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Autore: Roxanne Potter    15/08/2011    2 recensioni
Albus Severus Potter ha iniziato a frequentare il suo primo anno nella scuola di Hogwarts. Con lui ci sono tre amici e tre cugini, Rose, Roxanne e Louis.
Sembra essere l'anno più allegro e tranquillo della sua vita, assolutamente normale per gli standar di un mago. Finché lui e i suoi amici non si trovano coinvolti nel destino di una chiave particolare, tutto a causa di un manoscritto trovato nella biblioteca del castello.
Il primo anno si trasformerà in un'avventura. Tra spiriti di bambine, strani libri e maghi scomparsi.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Louis Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 20 : Estate.

-Avanti, non stiamo mica andando a un funerale.

-Frank, non mi consoli affatto.
Lo scarlatto e fumante Espresso per Hogwarts era quasi una prigione, mentre Albus percorreva il corridoio insieme a Frank, Betsabea, Rudolf e i cugini, trasportando tra la folla di studenti il carrello con il baule e la gabbia del gufo. Tre mesi senza vedere Hogwarts gli sembravano una condanna.
-Ehi, io devo andare in uno scompartimento con Ylenia e Julian.- disse Rudolf, e si voltò verso la sorella. -Tu vieni?
-Ok.- rispose Betsabea. -Aspetta solo un attimo... ragazzi, questo è l'indirizzo mio e di Rudolf. Ne ho preparate cinque copie stamattina.
Tirò fuori cinque foglietti di pergamena dalla tasca del mantello, per poi porgerne uno a Rose, uno a Roxanne, l'altro ad Albus e gli ultimi due a Frank e Louis.
-Vi scriveremo di sicuro.- sorrise Rose. -Ci vediamo l'anno prossimo.
Si scambiarono un veloce abbraccio, e Betsabea lanciò un'occhiata divertita a Roxanne, che fissava le due con un'aria che sembrava dire: col cavolo che io abbraccio le persone.
-Allora ciao.- disse Rudolf, con un sorriso cordiale.
-Ciao, ci vediamo...
-All'anno prossimo!
Dopo lo scambio di saluti, Rudolf e Betsabea si allontanarono verso la parte opposta del corridoio, i mantelli svolazzanti. Albus li vide sparire oltre una porta e la sensazione di malinconia si fece più forte. Ma decise di non pensarci; scosse la testa e si voltò verso Frank.
-Tu vai da tua sorella?
-Penso proprio di no, detesto le sue amiche.- rispose lui. -Proviamo qui?
Si avvicinò alla porta scorrevole di uno scompartimento e l'aprì. Dentro c'era un gruppetto di ragazzi del quarto anno, che li fissarono accigliati.
-Scusate.- balbettò Frank prima di richiudere la porta.
-Proviamo qui.- disse Louis, mentre si voltava verso la porta al suo fianco. L'aprì e Albus si avvicinò per vedere chi c'era nello scompartimento: due ragazzine sole, una rossa e l'altra bruna.
Riconobbe quella rossa come una Serpeverde del suo anno... doveva chiamarsi Shopie, o qualcosa del genere.
-Ciao, qui è occupato?- domandò allegramente Louis.
-Oh, non lo so.- rispose la ragazza bruna. -Potrebbe fermarsi qui qualche Serpeverde del nostro anno, se ci trova, ma non penso.
-Per me possono pure venire.- disse l'altra, in tono svogliato.
I ragazzi entrarono, per poi caricare i loro bauli sugli scomparti in alto, senza che le due ragazze accennassero a volerli aiutare. Albus si sedette insieme a Louis mentre Roxanne richiudeva la porta.
-Sono Rose Weasley, piacere.- si presentò subito lei. -E loro i miei cugini, Albus Potter, Louis e Roxanne Weasley. E poi Frank Paciock. Voi siete del primo anno? Mi pare di avervi viste alcune volte a lezione.
-Esatto. Sono Shopie Lennox, di Serpeverde.
-Io Janet Lennox, Corvonero.- disse la bruna, con un leggero sorriso. -Siamo gemelle, sì. Voi siete tutti Grifondoro?
-Sì.- rispose Roxanne, prendendo posto davanti a Shopie. Sembrava un po' infastidita dal fatto di trovarsi nello scompartimento con una Serpeverde. La guardò e disse: -Se vuoi ce ne andiamo...
Shopie inarcò un sopracciglio.
-E perché dovreste?
-Beh, siamo Grifondoro...
-E allora? Sentite, potete anche essere nati in una famiglia che è stata tutta Babbana per oltre venti generazioni, a me non frega proprio niente.
Il suo tono acido e deciso zittì Roxanne, mentre Janet lanciava un'occhiata imbarazzata alla sorella.
-Scusa.- disse Roxanne, le guance leggermente colorite. -Lo so che i Serpeverde non sono tutti...
Shopie continuava a guardarla male.
-Ok, abbiamo capito.- intervenne Albus, deciso a impedire che scoppiasse una discussione. -Perché non parliamo di qualcos'altro? Per esempio, gli esami. Come sono andati a voi?
Gli sembrava strano che una Serpeverde dicesse così apertamente di non considerare la Casa o lo stato di sangue di una persona. Si rimproverò ancora una volta per quei pregiudizi.
Shopie lo guardò con aria tranquilla e disse, con una punta di fierezza nella voce: -Eccezionale in Pozioni, non mi aspettavo altro. Per il resto, tutti Oltre Ogni Previsione.
-Io delle O nelle materie di magia pratica, ed Eccezionale in Pozioni e Storia della Magia.- continuò Janet. -Voi?
-Beh, a Storia della Magia io ho preso Accettabile.- disse Frank. -Poi...
La porta dello scompartimento si aprì e sulla soglia comparvero due ragazzine del primo anno, lo stemma di Serpeverde sulla divisa.
-Ehi, Shopie.- sorrise la prima, dopo aver gettato un'occhiata fredda agli altri ragazzi. -Vieni anche tu nel nostro scompartimento? Ci sono Mike, Scorpius e Leanne, forse vengono anche gli altri.
-Naturalmente mia sorella è compresa nel gruppo.- rispose Shopie in tono disinvolto. -Janet, vuoi venire?
-Certo.
Le due ragazze si alzarono e si affrettarono a recuperare i loro bagagli. Si voltarono, prima di uscire.
-Beh, piacere di avervi conosciuto.- sorrise Janet. -Ci vediamo.
-Ci vediamo.- ripeté Shopie, e li salutò con un cenno del capo.
-Ciao.- rispose Albus, tentando di ignorare le occhiate delle altre due Serpeverde.
Osservò le ragazze uscire dallo scompartimento e chiudere la porta, prima di voltarsi verso Frank, che si era spostato davanti a lui.
-Che strano, di solito i Serpeverde non hanno fratelli o sorelle in altre case.- commentò Roxanne. -E poi è strano che quella non ci abbia presi in giro perché siamo Grifondoro.
-Smettila di giudicare.- disse Rose. -Mia madre dice che non devo pensare che tutti i Serpeverde siano razzisti, cattivi o fissati con il sangue puro.
-Però... sono le loro caratteristiche...
-Guarda che le loro caratteristiche sono ambizione e furbizia! Questo non c'entra.
-La maggior parte però è così.
Rose sbuffò.
-No, dopo la fine della guerra la casa dei Serpeverde non è più come prima. Insomma, mantiene un po' di reputazione oscura, però è migliorata.
-Non avete altro di meglio su cui litigare, voi due?- disse Louis in tono canzonatorio. Alla sua frase seguì qualche risatina, mentre Roxanne lo fulminava con un'occhiataccia.
-Cambio volentieri argomento. Allora, dove passate l'estate quest'anno? Io e Fred abbiamo deciso di torturare i nostri genitori per farci portare in Spagna.
-Io non ho tanta voglia di andare all'estero.- rispose Frank. -Mia madre potrebbe al massimo portare me e Sarah a Bristol, ci vivono dei parenti.
-Ma ci pensate, andare in un campeggio Babbano?- disse Louis, allegro. -Mio nonno dice che un giorno mi mostrerà come si monta una tenda, deve essere divertente. Chi di voi l'ha mai fatto?
La conversazione sulle vacanze durò per circa un quarto d'ora, finché non passarono a parlare di Quidditch, con Roxanne che annunciava per l'ennesima volta di voler tentare i provini durante il secondo anno, degli scherzi venduti ai Tiri Vispi Weasley, di quanto sarebbero mancati loro i banchetti di Hogwarts.
Tre chiacchiere e dolci, il viaggio sembrò durare più in fretta del previsto. Albus si stava divertendo e Hogwarts non era più al centro dei suoi pensieri.
Finché una voce maschile, amplificata da un megafono, non li ridestò: -Attenzione, tra dieci minuti arriveremo alla stazione di King's Cross. Siete pregati di prepararvi.
Dopo aver sistemato i bagagli nei carrelli, Albus, Louis e Frank dovettero uscire per permettere alle ragazze di cambiare la loro divisa con gli abiti comuni, e Rose e Roxanne fecero altrettanto per i ragazzi.
Quando il treno si fermò alla stazione di King's Cross, Albus scostò la tenda che copriva il finestrino e cercò i suoi genitori con lo sguardo. Non li intravide, tra tutte quelle persone, ma notò la testa rosso fiamma di suo zio Percy, che camminava lungo il binario insieme alla moglie Audrey.
Si voltò e afferrò il carrello, dicendo: -Avete preso tutto?
-Sì, direi di sì.- rispose Louis. -Andiamo?
Uscirono dallo scompartimento e camminarono lungo il corridoio, già affollato di studenti che correvano e parlavano a voce alta.
Scesero alla prima porta che incontrarono e avanzarono di poco nell'affollata stazione. Si fermarono e rimasero a guardarsi intorno, spaesati, per qualche istante. Fu una voce femminile a farli voltare: -Roxanne!
Albus riconobbe subito la donna alta e dalla pelle scura che si avvicinava a loro, con le labbra arricciate in un sorriso. Era sua zia Angelina, la madre di Roxanne e Fred.
-Mamma!- esclamò lei. -Papà dov'è finito?
-Sta parlando con un suo amico.- rispose Angelina, ormai a un passo dal gruppetto. -Come stai, va tutto bene? E voi, ragazzi? Tutto a posto?
-Sì, zia.- disse Louis, mentre gli altri annuivano.
-Tutto bene.- disse Roxanne. -Comunque no, non ho visto Fred, sarà insieme ai suoi amici.
-Beh, lo troveremo... ah, Albus.- Angelina lo guardò con i suoi penetranti occhi scuri. -Prima ho visto i tuoi genitori, erano vicini alla barriera insieme a Lily, appena un minuto fa.
-Grazie!- sorrise Albus, e si voltò verso i cugini. -Allora adesso vado a cercarli. Ciao, ci vediamo l'anno prossimo... cioè, questa estate.
-Forse potrò venire a trovarti tra qualche settimana.- disse Frank. -Comunque ciao.
Scambiati i saluti, Albus si voltò e si incamminò, spingendo il suo carrello.
La stazione era piena di maghi e streghe abbigliati con mantelli, vesti lunghe e cappelli a punta, e altri che avevano adottato un travestimento Babbano, spesso con risultati stravaganti. C'era un uomo che portava una camicia arancione attorcigliata intorno alla nuca, a mo' di turbante, e una donna che aveva calzato lunghi scarponi marroni, abbinati a uno svolazzante vestitino rosa.
-Mamma, è Al!
Quella era la voce di Lily, l'avrebbe riconosciuta tra mille. Guardò alla sua sinistra e vide la sorella che gli correva incontro, raggiante, i capelli raccolti in due codini rossi.
-Al! Albus!- esclamò, prima di abbracciarlo con il suo solito trasporto.
-Ehi, calma.- rise lui. -Sei cresciuta, nanerottola, sai? Adesso mi arrivi quasi al collo.
Anche lei rise, poi afferrò uno il suo codino sinistro e iniziò ad attorcigliarlo intorno al dito.
-Ti piacciono? Ho pensato di farli perché così arriva più aria al collo e poi perché non vanno di moda.- affermò, con un sorriso candido.
-Come... li hai fatti perché non vanno di moda?
-Esatto. Così io sono più originale.
Oh, giusto. Le particolarità di Lily Luna Potter.
-Sono belli, sì.- disse Albus. -Adesso però cerchiamo James, mamma e papà. Non dovresti allontanarti sempre nella stazione, è pericoloso.
-Certo.- sbuffò lei, divertita. -Adesso seguimi, James l'abbiamo già trovato

*

Casa. E stavolta ci sarebbe rimasto per mesi.
Albus era steso sul letto, gli occhi chiusi, godendosi la sensazione di familiarità che gli donava la sua stanza.
Ginny gli aveva detto di riordinare i suoi oggetti, ma aveva deciso di rimandare. Adesso voleva solo riposarsi un po'. Rimase fermo per qualche minuto, poi lo prese il bisogno di muoversi e fare qualcosa di attivo.
Si alzò, si riordinò i capelli passandovi una mano e scese dal letto, per poi dirigersi verso il baule che aveva abbandonato in un angolo della camera.
Metto a posto giusto qualche libro., pensò, mentre si chinava.
Aprì il baule: sopra tutti gli oggetti troneggiava un libro dalla copertina marrone pergamena, con inciso il simbolo di una stella a sette punte. Il titolo diceva: Manoscritti antichi sull'antica magia e stregoneria arcaica.
Sussultò e per poco non scattò in piedi. Allungò una mano per sfiorare il libro, con gli occhi sgranati.
Nel silenzio, avvertiva solo i tonfi sordi del suo cuore.
Com'era potuto accadere?
Si voltò, aspettandosi quasi che ci fosse qualcuno o qualcosa di troppo nella stanza. Ma era vuota, si trovava solo. Tornò a fissare il libro e lo raccolse, con lentezza. Esaminò per bene la copertina, la stella e il titolo, poi lo sfogliò. Sì, era senza di dubbio il manoscritto, non poteva sbagliarsi.
Deglutì e lo poggiò a terra. Non aveva la più pallida idea di come il libro avesse potuto trasportarsi nel suo baule.
Iniziò a riflettere, ma gli veniva in mente ben poco. Forse, gli era stato lanciato un incantesimo...
-Albus, scendi un attimo!
Era la voce di sua madre, si sentivano i suoi passi fuori al corridoio. Ginny non doveva assolutamente vedere il libro, anche se Albus non era sicuro che sarebbe riuscita a riconoscerlo.
Lo sistemò nel baule, che chiuse rapidamente e spinse sotto il letto, per poi alzarsi.
-Arrivo!- esclamò.
Quando aprì la porta della stanza, si trovò davanti Ginny.
-C'è Lily che ti chiama, vai a vedere cosa vuole. Comunque, stasera cosa preferisci mangiare? Io pensavo a un bell'arrosto.
-Sì, quello mi piace.- rispose Albus, mentre usciva dalla stanza. -Perché Lily vuole vedermi?
-Non lo so, non me l'ha detto. È in giardino, comunque.
-Ok, ora vado. E... dopo metto a posto le cose che ho nel baule, ci penso io. Non farlo tu, ok?
Ginny lo squadrò sospettosa, accigliandosi, ma disse: -Va bene. Ora vado a chiamare James.
Albus la vide incamminarsi verso la porta della camera di James. Poi si voltò, attraversò il corridoio e le scale quasi di corsa e uscì nel giardino, sotto il cielo azzurro cupo.
C'era Lily che giocava con un pallone, poco distante. Lo faceva rimbalzare contro un albero, per poi riafferrarlo al volo, l'espressione concentrata.
-Lily?- la chiamò, facendola voltare. Il pallone le urtò il braccio e cadde a terra, per poi rotolare verso il cancelletto.
-Mamma ha detto che mi cercavi.
-Sì!- esclamò la bambina. -Però andiamo... uhm, dietro casa.
Albus seguì Lily sul retro del giardino, un pezzetto di prato con un paio di alberi e folti rampicanti che crescevano sul cancelletto. Lily gettò un'occhiata alla finestra chiusa del salotto, poi si voltò verso Albus, l'aria leggermente preoccupata.
-Mi dici cosa ti è successo quest'anno? Ho sentito mamma e papà che parlavano e dicevano che tu e i nostri cugini siete scomparsi... mi hanno anche portata alla Tana perché loro dovevano andare da una parte. Cosa è successo?
-Una sciocchezza.- rispose Albus, sperando che il suo sorriso fosse convincente. -Sono andato nella Foresta Proibita insieme a Louis, Rose, Roxanne, Frank e una nostra amica che abbiamo conosciuto a Hogwarts... e ci siamo persi. Però ci hanno ritrovati in fretta e riportati al castello. Erano tutti preoccupati, però non era successo niente di grave, è tornato subito tutto tranquillo.
I grandi occhi marroni di Lily, adesso, erano colmi di curiosità.
-Ah, va bene... ma cosa c'era nella Foresta Proibita?- disse allegramente. -Avete visto delle cose interessanti?
-Non molto, a dire il vero. Abbiamo solo sentito dei rumori e pensato che fossero dei centauri, ma...
-Mi racconti tutto?
-No, Lily, andiamo.- rise Albus. -Ci vuole troppo, e poi non mi piace ripensare a quella giornata... la Foresta fa un po' paura. Quando tu verrai a Hogwarts non ci devi entrare, ok?
-Ok.- disse lei, ed entrambi sapevano benissimo che mentiva. -Però voglio sapere...
-Magari un'altra volta.
Lily si accigliò.
-Va bene. Vado a giocare, vuoi venire con me? Facciamo finta che il pallone sia la pluffa.
-Sì, vengo.- rispose con un sorriso teso. Avrebbe voluto salire su per prendere il libro e cercare un posto dove nasconderlo, ma per il momento non gli avrebbe fatto male rilassarsi fino all'ora di cena.

*

-E così io e David abbiamo risposto a Vitious che, insomma, non avrebbe potuto assegnarci un'insufficienza perché anche se non eravamo riusciti a eseguire l'incantesimo, avevamo centrato perfettamente la testa di un nostro compagno Serpeverde, e per quello meritavamo un voto perfetto.

James continuava a chiacchierare, parlando dell'anno che aveva trascorso. Harry e Ginny lo stavano ascoltando divertiti, mentre sparecchiavano la tavola, Lily si beveva ogni parola, acciambellata su una sedia e con la maglietta sporca di olio, e Albus prestava solo una vaga attenzione a ciò che diceva il fratello.
Alla fine si alzò dalla sedia e disse: -Io devo andare a casa di Rose, un attimo. Posso?
-Come mai?- gli domandò Harry, mentre afferrava i tovaglioli dal tavolo.
-Le devo restituire un libro che mi ha prestato.
-Allora va bene, torna in fretta.- disse Ginny, con un'alzata di spalle.
-Grazie!
Corse fuori dalla cucina, fino alla sua stanza. Dopo essere entrato, si inginocchiò accanto al letto: lì sotto c'era il suo baule, e si sporse per afferrarlo e trascinarlo fuori.
Lo aprì e, dopo un attimo di esitazione, prese il manoscritto. Era ancora lì. Dunque era tutto reale.
Richiuse il baule, poi si guardò intorno: letto, scrivania, armadio, un paio di librerie e qualche mobile, tutto in ordine perfetto, con i libri e le matite allineate, i ripiani dei mobili quasi spogli.
Però sul cassetto c'era una piccola busta bianca e ben piegata. La prese e vi infilò il libro, per poi uscire dalla stanza.
Attraversò corridoio, scale e ingresso, poi uscì nell'aria fresca di quella sera estiva. Il cielo era trapunto di stelle, che illuminavano un po' il giardino parzialmente immerso nel buio.
Si spostò sul retro della casa, felice di vedere le tende tirate alle finestre, e scavalcò il cancelletto, la busta sempre ben stretta in mano. Si fece strada tra gli alberi scuri, rischiando di inciampare su un ramo caduto, e scorgendo il muro bianco della casa vicina, divisa dalla sua da quei pochi metri fitti di alberi.
Si mosse verso destra, oltrepassando un altro paio di case, fino a raggiungere la terza. Ricordò un giorno di qualche anno fa, quando lui e Hugo, giocando tra gli alberi, avevano scoperto un buco scavato nel terreno che si trovava prorpio lì.

L'avevano spesso usato per nascondere i loro giochi e i Boccini, ma dopo qualche mese l'avevano dimenticato. Da quanto tempo non lo utilizzavano più? Beh, adesso poteva essere perfetto come nascondiglio per il libro.
Si chinò e tastò il terreno, in quel buio vedeva poco. La sua mano incontrò un mucchio di ramoscelli secchi, che spazzò subito via, mentre le sue dita sfioravano i bordi di una buca.
Albus si sentì immensamente sollevato. Dentro c'erano alcune foglie e sassi ammassati, nient'altro. Comunque preferì toglierli tutti, poi vi fece scivolare la busta contenente il libro, che cadde con un tonfo quasi impercettibile.
Albus si affrettò a sistemare le foglie, le pietre e i rami, cercando di coprire quel buco meglio che poteva. Alla fine si rialzò e si spostò alcune ciocche di capelli che gli erano ricadute davanti al viso.
Così era perfetto. Adesso voleva solo tornare indietro.

Quasi corse fino a raggiungere il retro della casa, scavalcò il cancello e raggiunse la porta d'ingresso a passo leggero. Sperava con tutto il cuore che nessuno lo avesse visto inoltrarsi tra gli alberi, o che Harry e Ginny non decidessero di chiedere a Rose qualcosa sulla sua inesistente visita.
Bussò alla porta, e dopo pochi secondi Harry andò ad aprire.
-Fatto?- gli sorrise, il viso privo di qualsiasi traccia di sospetto.
-Sì. Vado in camera mia a riordinare le cose della scuola. Dopo scendo in salotto.
Si diresse verso le scale, riattraversò il corridoio e arrivò in camera sua. Il baule era dove l'aveva lasciato, e si affrettò ad aprirlo per prendere i testi scolastici e riporli in alcuni dei suoi scaffali.
Ok, continuo domani., pensò, mentre sistemava il libro di Erbologia sul comodino.
Stava per uscire, quando il suo sguardo incontrò la finestra. Si avvicinò e sfiorò con una mano il vetro, oltre il quale si vedevano gli alberi scuri.
Pensò al libro.
Stava bene lì dove l'aveva nascosto. Per un attimo gli venne il desiderio di recuperarlo, ma decise che non si sarebbe rovinato l'estate con tutte quelle preoccupazioni.
Avrebbe trascorso quei due mesi e mezzo divertendosi, spensierato, parlando con i fratelli, facendo visita a casa di Rose o alla Tana, giocando a Quidditch.
Niente Spettri. Niente manoscritti antichi. Niente Ami.
Albus si voltò e s'incamminò verso la porta della stanza, diretto al salotto, dove avrebbe trovato James, Lily e i suoi genitori.
Lo aspettava un'estate normalissima.

*

Note dell'Autrice: Ecco, l'ho terminata. La mia prima, vera Long.ç_ç
Per me è una storia importante. La considero la mia prima storia a capitoli davvero seria e mi ci sono davvero affezionata. Provo una sensazione strana, ma... deve finire.
Spero che la storia vi sia piaciuta, mi piacerebbe moltissimo ricevere recensioni per avere un parere su questo importante lavoro. Naturalmente accetto anche le recensioni negative, criticate pure tutto quello che volete, sarò felice di rendermi conto dei dei difetti vari. Non mi offendo, anche se mi insultate dicendo che sono una scrittrice pessima e che la storia fa schifo.:D (Tanto segnalo all'amministrazione, offendersi a che serve? *Battuta scadente.*)
Ci sarà un seguito della Chiave del Re, dato che sono quasi due anni che progetto di creare una serie in proposito. Naturalmente non lo posterò subito, questo seguito, voglio prendermi un po' di riposo dalla storia e pensare ad altri lavori... ma la continuerò, un giorno! Sarei felice se qualcuno di voi continuasse a seguirmi.
*Landa desolata.*
Beh, non ho proprio niente altro da dire. Arrivederci!
   
 
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