EndingLands6
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Quando il quinto corriere arrivò con le devastanti notizie
su
Leureve, Pavel diede di matto: lanciò contro il malcapitato
di
turno un pesante libro rosso rilegato in lamine d'oro puro,
ordinandogli bruscamente di togliersi dai piedi; lo sapeva bene che
cosa fosse successo a quel villaggio, senza che altri morti di fame gli
venissero a raccontare qualche cruento dettaglio in più per
un
tozzo di pane raffermo.
Era da quella notte che continuavano a giungere profughi in cerca di un
riparo e naturalmente tutti erano andati a cercarlo da lui. Eppure suo
padre gli aveva assicurato che sarebbe stato facile governare la
Capitale in sua assenza, gli aveva assicurato che in quel posto
sonnacchioso non era mai accaduto nulla che il Capitano delle Guardie,
il vero protettore della città, non potesse gestire.
Ed invece, sorpresa!
Lo stesso Capitano era venuto di corsa al Palazzo, senza sapere che
cosa poter fare e dove poter mettere a dormire almeno un centinaio di
fuggiaschi.
Pavel si massaggiò le tempie pulsanti e doloranti, ora solo
nella stanza del Consiglio della Capitale, quantomeno tentando di farsi
venire un'idea. Non erano state sufficienti le allarmanti notizie di
sempre più terra morta ed impossibile da coltivare, ora ci
si
dovevano mettere anche gli orchi; sapeva che le mura della Capitale
fossero troppo spesse per far anche soltanto passare i cancelli o per
essere sfondate da massicci attacchi, ma temeva che quella
particolarità avrebbe finito con l'attrarre qualunque
cittadino
del paese in grado di poter correre per andargli a chiedere rifugio. Di
quel passo, la Capitale sarebbe implosa dall'interno, un
sovrappopolamento era l'ultima cosa di cui avevano bisogno.
Si alzò, andando nervosamente su e giù per la
stanza. Suo
padre era in quel momento in una delle sue tenute a caccia di cervi e
sottane, lui invece era intrappolato in quell'incubo senza la
benchè minima idea, ne competenza, per poter rimediare a
quel
disastro.
"Il figlio del Consigliere è un idiota" gracchiò
Meheron
"stiamo pur certi che se non ha paparino alle spalle finirà
per
combinare qualche macello."
Priccio, sdraiata sulla sua testa, si rotolò fra i capelli
corvini dell'uomo "Perché non ci fanno entrare nella
Capitale!"
Accampati appena fuori le portentose mura bianche di Sig'Randa erano in
attesa del ritorno di Boganaste, il quale si era offerto di andare a
chiedere alle guardie dei bastioni principali se ci fosse stato "un modo speciale per apparire
davvero speciali e degni di essere considerati speciali",
così aveva detto. Di andare a corrompere qualcuno, insomma.
"Dovranno avere un buon motivo" rispose Lèleri, facendo
debolmente spallucce; accanto a lei, Ferona annuì in
silenzio.
"Ma io ho fame!" protestò la fatina "Perché
Boganaste ci mette così tanto, Meheron?"
"Per la misericordiosa Aislinn, Priccio, che cosa vuoi che ne sappia?"
"Andiamo a cercarlo!"
"Cosa? No. Per quanto mi riguarda preferirei vederlo a faccia in
giù in un fosso."
La nana sollevò di scatto il capo, osservandolo atterrita.
"Perché dite così, che cos è che vi ha
fatto
Nemetona di così grave?"
Meheron sbuffò. "Sono affaracci miei. E di quel maledetto
Skylean."
Priccio gonfiò le guance indispettita e gli tirò
con
forza due ciocche di capelli afferrate saldamente con le manine.
"Antipatico, antipatico, antipatico!"
"Ah! Accidenti Priccio, dannazione smettila!"
Lèleri sollevò gli occhi al cielo lasciando
intuire
quanto fossero consuete ed abituali scene del genere e Ferona
tornò con lo sguardo all'orizzonte, aspettando impaziente di
poter scorgere i capelli bianchi di Nemetona. Erano stati tutti, loro
così come diversi altri gruppi di persone, raggruppati in
una
zona di terra grigia e brulla, delimitata da vecchi recinti lignei che
davano l'idea di essere stati una volta i confini di un campo
coltivabile. Aveva sentito parlare dell'insistente problema delle terre
morte o morenti, l'aveva persino visto prima che Leureve fosse
distrutto, ma trovò bizarro che i campi attorno al Maniero
Gisante fossero ancora verdi e pienamente coltivabili mentre quelli
attorno alla Capitale Lucente versassero in quello stato.
Lèleri sembrò intuire a che cosa stesse pensando.
"Nessuno è ancora riuscito a spiegarsi il perché
di
questo impoverimento del terreno. Le voci dicono di zone verdi oramai
soltanto vicino Meiren." le disse; la sua voce era calmifica, quasi in
grado di cullare l'interlocutore di turno.
La nana sospirò. "Conosco anche un altro posto che.. No, non
fà nulla. Oh, ecco di ritorno Nemetona!"
Si alzò ed agitò un braccio, lo Skylean la vide e
si
avvicinò loro di corsa. Meheron smise di litigare con
Priccio ed
appena Nemetona fu a portata di voce gli si rivolse con la
cordialità di un dragone. "Allora, ti sei reso utile almeno
stavolta?"
Scorse Lèleri rimproverarlo con lo sguardo, emise un basso
gorgoglìo, tornò a Boganaste.
Il quale rispose per le rime. "Al tuo contrario, sì. Ho
guadagnato l'ingresso alla Città, per tutti.."
Si fermò bruscamente ed il resto del gruppo intuì
ci
fosse dell'altro, lanciando sguardi indagatori in sua direzione.
Il mercenario fece spallucce. "Però ho dovuto vendere la
fata.
Hey, un piccolo sacrificio per il bene comune ci vuole ogni tanto, no?"
"TU CHE COSA!?" strillò Priccio, librandosi in volo e
diventando completamente di un rosso vivo, dal bagliore intenso.
Mentre le donne sembravano essere sinceramente scioccate, l'unico che
non ne rimase sorpreso fu proprio Meheron. Si alzò,
fronteggiando Nemetona con la sua imponente stazza. "Hah! Naturalmente,
che cos'altro mi sarei potuto aspettare da un uomo come te, Boganaste?
Priccio non và da nessuna parte."
"Ascolta, Shebeniath" rispose l'altro, cautamente "non c'è
altro
modo. La Città non accoglie più nessuno
già
da due giorni, ho dovuto promettere qualcosa di davvero speciale."
spiegò, sperando sinceramente di riuscire a persuaderlo.
"Perché non la vostra Viverna, allora?" fece
Lèleri
aspra, quasi velenosa; si alzò ed arrivata accanto a Meheron
prese con delicatezza la piccola Priccio fra le mani, che
istantaneamente smise di brillare come il più bello dei
rubini.
"E' speciale,
no?"
Erith Shebeniath le lanciò, forse per la prima volta, un
sincero
sguardo di approvazione, Boganaste invece uno sorpreso e poi adirato;
Wibbly, dalla tasca della sgualcita blusa di Ferona, soffiò
rabbiosa. La nana, osservando la situazione deteriorarsi velocemente,
provò a fare la parte della mediatrice.
"Oh, ehm.. Non potremmo, non saprei, soltanto fingere? Come quando al
mercato.."
"No." tagliò corto Meheron. "Stiamo parlando della Guardia
della Capitale Lucente, nana, non di un paesino."
"Non rivolgerti a lei con quel tono" lo ammonì Nemetona,
compiendo un passo in avanti e stringendo i pugni.
"Ooh, capisco. Sei ancora nella fase entrare nelle grazie, non
è
così? Qual è quella che viene dopo? Entrare nei
calzoni,
mi pare di ricordare."
Vide lo Skylean lanciarglisi addosso con un grido ma lo respinse
facilmente col braccio, facendolo rovinare fra l'erba grigia e secca.
Qualcuno in lontananza rise.
"Signori, vi prego!" gemette Ferona, allarmata, ma quando
alzò
lo sguardo per chiedere supporto a Lèleri la
scoprì
impegnata a non perdersi neanche un istante dello spettacolo,
così come Priccio seduta fra i palmi delle sue mani. Persino
Wibbly sembrava osservare con interesse, immobile.
Nemetona si rialzò soffrendo del grosso archibugio
piantatogli
nella schiena al momento dell'impatto col terreno e con un ruggito si
scaraventò contro il viso di Meheron col pugno ben chiuso:
fu
abbastanza svelto da prenderlo ma vide troppo tardi la ginocchiata che
l'altro aveva già caricato e che gli si abbattè
sull'addome come un martello sull'incudine. Cadde nuovamente a terra,
riverso su di un fianco, le risate in lontananza di qualche curioso
profugo-spettatore si fecero più insistenti.
"Nemetona!" Ferona gli fu accanto in un lampo "Nemetona, state bene?"
Voltandolo si rese conto che le bende e la blusa sul fianco ferito
dello Skylean erano nuovamente imbevute di sangue fresco. Quella volta,
però, Nemetona non si rialzò e fece come se nulla
fosse,
anzi rimase in terra tossendo debolmente. Quando la nana gli
portò una mano alla fronte, lo sentì gelido.
"Oh, oh santo cielo..!"
"Togguarda" fece Meheron, stranamente serafico. "A quanto pare, quella
ferita è troppo profonda per essere trattata solo con dei
bendaggi e qualche impiastro. Se siamo fortunati si è
già
infettata e fra un paio d'ore ce lo saremo definitivamente tolto dai
piedi."
"Meheron.." mormorò Lèleri, mettendo da parte il
suo
atteggiamento ostile "..Meheron, credo che morirà per
davvero se
non facciamo subito qualcosa."
"Beh, perfetto. Neanche mi muovo, guarda."
"Ma come puoi dire una cosa del genere!?" strillò allora
Priccio, saltando via dalle mani della Skylean e volandogli all'altezza
del viso "Sei proprio un gran bastardo!"
Gli diede un ceffone sul naso, che risultò essere per l'uomo
solo un innocuo buffetto, poi volò sulla spalla di Ferona,
quella più vicina al viso del mercenario.
Lei la guardò disperata, col capo dell'uomo fra le mani.
"Puoi aiutarlo, Priccio?"
La fatina gonfiò le guanciotte ancora una volta,
sinceramente offesa. "Ma certo che posso. Pfui, quanto dramma
superfluo."
"Priccio!" fece Meheron, in tono adirato ""ti proibisco di curare
quest'uomo!"
Lèleri gli poggiò una mano sulla spalla
ammantata, quella del braccio troncato. "Shh, Meheron, vi prego
abbassate la voce!"
Lui l'allontanò malamente, avanzando verso Ferona, Priccio e
Boganaste. "Priccio, hai capito? Non osare!"
"La la la, non ti sento!" rispose la fatina, senza neanche guardarlo;
si librò in aria per poi atterrare sul torace dell'uomo
ferito, mettendosi carponi e poggiando le manine sulla sempre
più grande macchia di sangue; oramai avvertiva Boganaste
respirare velocemente ed a fatica, perciò si
concentrò illuminandosi d'azzurro e creando un globo
luminescente attorno a se, il ferito e la soccorritrice.
Lèleri notò ora tutti gli sguardi dei profughi
concentrati su di loro e quando Meheron Erith Shebeniath si mise a
picchiare furiosamente il pugno contro la barriera protettiva innalzata
dalla fata li vide iniziare ad avvicinarsi, creando una folla tutta
intorno.
All'interno del pulsante globo di luce, la nana vide i propri capelli
fluttuare nel vuoto così come quelli di Priccio e del
mercenario steso in terra; poco dopo si accorse che all'esterno
Meheron, Lèleri e gli abitanti di quello che una volta era
stato il paesino di Leureve avevano smesso di muoversi. Forse credendo
si trattasse di uno scherzo della mente chiuse forte gli occhi, ma
quando li riaprì tutto rimase perfettamente immobile.
"Priccio..?"
"Shh." le intimò la fatina, con occhi serrati ed espressione
concentrata.
"Ma questa è..?"
"Stasi, sì. Shh."
Ferona tacque per non distrarla ulteriormente: sentì il peso
di Wibbly, acciambellata dormiente ed immobile nella sua tasca, poi
poggiò una mano sul petto di Nemetona e per qualche istante
il panico l'assalì non avvertendo alcun battito; poi
rammentò di aver letto da qualche parte che durante la Stasi
si smettesse di esistere e che quindi dovesse essere piuttosto normale.
Nonostante ciò, trovò strano che una fatina fosse
in grado di praticare arti sciamaniche.
Accarezzò la fronte tatuata di Nemetona e rimase in attesa,
osservando di tanto in tanto i buffi atteggiamenti nei quali gli altri
si erano fermati all'esterno del globo di luce azzurra: Erith
Shebeniath con l'unico pugno alzato, Lèleri aggrappata al
suo mantello cercando forse di allontanarlo, curiosi paesani sparsi qui
e lì col collo allungato quanto più possibile per
cercare di sbirciare qualcosa.
Rimase inginocchiata fra la terra morta col capo dello Skylean in
grembo per diverso tempo, quando infine si accorse che lentamente il
mondo attorno a lei stava tornando a prendere vita. Priccio si
sollevò in piedi sul petto di Boganaste, il quale aveva
ripreso a respirare regolarmente, e sospirò con aria
affaticata e le alucce tremule.
Lo scudo azzurro sembrò evaporare e Ferona potè
nuovamente udire quella voce familiare in mezzo allo schiamazzo dei
contadini chiusi a cupola su di loro.
"Mia Cara! Devo proprio dirvelo, siete davvero incantevole vista dal
basso. Una visuale quantomai rara la mia, nevvero?"
Priccio sbuffò, ma senza irritazione nella voce. "Boganaste,
la prossima volta che stai per morire potresti gentilmente usare la
cortesia di avvisarci?"
"Oh lo farò mia salvatrice, prometto che lo farò."
Ferona sorrise raggiante, la fata ridacchiò e tutto
sembrò perfetto.
Fino a quando un attimo dopo Meheron Erith Shebeniath fu loro addosso,
furioso. "Priccio! razza di piccola, pestifera pulce delle piante
grasse!"
L'interpellata sfoggiò la sua migliore faccina da schiaffi.
"Oh andiamo, vuoi smetterla di gridare si o no? Tanto oramai l'ho
curato, almeno fà l'uomo ed ingaggia un duello se proprio lo
vuoi ammazzare!"
Lèleri, ancora al fianco del burbero omaccione, scosse il
capo. "No Priccio, Meheron non si riferiva a Boganaste."
lanciò una rapida occhiata attorno a loro "Hai mostrato arti
che non è bene mostrare in pubblico. Credo che qualcuno sia
già corso a chiamare le Guardie."
Priccio sbiancò, curvando verso il basso le orecchiette
appuntite. "Oh.."
"Non farmi "oh",
signorinella!" abbaiò Meheron "Appena usciamo da questo
guaio, te ne farò pentire!"
"No ti prego Meheron, non chiudermi di nuovo nella teiera!
Sarò brava, lo giuro, lo giurissimo!"
"Signorine, Signorine" ridacchiò Nemetona, ancora
comodamente sdraiato per metà in terra e per metà
su Ferona "vi prego di smettere con gli alterchi. Abbiamo compagnia."
Tutti sollevarono lo sguardo verso un drappello di Guardie in
scintillanti armature bianche e lance di diamante che rapidamente si
stavano avvicinando.
"Ooooh" fecero Ferona e Lèleri insieme, profondamente
affascinate.
"Puah,
quanta scena" commentò invece l'uomo ammantato.
La Guardia che stava in testa al gruppo con un movimento del braccio
ordinò ai curiosi di allontanarsi; dopo che questi ebbero
riluttantemente obbedito, si concentrò sul piccolo gruppetto
che si diceva stesse creando tanto trambusto. Il suo elmo al contrario
degli altri aveva in cima una bellissima piuma azzurra e la sua voce
era profonda, ma controllata.
"Salve cittadini, sono il Capitano delle Guardie della Capitale
Lucente. Mi è stato riferito di pratiche ed incanti qui al
di fuori delle mura, ma le notizie erano contrastanti. E' stato fatto
cenno alla pratica degli Sciamani e alle arti dei demoni, io
però qui vedo soltanto una fata."
"Sanno cosa siano demoni, Sciamani e fate?" sussurrò
debolmente Ferona a Nemetona, perplessa.
"Evidentemente non tutte le Guardie passano il proprio tempo libero a
brucare erba, Mia Cara" rispose lo Skylean.
"Devo perciò informarvi" proseguì il Capitano
"che vi verranno adesso confiscate tutte le vostre armi e verrete
scortati alla Sala del Consiglio, così da poter fornire
un'adeguata spiegazione."
Quando Meheron, quello con l'aria più ostile di tutti,
provò ad aprire bocca aggiunse "Il figlio del Consigliere mi
ha autorizzato ad usare la forza, in caso di necessità. Vi
prego di seguirmi senza opporre resistenza."
Una volta privati di ogni avere tranne gli abiti e legati con i polsi
dietro la schiena da salda corda urticante (ed aver chiuso la povera
Priccio in una gabbietta per canarini) vennero condotti verso i
cancelli bianchi di Sig'Randa, la portentosa Capitale Lucente; una
volta varcati vennero presi a bordo assieme al Capitano e alla sua
squadra da un grosso barcone azzurro per attraversare il fiume
Biancolatte, il vero ostacolo che almeno secondo le leggende impedisse
ad un qualunque nemico di raggiungere la vera e propria
Città: si diceva che le acque di un innaturale candore
divenissero corrosive per orchi e creature maligne di ogni tipo e che
impedissero così loro il passaggio.
Osservando le immense mura bianche allontanarsi sempre di
più, Nemetona ridacchiò. "Beh, siamo entrati, no?"
Meheron fece roteare gli occhi. "Boganaste?"
"Sì?"
"Stà zitto."
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Eeee vai con il
sesto! Few, non aggiornavo da un po'. Dirò, ho iniziato a
scrivere questo capitolo piuttosto dubbiosa.. Alla fine,
però, sono arrivata ad adorarlo xD Penso che sia una cosa
fondamentale, che l'autore abbia a cuore ognuno dei suoi personaggi.
Che dire, spero sempre che a qualcun altro possano piacere i miei
personaggi come li adoro io, ho perso uno dei miei lettori (ç_ç)
ma non mi scoraggio, un abbraccione alla fedele Bryluen ed a tutti
coloro che dovessero decidere di lasciare un commentino! A presto!
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