CIAO a
tutti i miei lettori!!!
Finalmente…era ora, direte voi. E avete perfettamente
ragione. Eppure, vi giuro che il capitolo era pronto già un paio di settimane
fa, ma non ho trovato mai il tempo in questi giorni di scriverlo al computer.
Oggi,
non avendo voglia di andare all’uni a seguire le lezioni, mi sono armata di
taaanta pazienza… ed eccomi qua!
Una
cosa importantissima: nel capitolo SETTE (seconda parte), avevo scritto che la partita
si sarebbe giocata il 15 gennaio…
Beh,
non avevo fatto bene i calcoli… nel 2009, proprio il 13 gennaio viene di
martedì, quindi…
E, a
proposito, da tifosa sfegatata, so benissimo che gli ottavi di finale di Champinos’ league si svolgono nel mese di marzo, ma
a me serviva proprio GENNAIO… dato che la storia è ambientata in inverno!
Che
dirvi di più?!
Solo… BUONA LETTURA… e un
bacione a tutti coloro che recensiscono…
Capitolo Nove
- … Capito?!… Me lo sono ritrovato lì, non avrei mai pensato a lui;
eppure… ero davvero felice che fosse accanto a me in quel momento…
- Tesoro, e chi non sarebbe felice di trovarsi al fianco di
“Gabriele Grimaldi”?- le rispose Giorgio, con l’aria sognante, mentre
continuava a sgranocchiare i popcorn ancora caldi.
Erano passati alcuni giorni dal capodanno e Chiara
aveva deciso di passare una piacevole serata con il suo amico fotografo,
spettegolando e guardando, accoccolati sul divano, il loro film preferito:
SERENDIPITY (Quando l’amore è magia). Niente volgarità, nessuna parolaccia; due
spiriti affini, che s’incontrano “per caso” e scoprono di essere fatti l’uno
per l’altra; e, sempre “per puro caso” riescono a ritrovarsi nel momento e nel
luogo giusto: semplicemente, da favola, quindi, praticamente, impossibile.
- Piuttosto- continuò lui- com’è andata con Matteo? Avete
parlato un po’?- le chiese. Non l’aveva mai visto di persona, ma la ragazza
gliene aveva parlato spesso.
- Più o meno- rispose- Almeno, fino a quando siamo stati da
soli. Poi, con l’arrivo di Jacqueline- e non poté far altro che
pronunciarne il nome facendo roteare gli occhi- vuoi o non vuoi, eravamo
sempre divisi. Se cercavamo attimo di “intimità”, qualcuno faceva in modo di
stare insieme a noi, di non lasciarci mai liberi- concluse, fissando un
punto nel vuoto, sconsolata. Si era immaginata quei giorni diversamente da come
li aveva vissuti. Sperava di poter passare del tempo con il suo migliore amico,
come non le succedeva da anni, soprattutto, sapendo che lui, di lì a qualche
mese, si sarebbe sposato.
- Mmm…- mugolò Giorgio, che si era appena ficcato in bocca una
quantità impressionante di popcorn- mi sembra di capire che la ragazza di
Matteo non ti sta poi così simpatica…- e un sorriso malandrino si dipinse
sul suo volto.
- Vuoi la verità?- gli chiese, guardandolo negli occhi e, subito
dopo, spostando lo sguardo sui disegni del parquet, che sembrava aver catturato
la sua attenzione- L’ho odiata dall’istante in cui l’ho vista… ho odiato il
modo in cui camminava, il modo in cui sorrideva, come lo abbracciava o lo
teneva per mano- Fece una pausa- E, soprattutto- continuò- l’ho odiata
perché sembrava che ogni suo desiderio fosse un ordine per Matteo.
- Tieni molto a lui… si vede- disse a voce bassa.
- Io… sì. Perché mi conosce meglio di chiunque altro… Perché riesco
a parlargli senza alcuna difficoltà, senza alcuna vergogna… Perché non voglio…-
arrossendo- Io non voglio che una GATTAMORTA se lo porti via così…
- Una gattamorta?!- esclamò, ridendo.
- Sì! Perché le basta fare gli occhi dolci, che lui striscia subito
ai suoi piedi.
- E, allora- fece l’amico, cambiando tono di voce- perché non
hai detto questo a Matteo? Perché, se davvero vi raccontate tutto, non hai
avuto il coraggio di essere sincera fino in fondo?- era come se la volesse
rimproverare per la sua eccessiva timidezza. Non sopportava il fatto che Chiara
avesse così tanta paura persino di se stessa; e voleva sempre spronarla a
superare i suoi limiti.
- Tu… vuoi sapere il perché?!- quasi gli urlò contro, con le
lacrime agli occhi- Perché so che è una ragazza che ha sofferto molto, in
vita sua. Può non sembrare, ma è così, te l’assicuro- rispondendo ad uno
sguardo emblematico- E, forse, adesso è così arrogante e si mostra superiore
agli altri perché cresciuta in fretta, troppo in fretta… Ecco perché! Perché
sento che lo ama; e lo ama più di quanto non lo dia a vedere.
Giorgio le sorrise: era riuscito nel suo intento, le
aveva dato la possibilità di sfogarsi, di buttare tutto fuori. Ma non era il
caso di continuare quel discorso… e, poi, il ragazzo era curioso di saperne di
più sugli altri invitati…
- Dì un po’… e Orlando? Come ti è sembrato? C’era anche Kate?
- Orlando era davvero mooolto, mooolto carino! (Non trovi che sia
strano che proprio io dica queste parole?!) Comunque, si è tagliato i capelli,
sai. Li ha corti come li portava qualche anno fa. E devo dire che, tra il bel
vestito che indossava e il suo sorriso pulito, l’ho visto come una persona
normalissima, semplice… buona dentro…
- E anche fuori!- le fece eco. Scoppiarono a ridere.
- Che scemo che sei!- gli disse, tirandogli un cuscino in
faccia- Certo, è proprio bello, non si può dire altrimenti. E, poi, più gli
parlo, più mi convinco che sia davvero un bravo ragazzo. Beh, magari un po’
egocentrico, ma non più di altri uomini che ho conosciuto…
- E kate? È completamente rifatta come si dice?
- Se è rifatta, non lo so e, detto fra noi, non ci vedo, poi, niente
di male!… Ma tu lo sapevi che ha gli occhi l’uno di un colore diverso
dall’altro?!- Giorgio fece un cenno negativo col capo, poiché non avrebbe
potuto risponderle a voce: ma quanto l’aveva grande la bocca? Sembrava un forno
(che non smetteva mai di riempire!)- E’ particolare; ma, di certo, non le
serve questo per attirare l’attenzione delle persone che la circondano. È
semplice… superba… nel senso buono del termine, però- Così dicendo prese
a muovere le mani con gesti delicati, per aiutarsi nella descrizione- E’
elegante in tutto quello che fa, o dice. È affabile e non mi ha dato, nelle
poche ore che siamo state insieme, l’impressione di essere la “perfida megera
gelosa e narcisista” di cui tutti parlano.
- Ma NON PUO’ essere perfetta!- piagnucolò il fotografo.
- No, non ho parlato di perfezione. Nessuno al mondo è PERFETTO.
Dico solo che, sì, avrà i suoi mille difetti, ma è brava, anzi, bravissima a
nasconderli!
Finirono di vedere il film, che, come sempre, li
lasciava totalmente sereni e soddisfatti e loro due, inguaribili romanticoni,
esternavano il loro stato d’animo con un bel sospiro d’amore.
Giorgio era già
sulla soglia della porta d’ingresso, infagottato (come solo lui sapeva fare)
con sciarpa, berretto, cappotto e guanti, ma non si decideva ad andarsene.
- Amore mio, devi scegliere al più presto- le disse.
- Non ti capisco- gli rispose.
- Hai tre uomini (e dico tre uomini fantastici, uno più bello
dell’altro) che ti girano intorno… e tu ancora non hai deciso chi è il tuo
principe azzurro!
- Giorgio- lo interruppe- dimentichi un PICCOLISSIMO dettaglio INSIGNIFICANTE: due di loro sono
fidanzati. Matteo, addirittura, si sposa a settembre!
- E allora?
- E allora, cosa?- gli fece
eco lei.
- L’hai detto tu che
Jacqueline non ti piace…
- Ma…- cercò d’intromettersi.
- E, poi, lo sai quante volte si sono presi e lasciati Bloom e la
Bosworth?
- Quindi…?- gli chiese, incrociando le braccia, pronta a
sorbirsi uno dei discorsi campati in aria dell’amico.
- In conclusione…- le disse con l’aria di chi la sa lunga- “GUALDA
DENTLO TE STESSA”- continuò, come se stesse recitando un proverbio cinese- “E
SCOPLILAI COSA VUOI E, SOPLATTUTTO, COME LO POTLAI OTTENELE!”
Risultato: la fece ridere con le lacrime; e non
riuscì a farla smettere, se non dopo una decina di minuti.
La mattina del 13 gennaio, Chiara si recò
all’aeroporto di Fiumicino: l’aereo per Londra partiva alle 11:30. Era a dir
poco elettrizzata all’idea di assistere ad una partita così importante della
sua Juve, ma, soprattutto, non vedeva l’ora di stare di nuovo insieme al suo
“amico” Orlando.
Senza sapere bene il perché, si era fatta più bella
del solito, aveva semplicemente seguito il suo istinto. Indossava un dolcevita
rosa, un paio di jeans retti, impreziositi da paillettes disposte in modo da
formare il disegno di qualche fiore; e, dato che faceva ancora freddo, un bel
cappotto bianco.
Aveva raccolto i capelli in una coda alta, cosa che
faceva solo quando lavorava, preferendo, invece, portarli sciolti.
Aveva con sé un piccolo trolley, in cui era riuscita
a far entrare tutto l’occorrente per un breve viaggio di due giorni, e una
grande borsa colorata.
Ciò che saltava subito all’occhio era la naturalezza
con cui portava i tacchi a spillo, che, di sicuro, dovevano essere almeno
numero 9: camminava come se avesse ai piedi le scarpe più comode del mondo,
senza ancheggiare più del dovuto, né trovando difficoltà a mantenere
l’equilibrio.
Il volo le sembrò interminabile, ma, finalmente,
quando rimise i piedi a terra, si diresse, insieme agli altri passeggeri, verso
il tappeto su cui avevano già cominciato a girare alcuni bagagli. Ma perché, se
la sua valigetta se l’era portata come bagaglio a mano? La risposta non si fece
attendere a lungo…
Oltre a molti tra borsoni e valigie, era uscito sul
nastro trasportatore anche un enorme sacco contenente qualcosa ben
impacchettato e infiocchettato.
La ragazza si era scervellata per un po’ di tempo,
prima di riuscire a trovare un regalo adatto all’inglese. Poi, aveva deciso di
chiedere un consiglio a Giorgio.
- Cosa
si può regalare , per il compleanno, ad un attore ricco e famoso, che basta che
schiocchi le dita per poter ottenere tutto ciò che vuole?- gli aveva
domandato.
- Fammi
pensare…- le aveva risposto- di preciso, non so, ma secondo me,
dev’essere qualcosa che lo faccia pensare a te…- e non aveva aggiunto
altro.
Così, Chiara era andata un po’ in giro, senza sapere
cosa dover comprare… quando, senza quasi riflettere, si era letteralmente
imbambolata davanti alla vetrina del DisneyStore di Roma, in via del Corso.
“Qualcosa che lo faccia pensare a te… pensare a
te…”, le parole di Giorgio le rimbombarono nella testa: era sicura di aver
trovato l’oggetto adatto da regalare ad Orlando. E, adesso, se lo portava dietro,
non senza qualche difficoltà: era quasi più grosso di lei, ma, per sua fortuna,
era soltanto molto ingombrante e pesava poco.
Non appena si videro, lei riuscì a stento a
trattenere le risa, mentre lui, a metà fra l’incredulo e il divertito, la guardava
da sopra gli immancabili occhiali da sole.
- E,
così, non volevi dare nell’occhio, vero?- gli scappò detto, quando furono
vicini.
- Che
ci posso fare, io, se non l’ho potuto infilare in valigia?!- gli rispose
tranquillamente, come se stesse parlando con un suo amico di vecchia data.
Adorava stare in sua presenza, perché Orlando, come
piaceva a lei e contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato, non si
atteggiava a “gran divo”.
Il ragazzo aspettò di essere di nuovo a casa per
scartare il suo gigantesco regalo.
- Non
credevo sapessi che oggi è il mio compleanno!- esclamò, cercando il modo
migliore di spacchettarlo.
- Eh,
sai, è un’informazione che ho avuto grazie alle mie fonti segrete…- gli
rispose, sorridendo; nel frattempo, il ragazzo tirava fuori della carta, ormai
strappata, quello che si sarebbe rivelato un Winnie the Pooh di peluche ad
altezza uomo.
- Sono
sicura che, così, ogni volta che lo guarderai, ti verrà in mente quella GRANDE
giornalista italiana, ancora un po’ bambina, che ti ha fatto le domande più
intelligenti alle quali un attore del tuo calibro possa rispondere!- lo
anticipò- Ricordo benissimo che faccia hai fatto quando ho tirato fuori
della borsa il mio block-notes!- continuò, fingendosi arrabbiata.
Per ringraziarla del dono tanto originale, quanto
gradito, Orlando le diede un bel bacio sulla guancia. Non era la prima volta
che lo faceva, eppure, in quel momento, Chiara si sentì il viso in fiamme;
abbassò la testa e prese a raccogliere tutto ciò che era rimasto sparpagliato per
terra, mentre il cuore le batteva a mille all’ora nel petto.
Lui non si accorse di nulla, intento com’era a
trovare un posto adatto in cui collocare l’orsacchiotto gigante.
- Kate
dov’è?- gli chiese all’improvviso.
- Oh,
beh, in questo preciso istante, si trova in India: questa settimana hanno
iniziato le riprese del suo nuovo film…
- E
non vi siete sentiti, oggi?
- No,
sai, i primi giorni sono quelli cruciali… sarà impegnatissima…
- Ma
non può trovare cinque minuti da dedicare a te?-lo interruppe.
- Di
questo puoi starne certa… non si è mai dimenticata di una ricorrenza,
figuriamoci del mio compleanno!- le rispose, facendole l’occhiolino.
Subito dopo aver pranzato, si misero in macchina,
diretti all’Old Trafford di Manchester, dove lo United, di lì a qualche ora,
avrebbe sfidato una della squadre più in forma del momento, la Juventus, reduce
da diverse vittorie consecutive.
Arrivarono molto prima dell’inizio della partita, ma
decisero di prendere posto in tribuna vip, per godersi anche i cori che le due
tifoserie avversarie già avevano cominciato ad intonare dalle rispettive curve.
L’atmosfera si era ben presto surriscaldata; e anche
i due ragazzi avevano ormai quasi “dimenticato” le loro identità: entrambi
avevano tolto il cappotto che indossavano, per lasciare scoperta la felpa con i
colori ognuno della propria squadra del cuore (biancorossa e bianconera).
Chiara, inoltre, si era portata dietro persino la
sciarpa ufficiale e si era unita al coro dei numerosi tifosi italiani che
avevano deciso di seguire la trasferta.
Le squadre entrarono in campo insieme alla terna
arbitrale. Tutto era pronto. Fischio d’inizio: lo stadio era diventato tutto ad
un tratto una bolgia infernale. Ciascuna delle due tifoserie cercava di
sovrastare l’altra, ma, per fortuna (e come deve sempre essere), tutto si
svolse nel più completo fair play, sia in gioco che sugli spalti.
Come da copione, la partita fu entusiasmante, con
molte azioni spettacolari da entrambe le parti. E, ovviamente, alla fine,
vinsero gli ospiti con due goal di scarto.
Orlando, però, non sembrava averla presa male; anzi,
era divertito dal comportamento della ragazza: è così raro trovarne una che
s’intenda davvero di calcio e ne sia così appassionata! (non come molte ochette
interessate esclusivamente ai calciatori!). E, poi, l’attore aveva anche ben
altro in programma per la sua “amica”…
- No,
dico, hai visto che punizione ha tirato Del Piero?!- aveva iniziato a
parlare a ruota libera, mentre si erano mischiati alla folla- ha preso la
palla d’interno destro, l’ha fatta girare e… tac, all’angolino! Proprio come ai
vecchi tempi!… Ma, Orlando, che fai?- gli chiese, fermandolo per un
braccio- l’uscita è da questa parte…
- Oh,
beh, sì, certo- le rispose, non molto convinto, tirando fuori da una tasca
dei jeans qualcosa non ben definito.
- Cosa…
cos’hai in mano?- domandò avvicinandosi, tentando di capire di che si
trattasse.
Lui, dopo un momento di finta indecisione, le mostrò
due pass, con i loro nomi scritti sopra.
- No,
non ci posso credere…- gli disse, guardando alternativamente le mani e gli
occhi del ragazzo.
- Credici-
rispose semplicemente, annuendo col capo, con l’aria saccente.
- Sono…
due pass…
- Sììì…-
le fece cenno di continuare.
- Per…
GLI SPOGLIATOI?!
- Hai
indovinato.
- Ah!
Orlando…- esclamò gettandogli le braccia al collo e saltellando per la
gioia- mi farai conoscere la MIA Juve!
- Sì-
le rispose sorridendo,ricambiando l’abbraccio. La sorpresa era riuscita alla
perfezione.
I due si trattennero una buona mezz’ora con i
calciatori; Chiara era, letteralmente, al settimo cielo.
Al momento di separarsi, gli juventini le fecero
promettere di recarsi, qualche volta, a Torino, poiché l’avrebbero fatta
assistere agli allenamenti.
Successivamente, sebbene fossero ormai le 23
passate, l’attore e la giornalista cercarono un ristorante in cui poter cenare
indisturbati: tutte quelle emozioni avevano messo loro un po’ d’appetito.
Così, parlarono del più e del meno, scherzando e
ridendo anche per un nonnulla. Avevano appena chiesto il conto, quando Orlando,
facendosi serio, disse qualcosa che Chiara non si sarebbe mai aspettata di
sentire, soprattutto quella sera.
- Kate mi ha chiesto di dirti che vorrebbe te
come damigella d’onore…
- Come, scusa?- riuscì a dire, non avendo
ancora compreso appieno il significato dell’intera frase.
- Le ho chiesto di sposarmi… e lei ha accettato!-
Chiara sgranò gli occhi, convinta di aver sentito male- le nozze si
celebreranno quest’anno, a settembre- No, aveva capito benissimo.
I suoi
sogni avevano cominciato ad infrangersi uno ad uno.
Il
ragazzo stava aspettando una risposta.
- Sì,
sarò onorata di essere la sua damigella; sono solo leggermente stupita del
fatto che lo abbia chiesto proprio a me…
Non fece in tempo a spiegarle il motivo, che gli
squillò il cellulare. Era Kate, che voleva fargli gli auguri ed era già a
conoscenza della presenza di Chiara: sapeva che il fidanzato le aveva appena
riferito il suo desiderio.
Le ragazze parlarono un poco fra loro. L’italiana
ebbe, così, occasione di complimentarsi dell’imminente matrimonio e ringraziò
l’attrice per averle affidato questo compito, pur non conoscendola bene.
L’indomani, al momento dei saluti, Chiara, con aria
malinconica, abbracciò Orlando.
Sull’aereo, si diede mentalmente della sciocca, per
aver pensato, anche solo per un istante, di potergli piacere in qualche modo.