Capitolo
20 : Estate.
-Avanti, non stiamo mica andando a un funerale.
-Frank,
non mi consoli affatto.
Lo
scarlatto e fumante Espresso per Hogwarts era quasi una prigione,
mentre Albus percorreva il corridoio insieme a Frank, Betsabea,
Rudolf e i cugini, trasportando tra la folla di studenti il carrello
con il baule e la gabbia del gufo. Tre mesi senza vedere Hogwarts gli
sembravano una condanna.
-Ehi,
io devo andare in uno scompartimento con Ylenia e Julian.- disse
Rudolf, e si voltò verso la sorella. -Tu vieni?
-Ok.-
rispose Betsabea. -Aspetta solo un attimo... ragazzi, questo è
l'indirizzo mio e di Rudolf. Ne ho preparate cinque copie stamattina.
Tirò
fuori cinque foglietti di pergamena dalla tasca del mantello, per poi
porgerne uno a Rose, uno a Roxanne, l'altro ad Albus e gli ultimi due
a Frank e Louis.
-Vi
scriveremo di sicuro.- sorrise Rose. -Ci vediamo l'anno prossimo.
Si
scambiarono un veloce abbraccio, e Betsabea lanciò un'occhiata
divertita a Roxanne, che fissava le due con un'aria che sembrava
dire: col cavolo che io abbraccio le persone.
-Allora
ciao.- disse Rudolf, con un sorriso cordiale.
-Ciao,
ci vediamo...
-All'anno
prossimo!
Dopo
lo scambio di saluti, Rudolf e Betsabea si allontanarono verso la
parte opposta del corridoio, i mantelli svolazzanti. Albus li vide
sparire oltre una porta e la sensazione di malinconia si fece più
forte. Ma decise di non pensarci; scosse la testa e si voltò verso
Frank.
-Tu
vai da tua sorella?
-Penso
proprio di no, detesto le sue amiche.- rispose lui. -Proviamo qui?
Si
avvicinò alla porta scorrevole di uno scompartimento e l'aprì.
Dentro c'era un gruppetto di ragazzi del quarto anno, che li
fissarono accigliati.
-Scusate.-
balbettò Frank prima di richiudere la porta.
-Proviamo
qui.- disse Louis, mentre si voltava verso la porta al suo fianco.
L'aprì e Albus si avvicinò per vedere chi c'era nello
scompartimento: due ragazzine sole, una rossa e l'altra bruna.
Riconobbe
quella rossa come una Serpeverde del suo anno... doveva chiamarsi
Shopie, o qualcosa del genere.
-Ciao,
qui è occupato?- domandò allegramente Louis.
-Oh,
non lo so.- rispose la ragazza bruna. -Potrebbe fermarsi qui qualche
Serpeverde del nostro anno, se ci trova, ma non penso.
-Per
me possono pure venire.- disse l'altra, in tono svogliato.
I
ragazzi entrarono, per poi caricare i loro bauli sugli scomparti in
alto, senza che le due ragazze accennassero a volerli aiutare. Albus
si sedette insieme a Louis mentre Roxanne richiudeva la porta.
-Sono
Rose Weasley, piacere.- si presentò subito lei. -E loro i miei
cugini, Albus Potter, Louis e Roxanne Weasley. E poi Frank Paciock.
Voi siete del primo anno? Mi pare di avervi viste alcune volte a
lezione.
-Esatto.
Sono Shopie Lennox, di Serpeverde.
-Io
Janet Lennox, Corvonero.- disse la bruna, con un leggero sorriso.
-Siamo gemelle, sì. Voi siete tutti Grifondoro?
-Sì.-
rispose Roxanne, prendendo posto davanti a Shopie. Sembrava un po'
infastidita dal fatto di trovarsi nello scompartimento con una
Serpeverde. La guardò e disse: -Se vuoi ce ne andiamo...
Shopie
inarcò un sopracciglio.
-E
perché dovreste?
-Beh,
siamo Grifondoro...
-E
allora? Sentite, potete anche essere nati in una famiglia che è
stata tutta Babbana per oltre venti generazioni, a me non frega
proprio niente.
Il
suo tono acido e deciso zittì Roxanne, mentre Janet lanciava
un'occhiata imbarazzata alla sorella.
-Scusa.-
disse Roxanne, le guance leggermente colorite. -Lo so che i
Serpeverde non sono tutti...
Shopie
continuava a guardarla male.
-Ok,
abbiamo capito.- intervenne Albus, deciso a impedire che scoppiasse
una discussione. -Perché non parliamo di qualcos'altro? Per esempio,
gli esami. Come sono andati a voi?
Gli
sembrava strano che una Serpeverde dicesse così apertamente di non
considerare la Casa o lo stato di sangue di una persona. Si
rimproverò ancora una volta per quei pregiudizi.
Shopie
lo guardò con aria tranquilla e disse, con una punta di fierezza
nella voce: -Eccezionale in Pozioni, non mi aspettavo altro. Per il
resto, tutti Oltre Ogni Previsione.
-Io
delle O nelle materie di magia pratica, ed Eccezionale in Pozioni e
Storia della Magia.- continuò Janet. -Voi?
-Beh,
a Storia della Magia io ho preso Accettabile.- disse Frank. -Poi...
La
porta dello scompartimento si aprì e sulla soglia comparvero due
ragazzine del primo anno, lo stemma di Serpeverde sulla divisa.
-Ehi,
Shopie.- sorrise la prima, dopo aver gettato un'occhiata fredda agli
altri ragazzi. -Vieni anche tu nel nostro scompartimento? Ci sono
Mike, Scorpius e Leanne, forse vengono anche gli altri.
-Naturalmente
mia sorella è compresa nel gruppo.- rispose Shopie in tono
disinvolto. -Janet, vuoi venire?
-Certo.
Le
due ragazze si alzarono e si affrettarono a recuperare i loro
bagagli. Si voltarono, prima di uscire.
-Beh,
piacere di avervi conosciuto.- sorrise Janet. -Ci vediamo.
-Ci
vediamo.- ripeté Shopie, e li salutò con un cenno del capo.
-Ciao.-
rispose Albus, tentando di ignorare le occhiate delle altre due
Serpeverde.
Osservò
le ragazze uscire dallo scompartimento e chiudere la porta, prima di
voltarsi verso Frank, che si era spostato davanti a lui.
-Che
strano, di solito i Serpeverde non hanno fratelli o sorelle in altre
case.- commentò Roxanne. -E poi è strano che quella non ci abbia
presi in giro perché siamo Grifondoro.
-Smettila
di giudicare.- disse Rose. -Mia madre dice che non devo pensare che
tutti i Serpeverde siano razzisti, cattivi o fissati con il sangue
puro.
-Però...
sono le loro caratteristiche...
-Guarda
che le loro caratteristiche sono ambizione e furbizia! Questo non
c'entra.
-La
maggior parte però è così.
Rose
sbuffò.
-No,
dopo la fine della guerra la casa dei Serpeverde non è più come
prima. Insomma, mantiene un po' di reputazione oscura, però è
migliorata.
-Non
avete altro di meglio su cui litigare, voi due?- disse Louis in tono
canzonatorio. Alla sua frase seguì qualche risatina, mentre Roxanne
lo fulminava con un'occhiataccia.
-Cambio
volentieri argomento. Allora, dove passate l'estate quest'anno? Io e
Fred abbiamo deciso di torturare i nostri genitori per farci portare
in Spagna.
-Io
non ho tanta voglia di andare all'estero.- rispose Frank. -Mia madre
potrebbe al massimo portare me e Sarah a Bristol, ci vivono dei
parenti.
-Ma
ci pensate, andare in un campeggio Babbano?- disse Louis, allegro.
-Mio nonno dice che un giorno mi mostrerà come si monta una tenda,
deve essere divertente. Chi di voi l'ha mai fatto?
La
conversazione sulle vacanze durò per circa un quarto d'ora, finché
non passarono a parlare di Quidditch, con Roxanne che annunciava per
l'ennesima volta di voler tentare i provini durante il secondo anno,
degli scherzi venduti ai Tiri Vispi Weasley, di quanto sarebbero
mancati loro i banchetti di Hogwarts.
Tre
chiacchiere e dolci, il viaggio sembrò durare più in fretta del
previsto. Albus si stava divertendo e Hogwarts non era più al centro
dei suoi pensieri.
Finché
una voce maschile, amplificata da un megafono, non li ridestò:
-Attenzione, tra dieci minuti arriveremo alla stazione di King's
Cross. Siete pregati di prepararvi.
Dopo
aver sistemato i bagagli nei carrelli, Albus, Louis e Frank dovettero
uscire per permettere alle ragazze di cambiare la loro divisa con gli
abiti comuni, e Rose e Roxanne fecero altrettanto per i ragazzi.
Quando
il treno si fermò alla stazione di King's Cross, Albus scostò la
tenda che copriva il finestrino e cercò i suoi genitori con lo
sguardo. Non li intravide, tra tutte quelle persone, ma notò la
testa rosso fiamma di suo zio Percy, che camminava lungo il binario
insieme alla moglie Audrey.
Si
voltò e afferrò il carrello, dicendo: -Avete preso tutto?
-Sì,
direi di sì.- rispose Louis. -Andiamo?
Uscirono
dallo scompartimento e camminarono lungo il corridoio, già affollato
di studenti che correvano e parlavano a voce alta.
Scesero
alla prima porta che incontrarono e avanzarono di poco nell'affollata
stazione. Si fermarono e rimasero a guardarsi intorno, spaesati, per
qualche istante. Fu una voce femminile a farli voltare: -Roxanne!
Albus
riconobbe subito la donna alta e dalla pelle scura che si avvicinava
a loro, con le labbra arricciate in un sorriso. Era sua zia Angelina,
la madre di Roxanne e Fred.
-Mamma!-
esclamò lei. -Papà dov'è finito?
-Sta
parlando con un suo amico.- rispose Angelina, ormai a un passo dal
gruppetto. -Come stai, va tutto bene? E voi, ragazzi? Tutto a posto?
-Sì,
zia.- disse Louis, mentre gli altri annuivano.
-Tutto
bene.- disse Roxanne. -Comunque no, non ho visto Fred, sarà insieme
ai suoi amici.
-Beh,
lo troveremo... ah, Albus.- Angelina lo guardò con i suoi penetranti
occhi scuri. -Prima ho visto i tuoi genitori, erano vicini alla
barriera insieme a Lily, appena un minuto fa.
-Grazie!-
sorrise Albus, e si voltò verso i cugini. -Allora adesso vado a
cercarli. Ciao, ci vediamo l'anno prossimo... cioè, questa estate.
-Forse
potrò venire a trovarti tra qualche settimana.- disse Frank.
-Comunque ciao.
Scambiati
i saluti, Albus si voltò e si incamminò, spingendo il suo carrello.
La
stazione era piena di maghi e streghe abbigliati con mantelli, vesti
lunghe e cappelli a punta, e altri che avevano adottato un
travestimento Babbano, spesso con risultati stravaganti. C'era un
uomo che portava una camicia arancione attorcigliata intorno alla
nuca, a mo' di turbante, e una donna che aveva calzato lunghi
scarponi marroni, abbinati a uno svolazzante vestitino rosa.
-Mamma,
è Al!
Quella
era la voce di Lily, l'avrebbe riconosciuta tra mille. Guardò alla
sua sinistra e vide la sorella che gli correva incontro, raggiante, i
capelli raccolti in due codini rossi.
-Al!
Albus!- esclamò, prima di abbracciarlo con il suo solito trasporto.
-Ehi,
calma.- rise lui. -Sei cresciuta, nanerottola, sai? Adesso mi arrivi
quasi al collo.
Anche
lei rise, poi afferrò uno il suo codino sinistro e iniziò ad
attorcigliarlo intorno al dito.
-Ti
piacciono? Ho pensato di farli perché così arriva più aria al
collo e poi perché non vanno di moda.- affermò, con un sorriso
candido.
-Come...
li hai fatti perché non vanno di moda?
-Esatto.
Così io sono più originale.
Oh,
giusto. Le particolarità di Lily Luna Potter.
-Sono
belli, sì.- disse Albus. -Adesso però cerchiamo James, mamma e
papà. Non dovresti allontanarti sempre nella stazione, è
pericoloso.
-Certo.-
sbuffò lei, divertita. -Adesso seguimi, James l'abbiamo già trovato
*
Casa.
E stavolta ci sarebbe rimasto per mesi.
Albus
era steso sul letto, gli occhi chiusi, godendosi la sensazione di
familiarità che gli donava la sua stanza.
Ginny
gli aveva detto di riordinare i suoi oggetti, ma aveva deciso di
rimandare. Adesso voleva solo riposarsi un po'. Rimase fermo per
qualche minuto, poi lo prese il bisogno di muoversi e fare qualcosa
di attivo.
Si
alzò, si riordinò i capelli passandovi una mano e scese dal letto,
per poi dirigersi verso il baule che aveva abbandonato in un angolo
della camera.
Metto
a posto giusto qualche libro., pensò,
mentre si chinava.
Aprì
il baule: sopra tutti gli oggetti troneggiava un libro dalla
copertina marrone pergamena, con inciso il simbolo di una stella a
sette punte. Il titolo diceva: Manoscritti
antichi sull'antica magia e stregoneria arcaica.
Sussultò
e per poco
non scattò in piedi. Allungò una mano per sfiorare il libro, con
gli occhi sgranati.
Nel
silenzio,
avvertiva solo i tonfi sordi del suo cuore.
Com'era
potuto
accadere?
Si
voltò, aspettandosi quasi che ci fosse qualcuno o qualcosa di troppo
nella stanza. Ma era vuota, si trovava solo. Tornò a fissare il
libro e lo raccolse, con lentezza. Esaminò per bene la copertina, la
stella e il titolo, poi lo sfogliò. Sì, era senza di dubbio il
manoscritto, non poteva sbagliarsi.
Deglutì
e lo poggiò a terra. Non aveva la più pallida idea di come il libro
avesse potuto trasportarsi nel suo baule.
Iniziò
a riflettere, ma gli veniva in mente ben poco. Forse, gli era stato
lanciato un incantesimo...
-Albus,
scendi un attimo!
Era
la voce di sua madre, si sentivano i suoi passi fuori al corridoio.
Ginny non doveva assolutamente vedere il libro, anche se Albus non
era sicuro che sarebbe riuscita a riconoscerlo.
Lo
sistemò nel baule, che chiuse rapidamente e spinse sotto il letto,
per poi alzarsi.
-Arrivo!-
esclamò.
Quando
aprì la porta della stanza, si trovò davanti Ginny.
-C'è
Lily che ti chiama, vai a vedere cosa vuole. Comunque, stasera cosa
preferisci mangiare? Io pensavo a un bell'arrosto.
-Sì,
quello mi piace.- rispose Albus, mentre usciva dalla stanza. -Perché
Lily vuole vedermi?
-Non
lo so, non me l'ha detto. È in giardino, comunque.
-Ok,
ora vado. E... dopo metto a posto le cose che ho nel baule, ci penso
io. Non farlo tu, ok?
Ginny
lo squadrò sospettosa, accigliandosi, ma disse: -Va bene. Ora vado a
chiamare James.
Albus
la vide incamminarsi verso la porta della camera di James. Poi si
voltò, attraversò il corridoio e le scale quasi di corsa e uscì
nel giardino, sotto il cielo azzurro cupo.
C'era
Lily che giocava con un pallone, poco distante. Lo faceva rimbalzare
contro un albero, per poi riafferrarlo al volo, l'espressione
concentrata.
-Lily?-
la chiamò, facendola voltare. Il pallone le urtò il braccio e cadde
a terra, per poi rotolare verso il cancelletto.
-Mamma
ha detto che mi cercavi.
-Sì!-
esclamò la bambina. -Però andiamo... uhm, dietro casa.
Albus
seguì Lily sul retro del giardino, un pezzetto di prato con un paio
di alberi e folti rampicanti che crescevano sul cancelletto. Lily
gettò un'occhiata alla finestra chiusa del salotto, poi si voltò
verso Albus, l'aria leggermente preoccupata.
-Mi
dici cosa ti è successo quest'anno? Ho sentito mamma e papà che
parlavano e dicevano che tu e i nostri cugini siete scomparsi... mi
hanno anche portata alla Tana perché loro dovevano andare da una
parte. Cosa è successo?
-Una
sciocchezza.- rispose Albus, sperando che il suo sorriso fosse
convincente. -Sono andato nella Foresta Proibita insieme a Louis,
Rose, Roxanne, Frank e una nostra amica che abbiamo conosciuto a
Hogwarts... e ci siamo persi. Però ci hanno ritrovati in fretta e
riportati al castello. Erano tutti preoccupati, però non era
successo niente di grave, è tornato subito tutto tranquillo.
I
grandi occhi marroni di Lily, adesso, erano colmi di curiosità.
-Ah,
va bene... ma cosa c'era nella Foresta Proibita?- disse allegramente.
-Avete visto delle cose interessanti?
-Non
molto, a dire il vero. Abbiamo solo sentito dei rumori e pensato che
fossero dei centauri, ma...
-Mi
racconti tutto?
-No,
Lily, andiamo.- rise Albus. -Ci vuole troppo, e poi non mi piace
ripensare a quella giornata... la Foresta fa un po' paura. Quando tu
verrai a Hogwarts non ci devi entrare, ok?
-Ok.-
disse lei, ed entrambi sapevano benissimo che mentiva. -Però voglio
sapere...
-Magari
un'altra volta.
Lily
si accigliò.
-Va
bene. Vado a giocare, vuoi venire con me? Facciamo finta che il
pallone sia la pluffa.
-Sì,
vengo.- rispose con un sorriso teso. Avrebbe voluto salire su per
prendere il libro e cercare un posto dove nasconderlo, ma per il
momento non gli avrebbe fatto male rilassarsi fino all'ora di cena.
*
-E
così io e David abbiamo risposto a Vitious che, insomma, non avrebbe
potuto assegnarci un'insufficienza perché anche se non eravamo
riusciti a eseguire l'incantesimo, avevamo centrato perfettamente la
testa di un nostro compagno Serpeverde, e per quello meritavamo un
voto perfetto.
James
continuava a chiacchierare, parlando dell'anno che aveva trascorso.
Harry e Ginny lo stavano ascoltando divertiti, mentre sparecchiavano
la tavola, Lily si beveva ogni parola, acciambellata su una sedia e
con la maglietta sporca di olio, e Albus prestava solo una vaga
attenzione a ciò che diceva il fratello.
Alla
fine si alzò dalla sedia e disse: -Io devo andare a casa di Rose, un
attimo. Posso?
-Come
mai?- gli domandò Harry, mentre afferrava i tovaglioli dal tavolo.
-Le
devo restituire un libro che mi ha prestato.
-Allora
va bene, torna in fretta.- disse Ginny, con un'alzata di spalle.
-Grazie!
Corse
fuori dalla cucina, fino alla sua stanza. Dopo essere entrato, si
inginocchiò accanto al letto: lì sotto c'era il suo baule, e si
sporse per afferrarlo e trascinarlo fuori.
Lo
aprì e, dopo un attimo di esitazione, prese il manoscritto. Era
ancora lì. Dunque era tutto reale.
Richiuse
il baule, poi si guardò intorno: letto, scrivania, armadio, un paio
di librerie e qualche mobile, tutto in ordine perfetto, con i libri e
le matite allineate, i ripiani dei mobili quasi spogli.
Però
sul cassetto c'era una piccola busta bianca e ben piegata. La prese e
vi infilò il libro, per poi uscire dalla stanza.
Attraversò
corridoio, scale e ingresso, poi uscì nell'aria fresca di quella
sera estiva. Il cielo era trapunto di stelle, che illuminavano un po'
il giardino parzialmente immerso nel buio.
Si
spostò sul retro della casa, felice di vedere le tende tirate alle
finestre, e scavalcò il cancelletto, la busta sempre ben stretta in
mano. Si fece strada tra gli alberi scuri, rischiando di inciampare
su un ramo caduto, e scorgendo il muro bianco della casa vicina,
divisa dalla sua da quei pochi metri fitti di alberi.
Si mosse
verso destra, oltrepassando un altro paio di case, fino a raggiungere
la terza. Ricordò un giorno di qualche anno fa, quando lui e Hugo,
giocando tra gli alberi, avevano scoperto un buco scavato nel terreno
che si trovava prorpio lì.
L'avevano
spesso usato per nascondere i loro giochi e i Boccini, ma dopo
qualche mese l'avevano dimenticato. Da quanto tempo non lo
utilizzavano più? Beh, adesso poteva essere perfetto come
nascondiglio per il libro.
Si
chinò e tastò il terreno, in quel buio vedeva poco. La sua mano
incontrò un mucchio di ramoscelli secchi, che spazzò subito via,
mentre le sue dita sfioravano i bordi di una buca.
Albus
si sentì immensamente sollevato. Dentro c'erano alcune foglie e
sassi ammassati, nient'altro. Comunque preferì toglierli tutti, poi
vi fece scivolare la busta contenente il libro, che cadde con un
tonfo quasi impercettibile.
Albus
si affrettò a sistemare le foglie, le pietre e i rami, cercando di
coprire quel buco meglio che poteva. Alla fine si rialzò e si spostò
alcune ciocche di capelli che gli erano ricadute davanti al
viso.
Così era perfetto. Adesso voleva solo tornare indietro.
Quasi
corse fino a raggiungere il retro della casa, scavalcò il cancello e
raggiunse la porta d'ingresso a passo leggero. Sperava con tutto il
cuore che nessuno lo avesse visto inoltrarsi tra gli alberi, o che
Harry e Ginny non decidessero di chiedere a Rose qualcosa sulla sua
inesistente visita.
Bussò
alla porta, e dopo pochi secondi Harry andò ad aprire.
-Fatto?-
gli sorrise, il viso privo di qualsiasi traccia di sospetto.
-Sì.
Vado in camera mia a riordinare le cose della scuola. Dopo scendo in
salotto.
Si
diresse verso le scale, riattraversò il corridoio e arrivò in
camera sua. Il baule era dove l'aveva lasciato, e si affrettò ad
aprirlo per prendere i testi scolastici e riporli in alcuni dei suoi
scaffali.
Ok,
continuo domani., pensò,
mentre
sistemava il libro di Erbologia sul comodino.
Stava
per uscire, quando il suo sguardo incontrò la finestra. Si avvicinò
e sfiorò con una mano il vetro, oltre il quale si vedevano gli
alberi scuri.
Pensò
al libro.
Stava
bene lì dove l'aveva nascosto. Per un attimo gli venne il desiderio
di recuperarlo, ma decise che non si sarebbe rovinato l'estate con
tutte quelle preoccupazioni.
Avrebbe
trascorso quei due mesi e mezzo divertendosi, spensierato, parlando
con i fratelli, facendo visita a casa di Rose o alla Tana, giocando a
Quidditch.
Niente
Spettri. Niente manoscritti antichi. Niente Ami.
Albus
si voltò e s'incamminò verso la porta della stanza, diretto al
salotto, dove avrebbe trovato James, Lily e i suoi genitori.
Lo
aspettava un'estate normalissima.
*
Note
dell'Autrice: Ecco, l'ho terminata. La mia prima, vera Long.ç_ç
Per
me è una storia importante. La considero la mia prima storia a
capitoli davvero seria e mi ci sono davvero affezionata. Provo una
sensazione strana, ma... deve finire.
Spero che la storia vi sia
piaciuta, mi piacerebbe moltissimo ricevere recensioni per avere un
parere su questo importante lavoro. Naturalmente accetto anche le
recensioni negative, criticate pure tutto quello che volete, sarò
felice di rendermi conto dei dei difetti vari. Non mi offendo, anche
se mi insultate dicendo che sono una scrittrice pessima e che la
storia fa schifo.:D (Tanto segnalo all'amministrazione, offendersi a
che serve? *Battuta scadente.*)
Ci sarà un seguito della Chiave
del Re, dato che sono quasi due anni che progetto di creare una serie
in proposito. Naturalmente non lo posterò subito, questo seguito,
voglio prendermi un po' di riposo dalla storia e pensare ad altri
lavori... ma la continuerò, un giorno! Sarei felice se qualcuno di
voi continuasse a seguirmi.
*Landa desolata.*
Beh, non ho
proprio niente altro da dire. Arrivederci!
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