cap 11
trallalì
trallalà =) non ci credete, vero? Questa volta sono stata
bravissima, merito anche delle vostre bellessime recensioni che mi
hanno spinto a scrivere!!
Il prossimo aggiornamento però non so quando verrà. per
questo capitolo ho avuto l'ispirazione nel momento stesso che postavo
il precedente.
Se il capitolo ci sarà, sarà prima del 20 di agosto, poi parto e quindi ci si rivede a settembre.
intanto scrivo, no? =)
BUONA LETTURA!! =)
CAPITOLO 11 – IL BALLO
Il ballo di fine liceo di Isabella? Ve lo racconto subito.
Quando Charlie Swan rientrò a casa quella sera, non fu per nulla
sorpreso di vedere la figlia seduta sul divano, i piedi comodamente
appoggiati sul tavolino, sulla cui superficie in legno gocciolava un
bicchiere di Cola ghiacciata.
“niente ballo, Bells?” Lei sobbalzò nel sentire la
domanda, il rientro del padre era previsto solo in tarda serata. E su
di esso ci contava, per evitare scuse e inutili spiegazioni sul
perché non fosse alla scuola a ballare con il suo ragazzo.
Sempre che Jacob fosse ancora il suo ragazzo.
“ecco...non mi andava.” Tentò di tagliar corto, con
una scrollata di spalle. In realtà dentro di sé sentiva
solo la voce del suo Jacob...quella sera non sarebbe stata gradita come
dama.
“so che hai litigato con Jacob...”
“Charlie, non ti immischiare, non sono affari tuoi.”
Isabella chiuse il libro che stava leggendo con uno scatto secco e
salì le scale diretta nella sua camera.
Charlie Swan si mise le mani nei pochi capelli brizzolati che gli
rimanevano. Bella non era mai stata una ragazza semplice, ma loro due
erano una bella coppia, si bastavano. Qualcosa nel loro rapporto si era
incrinato fino a rompersi da quando l'aveva sorpresa a sparare con i
suoi amici e l'aveva sgridata per la prima volta nella sua vita. Aveva
tutte le ragioni di quel mondo per non volere che sua figlia sapesse
usare una pistola, si sentiva dalla parte del giusto.
L'aveva quindi messa in punizione e le aveva comprato tante camicette
colorate, costringendola a vestire più femminile. Adesso aveva
pure una gonna color cachi nell'armadio e un paio di ballerine nella
scarpiera. Isabella purtroppo non aveva preso bene il cambiamento
imposto. Usava sì i nuovi vestiti, tranne la gonna, ma era
diventata scontrosa e parlava sempre di meno con suo padre.
Charlie andò nella cameretta della figlia. La trovò
distesa sul letto a pancia in giù, il viso affondato nel
cuscino, rivolto verso la finestra.
“Jake ha detto che ho poco tatto e femminilità...”
“Bells...”
“Così poco da non sembrare nemmeno una ragazza...e che
nemmeno i patetici tentativi di questi giorni fatti di camicette
colorate, mi hanno tolto quell'aria da maschiaccio che ho sempre
avuto.”
“Bells...io...”
“tu cosa? Ho provato a darti la colpa di come sono, ad
odiarti...ci ho provato.” La ragazza si alzò a sedere sul
letto, le gambe sotto al sedere, le braccia incrociate al petto.
“mi dispiace Charlie, la verità é che io sono
così perché tu mi hai cresciuto in questo modo. Ogni
tanto da piccola mi sarebbe piaciuto avere una bambola e non una
macchinina per giocare...ma alla fine ti guardavo ed ero felice
così. facevamo tante cose divertenti insieme che le mie compagne
all’asilo non potevano fare. Avevano la gonna e giocavano con le
Barbie.”
“ti avrei comprato la bambola...”
“non è per la bambola, Charlie.” Lei gli sorrise
dolcemente, il volto sereno, senza ombre di tristezza per al sua
condizione di eterno maschiaccio. “ti volevo assomigliare. Volevo
essere forte come il mio papà.”
Charlie, quasi con le lacrime agli occhi, si sporse verso la figlia per abbracciarla.
“non ti odio papà, non potrei mai, mi hai dato tutto in
questi anni, anche di più. Ci sono stati anche dei periodi
difficili, tu c’eri sempre e...Charlie! non piangere! Il mio
papà è un osso duro, non si commuove...” lo prese
in giro. Charlie sciolse l’abbraccio.
“aspetta...ho...aspetta...non ti muovere!” uscì come
un razzo dalla camera di Isabella per entrare nella sua, estrarre un
vestito dall’armadio e ritornare dalla figlia, che lo aspettava
nella stessa posizione di prima. Tenne il vestito dietro la schiena. In
completo imbarazzo, Charlie Swan si grattò la nuca.
“sapevo che non avevi un vestito e che avresti detto a Jacob che
non saresti andata per questo motivo...”
“non è la mancanza di un vestito il motivo per cui non uscirò di casa questa sera...”
Il padre ignorò le sue parole. Anche lei sapeva che era una
bugia, formulata per auto convincersi che a quel ballo non volve
andare...per dimostrarsi che un vestito non fa una persona e che lei
non sarebbe mai scesa a compromessi, indossando uno di quei vestiti da
ballo...
“ti ho fatto un regalo. L’ho comprato al negozio di
Sue...quello di vestiti usati, all’angolo. Mi ha consigliato Sue
questo...” Lo portò in avanti, mostrandole il vestito.
“non è un granché ma spero possa piacerti.”
“Charlie è un pensiero davvero carino, ma non dovevi.
Immagino che ti sia costato...riportalo indietro e prenditi una camicia
che ne hai bisogno.” Isabella gli sorrise, il cuore pieno a
metà di gratitudine per il bel pensiero del padre, un sacrificio
fatto con amore. La tristezza riempiva l’altra metà, avere
un vestito non avrebbe cambiato la situazione con Jacob.
Tuttavia le insistenze di Charlie, il suo sguardo implorante, e un pizzico di vanità, la convinsero almeno a provarlo.
“come...come sto?” Isabella in completo imbarazzo, continuava a stropicciare la gonna che poi lisciava.
“sei bellissima Bells...se ti vedesse tua madre...” Charlie era visibilmente emozionato.
“oh...invece di andare al ballo, potremmo parlare di
mamma...” l’uomo scosse la testa, le lasciò qualche
minuto per pettinare i capelli che all’epoca portava in un
pratico caschetto e la costrinse a scendere le scale. L’argomento
mamma era da sempre tabù in casa Swan.
“non ci provare Bells. Andrai a quel ballo.” La spinse
anche oltre la soglia di casa, con le chiavi del vecchio Pick Up in
mano. “tornata tardi e divertiti.” Le chiuse la porta in
faccia e girò la chiave. Soddisfatto, il sorrisetto che spuntava
da sotto i baffi, si avviò verso la cucina, ma venne fermato dal
campanello impazzito. “no, Bella! non ti apro!” le
gridò.
“apri Charlie o butto giù la porta!” rispose lei di
rimando, leggermente alterata. Charlie, ben sapendo che la figlia ne
sarebbe stata capace, scostò la tendina della porta e vide la
figlia fumante di rabbia. “le scarpe Charlie!”
Nella fretta di spingerla al ballo, il signor Swan si era dimenticato
di far indossare le scarpe alla figlia. Sorridendo come se niente fosse
successo, le aprì la porta e le porse un paio di ballerine rosse
che Isabella indossò prima di andarsene senza salutare.
La serata era decisamente iniziata con il piede sbagliato. E non continuò meglio.
Isabella arrivò nel parcheggio con una grande ansia in corpo.
parcheggiò lontano dall’ingresso, in uno dei pochi posti
liberi. L’intera scolaresca era già arrivata, mancavano
solo pochi ritardatari, come lei.
Tamburellava le dita sul volante e batteva ritmicamente il piede sul tappetino liso, cercando inutilmente di calmarsi.
“è inutile.” Si disse, nessun respiro profondo
avrebbe potuto allontanare la sua tensione. Scese dal pick up e con
passi lenti si diresse verso la palestra, allestita a festa. La musica
si sentiva già nel parco e i festoni annunciano ovunque
l’evento dell’anno. Isabella si sentiva quasi
un’estranea con quel vestitino a pois bianchi. Camminava come un
condannato a morte, stringendosi nel maglioncino rosso che indossava
per raparsi nell’estiva ma comunque fredda sera di Forks.
Sentiva su di sé tutti gli occhi degli studenti non ancora
entrati, in fila per le foto di rito sotto l’arco di palloncini
colorati. Dalla quella stessa fila che aveva gli occhi curiosi puntati
su di lei, uscì Jacob. Stupito della sua presenza, del suo
abbigliamento stranamente elegante, aveva chiesto a Leah, la sua
accompagnatrice per la serata, di scusarlo un attimo. Si era diretto
velocemente verso Isabella e, presala per un braccio, l’aveva
portata lontano da orecchie e occhi indiscreti.
“che ci fai qui?” chiese lui senza tanti preamboli.
“sono qui per il ballo...” il vestito, le scarpe, i capelli
portati all’indietro con le due mollettine che Sue aveva regalato
a suo padre, la facevano sentire fuori luogo, priva di quella sicurezza
e di quella corazza che indossava sempre.
Jacob sospirò. “Bella...io, io sono qui con Leah.”
Sconvolta da quella rivelazione, Isabella si allontanò da lui.
“stai con lei ora?”
“avevi detto che non saresti venuta al ballo.”
“ma ora sono qui.” Sorrise titubante, poco sicura che il
suo ragazzo avrebbe rinunciato alla ragazza più bella e
corteggiata della scuola per lei. Anche se era lei ufficialmente la sua
ragazza. Anche se si era messa un vestitino solo per lui. “ti
piaccio?” fece una mezza giravolta su se stessa per mostrare con
orgoglio il regalo di suo padre.
“smettila Isabella. non è l’abito che cambia ciò che sei.”
“vuoi dire che...che è stato tutto inutile?” lui annuì, serio.
“non cambi perché indossi un vestito elegante. In questo
momento voglio qualcosa di più che stare con un
maschiaccio...”
“non è colpa mia se...”
“non dare ad altri le tue colpe.” Con quell’ultimo
affondo nel cuore di Isabella, lui se ne tornò da Leah che lo
attendeva impaziente di sapere se la ragazza con il vestitino nero e
rosso era proprio Isabella Swan.
***
Due giorni dopo Jacob Black si presentò a casa Swan come se
nulla fosse successo, come se non avesse rifiutato Isabella come sua
dama al ballo.
Il signor Swan non lo fece nemmeno accomodare, Isabella era partita il
pomeriggio prima, anticipando di quasi un mese la sua partenza per
Boston.
Jacob, sentì un dolore nel petto alla notizia, se ne era andata senza salutarlo. Si girò
per percorrere il vialetto fino alla macchina ma la voce di Charlie lo
fermò.
“se ne è andata per colpa tua, Jake. Hai dato a un padre
il dispiacere più grande, vedere la propria ed unica figlia
piangere per un uomo che non la merita. La mia bambina ieri era
stupenda. Sei tu quello che manca così tanto di tatto da non poter essere considereato un uomo.”
Detto ciò Charlie Swan sbatté la porta e per gli anni che
seguirono salutò a malapena Jacob, la causa
dell’allontanamento repentino ed anticipato di sua figlia.
p.s. dell'autrice: l'ho riletto più volte e ogni volta cambiavo
qualcosa. Avrei voluto mettere qualcosa di più sui sentimenti di
Charlie e Bella, ma credo che il capitolo sia usito bene, proprio come
lo volevo. Fatemi sapere che ve ne pare...questa dovrebbe essere
l'ultima apparizione di Jacob (ma mai dire mai...)
GRAZIE per la risposta così positiva allo scorso capitolo!!
bene, aspetto i vostri pareri!! al prossimo capitolo!! =)
intanto potete leggere questo originale, no?? xD
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