lilia2
{Un Posto nel mio Cuore}
Nel bel mezzo della notte, la ragazza, che aveva il sonno molto
leggero, venne svegliata da uno strano rumore. All'inizio non
capì cosa fosse, ma poi arrivò ad una conclusione che si
verificò corretta: erano singhiozzi.
Si alzò dal sacco a pelo e notò che Itachi non era a
letto. Così, si incamminò per scoprire dove fosse andato
e lo trovò sotto un grande albero poco lontano.
Lei, comprendendo il momento pensò che era meglio lasciarlo
sfogare, ma lui la chiamò, con un sottile "Lilia, aiutami", che
le fece sciogliere il cuore.
Così, in preda ad emozioni che mai aveva provato, arrestò il suo passo e cambiò
direzione, avvicinandosi con cautela al ninja e si sedendosi accanto a lui
.
Non sapeva che fare, le mani le tremavano e il cuore le batteva a mille, come fasse un martello pneumatico.
Sollevò da terra la mano sinistra, ma non aveva idea se era
meglio posargliela su una spalla o accarezzargli delicatamente la testa.
Ma non occorse alcun gesto da parte sua: Itachi, appena sentì la sua
presenza, lascò cadere il capo sul petto di Lilia, che, a quel punto,
non esitò più e posò le sue dita sottili sui neri
capelli del ragazzo, che si strinse ancora di più a lei, sotto
quel tocco che gli trasmetteva sicurezza, complicità e
comprensione.
"Sei l'unica che puoi aiutarmi" le aveva sussurrato, con voce roca.
Adesso non erano ninja, erano solo due amici, o forse qualcosa di più.
"Finalmente ti sei lasciato andare" pensò sorridendo, forse anche stupidamente, ma era in qualche modo felice che
Itachi avesse deciso di sfogarsi proprio con lei, che aveva patito lo
stesso destino e sapeva perfettamente cosa si provava in queste
situazioni.
I due dormirono in quelle posizioni tutta la notte, l'uno tra le braccia dell'altra.
La mattina parve arrivare molto presto e Lilia aveva lasciato Itachi
per riordinare i loro effetti personali per l'imminente partenza.
Non si era però accorta che qualcuno la stava osservando, e che quella persona era proprio l'Uchiha.
"Non vorrei aver frainteso tutto. Magari mi ha semplicemente usata come
sfogo. Non sarebbe strano, conoscendo la reputazione che si era
costruito all'accademia. Però, mi sembrava sincero quando mi ha
detto che ero l'unica a poterlo aiutare. Lilia, ma che cosa dici? Lo
conosci da appena una settimana, cosa pretendi?". I pensieri della
ragazza erano a dir poco contorti, e il dubbio che la tormentava non
sembrava andarsene, nemmeno dopo aver analizzato la situazione
cicra un centinaio di volte.
Dopo aver sistemato gli zaini, si recò ad una piccola
sorgente d'acqua che si trovava poco lontano da lì, per
sciacquarsi il viso.
Itachi, nel frattempo, l'aveva pedinata e non si era perso nemmeno un suo minimo gesto.
Lilia si legò i lunghi capelli in un'alta coda di cavallo, per
evitare che si bagnassero, mentre si rinfrescava e riempiva le borracce
con acqua fresca.
Terminato il suo compito, si alzò e voltandosi notò il Jonin che la stava osservando.
"Buongiorno, dormiglione" lo salutò lei, con un dolce sorriso.
"Ciao" rispose lui, un po' freddo.
Lilia si avvicinò: "Come st.." ma non face in tempo a terminare
la parola che Itachi le mise le dita sulle labbra dicendo:
"Ascoltami, non so come sia possibile, io non ho mai provato certi
sentimenti per una personaa, specialmente per una ragazza, però
con te è..insomma..diverso..." era molto titubante.
Lei prese in mano la situaizone in modo molto deciso e lo
abbracciò. Per pochi istanti, aveva paura di aver combinato un
guaio, ma poi si tranquillizzò, sentendo, per la prima volta
dopo molti anni, il calore di due braccia che le circondarono il corpo.
Da quando i suoi genitori erano stati uccisi, non aveva più
ricevuto abbracci. Pianse. Pianse di felicità, di malinconia.
Pianse
perché non ricordava quanto fosse bello provare ancora delle emozioni.
Pianse perché la sua vita stava per cambiare, lo sentiva, in meglio.
Itachi se ne accorse e le ascigò delicatamente le lacrime con le dita,
per poi avvolgerle il viso e regalarle un dolce bacio sulle
labbra.
Furono degli attimi talmente piacevoli, che nessuno di loro si era reso
conto che ormai era passata l'ora per la colazione e che invece era
tempo di rientrare.
Si precipitarono al villaggio e ancor prima di recarsi dall'Hokage a
far rapporto, Itachi aveva una cosa da fare: avvertire Sasuke.
"Mi devi aiutare, Lilia, non sono certo di saperlgielo dire con tatto..."
"Non ti preoccupare" gli sorrise lei.
Quando arrivarono davanti a casa Uchiha, trovarono Sasuke che giocava in giardino con la zia.
"Fratellone, sei tornato! Ma, dove sono mamma e papà? E chi
è lei?" domandò il bimbo, non appena li vide
arrivare.
"Devo, anzi dobbiamo parlarti" iniziò Itachi, con un tono serio e lugubre.
"Io sono Lilia Takashi, molto piacere" si presentò la ragazza "sono una Jonin, proprio come tuo fratello!".
Il
suo sorriso e i suoi occhi erano talmente belli e magnetici, che il
piccolo non esitò ad andare a stringerle la mano e ad abbracciarla.
"Vedo che avete già fatto amicizia. Vi dispiace rimanere qui, mentre io parlo con la zia?" chiese Itachi.
I
due annuirono e Sasuke trascinò Lilia nel punto in cui stava giocando
poco prima del loro arrivo, mostrandole le tecniche che aveva imparato
dalla zia.
La ragazza rimase stupita: era già in grado di lanciare
kunai, anche se di legno, con quella precisione già a quell'età?
Sarebbe diventato un ninja quasi ai livelli di suo fratello.
"Vieni, ti faccio vedere una cosa. Mi presteresti quel pezzo di stoffa?" propose Lilia, per distrarre Sasuke.
"Certo!". Il bimbo glielo porte, curioso.
Lei
lo usò per coprirsi gli occhi e prese dalla tasca uno shuriken,
dicendo:" Attento: ora farò cadere un frutto da quell'albero, e mi
dirai com'è!"
"Ma è dall'altra parte del giardino, come farai' a prenderlo?"
"Aspetta e vedrai!"
Lilia si concentrò e lanciò l'arma. Incredibilmente fece
cadere una mela, che Sasuke corse a raccogliere e mangiò con
gusto.
"Grazie!" le disse, abbracciandola. Si sentiva al sicuro tra le sue
braccia, senza sapere il perché. Si sentiva proprio bene.
Un urlo interruppe la quiete e la serenità che si era creata.
Lei
prese il piccolo Uchiha per mano e corsero in casa, dove trovarono
Itachi in piedi con un'espressione enigamtica sul volto, a metà tra la
tristezza e l'indifferenza, mentre la zia dei ragazzi in lacrime.
"Itachi, perché la zia piange? Cosa le hai detto?" chise Sasuke, preoccupato.
Allora i due Jonin si guardaorno negli occhi e annuirono contemporaneamente.
"Vieni con me" gli propose la ninja, porgendogli la mano. Lui la
afferrò e la seguì in giardino, entrambi seguiti da
Itachi.
Sasuke si sedette su una piccola panchina che si trovava sotto un'albero di ciliegio.
I due ragazzi si inginocchiarono di fronte a lui, tenendogli ognuno una mano.
Quando
finirono di raccontare come era veramente andata, il piccolo non
resistette e si gettò tra le loro braccia, per cercare un po' di
conforto. Le sue amare lacrime bagnarono completamente le loro spalle,
da quanto erano copiose. I suoi sonori singhiozzi strapparono il cuore
al fratello, che non sapeva più cosa fare, se non stringerlo forte a
sè. Lilia si mise a piangere silenziosamente, per non far intristire
ulteriormente il bimbo.
La zia li raggiunse, credendo che, nonostante fossero solo le sei di sera, per Sasuke era giunto il momento di andare a letto.
Il
piccolo Uchiha, si accomodò tra le braccia della giovane, che lo
strinse più forte che potè. Itachi, abbracciò entrambi, regalando un
piccolo bacio sulla guancia al fratello.
L'anziana signora indicò a Lilia la stanza di Sasuke. Una volta
raggiunto il letto, la Jonin ve lo posò sopra
delicatamente.
"Vi prego, non andatevene..." li pregò il piccolo, con la voce scossa dai singhiozzi.
"Certo
che non ce ne andiamo" lo rassicurò Itachi, che si accomodò sul lato
destro della branda, mentre Lilia occupò quella sinistra.
Sasuke
cercò un contatto, trovando le loro mani, che strinsero le sue,
facendgoli capire che non si sarebbero mossi da lì fino al suo
risveglio.
Fu così che Lilia entrò nella vita della famiglia Uchiha,
facendosi largo nel cuore dei due fratelli, scoprendo che anche loro
non avrebbero mai lasciato il suo.
{Sproloqui di Yume}
Ecco la storia di Lilia.
Ho
finito la parte storica, dal prossimo capitolo, verrà narrata la
vicenda che mi ha spinto a scirvere questa, secondo me, bella storia!
A presto,
Yume.
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