Two kid are better than one
Ho riflettuto su questa
fiction. Nonostante la parte razionale di
me
volesse ri-postarla tutta, la parte emozionale mi ha sopraffatto
costringendomi a continuare a scriverla. Sono davvero felice di
riprenderla in mano, sebbene sia passato tantissimo tempo ma
l'ispirazione è tornata e, sinceramente, l'occasione di far conoscere
meglio Kaito e Shinichi mi ha sempre affascinata e non volevo andasse
persa. Ma, bando alle ciance!
Altre questioni varie nell'angolo dell'autrice, come sempre!
Buona lettura! :)
Riassunto: Shinichi
è quasi ventenne ormai. Dopo che l'organizzazione è stata finalmente
debellata è potuto tornare alla vita di tutti i giorni, fatta di
investigazioni e amore per la sua fidanzata Ran, che lo ha perdonato
nonostante tutte le passate bugie. Ma sembra non esserci pace per lo
Sherlock Holmes del nuovo millennio. Deve indagare su una persona
scomparsa, riconquistare la fiducia del suo vecchio amico Heiji,
scoprire perché ci siano due Kaito Kid che scorrazzano per i cieli di
Tokio...
Ci riuscirà, anche stavolta?
~ • Two Kids are better
than one • ~
Chapter 9: Occasions
La luce filtrava
leggera tra le tende candide. Svolazzavano allegre,
incuranti del ragazzo che se ne stava ancora a dormire sulla vicina
branda.
Si trattava di
Shinichi il quale, nonostante i numerosi incubi che
aveva vissuto durante la notte, era riuscito comunque un po' a
riposarsi.
-Sveglia,
bell'addormentato!-
Al contrario di
quel ladro, al contrario di Kaito che non aveva dormito
per niente. Il quale ora stava scuotendo il detective, ancora dormiente.
Poi Shinichi
aprì lentamente gli occhi.
Si trovò a pochi
centimetri dagli occhi di Kid, che lo squadravano
divertiti. Divertiti per che cosa, Shinichi lo ignorava.
-Ho sempre
pensato che vivessi in un castello, circondato da soffici
cuscini. Alla Bruce Wayne.- Esordì Shinichi, semi-sveglio, dando voce a pensieri che
avrebbero fatto meglio a rimanere solo
pensieri.
-Tzè, le tue
doti investigative sono rimaste quelle di un bambino,
sebbene ora tu abbia la mia età.- Rispose divertito Kaito mentre si
alzava, rimetteva le mani in tasca e si dirigeva verso la cucina, poco
distante. Shinichi stava dormendo in un letto di fortuna
nell'open-space della casa, vicino al divano dove aveva riposato il suo
coetaneo. Divano che era già perfettamente ripulito e rifatto benché
fossero solo le sette di mattina, come Kudo ebbe modo di constatare
guardando l'orologio appeso dinanzi a sé sulla parete. Poi notò
un'altra cosa. Di Aoko (quella che presumeva essere la ragazza di
Kaito, benché non avesse avuto tempo di confermare tale ipotesi la
concitata sera precedente) non c'era alcuna traccia, ma dall'angolo
nascosto della cucina proveniva un profumino davvero delizioso.
Qualcuno stava preparando la colazione, e Kaito si era diretto proprio
lì.
Mentre il suo
cervello lavorava su tutte queste cose il detective si
districò nella giungla di coperte che lo avvolgeva, si alzò e cercò
d'istinto i suoi occhiali.
-Mossa
sbagliata, caro detective. Ti ricordo che non sei più un bambino
occhialuto, ormai.-
Shinichi, un po'
imbarazzato, constatò che il ladro aveva perfettamente
ragione. Ma gli capitava tutte le mattine da quando aveva smesso di
essere Conan, di effettuare quella ricerca senza esito. In effetti, gli
mancava un po' l'allegra spensieratezza con la quale poteva essere un
bambino. Nonostante avesse sempre avuto a che fare con gli uomini in
nero, i casi ordinari di omicidio e affini, essere piccolo aveva sempre
avuto i suoi vantaggi. Ma ora… Ora tutto era tornato alla noiosa,
adulta normalità. Forse anche peggio.
Poi Shinichi si
avvicinò a Kaito, constatando come fosse lui a cucinare
quelle prelibatezze di cui prima poteva solo sentire il piacevole
profumo.
-Tu vivi solo,
non è vero?-
-…-
-Sveglia prima
delle 7.00, letto completamente rifatto, abiti puliti
già addosso, colazione quasi pronta e non hai neanche svegliato la
ragazza per chiederle di fare qualcosa al posto tuo. Un ragazzo non lo
farebbe mai. A meno che non viva da solo.-
-…-
-Mi sbaglio?-
-…-
-…-
-Faresti meglio
a cambiarti quella roba che ti trovi ancora addosso,
mio caro detective.-
Kaito prese per
la cravatta rossa Shinichi, tirandogliela poi addosso.
-Ti ho lasciato
sul divano qualche mio vestito.-
Indicò
svogliato, prima di riprendere il suo lavoro in cucina.
"Aveva preparato
anche i miei abiti di ricambio. Un altro punto per
me." Sorrise Kudo, prendendo gli abiti ed andando in bagno. Quel
vestito
bianco, che lo aveva cacciato in un bel pasticcio, non voleva vederlo
per qualche anno. Minimo. Anche se dubitava che tutta quella complicata
faccenda potesse concludersi come...
per magia.
♠ ♠ ♠
-Allora come
vanno i rapporti con mio figlio, Ran?-
Ran si trattenne
a stento dallo sputare gli spaghetti che stava
mangiando in compagnia del signor Kudo, in uno dei più raffinati
ristoranti della città. Ricordava fosse un tipo un po'
originale come Shinichi, ma non certo così sfrontato nel parlare di
"quell'argomento". Un commento come quello si addiceva meglio a sua
moglie.
-Ehm… Sì bene,
il solito direi.- Buttò lì Ran, mentre acchiappava un altro
boccone di cibo con le bacchette, sperando che la discussione cambiasse
presto argomento.
-Sono davvero
molto felice.-
Sorrise lui,
sinceramente. Ran tirò un sospiro di
sollievo quando sentì il lungo silenzio seguire quell'affermazione.
"Forse stava per cambiare discorso" pensò, ispezionando gli spaghetti
che aveva nel piatto.
-A quando
matrimonio, con relativi figli a carico?-
Ran stavolta non riuscì a trattenersi e gli andarono di traverso quei
cavolo di spaghetti. Tossì un paio di volte, ma il cibo non accennava a
spostarsi, e si portò istintivamente le mani alla gola. Le mancava
ossigeno.
Yusaku agì d'istinto. Si alzò, afferrò Ran e la spostò di lato
facendola scendere dalla sedia. Poi la lasciò appoggiarsi su di lui e
le passò le mani da dietro poco sopra il ventre. Fu in quel momento che
notò come fosse leggermente teso e gonfio... Ran, sebbene stesse
soffocando, riuscì ad assestargli uno spintone che lo allontanò di
qualche passo.
Ran si accaciò a terra, i palmi e le ginocchia sul pavimento. Proprio in quel
momento la ragazza sentì di nuovo un filo d'ossigeno entrarle nei
polmoni e prese a tossire forte. Ran avvertì la cameriera che si era
appena precipitata lì, aiutandola ad alzarsi farfugliando agitata
qualcosa che però non comprese.
La prima voce che udì fu quella del signor Kudo.
-Tutto bene Ran?-
La cameriera intantò la aiuto a rialzarsi, aiutata dal padre di
Shinichi.
-Devo... devo prendere una boccata d'aria fresca.-
Esordì lei, facendosi largo tra il piccolo campanello di gente che si
era avvicinata, incuriosita.
Yukiko si rivolse alla cameriera, mentre sfilò il portafoglio dalla
tasca posteriore dei pantaloni e gli lasciò una banconota di grosso
taglio.
-Tenga pure il resto...-
Disse, mentre lasciava il locale.
♠ ♠ ♠
Kaito aspettò
che Shinichi fosse andato in bagno, poi estrasse da un
cassetto quella lettera che aveva trovato poco prima sul letto di Aoko.
Al contrario di quello che aveva esposto il detective lui era andato a
svegliarla. Ma non l'aveva trovata.
L'unica cosa che
aveva trovato, sopra il letto rifatto, erano quelle
poche parole, racchiuse in una busta sigillata. Kaito l'aveva già letta
ma la riaprì, come per accertarsi che non fosse cambiato nulla. Non era
cambiato niente. Anche la sensazione che aveva provato pochi minuti
prima in camera sua si riproponeva inalterata, mentre faceva scorrere i
pochi caratteri sotto gli occhi.
"Caro Kaito,
so che ti sarai
appena allarmato della mia assenza. Ebbene, voglio subito
tranquillizzarti.
Non sono stata rapita o chicchessia, ma è passato a
prendermi l'elicottero che mi ha portata qui, ieri sera.
Ti scrivo
questa lettera dandoti un consiglio: cogli l'occasione.
Coglila, ti
prego.
Ora che tutti sono convinti che Shinichi è Kaito Kid, puoi
finalmente smettere di indossare quel panni bianchi.
Puoi riprendere la
tua vita normale. Puoi essere un liceale comune.
So che non
accetterai queste parole. Che sei testardo, presuntuoso,
un ragazzino che cerca di divertirsi, di essere speciale, diverso.
Se non vuoi
farlo per te almeno... fallo
per me.
Fallo per me.
Firmato:
Aoko
Nakamori
P.S.: Non
pensare che abbia scritto "caro" di proposito. Nelle lettere
va scritto e io l'ho scritto.
Tu rimani uno
zuccone e niente può cambiare questo. Punto."
Kaito era
confuso - nonostante sorridesse rileggendo le ultime righe.
Sapeva bene come Aoko
volesse che lui cessasse di essere un
ladro. Quando l'aveva sospettato, per poco non era scoppiata in lacrime
e aveva fatto di tutto per dimostrare il contrario. Ma da quando
l'aveva colto in fragrante, lei sapeva che lui era Kaito Kid e che
rischiava la pelle tutte le volte che svolazzava per i cieli di Tokio.
I loro rapporto era un po' cambiato: litigavano ancora come prima, ma
lei non riusciva più a dimostrare quell'affetto, seppur velato, che
prima gli riservava. Ma ora, quelle parole... Ora doveva decidere da
solo. Aveva la possibilità di togliersi dai guai, di una vita normale.
Ma quel ragazzo... avrebbe dovuto lasciare tutto sulle sue spalle?
Ma il rumore
metallico della porta del bagno fece tornare Kaito alla realtà. Ficcò
in fretta lettera e busta in tasca, voltandosi verso il ragazzo appena
uscito dalla porta del bagno.
-E
allora,
questa colazione è pronta?-
Esordì
sorridente il detective.
Commenti dell’autrice:
In primis... Sono felicissima di
essere riuscita a trovare l'ispirazione necessaria per continuare
questa fiction! E pensare che, quando l'ho cominciata, ho esordito
nelle note dell'autrice dicendo che "non sarebbe stato nulla di
complicato"... XD Ma come sono una burlona, eh già!
No, il problema è che, per quanto mi sforzi, non riesco a trattenermi.
Quando scrivo una fiction più è incasinata e contorta, più la mia mente
incasinata e contorta è felice! Quindi spero possiate comprenderla e
comprendermi!
Come seconda cosa, essendo passato taaanto tempo e non avendo mai
pianificato una vera struttura che portasse la storia da un punto
iniziale ad un finale, ho dovuto rileggermi tutti i vari capitoli per
essere sicura di riagganciarmi nel modo più corretto alla trama.
Ovviamente il finale è già pensato dall'inizio, ma sono stati inseriti
dei "particolari" anche rilevanti direi, che faranno prendere alla
storia pieghe che non mi aspettavo inizialmente! Sì, insomma, colpi di
scena a palate. Ci sono un saaacco di cose che nei prossimi capitoli,
anche nel seguente, verranno riprese e chiarite. Quindi... stay turned! ^^
Mi scuso con chi voleva che continuassi l'altra mia long fiction
"Conan-Kudo", seguito di "Shinichi-Edogawa". Vi prometto che, al più
presto, la concluderò! è___è
Ringrazio infinitamente chi leggerà, chi recensirà, chi vorrà lasciare
un parere a questa fiction! Ci sono affezionata ormai, e mi
farebbe piacere concluderla con il supporto delle vostre recensioni
(anche perché tra i vari impegni, c'è sempre meno tempo sigh...!)!
> Inoltre per chi volesse, ho appena pubblicato una piccolissima
fiction su Kaito Kid, intitolata "Facce
da Poker". La trovate andando alla mia pagina! ^^ <
Se volete pormi domande, avete dubbi o qualsiasi altra cosa, non
esitate ad esprimerli! Vi risponderò immantemente!
Un abbraccio!
*inchin*
_Diane_
Precisazioni:
- Per chi volesse sapere cosa sta cercando di fare il "padre di
Shinichi" a Ran quando stava soffocando; si tratta di una mossa di
primo soccorso realmente esistente, che si chiama "Manovra di
Heimlich". Consiste nel passare da dietro alla persona in questione,
dandole dei precisi colpetti nella parte centrale bassa del torace (su
Wikipedia trovate le informazioni base). L'ho imparata ad un corso di
primo soccorso ma personalmente, non l'ho mai provata e spero di non
provarla mai! XD Scoprirete poi perché Ran assesta quel colpo a Yusaku,
non è casuale (come avrete intuito..)
- Nel finale, quando Kaito riflette su Aoko e sul suo comportamento, fa
riferimento ad un file del manga "Kaito Kid" contenuto nel primo
volume, dal titolo "Niente giorni liberi per Kaito Kid".
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