Nose

di DuediCuori
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Gli voleva bene, questo era assolutamente indubbio.
Lo aveva realizzato dapprima a livello inconscio - per quanto lui e quell'uomo che abitava solo l'ombra non si conoscessero da anni e neppure da mesi interi, al bimbo davvero non era servito molto per sentire il suono della parola "padrone" come qualcosa di familiare ed estremamente caro.
Dopotutto, non aveva bisogno dei motivi che servono agli adulti per amare una creatura a tale maniera.
Come aveva intuito ciò che lo legava a Rayflo, intuì anche che una semplice parola non sarebbe loro bastata affatto.
Di parole, il vampiro, ne aveva dette tante. Di gesti, il vampiro, ne aveva fatto pochi - ma il bimbo era pronto a scommettere che quell'astruso taglio di capelli che ora aveva in testa non sarebbe mai variato di una sola virgola.
Per tutti questi motivi, una bella sera, mentre ancora l'uomo gli raccontava una delle sue favole mentre assieme guardavano le stelle, il piccolo Chris si era alzato sui suoi piedini, guardandolo in viso e privandolo delle parole, per qualche secondo.
Portò le mani ai suoi capelli, tirandoglieli un poco, in modo tale che l'altro si avvicinasse a lui, seppur borbottando contrariato e con una smorfia di disappunto sulla bocca.
Lo baciò sul naso, fissando ogni cosa in quello piccolo schiocco che separò le sue labbra dal corpo del vampiro.
Ci fu poi un abbraccio lungo: Chris si ritrovò a respirare contro la sua pelle, senza chiederne il perché.
Poi, la favola continuò - e le stelle, oh, le stelle brillarono più di prima.




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