Capitolo
7. Dubbi
-Ho
un piano per te -fu il mio saluto
non appena individuai la nuvola di boccoli d'oro che corrispondeva ai
capelli di Nadia
-A
proposito di cosa? -mi chiese lei
voltandosi
-Il
tuo esame: so che il prof li tiene
sempre nell'ufficio prima di correggerli, e con un po' di fortuna
anche il tuo è ancora lì
-No
-fece lei categorica -Ludovica non
pensarci nemmeno per un momento!
Accidenti
ai moralisti!
-Si
tratta solo di scriverci il tuo
numero di matricola! E' ingiusto che tu lo debba rifare per una
stupida dimenticanza
-Ma
non è corretto fare una cosa del
genere
Avevo
previsto che Nadia avrebbe
risposto così, con la sua esasperata indole da brava
ragazza;
fortuna che aveva un'amica come me!
-Ok,
allora fa' finta che non ti abbia
detto niente, lo farò da sola
-Ma
no.. Mirko! Aiuto!
Mi
gelai. Non so perché sentire il suo
nome, immaginarlo lì vicino, mi fece questo effetto, ma so
che ero
ancora turbata da quello che era successo il giorno prima con la
telefonata. Voltandomi lentamente, lo vidi con un gruppo di amici che
guardava Nadia interrogativo; quando incontrò il mio sguardo
mi
sorrise, allegro come sempre. Io ricambiai con un cenno della mano,
poi lo vidi salutare brevemente i ragazzi e venire verso di noi.
-Che
succede? -chiese rivolto a tutte e
due
-Vuole
falsificare un esame -mi accusò
Nadia
-Non
è vero! -ribattei subito,
spiegandogli tutta la situazione
-Si
può fare -concluse lui, e io
esultai -Ti do una mano se vuoi
-Sì,
uno che faccia il palo mi ci
vuole -risposi, entusiasta
-Ma
siete dei.. dei mafiosi! -se ne
uscì lei; io e Mirko ci guardammo un istante, poi scoppiammo
sonoramente a ridere. Era stato solo un attimo: adesso quel gelo
veniva spazzato via dalle nostre risate calde e piene di sempre.
-Io
non voglio sapere niente di questa
storia, è chiaro? -fece Nadia guardandoci storti, per niente
coinvolta dalla nostra allegria.
-Chiarissimo
-rispose Mirko -Fai bene a
non mischiarti con noi gente malavitosa
Lei
scosse la testa e distolse lo
sguardo, per poi assumere un'espressione ostile, ma non verso di noi
-Riccardo in arrivo -annunciò infatti
-Dove?
-domandai subito sull'attenti,
finché non lo vidi che veniva a passo svelto verso di me
-Sta
già scodinzolando -fece Mirko con
aria divertita e io mi girai per ribattere, ma lui e Nadia si stavano
già allontanando, neanche stesse tornando la peste del 1348.
Devo
dire che mi infastidiva il loro
atteggiamento nei confronti di quello che, se non era ancora il mio
ragazzo, era qualcosa di molto simile; ma ora dovevo occuparmi
solamente di lui, non degli amici.
-Ciao
-tentai
Lui
rispose con uno sguardo storto;
altro che scodinzolare -Mi devi spiegare un po' di cose.
Quel
“devi” mi fece girare i nervi
e parlai prima di ragionare, mossa dall'istinto -Anche tu dovresti
proprio spiegarmi perché l'altro giorno sei dovuto scappare
agli
allenamenti se gli allenamenti non c'erano
-Ma
cosa stai dicendo? -domandò come
se stessi affermando di aver visto una vacca volante -chiedi al
coach: ci hanno sfidato quelli di un'altra confraternita, e noi
abbiamo deciso di accettare anche se era una gara fuori programma,
così adesso dobbiamo fare dei turni extra di training per
arrivarci
preparati
Ops.
Cosa
cazzo stavo facendo? Dovevo
chiedergli scusa, spiegargli tutto e invece gli stavo dando addosso!
-Guarda
-mi disse poi indicandomi il
suo coach che parlava con un altro uomo, mai visto prima ma con in
testa un berretto e al collo un fischietto -è lui
l'allenatore
dell'altra squadra; si stanno mettendo d'accordo per la data esatta
della partita
Applaudite
alla più nevrotica, più
idiota e più stronza di tutte le ragazze!
-Riccardo,
scusa -sospirai sentendomi
più o meno al pari di una cacca di cane; e il peggio
è che non si
era nemmeno arrabbiato, rimanendo calmissimo e mettendo così
ancora
più in risalto la mia follia -ho frainteso tutto.
-Spero
di aver frainteso anch'io -mi
interruppe, e solo allora vidi un bagliore di risentimento nei suoi
occhi e capii all'istante che doveva riferirsi alla telefonata.
-Ma
certo che hai frainteso! -dissi
subito ma, ovviamente, lui mi guardava ancora diffidente,
così gli
spiegai lo stupido scherzo di Mirko, senza però rivelargli
che lo
scopo era stato quello di farlo ingelosire.
-E
tu dov'eri quando ti ha preso il
telefono? -mi chiese
-Accan..
- “accanto a lui” avrei
voluto dire, ma poi ripensai a quello che aveva detto Mirko: aveva
ragione, avrei potuto urlare, ribellarmi con più forza.. ma
non lo
avevo fatto -Fuori, a fare una passeggiata con Nadia. Eravamo in
campagna.
Avete
presente il paragone con la cacca
di cane? Ecco, trasformatelo pure in un'enorme cacca di elefante.
Non
mi piaceva affatto dire bugie, ma
non avrei saputo come giustificare il mio comportamento;
semplicemente non ci avevo pensato, non mi era venuto in mente che
lui mi avrebbe potuta sentire se avessi gridato.. forse era
perché
avevo creduto anch'io nel piano di Mirko, inconsapevolmente.
Sì,
doveva essere così, e avevo fatto bene perché
stava decisamente
funzionando: Riccardo sorrise e mi passò un braccio attorno
alle
spalle, scoccandomi un bacio sulla guancia
-Ok,
allora tutto a posto; mi stavo
solo preoccupando troppo
Lo
guardai divertita -Troppa gelosia
non fa bene a un rapporto -senti chi parla, pensai
nel
frattempo.
-Anche
tu hai fatto la tua parte -mi
ricordò infatti indicando con un cenno del capo i due coach
che
ancora parlavano.
-Mi
sono già scusata -ribattei un
attimo prima di accogliere il suo bacio irrompente.
-Non
pensiamoci più. Ci vediamo
stasera, Ludy -e si allontanò, senza nemmeno darmi il tempo
di
dirgli se avevo o no altri programmi per la serata.
Questo
fece risvegliare la mia
incazzatura ma poi, quando vidi un gruppetto di ragazze appoggiate a
una colonna che mi guardavano con occhi invidiosi da far paura, i
miei pensieri vennero deviati altrove: stavo con il ragazzo
più
desiderabile di tutta l'università!
Mi
diressi verso la prima lezione della
mattinata con un sorriso soddisfatto in volto.
°°°
-Se
non cambi faccia non solo ci
scopriranno, ma ci metteranno anche in carcere per sospetto
d'omicidio -disse Mirko in tutta tranquillità, mentre
camminava al
mio fianco con le mani in tasca, totalmente disinvolto
-Cos'ha
la mia faccia che non va?
-chiesi cercando inutilmente di specchiarmi in una finestra.
-Sembra
che tu stia per fare una
rapina, ecco cos'ha
-Non
è vero!
-Rilassati
-mi esortò -siamo solo due
normalissimi studenti che passeggiano per i corridoi tra un'ora e
l'altra di lezione
-Ma
noi stiamo per entrare nell'ufficio
del prof
Mirko
alzò gli occhi al cielo e
affrettò il passo -A questo punto, meno gente ci vede meglio
è
Ma
anche volendo, non sarei riuscita a
cambiare espressione: non sapevo mentire, era un dato di fatto. La
mia unica speranza era che solo Mirko riuscisse a leggermi in faccia
quello che stavamo per fare dato che, a differenza di tanti altri,
lui riusciva a leggermi come un libro aperto.
C'erano
altre persone, fra studenti e
professori che passeggiavano come noi ma, l'area davanti all'ufficio
del prof che interessava a noi era vuota.
Mirko
bussò e, quando mise la mano
sulla maniglia, la porta si aprì docilmente; in effetti non
avevo
nemmeno considerato che cosa avremmo fatto nel caso fosse stata
chiusa; lo vidi però storcere un po' il naso
-Che
hai? -gli domandai
-L'ha
lasciata aperta -disse indicando
la porta -vuol dire che non resterà lontano per molto:
sbrigati, io
resto qui, se arriva ti avverto.
-Va
bene – risposi e lo guardai
appoggiarsi a uno stipite della porta rivolto verso il corridoio.
Mi
guardai un attimo intorno, per
orientarmi: c'erano una cattedra con dietro una poltrona e due file
di armadietti. Cominciai a frugare fra le scartoffie, trovando vari
esami di chissà quali matricole; dopo molti cassetti, trovai
gli
esami di biologia, che erano i diretti interessati, e cominciai a
scalare i numeri, grazie a Dio messi in ordine, fino a trovare un
foglio che ne era privo, proprio in corrispondenza del numero di
Nadia.
Riconobbi
subito la sua scrittura e,
trattenendomi dall'esultare, presi al volo la penna che tenevo in
tasca e scrissi il suo numero di matricola nell'apposito spazio.
Mentre
risistemavo i fogli al loro
posto, sentii l'ansia, prima inspiegabilmente tenuta a freno,
cominciare a salire; che stupida, non ce n'era motivo, ormai era
tutto passato.
Dovevamo
solo uscire da lì..
Le
ultime parole famose che portano
sempre sfiga.
-Cazzo!
-sibilò Mirko, e io mi voltai
verso di lui alla velocità della luce.
-Arriva?
-chiesi mentre le mie gambe mi
portavano automaticamente verso l'uscita.
-Ferma
-disse bloccandomi -cammina
spedito, ci vedrebbe uscire; c'è mancato poco che mi
beccasse..
-E
allora che facciamo? -chiesi, sempre
sibilando con una nota che rasentava il terrore puro nella voce.
I
passi del prof si avvicinavano. Ci
avremmo rimesso sicuramente, ma non avremmo mai detto perché
eravamo
lì. Questo era il mio piano: resistere fino all'ultimo!
Mentre
mi immaginavo le orribili
torture a cui sicuramente ci avrebbero sottoposti ,
vidi Mirko
che, dopo aver pensato qualche istante, si avvicinò a me.
-Stai
al gioco -mi disse in un
sussurro, il viso troppo vicino al mio mentre mi spingeva contro il
muro.
-Che..?
-domandai senza capire, ma non
ebbi fiato abbastanza per finire la frase.
Aveva
piegato il collo chinandosi verso
di me, e le sue labbra erano sempre più vicine alle mie; non
riuscivo a muovere un muscolo, ero certa che mi avrebbe baciata.
Baciata
sì: il bacio, la roba che
fanno le coppiette. Ma io e lui non eravamo una coppietta:
perché
non mi stavo scansando?
Sentii
qualcosa di simile al panico
impadronirsi di me: era irrazionale questo non volere e volere
contemporaneamente che lui mi baciasse. Mi mandava in corto circuito.
Forse
se ne accorse, forse avvertì la
mia paura, non lo so ma, all'ultimo momento, Mirko si piegò
da un
lato con un sospiro impercettibile, e sentii il contatto con le sue
labbra calde arrivare sul collo.
Mi
venne spontaneo chiudere gli occhi
mentre i suoi baci, che si adattavano perfettamente alla mia pelle,
mandavano scariche elettriche lungo tutta la mia spina dorsale; mi
ritrovai a desiderare che le sue mani attorno alla mia vita
stringessero di più, sempre di più..
-Che
succede qui?!
Terra
chiama Ludovica.
Mirko
si staccò da me senza nessuna
esitazione, girandosi verso il prof che era appena entrato; solo
allora lasciai scivolare via le mani dai muscoli delle sue braccia,
dove erano andate senza il mio controllo.
E
che muscoli..
-Prof!
Che ci fa qui? -domandò, mentre
io mi rintanavo in quell'angolo di muro dove lui mi aveva spinta
appena pochi istanti fa, ancora scossa.
Scossa
sì, ma non per il comportamento
di Mirko: con la mente di nuovo (quasi) lucida, potevo capire che
quei baci erano parte integrante del suo piano architettato in cinque
secondi per non far scoprire al prof cosa realmente stessimo facendo
lì... ero rimasta scossa invece dal modo in cui aveva
reagito il mio
corpo. Senza farmi notare, mi poggiai una mano all'altezza del seno
sinistro: il mio cuore ancora palpitava.
-Che
cosa ci fate voi qui!
-ribatté l'uomo
Ma
questo ci è o ci fa?
Pensai, ma rimasi in silenzio, lasciando a Mirko il compito di
tirarci fuori dai pasticci.
-Ecco....
vede... -si grattò la testa
-sa com'è..
Mi
era capitato pochissime volte di
vederlo in imbarazzo, e di certo questa non era una di quelle: era
palese che stesse fingendo.
Ma
il prof non lo conosceva bene quanto
me, e abboccò all'amo; sospirando indicò la porta
alle sue spalle
-Andatevene subito, è meglio. Non si può nemmeno
lasciare l'ufficio
aperto per il tempo di un caffè! -si lamentò -Ma
non ce l'avete una
casa dove andare?
-Sa
che mi era venuta la stessa idea?
-ribatté Mirko afferrando la mia mano e trascinandomi fuori
mentre
l'uomo scuoteva la testa e ci lasciava uscire.
Nello
stesso istante in cui la porta si
richiuse alle nostre spalle, mi lasciò andare.
-Scampato
pericolo -dichiarò
allegramente
Io
annuii, sforzandomi di sorridere; lo
sapevo che così facendo stavo solo peggiorando la
situazione, ma
avevo la gola ancora troppo secca per parlare.
Lui
mi lanciò un'occhiata di sbieco,
mentre continuavamo a camminare -Pensavo peggio
-Cosa?
Wow,
avevo recuperato l'uso della
parola, ma per guardarlo in faccia mi ci sarebbe voluto ancora un
po'.
-Che
ne so, mi aspettavo una reazione
isterica, o come minimo uno schiaffo
-Posso
sempre rimediare
Mi
arrischiai a guardarlo, incontrando
il suo sguardo, già puntato su di me mentre scuoteva la
testa -Non
ci credo che ti sia dispiaciuto
Aprii
la bocca per far uscire il mio
fiume in piena di isteria, ma tutto quello che riuscii a fare fu
ingoiare aria; vidi nascere un sorrisetto soddisfatto sulle sue
labbra, uno sfondo serio dietro al suo sguardo ironico
-Mr.
Figo non sa farti provare in una
notte intera quello di cui è testimone quell'ufficio
-rincarò la
dose
-Non
è vero -non credevo alle mie
stesse parole, e lui se ne accorse perché trattenne una
risata -Ok,
le cose con lui non stanno esattamente decollando, ma
succederà
presto! -tentai di rimediare, facendo solo peggio.
Gli
stavo dando ragione! In pratica
glia avevo appena detto che in quell'ufficio io e lui eravamo..
decollati. Pessimo.
-Campa
cavallo -ribatté scettico -Io
invece sono qui a tua disposizione, quando vuoi
-Idiota!
-Poco
fa non la pensavi così..
-E'
stata colpa dell'astinenza
-dichiarai, convinta
-Ah
sì?
-Certo.
Se con Riccardo le cose
andassero meglio, e ci andranno, tu non mi avresti fatto il minimo
effetto.
Perché
negare l'evidenza? Era chiaro a
me come a lui che il mio corpo aveva reagito ai suoi baci, ma era
ancora più chiaro quale fosse il motivo: Riccardo.
Lui
ci pensò un attimo poi annuì -Se
l'astinenza da orgasmo ti fa questi effetti, tra non molto ti
ritroveremo come Cicciolina e quel povero cavallo.
-Mirko!
-e gli diedi un
meritatissimo spintone mentre lui rideva.
In
quel momento, spuntò Nadia -Allora,
come è andata? -ci chiese. E menomale che non voleva saperne
niente.
-Alla
perfezione -rispose Mirko con un
ghigno.
°°°
La
persiana era rimasta aperta, ma non
avevo voglia di alzarmi e andare a chiuderla; filtrava una lieve luce
bianca, forse il chiaro lunare. Mi rigirai nel letto, senza tirare
troppo le coperte per non scoprire Riccardo, che dormiva beato
già
da ore; io invece ero ancora sveglia.
Inutile
dirlo, quella notte tra noi era
andata come tutte le altre.. però almeno stavolta si era
fermato a
dormire con me.
Guardai
ancora i contorni dei nostri
vestiti sparsi sul pavimento; ma qual era il mio problema?
Il
problema non è tuo, ma suo,
risuonò forte e chiara la voce di Mirko nella mia testa.
Beato lui
che ne era così sicuro.
Mi
sfiorai il collo con due dita,
proprio nel punto in cui quella mattina..
Non
ne avevo parlato con Riccardo, in
fondo non ce n'era motivo: nessun tradimento, era stato per salvare
l'esame di Nadia.
Forse
il problema non era questo, forse
stava più in quel contrasto interiore che avevo sentito
quando
credevo che mi avrebbe baciata: quello non avrebbe dovuto esserci.
Mi
alzai, avevo bisogno d'aria fresca.
Senza
far rumore, aprii piano piano la
porta finestra, e uscii in terrazzo, lasciando la notte appoggiarsi
sulla mia pelle nuda e la luna disegnarne i contorni; faceva freddo,
ma non me ne curai. Non c'era nemmeno una luce accesa, tutta la
città
dormiva. Era strano ritrovarsi nuda in terrazzo alle cinque di notte,
ma d'altronde non c'era stato niente di normale in quella giornata.
Mi
appoggiai alla ringhiera sospirando
e, come al solito quando mi trovavo da sola di fronte a viste
poetiche come quella della luna immersa nel cielo notturno, mi feci
trasportare via da pensieri astratti.
Non
dico che mi misi a rimuginare sul
senso della vita, ma cominciai a chiedermi che cosa volessi per il
futuro, se mi andasse bene una relazione come quella con Riccardo,
che non si accorgeva nemmeno se i miei gemiti fossero veri o falsi, o
se forse volessi qualcosa di più..
Perché
adesso tutti questi dubbi? Ero
sempre stata contenta di stare con lui, lo avevo desiderato a lungo,
avevo cominciato persino a portare i tacchi sperando di attirare la
sua attenzione!
Forse
era l'atmosfera, forse la
stanchezza che mi faceva vaneggiare..
Decisi
di rimanere lì ancora un po',
con il naso all'insù ad osservare il cielo e la luna,
concentrandomi
solo sulla loro bellezza, annullando qualsiasi altro pensiero.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Vi
ho lasciato di stucco con questo
bacio, eh? (ditemi di sì così mi gaso xD)
L'effetto
che ha avuto su Ludovica è
stato piuttosto ambiguo.. tanto che la nostra protagonista, pur
essendo finalmente riuscita a dormire accanto al “suo
bellissimo
ragazzo” si sente insoddisfatta, o perlomeno dubbiosa..
Questa
storia è farcita dei dubbi, dei
ripensamenti e delle pippe mentali di Ludovica come lo è un
bignè
della crema! E non a caso mi sono divertita a titolare questa storia
“senza dubbio”, in netto contrasto con questo
aspetto; ok, è
anche il titolo della canzone che me l'ha ispirata, ma nella scelta
ha pesato di più questa faccenda di cui vi ho parlato che
altro.
Comunque...
voi ci credete alla
versione di Riccardo??? Mah.. io non mi fiderei più di tanto
xD
Grazie
infinite alle 18 persone che
hanno inserito la storia fra le preferite, alle 3 che l'hanno
ricordata e alle 34 che la seguono =)
Voglio
ringraziare inotlre le 13
meravigliose persone che mi hanno aggiunto fra gli autori preferiti
da quando sono su EFP:
alessandradichiara
(la prima in
assoluto, me lo ricordo ancora! xD)
e
r a t o
epril68
giody
kia_85
(grazie mille per tutto il
sostegno che mi dai e che mi hai sempre dato ^^)
kiki0882
laga92
manu1988
savy85
secretkeeper
shy
angel
SparksFly
sweet_marty
Grazie
mille anche a tutti voi che
seguite in silenzio :)
Un
bacione a tutte voi!! Appuntamento
al prossimo capitolo ;)
|