dieci anni dopo
Sabin sorride, provando nostalgia per quei vecchi ricordi.
Dopo tutti questi anni, è finalmente tornato al castello di Figaro. Si siede
sul trono di suo padre, che ha l’imbottitura azzurra e delle strane corna ai
lati del poggiatesta.
Dopo tanto tempo, il castello non sembra affatto essere
cambiato. Le antiche mura proteggono ancora gli abitanti dalle sabbie del
deserto, i tappeti rossi accolgono i visitatori stanchi. Il luogo in cui
abitava è rimasto uguale, ma lo stesso non si può dire di lui.
Ha raggiunto il maestro Duncan e si è allenato con lui nelle
pratiche ascetiche e nelle arti marziali. Ha girato per il mondo, guadato
fiumi, scalato montagne. Lottando contro qualunque essere, in
qualsiasi
condizione climatica.
Voleva diventare forte. Se non poteva prendersi cura di
Figaro, avrebbe almeno potuto proteggere suo fratello. Sicuramente adesso ne è
in grado.
“E tu, hai scelto la libertà”, costata una voce a lui
conosciuta.
Edgar gli si avvicina. Ora non sono più completamente
identici. Sabin è adesso più alto di Edgar, di parecchi centimetri. E
decisamente più robusto.
Edgar è rimasto snello, e la sua bellezza si è affilata. Ha
continuato a fare strage di cuori. “Sono passati dieci anni. Era una ragazzo, e
adesso è diventato un uomo”, dice, guardando il fratello
ammirato.
“E tu il suo re!”, completa Sabin sorridendo.
Edgar si siede sul trono accanto al suo, con un identico
sorriso. Questo, almeno hanno ancora di uguale.
Il giovane re rimane un attimo pensieroso.
“Sabin”, dice poi, “Pensi che papà sarebbe orgoglioso di
me?”
Lui è stupito dalla domanda. "Come puoi chiedermelo? Certo che lo
sarebbe!”
I due gemelli si guardano, non riuscendo più a specchiarsi
l’uno nell’altro.
Dieci anni..come sono potuti passare tanto in fretta?
Il Re improvvisamente si alza, e guarda Sabin. Ha uno
sguardo euforico.
“Avanti! Brindiamo alla salute di due adulti un po’
confusi!”, esclama.
Muove le mani come se dovesse reggere un calice colmo.
Corre sino al centro della sala del trono, e solleva in alto
il suo invisibile calice.
“Brindiamo a papà!”, esclama entusiasta.
Sabin lo raggiunge, e porta anch’egli in alto il suo
calice.
“E alla mamma! E a Figaro!”, esclama sempre più forte.
I due nobili si guardano.
Quel che è stato è stato. Non si può cambiare il passato.
Nessuno sa cosa gli riserva il futuro. A loro però non importa, perché adesso
sono insieme.
E basta solo questo a renderli felici.
Continua....nel gioco....
Una precisazione: le immagini che illustrano questa fan fiction non sono ovviamente mie. Sono illustrazioni disegnate da un certo Kuroinu, sono state utilizzate nel video musicale della canzone "Sabin's Rap", che parla appunto di questa storia.
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