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Autore: FallingInLove    10/07/2011    5 recensioni
Roba da pazzi! Poggiai una mano su un fianco cominciando a gesticolare animatamente con l'altra.
-Punto primo: mi stai rinfacciando tutte le volte che sono venuta a piangere da te? -domandai sentendo il veleno fra i denti -Perché io pensavo di trovare supporto fra le braccia di un amico e non di uno stronzo pronto a portarmi il conto!
-Non sto facendo niente di tutto questo -tentò di difendersi, ma io ormai ero partita come un treno e non mi sarei fermata tanto presto
-Punto secondo: io non sono una guerra che vi giocate tu e Riccardo, non sono una battaglia da vincere!
-Per me invece lo sei -mi interruppe, guardandomi dritta negli occhi; rimasi in silenzio, colta alla sprovvista e lui ne approfittò per continuare -Sei una di quelle poche cose per cui vale la pena lottare.. ed è per questo che non rinuncerò facilmente, soprattutto se ti so con quell'idiota
Avevo detto che non mi sarei fermata? Be' non avevo tenuto conto di questo. Proprio no.
-E punto terzo -aggiunse lui alla mia lista -non hai risposto alla mia domanda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7. Dubbi


-Ho un piano per te -fu il mio saluto non appena individuai la nuvola di boccoli d'oro che corrispondeva ai capelli di Nadia

-A proposito di cosa? -mi chiese lei voltandosi

-Il tuo esame: so che il prof li tiene sempre nell'ufficio prima di correggerli, e con un po' di fortuna anche il tuo è ancora lì

-No -fece lei categorica -Ludovica non pensarci nemmeno per un momento!

Accidenti ai moralisti!

-Si tratta solo di scriverci il tuo numero di matricola! E' ingiusto che tu lo debba rifare per una stupida dimenticanza

-Ma non è corretto fare una cosa del genere

Avevo previsto che Nadia avrebbe risposto così, con la sua esasperata indole da brava ragazza; fortuna che aveva un'amica come me!

-Ok, allora fa' finta che non ti abbia detto niente, lo farò da sola

-Ma no.. Mirko! Aiuto!

Mi gelai. Non so perché sentire il suo nome, immaginarlo lì vicino, mi fece questo effetto, ma so che ero ancora turbata da quello che era successo il giorno prima con la telefonata. Voltandomi lentamente, lo vidi con un gruppo di amici che guardava Nadia interrogativo; quando incontrò il mio sguardo mi sorrise, allegro come sempre. Io ricambiai con un cenno della mano, poi lo vidi salutare brevemente i ragazzi e venire verso di noi.

-Che succede? -chiese rivolto a tutte e due

-Vuole falsificare un esame -mi accusò Nadia

-Non è vero! -ribattei subito, spiegandogli tutta la situazione

-Si può fare -concluse lui, e io esultai -Ti do una mano se vuoi

-Sì, uno che faccia il palo mi ci vuole -risposi, entusiasta

-Ma siete dei.. dei mafiosi! -se ne uscì lei; io e Mirko ci guardammo un istante, poi scoppiammo sonoramente a ridere. Era stato solo un attimo: adesso quel gelo veniva spazzato via dalle nostre risate calde e piene di sempre.

-Io non voglio sapere niente di questa storia, è chiaro? -fece Nadia guardandoci storti, per niente coinvolta dalla nostra allegria.

-Chiarissimo -rispose Mirko -Fai bene a non mischiarti con noi gente malavitosa

Lei scosse la testa e distolse lo sguardo, per poi assumere un'espressione ostile, ma non verso di noi -Riccardo in arrivo -annunciò infatti

-Dove? -domandai subito sull'attenti, finché non lo vidi che veniva a passo svelto verso di me

-Sta già scodinzolando -fece Mirko con aria divertita e io mi girai per ribattere, ma lui e Nadia si stavano già allontanando, neanche stesse tornando la peste del 1348.

Devo dire che mi infastidiva il loro atteggiamento nei confronti di quello che, se non era ancora il mio ragazzo, era qualcosa di molto simile; ma ora dovevo occuparmi solamente di lui, non degli amici.

-Ciao -tentai

Lui rispose con uno sguardo storto; altro che scodinzolare -Mi devi spiegare un po' di cose.

Quel “devi” mi fece girare i nervi e parlai prima di ragionare, mossa dall'istinto -Anche tu dovresti proprio spiegarmi perché l'altro giorno sei dovuto scappare agli allenamenti se gli allenamenti non c'erano

-Ma cosa stai dicendo? -domandò come se stessi affermando di aver visto una vacca volante -chiedi al coach: ci hanno sfidato quelli di un'altra confraternita, e noi abbiamo deciso di accettare anche se era una gara fuori programma, così adesso dobbiamo fare dei turni extra di training per arrivarci preparati

Ops.

Cosa cazzo stavo facendo? Dovevo chiedergli scusa, spiegargli tutto e invece gli stavo dando addosso!

-Guarda -mi disse poi indicandomi il suo coach che parlava con un altro uomo, mai visto prima ma con in testa un berretto e al collo un fischietto -è lui l'allenatore dell'altra squadra; si stanno mettendo d'accordo per la data esatta della partita

Applaudite alla più nevrotica, più idiota e più stronza di tutte le ragazze!

-Riccardo, scusa -sospirai sentendomi più o meno al pari di una cacca di cane; e il peggio è che non si era nemmeno arrabbiato, rimanendo calmissimo e mettendo così ancora più in risalto la mia follia -ho frainteso tutto.

-Spero di aver frainteso anch'io -mi interruppe, e solo allora vidi un bagliore di risentimento nei suoi occhi e capii all'istante che doveva riferirsi alla telefonata.

-Ma certo che hai frainteso! -dissi subito ma, ovviamente, lui mi guardava ancora diffidente, così gli spiegai lo stupido scherzo di Mirko, senza però rivelargli che lo scopo era stato quello di farlo ingelosire.

-E tu dov'eri quando ti ha preso il telefono? -mi chiese

-Accan.. - “accanto a lui” avrei voluto dire, ma poi ripensai a quello che aveva detto Mirko: aveva ragione, avrei potuto urlare, ribellarmi con più forza.. ma non lo avevo fatto -Fuori, a fare una passeggiata con Nadia. Eravamo in campagna.

Avete presente il paragone con la cacca di cane? Ecco, trasformatelo pure in un'enorme cacca di elefante.

Non mi piaceva affatto dire bugie, ma non avrei saputo come giustificare il mio comportamento; semplicemente non ci avevo pensato, non mi era venuto in mente che lui mi avrebbe potuta sentire se avessi gridato.. forse era perché avevo creduto anch'io nel piano di Mirko, inconsapevolmente. Sì, doveva essere così, e avevo fatto bene perché stava decisamente funzionando: Riccardo sorrise e mi passò un braccio attorno alle spalle, scoccandomi un bacio sulla guancia

-Ok, allora tutto a posto; mi stavo solo preoccupando troppo

Lo guardai divertita -Troppa gelosia non fa bene a un rapporto -senti chi parla, pensai nel frattempo.

-Anche tu hai fatto la tua parte -mi ricordò infatti indicando con un cenno del capo i due coach che ancora parlavano.

-Mi sono già scusata -ribattei un attimo prima di accogliere il suo bacio irrompente.

-Non pensiamoci più. Ci vediamo stasera, Ludy -e si allontanò, senza nemmeno darmi il tempo di dirgli se avevo o no altri programmi per la serata.

Questo fece risvegliare la mia incazzatura ma poi, quando vidi un gruppetto di ragazze appoggiate a una colonna che mi guardavano con occhi invidiosi da far paura, i miei pensieri vennero deviati altrove: stavo con il ragazzo più desiderabile di tutta l'università!

Mi diressi verso la prima lezione della mattinata con un sorriso soddisfatto in volto.


°°°


-Se non cambi faccia non solo ci scopriranno, ma ci metteranno anche in carcere per sospetto d'omicidio -disse Mirko in tutta tranquillità, mentre camminava al mio fianco con le mani in tasca, totalmente disinvolto

-Cos'ha la mia faccia che non va? -chiesi cercando inutilmente di specchiarmi in una finestra.

-Sembra che tu stia per fare una rapina, ecco cos'ha

-Non è vero!

-Rilassati -mi esortò -siamo solo due normalissimi studenti che passeggiano per i corridoi tra un'ora e l'altra di lezione

-Ma noi stiamo per entrare nell'ufficio del prof

Mirko alzò gli occhi al cielo e affrettò il passo -A questo punto, meno gente ci vede meglio è

Ma anche volendo, non sarei riuscita a cambiare espressione: non sapevo mentire, era un dato di fatto. La mia unica speranza era che solo Mirko riuscisse a leggermi in faccia quello che stavamo per fare dato che, a differenza di tanti altri, lui riusciva a leggermi come un libro aperto.

C'erano altre persone, fra studenti e professori che passeggiavano come noi ma, l'area davanti all'ufficio del prof che interessava a noi era vuota.

Mirko bussò e, quando mise la mano sulla maniglia, la porta si aprì docilmente; in effetti non avevo nemmeno considerato che cosa avremmo fatto nel caso fosse stata chiusa; lo vidi però storcere un po' il naso

-Che hai? -gli domandai

-L'ha lasciata aperta -disse indicando la porta -vuol dire che non resterà lontano per molto: sbrigati, io resto qui, se arriva ti avverto.

-Va bene – risposi e lo guardai appoggiarsi a uno stipite della porta rivolto verso il corridoio.

Mi guardai un attimo intorno, per orientarmi: c'erano una cattedra con dietro una poltrona e due file di armadietti. Cominciai a frugare fra le scartoffie, trovando vari esami di chissà quali matricole; dopo molti cassetti, trovai gli esami di biologia, che erano i diretti interessati, e cominciai a scalare i numeri, grazie a Dio messi in ordine, fino a trovare un foglio che ne era privo, proprio in corrispondenza del numero di Nadia.

Riconobbi subito la sua scrittura e, trattenendomi dall'esultare, presi al volo la penna che tenevo in tasca e scrissi il suo numero di matricola nell'apposito spazio.

Mentre risistemavo i fogli al loro posto, sentii l'ansia, prima inspiegabilmente tenuta a freno, cominciare a salire; che stupida, non ce n'era motivo, ormai era tutto passato.

Dovevamo solo uscire da lì..

Le ultime parole famose che portano sempre sfiga.

-Cazzo! -sibilò Mirko, e io mi voltai verso di lui alla velocità della luce.

-Arriva? -chiesi mentre le mie gambe mi portavano automaticamente verso l'uscita.

-Ferma -disse bloccandomi -cammina spedito, ci vedrebbe uscire; c'è mancato poco che mi beccasse..

-E allora che facciamo? -chiesi, sempre sibilando con una nota che rasentava il terrore puro nella voce.

I passi del prof si avvicinavano. Ci avremmo rimesso sicuramente, ma non avremmo mai detto perché eravamo lì. Questo era il mio piano: resistere fino all'ultimo!

Mentre mi immaginavo le orribili torture a cui sicuramente ci avrebbero sottoposti , vidi Mirko che, dopo aver pensato qualche istante, si avvicinò a me.

-Stai al gioco -mi disse in un sussurro, il viso troppo vicino al mio mentre mi spingeva contro il muro.

-Che..? -domandai senza capire, ma non ebbi fiato abbastanza per finire la frase.

Aveva piegato il collo chinandosi verso di me, e le sue labbra erano sempre più vicine alle mie; non riuscivo a muovere un muscolo, ero certa che mi avrebbe baciata.

Baciata sì: il bacio, la roba che fanno le coppiette. Ma io e lui non eravamo una coppietta: perché non mi stavo scansando?

Sentii qualcosa di simile al panico impadronirsi di me: era irrazionale questo non volere e volere contemporaneamente che lui mi baciasse. Mi mandava in corto circuito.

Forse se ne accorse, forse avvertì la mia paura, non lo so ma, all'ultimo momento, Mirko si piegò da un lato con un sospiro impercettibile, e sentii il contatto con le sue labbra calde arrivare sul collo.

Mi venne spontaneo chiudere gli occhi mentre i suoi baci, che si adattavano perfettamente alla mia pelle, mandavano scariche elettriche lungo tutta la mia spina dorsale; mi ritrovai a desiderare che le sue mani attorno alla mia vita stringessero di più, sempre di più..

-Che succede qui?!

Terra chiama Ludovica.

Mirko si staccò da me senza nessuna esitazione, girandosi verso il prof che era appena entrato; solo allora lasciai scivolare via le mani dai muscoli delle sue braccia, dove erano andate senza il mio controllo.

E che muscoli..

-Prof! Che ci fa qui? -domandò, mentre io mi rintanavo in quell'angolo di muro dove lui mi aveva spinta appena pochi istanti fa, ancora scossa.

Scossa sì, ma non per il comportamento di Mirko: con la mente di nuovo (quasi) lucida, potevo capire che quei baci erano parte integrante del suo piano architettato in cinque secondi per non far scoprire al prof cosa realmente stessimo facendo lì... ero rimasta scossa invece dal modo in cui aveva reagito il mio corpo. Senza farmi notare, mi poggiai una mano all'altezza del seno sinistro: il mio cuore ancora palpitava.

-Che cosa ci fate voi qui! -ribatté l'uomo

Ma questo ci è o ci fa? Pensai, ma rimasi in silenzio, lasciando a Mirko il compito di tirarci fuori dai pasticci.

-Ecco.... vede... -si grattò la testa -sa com'è..

Mi era capitato pochissime volte di vederlo in imbarazzo, e di certo questa non era una di quelle: era palese che stesse fingendo.

Ma il prof non lo conosceva bene quanto me, e abboccò all'amo; sospirando indicò la porta alle sue spalle -Andatevene subito, è meglio. Non si può nemmeno lasciare l'ufficio aperto per il tempo di un caffè! -si lamentò -Ma non ce l'avete una casa dove andare?

-Sa che mi era venuta la stessa idea? -ribatté Mirko afferrando la mia mano e trascinandomi fuori mentre l'uomo scuoteva la testa e ci lasciava uscire.

Nello stesso istante in cui la porta si richiuse alle nostre spalle, mi lasciò andare.

-Scampato pericolo -dichiarò allegramente

Io annuii, sforzandomi di sorridere; lo sapevo che così facendo stavo solo peggiorando la situazione, ma avevo la gola ancora troppo secca per parlare.

Lui mi lanciò un'occhiata di sbieco, mentre continuavamo a camminare -Pensavo peggio

-Cosa?

Wow, avevo recuperato l'uso della parola, ma per guardarlo in faccia mi ci sarebbe voluto ancora un po'.

-Che ne so, mi aspettavo una reazione isterica, o come minimo uno schiaffo

-Posso sempre rimediare

Mi arrischiai a guardarlo, incontrando il suo sguardo, già puntato su di me mentre scuoteva la testa -Non ci credo che ti sia dispiaciuto

Aprii la bocca per far uscire il mio fiume in piena di isteria, ma tutto quello che riuscii a fare fu ingoiare aria; vidi nascere un sorrisetto soddisfatto sulle sue labbra, uno sfondo serio dietro al suo sguardo ironico

-Mr. Figo non sa farti provare in una notte intera quello di cui è testimone quell'ufficio -rincarò la dose

-Non è vero -non credevo alle mie stesse parole, e lui se ne accorse perché trattenne una risata -Ok, le cose con lui non stanno esattamente decollando, ma succederà presto! -tentai di rimediare, facendo solo peggio.

Gli stavo dando ragione! In pratica glia avevo appena detto che in quell'ufficio io e lui eravamo.. decollati. Pessimo.

-Campa cavallo -ribatté scettico -Io invece sono qui a tua disposizione, quando vuoi

-Idiota!

-Poco fa non la pensavi così..

-E' stata colpa dell'astinenza -dichiarai, convinta

-Ah sì?

-Certo. Se con Riccardo le cose andassero meglio, e ci andranno, tu non mi avresti fatto il minimo effetto.

Perché negare l'evidenza? Era chiaro a me come a lui che il mio corpo aveva reagito ai suoi baci, ma era ancora più chiaro quale fosse il motivo: Riccardo.

Lui ci pensò un attimo poi annuì -Se l'astinenza da orgasmo ti fa questi effetti, tra non molto ti ritroveremo come Cicciolina e quel povero cavallo.

-Mirko! -e gli diedi un meritatissimo spintone mentre lui rideva.

In quel momento, spuntò Nadia -Allora, come è andata? -ci chiese. E menomale che non voleva saperne niente.

-Alla perfezione -rispose Mirko con un ghigno.


°°°


La persiana era rimasta aperta, ma non avevo voglia di alzarmi e andare a chiuderla; filtrava una lieve luce bianca, forse il chiaro lunare. Mi rigirai nel letto, senza tirare troppo le coperte per non scoprire Riccardo, che dormiva beato già da ore; io invece ero ancora sveglia.

Inutile dirlo, quella notte tra noi era andata come tutte le altre.. però almeno stavolta si era fermato a dormire con me.

Guardai ancora i contorni dei nostri vestiti sparsi sul pavimento; ma qual era il mio problema?

Il problema non è tuo, ma suo, risuonò forte e chiara la voce di Mirko nella mia testa. Beato lui che ne era così sicuro.

Mi sfiorai il collo con due dita, proprio nel punto in cui quella mattina..

Non ne avevo parlato con Riccardo, in fondo non ce n'era motivo: nessun tradimento, era stato per salvare l'esame di Nadia.

Forse il problema non era questo, forse stava più in quel contrasto interiore che avevo sentito quando credevo che mi avrebbe baciata: quello non avrebbe dovuto esserci.

Mi alzai, avevo bisogno d'aria fresca.

Senza far rumore, aprii piano piano la porta finestra, e uscii in terrazzo, lasciando la notte appoggiarsi sulla mia pelle nuda e la luna disegnarne i contorni; faceva freddo, ma non me ne curai. Non c'era nemmeno una luce accesa, tutta la città dormiva. Era strano ritrovarsi nuda in terrazzo alle cinque di notte, ma d'altronde non c'era stato niente di normale in quella giornata.

Mi appoggiai alla ringhiera sospirando e, come al solito quando mi trovavo da sola di fronte a viste poetiche come quella della luna immersa nel cielo notturno, mi feci trasportare via da pensieri astratti.

Non dico che mi misi a rimuginare sul senso della vita, ma cominciai a chiedermi che cosa volessi per il futuro, se mi andasse bene una relazione come quella con Riccardo, che non si accorgeva nemmeno se i miei gemiti fossero veri o falsi, o se forse volessi qualcosa di più..

Perché adesso tutti questi dubbi? Ero sempre stata contenta di stare con lui, lo avevo desiderato a lungo, avevo cominciato persino a portare i tacchi sperando di attirare la sua attenzione!

Forse era l'atmosfera, forse la stanchezza che mi faceva vaneggiare..

Decisi di rimanere lì ancora un po', con il naso all'insù ad osservare il cielo e la luna, concentrandomi solo sulla loro bellezza, annullando qualsiasi altro pensiero.







°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Vi ho lasciato di stucco con questo bacio, eh? (ditemi di sì così mi gaso xD)

L'effetto che ha avuto su Ludovica è stato piuttosto ambiguo.. tanto che la nostra protagonista, pur essendo finalmente riuscita a dormire accanto al “suo bellissimo ragazzo” si sente insoddisfatta, o perlomeno dubbiosa..

Questa storia è farcita dei dubbi, dei ripensamenti e delle pippe mentali di Ludovica come lo è un bignè della crema! E non a caso mi sono divertita a titolare questa storia “senza dubbio”, in netto contrasto con questo aspetto; ok, è anche il titolo della canzone che me l'ha ispirata, ma nella scelta ha pesato di più questa faccenda di cui vi ho parlato che altro.

Comunque... voi ci credete alla versione di Riccardo??? Mah.. io non mi fiderei più di tanto xD

Grazie infinite alle 18 persone che hanno inserito la storia fra le preferite, alle 3 che l'hanno ricordata e alle 34 che la seguono =)

Voglio ringraziare inotlre le 13 meravigliose persone che mi hanno aggiunto fra gli autori preferiti da quando sono su EFP:


alessandradichiara (la prima in assoluto, me lo ricordo ancora! xD)

e r a t o

epril68

giody

kia_85 (grazie mille per tutto il sostegno che mi dai e che mi hai sempre dato ^^)

kiki0882

laga92

manu1988

savy85

secretkeeper

shy angel

SparksFly

sweet_marty


Grazie mille anche a tutti voi che seguite in silenzio :)

Un bacione a tutte voi!! Appuntamento al prossimo capitolo ;)

  
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