Capitolo II
Agosto 2000
Quel
giorno, un caldo pomeriggio estivo, Pansy era andata a
fare visita ai Malfoy nella loro antica villa. Erano passati due anni
dalla
fine della Seconda Guerra Magica e l’aria che si respirava
nello splendente
giardino era ben diversa da quando quel posto veniva utilizzato come
covo dei
Mangiamorte.
Ora
il parco davanti a Villa Malfoy pullulava di aiuole
fiorite tenute in perfetto ordine: bocche di leone, cinquefoglie,
garofani,
gelsi, gladioli, narcisi, violette; in un angolo regnava anche uno
stagno pieno
di ninfee. Su consiglio di Pansy, Narcissa aveva fatto piantare dei
fiori di
camomilla.
-
C’è bisogno di forza nelle avversità, e
noi ne abbiamo
dimostrata tanta, - aveva spiegato Pansy con un sorriso.
Alcuni
pavoni si aggiravano sotto il portico, attorno alla
famiglia riunita per festeggiare la promozione di Draco al Ministero
della
Magia. La sua amica si era presentata con una scatola di pasticcini
dall’aspetto delizioso, pronti per essere gustati insieme
allo squisito tè che
solo Narcissa sapeva fare: anche quando era Dobby a svolgere le
faccende di
casa, Narcissa non aveva mai permesso che fosse lui a preparare il
tè, che riteneva
invece una sua specialità; così, anche in un
giorno d’estate caldo come quello,
non aveva voluto rinunciare a deliziare la famiglia e gli ospiti di
quella che
lei definiva una “prelibatezza”.
Dopo
avere aiutato Narcissa a disporre su un vassoio
d’argento la montagna di pasticcini, Pansy si era seduta con
grazia accanto a
Draco e aveva cominciato ad accarezzargli i capelli delicatamente, come
se a
muoverli fosse semplicemente un soffio di vento; la chioma del ragazzo
stava
crescendo e minacciava di diventare lunga come quella del padre, ma non
serviva
a niente dirgli di accorciarla.
-
Sono così contenta per questa promozione! -
squittì Pansy,
tenendo tra le mani una tazza di tè fumante.
-
Del tutto prevedibile, bisogna dire, - precisò Lucius con
una nota d’orgoglio nella voce. – Draco
è un ragazzo intelligente, non mi sarei
aspettato niente di meno da lui.
Le
labbra del rampollo dei Malfoy si contrassero in un
ghigno soddisfatto. – Il Ministro era un po’
restio, ma alla fine ha dovuto
convenire con il signor Greengrass sulle mie doti.
-
Il Ministro! - sbuffò suo padre. – Può
girarsi dall’altra
parte tutte le volte che vuole: prima o poi avrebbe dovuto riconoscere
la tua
bravura!
-
A proposito dei Greengrass, - intervenne Narcissa
afferrando un bignè alla crema con la punta delle dita,
– quando Draco mi ha
detto cos’ha fatto Augustus, ho mandato un gufo a Lavinia per
invitarla a
prendere il tè. Purtroppo, però, entrambi avevano
da fare, ma hanno assicurato
che avrebbero mandato le loro figlie; dovrebbero arrivare da un momento
all’altro. Questo bignè è delizioso,
Pansy.
-
Mia madre ne farà fare altri apposta per lei, signora
Malfoy, - esclamò Pansy, lieta. – Quindi Daphne
verrà qui oggi? Oh, che bello,
è da tanto che non la vedo! Almeno
una settimana, direi.
-
Sì, e ci sarà anche Asteria. Te la ricordi, Draco?
Draco
aggrottò la fronte. Doveva averla incontrata da qualche
parte… Ma sì, Asteria era quella spocchiosa
ragazzina che lo aveva indicato
come suo futuro sposo! Che ne era stato di lei? Si ricordava di quando
aveva
dodici anni, ma poi il suo viso aveva cominciato a confondersi tra
quello di
decine di studentesse. Non stava mai con sua sorella, per quello non
l’aveva
collegata immediatamente a Daphne: ogni tanto la ragazza parlava di
lei, ma
Draco aveva quasi rimosso dalla mente il ricordo della prima volta che
l’aveva
vista.
Annuì.
– Che ne è stato di lei?
-
Ha appena concluso gli studi ad Hogwarts, - rispose sua
madre. – Ha ricevuto un sacco di O e anche un paio di E nei
M.A.G.O.
-
Ora che la
Preside è la McGranitt,
i professori che ha assunto saranno dei
rammolliti, - esclamò sdegnata Pansy.
-
Solo perché tu non hai preso nemmeno una E non significa
che i nuovi professori siano dei rammolliti, - le prese in giro Draco,
facendola arrossire per l’imbarazzo di essere stata derisa
davanti ai “futuri
suoceri”. – A parte Difesa Contro le Arti Oscure,
non credo che siano stati
assunti altri insegnanti, e di certo questa Asteria non frequenta
Babbanologia.
-
Sarà anche la ragazzina più intelligente del
pianeta, ma
io non l’ho mai notata a scuola. Dev’essere una di
quelle che nessuno guarda
mai… Di sicuro non somiglia a Daphne!
-
Pansy, shhh! –
l’avvertì Narcissa portandosi un dito davanti alla
bocca.
La
ragazza si voltò immediatamente verso l’imponente
cancello aperto e vide due figure avvicinarsi. La prima era Daphne, ne
era
certa, riconosceva le sue guance rosse e i lunghi capelli mossi:
qualche
maligno amava dire che somigliava a un maiale a causa della faccia un
po’
tonda, ma Pansy aveva sempre difeso la sua timida amica a spada tratta.
Ma
l’altra… Riflettendoci, non le sembrava di averla
mai vista prima. Asteria
doveva essersi fatta bella con il tempo.
Era
più alta della sorella e aveva un aspetto molto
più
simile alla madre che al padre, da cui invece aveva preso Daphne: la
chioma nera
scivolava con grazia sulle sue spalle; aveva un portamento elegante e
indossava
perfettamente un costoso capo d’alta moda magica; nei suoi
occhi verdi, diversa
da quelli azzurri della sorella, non si leggeva l’aria un
po’ impacciata
propria di Daphne, ma sicurezza e determinazione.
Non
appena Daphne si accorse della presenza dell’amica,
sbiancò,
stupita, ma Asteria continuò a camminare altera verso il
portico.
-
Daphne, Asteria, - le salutò gentilmente Narcissa.
–
Benvenute.
Asteria
rispose con un cenno del capo e immediatamente
allungò il braccio verso Draco aspettandosi un baciamano.
Lui corrugò le
sopracciglia: quel gesto gli ricordava qualcosa… Senza dire
niente, si inchinò
sfiorandole goffamente il dorso della mano con le labbra.
-
Benvenute, - ripeté con un sorriso. – Ciao, Daphne.
-
Ciao, - rispose lei, fissando ostinatamente il terreno.
-
Daphne, quanto tempo! - esclamò Pansy prendendole le mani,
raggiante. Lei ricambiò il gesto, ma non accennò
a parlare ancora; la sua amica
fu sorpresa da quello strano atteggiamento. – Che succede?
-
Non sapevo che ci fossi anche tu, - bofonchiò Daphne.
Pansy
si portò le mani ai fianchi, offesa. – Mi dispiace
essere un problema -. Si voltò verso Asteria con un sorriso
di circostanza. –
Ti ricordi di me? Ci siamo viste solo un paio di volte…
Pansy Parkinson,
piacere.
-
So chi sei, - si limitò a rispondere l’altra con
evidente
ostilità. Si rivolse poi a Lucius e Narcissa, senza
però distogliere lo sguardo
da Draco, che cominciava a sentirsi in imbarazzo. – Signora
Malfoy, signor
Malfoy, immagino che abbiate saputo del mio diploma.
-
Tua madre mi ha informata.
Draco
notò, per l’ennesima volta, come il tono di voce
Narcissa cambiasse ogni volta che si trovava davanti qualcuno che non
era della
famiglia; per la precisione, quando il suo interlocutore non era Draco,
Lucius
o Pansy.
-
Bene, - esclamò Asteria, togliendosi i lunghi guanti
bianchi. Evocò due poltrone di vimini bianche e si sedette;
Daphne, che si
accingeva a fare lo stesso, per lo sforzo di guardare a terra
intruppò nel
tavolo e fece cadere la teiera, che atterrò proprio ai piedi
della sorella.
-
Ci penso io! - disse Pansy prima che Narcissa potesse
intervenire. Si piegò cercando di non sporcare il vestito
viola e raccolse la
teiera, che fortunatamente non si era rotta.
-
Tsk.
Incontrò
lo sguardo di ghiacciato di Asteria, che la osserva
sdegnosa dall’alto in basso.
-
Si è mai visto uno spettacolo del genere? - la derise la
ragazza. – Dovresti essere una strega: usa la bacchetta e
risparmiati certe
umiliazioni. Wingardium Leviosa! -.
Tolse la teiera dalle mani di Pansy con un semplice colpo di bacchetta
e la
fece atterrare delicatamente sul tavolo. – E’ un
incantesimo di primo anno, tutti
dovrebbero saperlo fare.
-
Pansy voleva solo essere gentile, - le fece notare Draco.
Asteria
lo guardò di nuovo, ma non replicò. –
Di sicuro
saprete il motivo della mia visita, - continuò come se non
fosse successo
niente, mentre Pansy, carica d’indignazione, tornava a
sedersi.
-
Draco, - disse Lucius, ma nella sua voce non c’era
più
l’orgoglio di pochi minuti prima.
-
Esattamente.
-
Mi pare ovvio che sappiano perché sei qui, -
sibilò Pansy.
– Ti hanno invitata loro. E hanno invitato anche Daphne,
quindi non parlare
della tua visita.
-
Mia sorella è qui solo in veste di accompagnatrice. Non
è
vero, Daphne?
La
ragazza annuì debolmente.
-
Quindi… - mormorò Draco, cercando di rendere
più cordiale
la conversazione. – Siete qui per festeggiare la mia
promozione, no?
Festeggiamo, allora.
-
Promozione che non ci sarebbe stata senza l’intervento di
mio padre.
Draco
guardò Asteria: come osava parlargli in quel modo?
Prima
che potesse dire altro, Lucius intervenne. – Draco
è
stato promosso per la sua bravura…
-
Draco è stato promosso perché mio padre ha
chiesto alle
alte cariche di fargli un favore, - lo interruppe Asteria. –
Deve accettare la
realtà, signor Malfoy: l’essere riuscito a
scampare a Azkaban non cancella il
suo passato da Mangiamorte. Non sono in molti, al Ministero della
Magia, a
guardare con sospetto la sua famiglia. Draco non sarebbe niente senza
di noi -.
Fece una pausa, godendo dell’effetto che le sue parole
sortirono, poi riprese a
parlare, imperiosa. – La proposta di matrimonio è
ancora valida, signori
Malfoy.
Pansy
gettò un’occhiata a Daphne: di cosa stava parlando
Asteria?
Finalmente
Daphne ricambiò il suo sguardo, sussurrando: - Avrei voluto risparmiartelo!
Draco,
però, scoppiò a ridere. – Andiamo,
Asteria, quella
era solo la fantasia di una bambina! Le tue attenzioni mi fanno
piacere…
-
Era una matrimonio combinato, - lo interruppe Narcissa,
lasciandolo senza parole. – Noi eravamo una famiglia
prestigiosa, i Greengrass
anche… L’ unione delle nostre famiglie avrebbe
dovuto portare grandi vantaggi a
entrambi. Io… io non pensavo che voi voleste ancora farlo,
dopo tutto ciò che…
-. La sua voce si spezzò.
-
Io sono sempre disposta a sposare Draco, - ribattè
Asteria, alzandosi. – E voi non potete andare da nessuna
parte con una
reputazione così compromessa.
-
E se io non accettassi? -. Draco ribolliva di rabbia:
perché aveva dato così poca importanza alle
parole di quella bambina? Magari
avrebbe trovato un modo per togliersela di torno quando erano ancora a
scuola…
Facendola innamorare di Blaise, quella poteva essere una buona idea:
tutte si
innamoravano di Blaise.
Asteria
gli rivolse un sorriso maligno. – Scordatevi i
pavoni. Scordatevi i fiori. Scordatevi il tè con i
pasticcini del portico.
Scordatevi questa villa. Scordatevi tutto, perché nessuno si
ricorderà più dei
Malfoy.
Si
voltò per andarsene, seguita dalla sorella, quando Pansy
sbottò.
-
Lui non si farà certo minacciare da una smorfiosetta come
te! E’ un Malfoy, ti farà vedere di cosa
è capace! E poi… -. Il suo viso era
completamente rosso a causa dell’ira e
dell’imbarazzo per ciò che stava per
dire. – Sono qui da ben prima di te!
Asteria
non rispose, ma strappò alcune violette e, agitando
la bacchetta, li tramutò in achillee. Le lasciò
poi cadere a terra.
-
Tu non mi ostacolerai.
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I
fiori sono stati scelti secondo il loro linguaggio:
-
Bocca di leone: aspetto altero e indifferenza
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Cinquefoglie: amore materno
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Garofano: dignità e nobiltà
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Gelso: vanità
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Gladiolo: indifferenza
-
Narciso: presunzione ed egoismo
-
Ninfea: freddezza
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Camomilla: forza nelle avversità
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Achillea: guerra
Grazie per aver letto ^^
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