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Autore: pervertedsquirrel     23/04/2011    3 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Attenzione!!!! Scene non adatte ai minori di 18 anni!

Nello stesso abisso

 

Hermione si svegliò con un enorme mal di testa, quel sabato mattina. Non si era nemmeno presa la briga di alzarsi dal letto, come faceva ogni mattina, sapendo che avrebbe soltanto peggiorato la situazione. Era come se qualcuno battesse ripetutamente un enorme martello sul suo cranio, cercando di aprirlo. Era sorpresa di sentire lo stesso dolore della giornata precedente, quando aveva pianto fino ad addormentarsi. , Hermione Granger si era addormentata piangendo. Quella mattina aveva solo generato secchezza alla gola e occhi gonfi, ma la giornata bussava alla porta, riconducendola all’esterno. Cercò di ricordare ogni evento del Venerdì che potesse chiarire quell’agitazione. Fu allora che qualcosa la colpì: Harry. Lei e Harry si erano sostanzialmente comportati come se fossero invisibili. Era andata a letto la notte scorsa pensando a quanto fosse meschino il fatto che non si parlassero più. Naturalmente quello era Harry.

 

Era nella merda.

 

Le sue compagne di stanza si erano già preparate e quando sentì il completo silenzio, seppe che era ora di alzarsi. Era già abbastanza brutto essere in ritardo, ma ora era completamente sola, di nuovo. Si sentiva un po’ confortata dall’essere circondata da alcune persone, anche se erano ancora addormentate. Con Harry che la ignorava e Ginny che si comportava normalmente, non aveva realmente nessuno a cui rivolgersi. La solitudine era il suo rifugio preferito, ma ora avrebbe implorato per lasciare quella posizione. Aveva bisogno di amici, aveva bisogno di ridere - aveva bisogno di Harry.

 

Dopo aver finito di lavarsi con una doccia calda, il mal di testa sembrò affievolire l’ecomartellante. Scese giù per le scale, con qualcosa che le pulsava dietro la testa. Non era il mal di testa, ma piuttosto un piccolo impulso che le diceva che qualcosa d’importante sarebbe accaduto durante quella giornata. Aveva già finito tutti i suoi corsi, ma non poteva essere quello. Non ricordava di aver preso appuntamento con qualcuno. Non che qualcuno volesse passare del tempo con lei. Anche perché pensavano fosse una prostituta o una strega senza cuore. Ma tutto andava per il meglio, però.

 

Guardò l'orologio posto sulla sommità del caminetto e sospirò. Erano le dieci e trenta. Nonaveva voglia di fare colazione, poiché sapeva cheavrebbe incontrato Harry. Volevaparlare con lui, ma sapeva che non era possibile. Non dopo quel che era successo. Ma il male peggiore era più il prendere le distanze da lui che parlargli faccia a faccia, ma la suamente non si sarebbe mai trovata a suo agio, in nessuno dei due modi. Era suo amico, suonemico, ma soprattutto, era qualcuno per la quale sentiva più desiderio di chiunque altro. Voleva essere più di un amica e questo la spaventava. Non aveva neanche voglia di rifletteresui suoi sentimenti, temendo l'inevitabile.

 

Il divano cominciò a sembrare molto invitante. Cascò in quel soffice involucro e cercò dirilassarsi. Chiudendo gli occhi, cominciò a cancellare la sua mente, una cosa che avevaimparato dal Signore Oscuro. Ogni volta che aveva qualcosa d’indesiderato in mente, tutto quello che doveva fare era chiarire la testa e rilassarsi. Certo, non aveva un pensatoio che rimuovesse definitivamente i pensieri, ma questa era la cosa migliore da fare. Non appenasentì la mente svuotarsi, udì dei passi che interruppero la sua concentrazione. Aprì gli occhi di scatto e guardò oltre il divano. Ron stava scendendo le scale e lei si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. La sensazione dentro la sua mente cominciò a svanire mentre egli le si avvicinava. Si sedette e gli sorrise mentre quello le si parava di fronte.

 

"Pronta per andare?" le chiese, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni. 

Hermione solcò la fronte, "Andare?" 

"Ad Hogsmeade."

 

Fu allora che qualcosa fece clic. Per togliersi Ron di torno, aveva accettato di andare a Hogsmeade con lui. Essendo in uno stato emotivo e vulnerabile, aveva accettato un appuntamento con Ron. Oh Merlino. "Giusto ... . Sì, sono pronta per andare."

 

Le fece un sorriso che lei rispose a malincuore. Gli permise di accompagnarla alle carrozze con una mano posta nervosamente sulla schiena. A dire la verità, anche lei era nervosa. Quello era il suo primo appuntamento. Beh, se non si contavano le uscite al pub e i furtivi giri con Draco. Non ne aveva mai avuto uno. Trovarono una carrozza vuota e si sedettero l’uno di fronte all'altra. Hermione lanciava a Ron nervose occhiatine, sentendo che quello stava facendo lo stesso. Non sapeva nemmeno perché aveva accettato. Aveva un vago ricordo della programmazione di quella data, ma allora perché non glielo aveva detto? Forse c'era una parte di lei che voleva dimenticare Harry. Dimenticare il perché stesse pensando ancora a lui. Ron era un ragazzo abbastanza simpatico, si sarebbe divertita. Giusto?

 

Arrivarono ​​ad Hogsmeade e Ron la condusse ai Tre Manici di Scopa. Era grata che avesse scelto quel posto. Era un ambiente confortevole, tale che così non si sarebbe sentita sotto pressione. Vedi? Pensò tra sé, Non sarà poi così male.

 

Trovarono un tavolo vuoto e presero posto. Hermione sorrise a Ron, che giocherellava con l'orlo della camicia. La cameriera, avvicinandosi, chiese le loro ordinazioni e Ron ordinò due burrobirre. La guardò per confermare e lei annuì. Appena soli, Ron parve cercare qualcosa da dire. Capì che avrebbe dovuto avviare la conversazione, era il minimo che potesse fare.

 

"Allora, Ron, come vanno le lezioni?" Semplice ma efficace.

"
Bene." Rispose brevemente.

Hermione
annuì, "Stai studiando per i M.A.G.O.?"

Lui sbuffò
, "No"

"
Beh dovresti. E' la prova più importante della tua carriera scolastica!"

"Sono
troppo occupato col Quidditch per preoccuparmi di studiare." Disse con un sorriso sciocco.

Hermione
alzò gli occhi al cielo, "E che cosa rende il Quidditch più importante dello studio?"

Ron
la guardò come se le fosse cresciuta un'altra testa. "Un sacco di cose! Prima di tutto, è divertente, e posso fare effettivamente attenzione a quello che sto facendo. Secondo, è ..."

 

Hermione sapeva che non avrebbe dovuto, ma in quel momento, smise di ascoltarlo. Amava il Quidditch, ma se non riusciva a capire perché era più importante della scuola, allora non aveva alcun senso ascoltarlo. Anche se avrebbe dovuto ammirare la sua passione per lo sport. Harry aveva ragione. Se era così appassionato alla sua futura carriera, avrebbe dovuto rispettarlo. Naturalmente, Harry aveva sempre ragione. In classe, nella vita, in tutto. Ma non si rivolgeva in maniera arrogante; aveva sempre ragione perché diceva la verità. Se non l’avesse detta, la cosa gli si sarebbe ritorta contro nelle future battaglie. Oh magnifico, stava ripensando ad Harry. Aveva un appuntamento con un altro ragazzo e ancora non riusciva a smettere di pensare ad Harry!

 

"... oltre al fatto che prendi tonnellate di uccellini."

"
Giochi a Quidditch per le ragazze?"

"
Non hai ascoltato nemmeno una parola di quello che ho detto? Gli uccellini sono un ulteriore bonus."

"Ma
è un fattore determinante?"

"
Certo!"

 

Hermione alzò gli occhi al cielo proprio mentre le loro burrobirre furono poste sul tavolo. Prese un sorso dal bicchiere e si leccò le labbra, rimuovendo eventuali residui. Almeno c’era una cosa buona in quell’appuntamento. La cameriera rimase lì, chinandosi per chiedere di nuovo: "C'è qualcos'altro che posso portarvi?"

 

Ron sembrò pensarci per un momento, "Un panino al prosciutto con contorno di patatine, per favore. Tu vuoi qualcosa, Hermione?"

"
No, sto bene così."

La cameriera
andò via e Ron si chinò verso di lei, "Che cosa hai contro il Quidditch?"

"
Niente. Amo il Quidditch. Non capisco come la gente possa pensare sia più importante degli studi."

"
E 'davvero molto semplice, tutto ciò che devi fare è ..." Smise di parlare mentre guardava oltre alle sue spalle, sorridendo. "Hey Harry!" gridò, agitando il braccio.

 

Hermione si voltò e vide Harry che la fissava. Le venne da piangere quando riuscì a inquadrare chiaramente il suo volto. Aveva il cuore spezzato, proprio come lei quando era scappata via da lui. Aveva la bocca semiaperta e si volse per andarsene non appena intercettò i suoi occhi. Spinse alcuni gruppi di clienti e si precipitò fuori dalla porta. L’azione sembrò svolgersi al rallentatore, ferendo ancora di più il suo petto.

 

 Che cosa gli prende?" Chiese Ron, chiaramente colpito del fatto che il suo amico non l’avesse riconosciuto.

"Io
... io ..." Hermione provò a dire qualcosa di sensato. "Devo andare."

"Cosa
?"

Chiaramente
, quello non andava bene. "Scusa Ron. Puoi a scusarmi per un secondo?"

"
Umm, sì, certo."

Hermione si diresse velocemente verso il bagno e chiuse la porta dietro di sé. Iniziò a respirare pesantemente e s’appoggiò al lavandino. La sua vista cominciò ad annaspare e sentì qualcosa cominciare a farsi strada nello stomaco. Lo costrinse a tornare giù e cercò di calmarsi. Guardando il suo riflesso, fece una smorfia e aprì il rubinetto. Assicurandosi che l'acqua fosse fredda in anticipo, se la spruzzò sul viso. Cambiò la temperatura, ma la cosa la calmò, svegliandole i sensi. Afferrando un asciugamano, asciugò la pelle, raccogliendo le piccole goccioline. Lo gettò da un lato del lavello e chinò la testa verso il basso. Doveva riprendersi. Quello era il suo primo appuntamento e lo stava rovinando per qualcun altro. Doveva uscire e divertirsi.

Sarebbe stato difficile, ma doveva farlo. Doveva divertirsi per la sua sicurezza e per quella di Harry. Il minor tempo l'avesse visto, meglio sarebbero stati. Avrebbe trovato un modo per salvarlo. , ce n’era uno. Avrebbe convinto il Signore Oscuro a tirarsi indietro e a dare più tempo ad Harry per prepararsi. Tutto sarebbe andato bene. Non importava quanto gli mancasse, quanto l’avesse influenzata, quanto avesse il cuore spezzato quando l’aveva vista con Ron. Avrebbe capito un giorno. Stava facendo tutto questo per lui.

Si guardò ancora una volta allo specchio e vide che il suo viso era pulito. Uscì dal bagno e tornò a sedersi di fronte a Ron. Quest’ultimo non si preoccupò di farle domande. Riuscì a leggergli negli occhi che aveva capito dove era stata, ma non se sapesse esattamente quello che aveva fatto. Stava mangiando le patatine e non sembrava in procinto di rompere il ghiaccio.

 

Aveva bisogno di occupare la mente, così decise di parlare al posto suo. "Allora, dimmi di te, Ron. So che abbiamo avuto un sacco di lezioni insieme, ma, in realtà, io non so molto di te."

 

"Beh, cosa vuoi sapere?"

"
Non so ... umm ... qual è il tuo colore preferito?"

"
Arancione come i Cannoni!" Rispose eccitato. Quello di Harry è il blu. Hermione sentì la voce compiaciuta e cercò di bloccarla. "E il tuo?"

"
Verde." Rispose senza pensarci. Gli occhi di Harry.

"
Verde, perché verde?" chiese Ron, interessato.

"
I cetrioli!"

"Cosa
? "

"Mi
piacciono ... i cetrioli ..." Oh, stai andando bene, Granger. Se la berrà di sicuro!

 

Ron annuì, "E’ logico. A me piacciono i tortini di frutta secca." Oh, wow, ha funzionato. Hermione scosse la testa per cercare di sbarazzarsi della voce, come se avesse un ape nell’orecchio. Ron prese quel gesto in modo diverso. "Non ti piacciono i tortini?"

 

Capendo di non poter discutere di quello, pensò a qualcos’altro da dire. "In realtà preferisco lo shepherd."

Ron
annuì, "Anche Harry."

Hermione
trattenne il respiro. Doveva proprio accennare a lui? "H-ha buon gusto."

Lui
non sembrò accorgersi del suo balbettio, "Oh, . Mi presta dei galeoni per la seconda portata, a volte."

 

"Davvero? " commentò a bocca aperta. In tutta onestà, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non parlare di Harry. Se l’avessero fatto per troppo tempo, sarebbe esplosa. Se fingeva la disinteressata, forse avrebbe fatto cadere l’argomento.

 

"C'è stata una volta in cui pensai di azzuffarmi con lui per i dolci Babbani contro quelli dei maghi. Naturalmente, ha vinto quando mi ha messo in bocca un-che cosa era?- un cioccolatino Mars. Sono cambiato d’allora. "Ridacchiò al ricordo.

 

"Non ho mai assaggiato caramelle Babbane." Rifletté.

"
Beh, non sai che ti perdi! Hey, forse posso parlare con Harry per dartene un po’."

"No
!" Rispose in fretta. Quando Ron la guardò in modo strano, lei cercò di salvarsi. "Voglio dire, non voglio che Harry si ficchi in qualche guaio."

"Sciocchezze." Disse Ron, agitando una mano. "In effetti, probabilmente lo farebbe in un secondo se gli dicessi che sono per te. Ci sta prendendo davvero gusto con te, Hermione. A volte non riesco a farlo stare zitto. In realtà, è stato il suo costante delirio che mi ha convinto a chiederti di uscire. Considerato che Harry non parla di nessuno come di te, ho pensato che valeva la pena portarti ai Tre Manici di Scopa."

L'aria abbandonò i suoi polmoni. Divenne sempre più pallida. Aveva parlato di lei? Gli piaceva? Beh, certo che gli piaceva, ma abbastanza da parlare di lei al suo migliore amico?

 

"Hermione stai bene? Sembra che tu stia per vomitare."

 

Ricollocò lo sguardo verso l'alto per vedere gli splendenti occhi azzurri di Ron guardarla conpreoccupazione. "Mi dispiace Ron, ma devo andare." Spinse la sedia e si precipitò verso la porta. Non appena iniziò a muoversi, sentì i polmoni flettersi e il respiro diventare nuovamente irregolare.

"Hermione?"

Lo sentì, ma non si volse indietro. Tutto ciò che sapeva era che doveva uscire da lì e di corsa. Aprì la porta e corse all’esterno gelato. Non sapeva dove andare ma quando vide unpaio di carrozze avvicinarsi, prese una rapida decisione. Il più lontano sarebbe stata da Rone i suoi commenti su Harry, meglio sarebbe stata. Salì in quello più vicino e sbatté la portadietro di sé, mettendosi la testa tra le mani per calmarsi. Sentì la scossa della carrozza checominciò a muoversi. Dopo essersi lasciata Hogsmeade alle spalle, sentì le spalle crollarementre il sollievo l’inondava.

 

"Sei innamorata di lui."

Hermione voltò la testa verso la familiare voce sognante. Luna aveva il viso sepolto in un numero del Cavillo; aveva i capelli di platino raccolti in una lunga treccia alla base del collocon un fermaglio a forma di scarabeo che lampeggiava in tutta la composizione. Se c’era qualcun altro nella carrozza, avrebbe pensato di parlare. Pareva troppo innamorata del suo giornale per dire qualcosa ad alta voce. Soprattutto una cosa del genere.

"Scusami?"

Senza guardarla, Luna rispose con la stessa voce. "Sei innamorata di Harry."

Era chiaro che stesse sognando ad occhi aperti."No, non lo sono."

"Negare non lo rende meno vero. Anche se la verità fa male, non puoi far altro che accettarla. La vita ha i suoi alti e bassi, ma se sprechi troppo tempo a scusarti dell'inevitabile, finirai solo per farti male. Almeno, è quello che dice qui ...sei della Vergine, giusto?"

"Umm no ... che cosa intendi col negare? Io non sono innamorata di Harry!"

 

Per la prima volta Luna alzò la testa ed Hermione sentì i suoi occhi d'argento indagarle l’anima. La fece sentire molto a disagio e si agitò un po' nel sedile. Guardandola acutamente, Luna abbassò la voce di un'ottava. "Tu ed io sappiamo entrambe che non è vero. L'amore non è complicato, Hermione. O sei innamorata o non lo sei. E posso dire, guardando i tuoi occhi che sei completamente e irrevocabilmente innamorata di lui anche se hai paura di ammetterlo perché desideri proteggerlo."

 

“Io…”

 

"Fatti un favore e smettila di vivere nel rimpianto. Sii egoista, sii felice, ma soprattutto sii te stessa." Luna finì rotolando la rivista e puntandola contro di lei con fare quasi accusatorio. Dopo il suo lungo discorso, sedette di nuovo e continuò a leggere come se nulla fosse successo.

 

Hermione era senza parole. Si accasciò nel sedile e scosse la testa. Tutto ciò che Luna aveva detto aveva un senso. Una volta era egoista, ma l’egoista di cui si approfittava solo il Signore Oscuro. Non era mai stato egoista per sé stessa. E mentre ci pensava un'altra cosa divenne potentemente chiara. Non sapeva come, ma in qualche modo, la lussuria e il desiderio si erano trasformati in qualcosa di più pericoloso.

Si era innamorata del suo nemico.

La carrozza si fermò ed Hermione vide vagamente Luna alzarsi e uscire. "Hermione." La chiamò.

Hermione alzò la testa. Luna sorrise, "Ricorda quello che ho detto. La felicità si trova sempre nel profondo del tuo cuore. 
Segui il tuo cuore, Hermione."

Hermione la vide salire verso il castello e decise di darsi una mossa o sarebbe finita per tornare a Hogsmeade. Si diresse verso il castello col cervello annebbiato, mentre i pensieri sferravano velocemente. La maggior parte erano del tipo: Mi sono innamorata di lui. Sono nella merda. Potrei essere uccisa. Potrei far uccidere entrambi. Sono una traditrice. Cosa penserà Draco? E se lo scoprissero? Potrei permetterlo? CHE DEVO FARE?

 

Vide il castello praticamente vuoto mentre camminava attraverso le sale. Anche gli studenti più giovani erano fuori a giocare. Tutti avevano di meglio da fare che tenere il broncio passeggiando intorno al castello come un demone. Infatti, anche i fantasmi che in genere si aggiravano per le sale erano assenti. A quanto pare avevano altri posti per passare il tempo, anche il Sabato. Questo non le alleggerì l’umore. Si sentì sola, ancora una volta. Divertente. L’amore doveva far sentire bene-forse anche farti sentire raggiante. Ma tutto ciò che le stava facendo la faceva sentire più infelice. Invece di sentirsi completa, si sentiva vuota; invece di sentirsi viva, si sentiva come un infero. L'amore poteva andare a farsi fottere.

Smise di camminare per un attimo e si voltò. Vedendo un corridoio vuoto dietro di lei, cominciò a percorrerlo. Poté giurare di aver udito dei passi dietro di lei. Ma a quanto parestava impazzendo perchénon c'era nessuno. Strano.

Arrivò al buco del ritratto e pronunciò la password alla signora grassa, che sembrava pulirsiil naso. Anche i ritratti andavano su e giù. Fu fortunata che la fece entrare prima di andarsene, altrimenti sarebbe rimasta bloccata nelle sale per il resto del pomeriggio. Mentresaliva all'interno del foro e lasciò che il calore della sala comune l’avvolgesse, lo trovò, comeil resto del castello, vuoto. Sospirando, decise di approfittare di quella luce per leggere. Si avvicinò al suo dormitorio e frugò nel bagaglio per un libro che aveva preso da poco dallabiblioteca, 101 Usi del Sangue di Unicorno nelle pozioni d'amore. Lo trovò sotto la sciarpa e tornò al piano di sotto dopo essersi tolte le scarpe e le calze, per leggerlo vicino alcamino.

Quando arrivò laggiù, ebbe appena il tempo di lanciare il suo libro sul divano prima che ilbuco del ritratto si aprisse. Si bloccò chiedendosi se avrebbero potuto vederla nascosta dietro il divano. Non sapeva perché voleva nascondersi. Era lei quella che era sola, giusto? Quando l'ombra della persona si avvicinò ed Hermione poté finalmente dargli una buona occhiata, capì perché aveva voluto nascondersi.

 

"Che ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?"

"Ti ho
seguito."

"
Mi hai seguito? Cosa sei, il mio stalker?"

"Senti,
Hermione ... io volevo chiederti ... beh ..."

Hermione
si spazientì: "Cosa? Chiedermi cosa?"

Sentì
la sua rabbia e la guardò ferocemente, con gli occhi verdi ricoperti di fiamme ardenti. "Hermione so che hai sentito qualcosa in quel bacio!"

Merda
. "Quale bacio?"

"
Non essere evasiva con me, sai esattamente quale bacio!"

Aveva bisogno di uscire da lì. Subito. "Non so di cosa stai parlando." Gli voltò le spalle per allontanarsi di pochi metri da lui, fino a quando non sentì una mano prenderle la spalla e girarla per fronteggiarla.

Lui si stava arrabbiando ancora di più. Lei era sempre più debole al suo tocco. Le tolse lamano e la guardò ferocemente. “A che gioco stai giocando? E’ un gioco malato quello per cui prendi in giro la gente?"

"Devi proprio sapere tutto di me?" Lo contrastò.

"No.
" Ammise. "Ma voglio sapere. E in più, so abbastanza per vedere attraverso la tuamaschera.”

"
Quale maschera?"

"
La tua faccia tosta. Quel genere di persona 'Oh, sono così misteriosa. Nessuno potràcapirmi fino in fondo.” Disse, imitando la sua acuta voce.

Stava cominciando a innervosirsi
. "Beh, hai mai pensato che l'ho fatto per un motivo? Che cifosse una ragione?"

"Certo che
l’ho fatto! Ma il fatto che non ho idea di cosa sia, mi fa impazzire!"

"
Non devi sapere tutto di me. In realtà, tu non sai nulla di me."

"
Ah, davvero?"

"Sì.
"

Le si avvicinò
, "Allora dimmi. Dimmi che non hai sentito assolutamente nulla in quel bacio e tilascerò in pace. E non preoccuparti di mentire."

Hermione lo guardò con la migliore espressione di pietra che poté inscenare e si avvicinò a lui, fermandosi a pochi centimetri dal suo volto e parlando con una voce non superiore a un sussurro. "Non ho sentito niente."

Si tirò indietro e il suo volto rimase lo stesso. "Davvero?"

"
Sì! Ora puoi, per favore, lasciarmi in pace? La tua testaccia dura non riesce a capire chenon possiamo stare insieme?” Iniziò ad alzare la voce, sperando che se ne sarebbe andato.

"No.
No non posso."

"
Ma hai appena detto che-"

"
Stai mentendo. So che è così."

"E
come hai fatto a capirlo?" Gli chiese pericolosamente, sfidandolo a un tango pericolosoche sapeva l’avrebbe portata alla morte. Ma non le importava.

Fece un passo
verso di lei, a pochi centimetri di distanza tra i loro corpi. "Stai dicendo chese ti baciassi in questo momento non sentiresti niente?

Guardò le sue labbra
e velocemente tornò alla posizione di prima. La tentazione era mortale. "No, niente."

Lui alzò un sopracciglio e prima di capirlo, le sue labbra si erano già posate su quelle di Hermione. Non ebbe nemmeno il tempo per rispondere perché Harry si staccò all’istante. La stava mettendo alla prova. E lei stava fallendo. Ma la cosa peggiore era che non le importava. La guardò e lei non perse tempo, avvolgendo le mani intorno al suo collo e tirandolo verso di lei. Lui sembrò sorpreso, fino a quando non tastò la barriera delle labbracon la lingua. Glielo permise senza esitare. Fu allora che la sua mente finalmente capì: si trovava nello stesso abisso. L’aveva attirata sotto il suo incantesimo e adesso non c'era più modo di tornare indietro. Il bacio iniziò dolcemente, provando il terreno. Ma un pozzo didesiderio represso sprofondò su di loro e presto non furono in grado di controllarsi.

Le mani di Harry si posarono sui suoi fianchi conducendola contro il muro più vicino. Sbattéla schiena contro la dura superficie del muro e un piccolo alito le uscì dalle labbra, interrompendo il bacio. Harry non perse un colpo, succhiandole l'angolo della bocca fino allaguancia e di nuovo indietro, catturando la sua bocca in un altro bacio infuocato. Immerse lemani nei suoi capelli, provando come apparivano sotto le sue dita. Sentì una delle sue mani avventurarsi giù per la gamba e fermarsi su un ginocchio, tirandolo verso l'alto per avvolgerle la vita in modo che l'unica cosa che si frapponesse fra loro erano i vestiti. Hermione avvolserapidamente l'altra gamba intorno alla sua vita ed egli la strinse ulteriormente contro il muro, alzandola fino a equivalere le loro altezze.

Lasciò la sua bocca e iniziò una scia di umidi baci lungo la colonna della gola, leccando e succhiando tutti i posti più appropriati. Hermione gemette a quei soccorsi e mosse le mani sulla sua schiena, tracciando i muscoli flessi con le agili dita. Lo sentì rabbrividire mentre l’aiutava nel togliere la maglietta, staccando le labbra solo per un secondo. Una delle sue mani cominciò a sgattaiolare sotto il top e sentì il corpo guaire a quel tatto sulla pelle. Harry cerchiò delicatamente il suo ombelico e, infine, cominciò a togliere la maglietta. Le loro labbra si incontrarono nuovamente e il reggiseno venne subito scartato. La sensazione del nudo contatto pelle-a-pelle fu sufficiente per metterla a terra mentre stringeva i suoi fianchi su quelli di lui, facendo elevare un altro gemito maschile dal profondo della gola.

Si staccò ancora una volta dalla sua bocca, solo per issarla e portarla su per le scale verso ildormitorio del ragazzo. Hermione approfittò di quel tempo per piantargli dei baci a farfalla in tutto l’orecchio per poi scendere alla spalla, fermandosi per succhiarla. Non ci volle molto tempo per far ricollegare le loro labbra, una volta finite le scale. La trasportò alla cieca verso la porta alla fine del corridoio, toccando la maniglia e stringendola leggermente. Aprendola, s’addentrò nella stanza, trovando il suo letto e posandola lì. Lo vide guardarla per un attimoprima di arrampicarsi in fretta su di lei e baciarla sulla bocca. Lei decise di fare una mossaaudace e gli succhiò la lingua esplorando la bocca. Harry si tirò un attimo indietro prima dilamentarsi all’interno della bocca. Lei sorrise e cambiò posizione, mettendosi a cavallo.

Le sue mani si posarono sui fianchi mentre lei si abbassava e lo baciava dalla gola al petto, piantando piccoli baci sul suo muscoloso addome. Gli slacciò i pantaloni e li tirò fuori, estraendo le scarpe e le calze. Lui si tirò su per baciarla appassionatamente, spostando la mano lungo la schiena. Lo aiutò a toglierle i jeans e, mentre si accingeva a posizionarsi sopradi lui ancora una volta, l'ha sorprese mentre la girava, in modo da trovarsi in bilico su di lei.Le fece un piccolo sorriso mentre si sporgeva verso il basso e prendeva uno dei suoicapezzoli in bocca, facendola contrarre in risposta. Mentre poppava, giocò con l'altro usando le dita, senza lasciarne uno, mentre passava avanti e indietro. Lei si contorceva sottodi lui ed emetteva gemiti e rantoli mentre quello continuava a lavorare sui suoi seni. Muoveva la mano sulla nuca mentre lei lo stringeva più forte. Si fermò all'improvviso facendo prendere loro un po’ d'aria fresca, mentre Hermione emetteva un miagolio di protesta. Ma questo non bastò a deluderla, poiché ricominciò a baciarla teneramente sulle labbra e mosse le mani pergiocare con l’elastico delle mutandine. Hermione alzò i fianchi, pregandolo di fermare quellapresa in giro e lui fu costretto a farle scivolare lentamente verso il basso.

Ma Hermione non premise che lui fosse il solo ancora vestito e così strappò via i suoi boxer, lasciando che i loro corpi si unissero. Non c'erano più barriere a tenerli separati. I due non persero tempo e si incontrarono con spinta regolare. La sensazione divenne incredibilementre lui si muoveva dentro di lei, prima lentamente, poi prendendo il ritmo, mentre le sue unghie gli graffiavano la schiena e i suoi fianchi si muovevano a ritmo. Cominciò di nuovo abaciarle il collo mentre i loro corpi si muovevano a ritmo, non volendo perdere i rantoli e ilamenti emessi dalla sua gola. La guardò e vide il sudore accumulato sulla fronte. Hermione lo tirò giù per baciarlo e le loro voci fecero eco in tutta la torre ogni volta che si staccavano.Suoni di passione riempirono il tranquillo dormitorip, mentre s’intrecciavano tra di loro. Hermione avvolse le gambe intorno a lui, permettendogli di immergersi più a fondo, districando i muri. Sentì qualcosa di magnifico emergerle dentro, mentre lui continuava asprofondare fino alla fine, quando entrambi lo raggiunsero. Una gamma di colori riempì la visuale di Hermione che urlò il nome di Harry così come lui urlò il suo.

Si accasciò su di lei ma questo non le importò. Il suo peso corporeo era stranamenteconfortevole. Non ebbe, però,  il tempo di crogiolarsi di quel momento, perché lui rotolò accanto a lei. Inconsciamente, si girò su un fianco e gli permise di abbracciarla, sentendo la sua virilità premere contro di lei. Sentì un'ondata di stanchezza coprirla interamente, e chiuse gli occhi. Una coperta atterrò su di loro grazie a un colpo di bacchetta di Harry che rimise una mano sulla vita di Hermione, stringendola per aderire contro di lui.

Seppe che ci sarebbero state conseguenze al mattino. Ma non le importava. Tutto ciò chesapeva la rendeva perfettamente felice di essere lì, in quel momento. Fa che il domani vengacon i suoi pesanti cuscinetti. Per il momento, sarebbe rimasta a dormire. E per una volta, avrebbe sognato qualcosa di piacevole, o meglio, qualcuno. La stessa persona che aveva ossessionato i suoi sogni era ora lì, a braccia aperte.

  
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