendo. So che è così."
"E
come hai
fatto a capirlo?" Gli chiese pericolosamente, sfidandolo a un tango pericolosoche
sapeva l’avrebbe portata alla morte. Ma non le
importava.
Fece un passo
verso di lei, a pochi centimetri di distanza tra i loro corpi.
"Stai dicendo chese ti baciassi in questo momento non sentiresti niente?
Guardò le sue labbra
e velocemente tornò alla posizione di prima.
La tentazione era
mortale. "No, niente."
Lui alzò un sopracciglio e prima di capirlo, le sue labbra si erano già posate su quelle di Hermione. Non
ebbe nemmeno il tempo per rispondere perché Harry si staccò all’istante. La stava mettendo alla
prova. E lei stava fallendo. Ma la
cosa peggiore era che non le importava.
La guardò e lei non
perse tempo, avvolgendo le mani intorno al suo collo
e tirandolo verso di lei. Lui sembrò sorpreso, fino a quando non tastò
la barriera delle
labbracon la lingua. Glielo
permise senza esitare. Fu allora
che la sua mente finalmente
capì: si trovava nello stesso abisso. L’aveva
attirata sotto il suo incantesimo
e adesso non c'era più modo di tornare indietro. Il bacio iniziò dolcemente,
provando il terreno. Ma un pozzo didesiderio
represso sprofondò su di loro e presto non
furono in grado di
controllarsi.
Le mani di Harry si posarono sui suoi fianchi conducendola
contro il muro
più vicino. Sbattéla schiena
contro la dura superficie
del muro e un piccolo alito
le uscì dalle labbra, interrompendo il bacio.
Harry non perse
un colpo, succhiandole l'angolo
della bocca fino
allaguancia e di nuovo indietro,
catturando la sua bocca in un altro
bacio infuocato. Immerse lemani nei suoi capelli,
provando come apparivano sotto le sue
dita. Sentì una
delle sue mani avventurarsi giù
per la gamba e fermarsi su
un ginocchio, tirandolo verso l'alto
per avvolgerle la vita in modo che
l'unica cosa che si frapponesse fra
loro erano i vestiti. Hermione avvolserapidamente l'altra gamba intorno alla
sua vita ed egli la strinse
ulteriormente contro il muro, alzandola fino a
equivalere le loro altezze.
Lasciò la sua bocca e iniziò una scia di umidi baci lungo la colonna della gola, leccando e
succhiando tutti i posti più appropriati. Hermione gemette a quei soccorsi e mosse
le mani sulla sua schiena, tracciando i muscoli flessi con le agili dita. Lo sentì rabbrividire mentre l’aiutava nel togliere
la maglietta, staccando le labbra solo per
un secondo. Una delle sue mani cominciò a sgattaiolare sotto il top e sentì il corpo guaire a quel tatto sulla pelle. Harry cerchiò delicatamente il suo ombelico e, infine, cominciò a togliere la maglietta. Le loro labbra si incontrarono nuovamente e il reggiseno venne subito
scartato. La sensazione del nudo contatto pelle-a-pelle fu sufficiente per metterla a terra mentre stringeva i suoi fianchi su
quelli di lui, facendo
elevare un altro gemito maschile dal
profondo della gola.
Si staccò ancora una volta dalla sua bocca, solo
per issarla e
portarla su per
le scale verso ildormitorio
del ragazzo. Hermione approfittò di quel tempo per piantargli dei baci a farfalla in tutto l’orecchio per poi scendere alla
spalla, fermandosi lì per succhiarla. Non ci
volle molto tempo per far ricollegare le loro labbra, una volta finite le scale. La trasportò alla
cieca verso la porta alla fine del corridoio,
toccando la maniglia e stringendola leggermente. Aprendola,
s’addentrò nella stanza, trovando il suo
letto e posandola lì. Lo vide guardarla per un
attimoprima di arrampicarsi in
fretta su di lei e baciarla sulla bocca. Lei decise di fare una
mossaaudace e
gli succhiò la lingua esplorando la bocca. Harry si tirò un attimo indietro prima dilamentarsi all’interno
della bocca. Lei sorrise e cambiò posizione, mettendosi a cavallo.
Le sue mani si posarono sui fianchi mentre lei si
abbassava e lo baciava dalla gola
al petto, piantando piccoli baci sul
suo muscoloso addome. Gli slacciò i pantaloni e li tirò fuori, estraendo le
scarpe e le calze. Lui si tirò su
per baciarla appassionatamente,
spostando la mano lungo la schiena.
Lo aiutò a toglierle i jeans e, mentre si
accingeva a posizionarsi sopradi lui ancora una
volta, l'ha sorprese mentre la girava, in modo da trovarsi in
bilico su di lei.Le fece un piccolo sorriso mentre si sporgeva
verso il basso e prendeva
uno dei suoicapezzoli in bocca,
facendola contrarre in risposta. Mentre poppava, giocò con l'altro usando le dita, senza
lasciarne uno, mentre passava avanti e indietro. Lei si contorceva sottodi lui ed emetteva
gemiti e rantoli
mentre quello continuava a lavorare sui
suoi seni. Muoveva la mano sulla nuca
mentre lei lo stringeva più forte. Si fermò
all'improvviso facendo prendere loro un
po’ d'aria fresca, mentre Hermione
emetteva un miagolio di protesta. Ma questo non bastò a deluderla,
poiché ricominciò a baciarla teneramente sulle labbra e mosse le mani pergiocare con l’elastico
delle mutandine. Hermione alzò i fianchi, pregandolo di fermare
quellapresa in giro e lui fu costretto
a farle scivolare lentamente verso il basso.
Ma Hermione non premise che lui fosse il solo ancora vestito
e così strappò via i suoi boxer,
lasciando che i loro corpi si unissero. Non
c'erano più barriere a tenerli
separati. I due non persero tempo e
si incontrarono con spinta regolare. La
sensazione divenne incredibilementre lui si muoveva dentro di lei, prima lentamente, poi prendendo il ritmo,
mentre le sue unghie gli graffiavano la
schiena e i suoi fianchi si
muovevano a ritmo. Cominciò di nuovo abaciarle il collo mentre
i loro corpi si
muovevano a ritmo, non volendo perdere
i rantoli e ilamenti
emessi dalla sua
gola. La guardò e vide il sudore accumulato sulla fronte. Hermione lo tirò giù per baciarlo e le loro voci fecero eco in
tutta la torre ogni volta che si
staccavano.Suoni di passione riempirono il tranquillo dormitorip, mentre s’intrecciavano tra di loro. Hermione avvolse le
gambe intorno a lui, permettendogli
di immergersi più a fondo,
districando i muri. Sentì qualcosa
di magnifico emergerle
dentro, mentre lui continuava asprofondare fino alla
fine, quando entrambi lo raggiunsero. Una gamma di
colori riempì la visuale di Hermione che urlò il nome di
Harry così come lui urlò il suo.
Si accasciò su di lei ma questo non le importò. Il suo peso corporeo era
stranamenteconfortevole. Non ebbe, però, il tempo di crogiolarsi di quel momento, perché lui rotolò accanto a lei. Inconsciamente, si
girò su un fianco e gli permise di abbracciarla, sentendo la sua
virilità premere contro
di lei. Sentì un'ondata di stanchezza
coprirla interamente, e chiuse gli occhi.
Una coperta atterrò
su di loro grazie a un colpo di
bacchetta di Harry che rimise una
mano sulla vita di Hermione, stringendola per aderire contro
di lui.
Seppe che ci
sarebbero state conseguenze al
mattino. Ma non le importava.
Tutto ciò chesapeva la rendeva perfettamente felice di essere lì, in quel
momento. Fa che il domani vengacon
i suoi pesanti cuscinetti. Per il momento, sarebbe
rimasta lì a dormire. E per una
volta, avrebbe sognato qualcosa di piacevole, o meglio, qualcuno.
La stessa persona che aveva ossessionato i suoi sogni era ora
lì, a braccia aperte.
|