Personaggi: Renata, Santiago; Felix;
Demetri
Parola:
031. Musica
Avvertimenti: romantico, commedia.
Note:
finalmente pubblico la storia scritta per Ariel (: è
probabilmente una delle poche comiche che sono riuscita a scrivere XD
spero sia almeno un poco poco divertente
Timidezza
Renata era, probabilmente, la persona
più timida e riservata che Felix avesse mai
conosciuto a eccezione di Corin, ma quel mocciosetto era un
caso più unico che raro, sfiorava il mitologico oltre che il
patologico. Lei stava sempre rintanata negli angoli più
scuri e tutte le volte che doveva ritrovarsi accanto ad Aro e alla sua
mania di stare al centro della scena, si vedeva quanto la cosa la
facesse stare male.
Così, appena poteva, se ne ritornava nel suo cantuccio a
leggere, scrivere e svolgere qualsiasi attività che le
permettesse di rimanere nell'anonimato.
Probabilmente era questo atteggiamento schivo ad aver reso Santiago
eccessivamente nervoso ogni qualvolta doveva parlare con lei: temeva
sempre di dire qualcosa di sbagliato, così finiva per
salutarla borbottando, scappando via.
Felix queste cose le sapeva perché Felix era la sora impiccetta
di Volterra e tutto ciò che accadeva lui lo veniva a sapere.
Peggio di una commare di paese tentava poi di invischiare anche il
povero Demetri nei suoi pettegolezzi spicci, sempre con scarsi
risultati.
La questione, comunque, rimaneva la stessa: Renata era timida, Santiago
era timido ed entrambi erano la più timida e impacciata
delle aspiranti coppie.
Ma se c'era una cosa che eccitava Felix più delle
chiacchiere erano le chiacchiere al sapor di sesso, che riusciva sempre
a estrapolare durante le missioni ai poveri sprovveduti che diventavano
suoi compagni. Per questo aveva deciso che avrebbe aiutato l'impacciato
Santiago a cavare il topo dal buco -o la topa, che dir si voglia.
Lo bloccò, con la sua solita grazia, in mezzo a un
corridoio, in un'anonima giornata invernale.
«Amigo, tenemos que parlar» iniziò, con
sguardo profondo.
«Hablar, Felix, si dice hablar» sospirò
l'altro, scostandolo facilmente e già preoccupandosi dei
possibili risvolti negativi di una chiacchierata con quel bambino dal
corpo di energumeno.
«Siamo o non siamo in Italia?» rispose accigliato
Felix, guardandolo male.
«Ma...»
«Appunto, si parla italiano»
Santiago lo fissò un attimo, poi scoraggiato lo
lasciò fare, sperando di poterlo accontentare e passare
oltre.
«Dicevo, dobbiamo parlare» lo ribloccò,
Felix, trattenendolo fermamente.
«E di cosa?»
«Di topi e tope »
« Non sapevo ti piacessero gli animali domestici»
fece per sviare Santiago, cercando nuovamente di divincolarsi.
«Mr. Simpatia, vieni» e fu un attimo, che Santiago
venne risucchiato nel vortice del Don Giovanni, ritrovandosi
praticamente minacciato da Felix, che lo guardava torvo mentre gli dava
i consigli.
«Devi essere sicuro di te»
«Felix, per favore, evita di sputarmi mentre parli...
»
«Devi essere così sicuro di te che lei
è sicura che tu sia sicuro, così
diventerà sicura di sé e si butterà
tra le tue braccia. Capito
« Sicuro... »
«Mi stai prendendo per il culo?»
«Assolutamente no»
Felix lo scrutò accigliato e si sporse oltre il tavolinetto
che li divideva, inchiodandolo con gli occhi rubino:
«Santiago, ne va della tua scopata, non della mia»
Al che, lo spagnolo, piuttosto sveglio, capì che Felix stava
veramente facendo sul serio e vedendo piuttosto vicina
l'opportunità di poter finalmente stringere la sua amata
Renata tra le braccia, si zittì e iniziò
-finalmente- ad ascoltare i consigli del Maestro.
Renata sentì in lontananza le voci di Santiago e Felix
bisticciare, ma pensò che fosse una delle tante sfide che il
secondo lanciava e che l'altro stava tentando di evitare. Quando,
però, sentì la voce di Felix tuonare
«vedi di fare l'omo, latino dei miei stivali» e il
vigoroso rumore secco di una spinta, si voltò. Teneva in
mano dei chicchi d'uva che stava contando annoiata, mentre fissava
Santiago che, se avesse potuto, sarebbe diventato paonazzo.
Le sorrise flebilmente, mormorando: «que tienes?»
«Nada» rispose in un soffio lei, guardando
piuttosto preoccupata l'enorme giradischi che lui teneva tra le mani.
Lo vide posare l'oggetto sul suo letto, poi iniziare a smanettare con
la puntina e con il disco e aspettare che partisse.
Per un attimo nella stanza si sentì solo il rumore
gracchiante del vinile nero che girava a vuoto, poi, d'un tratto, il
dolce suono di una chitarra armonica, accompagnata da altri strumenti.
«Santiago...» balbettò lei, sconvolta.
Ma lui, prendendo un enorme respiro, aveva iniziato a cantare la sua
serenata, fissandola negli occhi e sciogliendosi poco alla volta, fino
ad arrivare, perfino, a mettersi in ginocchio davanti a lei.
Renata era così incredula che aveva smesso di sentire la
musica, concentrandosi solo sulle parole di Santiago, e soprattutto sul
tono con le quali le pronunciava.
Sorrise dolcemente, e, quando la canzone finì, gli diede un
leggero bacio sulle labbra.
Felix, da parte sua, aveva fissato attentamente la scena e ora si stava
sfregando compiaciuto le mani.
«Sora impiccetta?»
Demetri, a sua volta, l'aveva studiato divertito, in silenzio,
rimanendo dietro di lui. Si guadagnò uno sguardo truce e un
ringhio sommesso.
«Che c'è?»
«Missione compiuta?»
Felix sorrise soddisfatto e ghignando pronunciò la tanto
sperata sillaba: « sì ».
Angolo
Autrice:
sono tornata? AAAA BOOOOOO! XD Sto scrivendo il capitolo di Aro
sull'Enciclopedica e mi sta praticamente risucchiando, anche le vacanze
hanno fatto la loro parte :D Detto ciò, spero sia stata di
vostro gradimento, non so se qualcuno di voi ha letto la storia
dedicata a Santiago nella raccolta "Volta la Carta", ma questo
è una sorta di ampliamento della precedente drabble.
NOn dico altro, se non che spero vi sia piaciuta ;)
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