Un nuovo amico.

di Ale HP
(/viewuser.php?uid=118167)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Alla mia amica Derret, 
Te l'avevo promesso, cara, e quindi, eccoti servita. 
<3

 




 Un nuovo amico.


Rose se ne stava seduta sulla poltrona della sala comune di Grifondoro, di fronte al fuoco scoppiettante, e piangeva.
Le lacrime erano iniziate a rigarle il volto quel pomeriggio, quando James, con un incantesimo, le aveva alzato la gonna davanti a tutta la scuola; era stato il peggior primo giorno che si potesse immaginare.
Ed ora, alle due di notte, continuava a piangere.
L’avevano tutti presa in giro, non uno che l’aveva difesa, o almeno consolata, pensava che Albus l’avrebbe fatto, oppure Lucy, ma niente, nessuno se n’era importato.
Poi, all’improvviso, sentì qualcuno scendere le scale, così si asciugò le lacrime e fece finta di dormire.
«Rose?» chiese qualcuno, assonnato.
Doveva essere quel ragazzino, Scorpius, il figlio di Malfoy, quello dal quale il padre le aveva detto di stare lontana.
Ma tanto lei non gli avrebbe dato retta, specialmente perché il piccoletto era molto carino, anche se basso.
Così, si girò verso il ragazzino e lo osservò, mentre lui faceva lo stesso con lei.
«Perché piangi?» chiese ancora, mentre si sedeva accanto a lei: erano abbastanza mingherlini da sedere sulla stessa poltrona stando comodi.
«Per lo scherzo di oggi» gli sussurrò lei.
Non sapeva perché proprio lui - del quale non sapeva quasi nulla - era venuto lì a consolarla, e non sapeva nemmeno perché lei glielo stava raccontando.
«Dai, Rose! Non è successo nulla!» esclamò Scorpius, tentando di confortarla, mentre, col dorso della mano le asciugava le piccole lacrime che erano rimaste sul volto quasi asciutto.
«Tutti mi hanno visto le mutande!» si lamentò Rose.
Ricordava ancora le facce degli studenti fissi su di sé, che ridevano e la indicavano.
«Tutti, però, sanno che è stata colpa di quell’imbecille di tuo cugino» aggiunse il ragazzo, «E poi non erano tanto strane quelle mutande… Insomma, erano semplicemente rosa» concluse, un po’ in imbarazzo per l’argomento trattato.
Rose abbassò lo sguardo, arrossendo: aveva visto anche lui le sue mutande?
«Rose, non arrossire! Io sono tuo amico, ti voglio bene, non penso di certo alle mutande che indossi!» disse ancora Scorpius, lasciandola a bocca aperta.
Era suo amico? E le voleva bene?
Era sicuramente un sogno, si disse Rose.
«Sul serio?» chiese poi.
«Certo!» confermò il biondo, abbracciandola.
La piccola Weasley ricambiò l’abbraccio, e fu felice di aver scoperto di avere un amico come Scorpius.
«Ora è meglio andare a dormire, no?» le chiese, scrollando le spalle.
Lei annuì, poi salì la scala a chiocciola che portava al dormitorio femminile e, una volta arrivata a destinazione, si chiuse la porta dietro di sé.
Si addormentò col sorriso sulle labbra, pensando a che giornata meravigliosa l’aspettava il giorno seguente con il suo nuovo migliore amico.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=767735