Titolo: Know U
Remain There
Capitoli: 3/3
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Burt Hummel, Nuove Direzioni.
Genere: Generale,
Romantico.
Raiting: Arancione
(per il futuro)
Avvertimenti: OOC,
Slash.
Parole: 1938
Disclaimer: I
personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e
della FOX.
Ringraziamenti: Grazie a RuikaLShinoda e Aya_Black che
hanno sopportato e sopportano le mie paranoie e mi sanno consigliare su
ciò che scrivo. Grazie ragazze.
Note Iniziali: Ed
eccoci giunti alla fine di questa breve storia. Ci sarà un
seguito? mhm... si, conoscendomi forse ci sarà xD Grazie
inifinite a Chemical
Lady,
JulesCullenMeyer, _dietcoke,
GleeKinn518
e draco
potter
per aver recensito lo scorso capitolo. A presto :)
III
Le Nuove Direzioni erano già in
posizione. Rachel e Mercedes
erano al centro, in prima fila. A Kurt fu subito chiaro che
l’assolo lo
avrebbero cantato loro, ed era contento per la sua migliore amica.
Blaine gli
passò un braccio sulle spalle, facendogli posare la testa
sul suo petto. Rachel,
dopo che un tecnico le fece segno, si portò il microfono
alle labbra.
-Grazie a tutti per essere venuti. Noi siamo le
Nuove
Direzioni, e vogliamo dedicare questa canzone ad una persona per noi
molto
importante.- sorrise, andando a mettersi nuovamente vicino a Mercedes
che, dopo
aver dato uno sguardo generale al loro pubblico per quella sera,
cominciò a
cantare.
Had I to say
please stay here?
When I had no idea
What are your
plans.
One day You're
just run away
with nothing to say
and I feel like I
was falling apart.
However,
I Know U Remain
There
I'm scared but I'm
sure
sooner o later u
com' back again
-Kurt- sussurrò
Blaine, stringendolo ancora a sé. L’altro lo
guardò confuso, tanto che il moro
gli sorrise comprensivo. –I Know U Remain
There.
KURT- il castano sgranò gli
occhi, incatenandoli in
quelli di Blaine.
-L’hanno scritta…
per
me?- Blaine non rispose, dato che Rachel aveva attaccato con la seconda
strofa.
Needless to say I
miss U
or wait for
something new.
I could understand
your reasons,
I know it's not a
treason
but it hurts in
that way.
I think I can hear
your voice
talking to me
and saying I'm
here
but when I've
opened my eyes
I realized it was
just a dream
so I look at the
say, and I say to it...
I Know U Remain
There
I'm scared but I'm
sure
sooner o later u
com' back
again.
La
piazza scoppiò in un boato, e le Nuove Direzioni fecero un
inchino al loro
pubblico. Kurt applaudì fino a farsi diventare i palmi
rossi, imitato da Blaine.
Quest’ultimo prese il cellulare dell’altro,
digitando velocemente sulla
tastiera. Si portò l’apparecchio
all’orecchio, passandolo poi a Kurt. Gli
squilli si susseguivano uno dopo l’altro, finchè
una voce affannata non rispose
affrettata.
-Kurt?-
chiese Finn dall’altro capo del telefono, mentre si guardava
intorno.
-Finn…
siete stati… grandi- riuscì a dire, cercando di
mantenere le lacrime. Blaine
vedendolo in quello stato, prese il telefono. –Finn, sono
Blaine…-
-Blaine!
Dove siete? State bene?-
-Sì,
sì stiamo bene… voltati verso destra- gli disse,
vedendolo fare come gli aveva
detto. Agitò una mano, attaccando il telefono. Finn
cominciò a correre,
raggiungendoli in un attimo. Strinse forte Kurt a sé,
sollevato di vederselo
davanti sano e salvo.
-Dio,
state bene… ci avete…- non riuscì a
terminare. Gli mancavano le parole. I due fratelli
si staccarono, e Finn abbracciò Blaine, anche se brevemente.
–Che diavolo vi è
saltato in testa! potevate almeno dirci dove andavate!-
-Non
potevamo… avevamo paura che qualcuno dicesse al padre di
Blaine dove eravamo-
spiegò Kurt, stretto ancora una volta fra le braccia del
fratellastro. Il moro
annuì, tormentandosi le mani.
-Mi
dispiace che vi siate preoccupati tanto… ma è ora
di tornare a casa. Ho capito
che scappare è stata una pessima, pessima idea. E credo
andrò alla polizia-
Kurt gli sorrise, staccandosi da Finn per andare ad abbracciare il suo
ragazzo.
-Ed
io verrò con te. Poi, potrai stare da noi. Non credo che
né mio padre, né Carol
avranno problemi- gli sussurrò in un orecchio Kurt,
sentendolo annuire contro
la sua spalla.
-Finn
ma perché diavolo sei…- gli altri li avevano
raggiunti, una volta che si furono
accorti dell’assenza di Finn. Mercedes, che aveva iniziato a
parlare, si fermò
di colpo, vedendo i due ragazzi abbracciati. –Kurt?-
sussurrò, guardandolo con
occhi sgranati. Il castano annuì, sorridendo debolmente. La
ragazza gli si
avvicinò, caricando la mano destra. Un forte schiocco
riempì la piazza. Lo
schiaffo aveva colpito Kurt con una tale forza da fargli voltare il
viso e da
arrossargli la guancia nivea. Gli altri ragazzi rimasero immobili,
sconcertati
dal gesto della loro amica che, con le lacrime agli occhi, ora stava
abbracciando
forte la vittima del suo schiaffo.
-Sei
un idiota! Brutto… cretino….- riuscì a
dire fra i singhiozzi, mentre Kurt
ricambiava la stretta.
-Mi
dispiace…- le sussurrò, mentre anche il resto del
Glee Club si univa a
quell’abbraccio. Quando si staccarono, Kurt tornò
a rifugiarsi fra le braccia
del suo ragazzo, che gli accarezzò la guancia arrossata.
-Avrei
dovuto prendermelo io questo schiaffo, non tu…- gli disse
dispiaciuto. L’altro
negò, baciandolo sulle labbra tremolanti.
-Non
importa-
-Chiamo
Burt, deve assolutamente sapere che stai bene. Ragazzi
dov’è il professor
Schue?- chiese Finn, digitando febbrilmente i tasti del suo cellulare.
-E’
già sul bus, ha detto di raggiungerlo li una volta averti
trovato- lo informò
Sam, scompigliando i capelli a Kurt, che protestò a gran
voce.
***
Burt
aspettava impaziente che il campanello suonasse, o che la chiave
girasse nella
toppa. Sedeva in poltrona, le mani che tamburellavano sul bracciolo.
Quella
mattina aveva ricevuto una telefonata da Kurt. Aveva quasi temuto in un
altro
infarto. Kurt gli diceva che stava bene, che stava tornando, e gli
aveva
spiegato il perché era andato via. Per proteggere Blaine.
Blaine, quel ragazzo
riccioluto che aveva avuto la faccia tosta di
“rimproverarlo” perché non aveva
mai parlato di sesso con suo figlio. Quel ragazzo che era stato
picchiato da
suo padre, che non aveva lo stesso rapporto che Kurt aveva con il
genitore.
Quel ragazzo che aveva lasciato la sua casa, preso la macchina ed era
partito,
volendo solo la persona più cara che aveva vicino a
sé. Cioè Kurt, che non
aveva esitato a seguirlo, fidandosi cecamente di lui.
Burt
non era arrabbiato, questo no. Era consapevole. Consapevole che, in un
certo
senso, aveva perso suo figlio. Ma non in senso negativo. Lo aveva
perso, perché
ora quel bambino saltellante che riempiva la sua memoria, aveva trovato
la
persona con la quale probabilmente avrebbe passato la sua vita. Burt
sorrise,
ricordando un piccolo Kurt ridere mentre sua madre gli solleticava i
fianchi
sul pavimento del salotto. Kurt era cresciuto, e piano, piano si stava
allontanando da lui.
Sospirò,
togliendosi il berretto dalla testa quasi completamente calva. Si
passò una
mano sulla fronte, sobbalzando subito dopo. Una chiave girava nella
toppa.
***
Blaine
era sdraiato sul letto di Kurt fissando il soffitto. Il proprietario
della
stanza stava sistemando gli abiti che Carol aveva premurosamente
stirato loro. Era
passata una settimana da quando il moro si era trasferito a casa del
fidanzato,
che gli aveva gentilmente concesso di dividere la stanza con lui. Non
che gli
dispiacesse, sia chiaro. Kurt gli si sdraiò di fianco,
sospirando. Incrociò le
braccia dietro la testa, voltando il viso verso l’altro
ragazzo. Blaine lo
guardò a sua volta, inarcando leggermente le sopracciglia.
-Ti
sei dimenticato- cominciò Kurt, sorridendo debolmente.
-Eh?-
Blaine si tirò su, appoggiandosi con un gomito al materasso.
Il castano sorrise
ancora, poi lo baciò sulle labbra.
-Dovrei
essere arrabbiato, ma stranamente non lo sono. Sarà che
tutti quei ricci ti
annebbiano la memoria…-
-Kurt,
di che stai parlando?-
-Oggi
sono due mesi che stiamo insieme- gli rispose, sdraiandosi nuovamente.
Blaine
rimase immobile per un attimo, sgranando gli occhi subito dopo.
-Ehm…
mi dispiace?- chiese titubante, sorridendo il più
teneramente che poté.
-Non
sono arrabbiato-
-Lo
sappiamo entrambi che la cosa ti secca. Mi dispiace davvero, faccio
schifo. È
solo che…-
-Con
tutto quello che abbiamo passato questa settimana già
è tanto che me ne sia
ricordato io- lo rassicurò Hummel, baciandolo dolcemente.
–Sta tranquillo-
-Mi
dispiace- sussurrò Blaine, poggiandosi sul suo petto
sentendo il suo battito
accelerare. Sorrise, accarezzandogli i fianchi delicatamente, sentendo
la sua
pelle calda attraverso la stoffa della maglietta che l’altro
indossava. Le mani
di Kurt si andarono ad infilare fra i capelli di Blaine, tagliati
giusto il
giorno prima. Blaine gemette, sentendo il suo corpo rilassarsi
all’istante. Kurt
sorrise, con le labbra ancora posate su quelle dell’altro. Le
sue mani sottili
andarono ad attraversare la leggera barriera della maglietta che
l’usignolo
portava, accarezzandogli la schiena tesa. Presto gli abiti di entrambi
andarono
a depositarsi scomposti sul pavimento. Blaine lo baciò
ancora, questa volta
insinuando la lingua nella sua bocca, cercando un contatto
più profondo. Kurt
mugugnò nel bacio, andando a stringere le braccia intorno al
collo dell’altro,
che gli fece aprire le gambe, così da posizionarcisi in
mezzo. Kurt gliele
strinse in vita, avvicinandolo di più al proprio corpo che
pian piano si stava
eccitando sempre di più, nonostante sentisse nascere una
leggera paura per
quello che stava succedendo.
Le labbra dell’usignolo lasciarono le
sue, andando
a lambire il suo collo niveo, lasciando qua e la qualche segno rosso.
Kurt si
inarcò, stringendogli i ricci scompigliati e con le mani che
fino a quel
momento gli avevano stretto la sua nuca, gli strinse forte le spalle.
Blaine
entrò in lui senza troppe difficoltà, tuttavia al
gemito strozzato dell’altro si
fermò. Kurt non aveva sentito dolore, o almeno non quel
dolore lancinante che
si era aspettato alla sua prima volta. Era più un forte
fastidio che, si
accorse subito dopo, durava una manciata di secondi. Il tempo che
servì al suo
corpo per abituarsi a quella nuova intrusione. Quando il fastidio fu
quasi
completamente svanito, Kurt mosse i fianchi, invitando Blaine ad
iniziare a
muoversi. Il moro cominciò a muoversi, affondando nel suo
corpo gemendo. I
gemiti dei due erano molto diverso tra loro. Quelli di Blaine
più rochi, quelli
di Kurt più acuti, mentre cercava di trattenersi dal gemere
troppo forte
mordendo più volte la spalla del ragazzo sopra di lui.
Blaine cominciò a
torturargli nuovamente il collo, accentuando i segni che aveva lasciato
poco
prima.
Ad entrambi fu chiaro quando l’altro
stava arrivando all’apice. Le
spinte di Blaine diventavano irregolari, come se fosse preda di tante
scosse
elettriche che gli attraversavano il corpo teso. Kurt aveva iniziato a
spingersi contro il bacino dell’altro, cercando di
approfondire le sensazioni
che stava provando, finchè l’orgasmo non lo
colpì. Blaine sentì la sua apertura
del avvolgerlo sempre più stretto e non resistette, venne
dentro di lui con un
altro gemito roco. Gli si accasciò addosso, mentre entrambi
respiravano
affannati ma appagati. Kurt gli stinse le braccia al collo, combattuto
fra il
continuare ad abbracciarlo, oppure staccarsi ed andarsi a togliere da
dosso il
suo stesso seme che imbrattava i ventri di entrambi.
Blaine si alzò sui gomiti, baciandogli le
labbra. Lo guardò negli occhi, spostandogli i capelli dalla
fronte sudata. Si
sfilò da lui, sdraiandosi al suo fianco. Kurt
intrecciò il naso, guardando la
macchia biancastra sul basso ventre del ragazzo al suo fianco, senza
avere il
coraggio di guardare se stesso. Blaine gli guardò
l’addome, alzandosi poi a
sedere. Si alzò dal letto, porgendogli una mano, che
l’altro afferrò subito. Si
recarono entrambi in bagno, condividendo una doccia calda fra baci e
nuove
carezze. Nessuno dei due parlò, probabilmente per non
rovinare l’atmosfera.
Però Kurt non resistette a lungo. Mentre Blaine gli
circondava le spalle con un
asciugamano lo baciò, abbracciandogli il collo.
-Ti
Amo- gli sussurrò sulle labbra ancora dischiuse, coprendole
di nuovo con le
sue. Blaine lo strinse in vita, facendo mettere a contatto i loro petti
ancora
umidi.
-Ti
Amo anche io- sussurrò a sua volta, abbracciandolo stretto.
Kurt sorrise,
nascondendo il viso arrossato nell’incavo del collo del suo
ragazzo. Non
seppero per quanto rimasero li abbracciati. Ma perfino quando si
separarono per
raggiungere la famiglia Hummel-Hudson riunita per la cena, quelle due
frasi
sussurrate a fior di labbra echeggiavano ancora nelle menti di quei due
ragazzi
innamorati.
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