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Buon pomeriggio gente! Prima di tutto,avete visto
il nuovo traileri di
Breaking dawn? io devo ancora riprendermi,è fantastico e
hanno fatto un
ottimo lavoro con il trucco di Kris:sembra realmente malata durante la
gravidanza O.o per chi se lo fosse perso ecco qui il
link
Tornando al capitolo quasi tutte nello
scorso avete apprezzato il comportamento di Rosalie: sono felice che la
ragazza vi abbia stupite ;)
Quasi nessuno invece aveva pensato all'eventualità che Tanya
fosse la sorella di Edward: mi complimento da sola per la mia trovata
La smetto di blaterare e vi lascio al capitolo in cui finalmente
verremo a conoscenza del segreto di Edward,ci si becca in fondo ;)
PS.
il capitolo è dedicato a Chuck,se lo
merita alla grande dopo aver recuperato tutti i capitoli in un solo
pomeriggio,ma soprattutto per averli recensiti tutti: grazie ancora
CONFESSIONI
Charles: Sa che
avrò sempre cura di lei,
è questo l'importante!
Tyler:
L'importante è questo?! No non
basta! **
Finalmente
dopo due settimane passate in ospedale,oggi avrei riportato a casa
Matthew.
Quelle due settimane
erano state infinite e infernali; ogni sera dover tornare a
casa,sapendo che il
mio bambino sarebbe rimasto da solo in ospedale,mi metteva
un’angoscia addosso
incredibile.
La sera in
cui mi dimisero e dovetti andare via da lì senza mio
figlio,fu straziante; passai
la notte a piangere e se non fosse stato per Alice e Tanya,sarei
rimasta
avvinghiata all’incubatrice,o sarei corsa in ospedale in
piena notte per
assicurarmi che stesse bene. Quella notte la loro presenza fu molto
importante
per me,mi tennero stretta tra le loro braccia per molto tempo,cercando
di
confortarmi in ogni modo possibile,fino a quando non crollai distrutta.
Apprezzai molto quel gesto,soprattutto la bontà di Tanya che
dimostrava nei
miei confronti: si era affezionata tanto a noi in pochissimo tempo e le
ero
grata,in fondo io ero arrabbiata con suo fratello. Edward faceva i
salti
mortali,insieme ad Alice,per venirmi a trovare in ospedale o a casa;
ormai le
prove del balletto erano serrate e per loro era difficile ritagliarsi
un po’ di
tempo,quindi ci vedevamo poco,ma mi erano sempre accanto,anche se la
presenza
di lui mi urtava parecchio ancora. Da
una
settimana poi,mi avevano autorizzato ad allattare il mio
bambino.
La prima
volta era stata una sensazione incredibile; sentire la boccuccia di
Matthew
attaccarsi al mio seno che lo succhiava voglioso,mangiando con
un’espressione
beata, mi rese la donna più felice della terra! Una volta
però mi fece prendere
uno spavento tremendo: succhiava con tanta foga che si
soffocò con il latte,e
io terrorizzata chiamai l’infermiera; lei mi
spiegò che era normale,avevo tanto
latte e il bambino mangiava volentieri,quindi se mi fosse successo
anche a casa
da sola avrei dovuto staccarlo dal seno e appoggiarlo al mio petto
battendogli
un po’ le spalle,proprio come si faceva con le persone adulte.
Anche adesso,
mentre ero seduta in una poltroncina del nido e stavo aspettando
l’arrivo di
Edward,che aveva perfino litigato con l’insegnante di danza
pur di ottenere il
pomeriggio libero,in modo che fosse lui a riaccompagnarci a
casa,guardavo
estasiata il mio pupetto che mangiava tranquillo,con i suoi occhi che
scrutavano dappertutto e la manina appoggiata sul mio seno.
“Ciao! O
scusa se vuoi passo dopo” Edward era appena entrato nel nido
e credei si fosse
imbarazzato nel vedermi allattare il bambino. Pure per me non era
facile farmi
vedere semi nuda,ma in fondo lo stavo facendo per dar da mangiare a mio
figlio,e penso che azione più bella da fare con il proprio
corpo non possa
esistere.
“No
tranquillo,puoi entrare,non c’è nessun problema. E
poi credo tu non abbia mai
visto mangiare Matthew” dissi,conscia del fatto che a lui non
era permesso
entrare in terapia intensiva,tranne negli orari di visita e non era mai
capitato che il bimbo avesse fame. Con Rosalie avevo raggiunto
l’accordo che
quando mi trovavo in luoghi pubblici dell’ospedale lui
avrebbe potuto vedere
Matthew,ma dopo appena due giorni lui si era presentato con un
certificato che
dichiarava la sua paternità e quindi la mia amica non aveva
più potuto
obiettare nulla.
Era un po’
fastidioso vederlo con gli occhi fissi sul mio seno,ma non potevo
tirarmi
indietro: era stato velocissimo a sistemare le questioni legali per
rendere
Matthew suo figlio effettivo,e dal suo avvocato mi era arrivata una
lettera
nella quale mi spiegava che io al suo cliente non potevo negare nulla,a
meno
che ciò non avesse offeso me o comportato dei danni per il
bambino,così strinsi
i denti e continuai ad allattare il mio cucciolo.
“E’ così
rilassato in questo momento… che sensazione si prova ad
allattare? Sono
curioso” faceva spesso domande di questo tipo,non sapevo se
per semplice
curiosità o per velocizzare il mio perdono. In quel caso era
un povero illuso.
“E’ un
qualcosa di indescrivibile; sapere che da te dipende la vita del tuo
bambino,che lui si affida ciecamente a te,senza farsi
problemi,è qualcosa di
meraviglioso. È come quando sei innamorato e vedi la persona
davanti a te: il
cuore ti balza in gola,hai le farfalle nello stomaco,il cervello in
pappa,però
sei felice; adesso devi moltiplicare almeno per mille quella
felicità e saprai
la gioia che ti da allattare il tuo bambino. Non so se mi sono spiegata
bene”
“Perfettamente”
e fece una leggera carezza al piedino di Matthew,che stava iniziando a
scalciare,segno che di lì a poco avrebbe smesso di
succhiare. Dopo che fece il
ruttino,lo passai ad Edward; ancora era spaventato quando lo teneva in
braccio,ma piano piano stava cominciando ad abituarsi. Raccolsi le mie
cose e
ci dirigemmo verso la macchina; mi meravigliai di trovare nei sedili
posteriori
tutta l’attrezzatura per poter portare in giro il
bambino,anzi forse era pure
esagerata tutta quella roba: in fondo non ci sarebbe mai servito un
seggiolino
per fare trekking. “Era il minimo che potessi fare. Ti avevo
detto che lo avrei
protetto da ogni cosa” si giustificò,leggermente
in imbarazzo,grattandosi la
nuca in un gesto che avevo capito facesse quando non si trovava
totalmente a
proprio agio. Ero spiazzata da tutto ciò,si stava giocando
bene le sue carte,ma
ancora non era arrivata la resa dei conti definitiva,per quella avrei
aspettato
di essere a casa.
Giunti a
casa,lo feci accomodare nel piccolo salottino,mentre io mettevo Matthew
nella
sua culla e mi cambiavo. Lo trovai ad osservare un collage di foto che
mi aveva
fatto Alice: era una cornice rettangolare,in cui lei aveva inserito
delle mie
foto nei vari mesi di gravidanza,per ricordare mese per mese i miei
cambiamenti.
“Ehi!” dissi
per attirare la sua attenzione.
“Ehi… Eri
bellissima con il pancione; non che ora non lo sei,ma ti dava una luce
diversa”
Sorrisi
imbarazzata per quelle parole,ma adesso era arrivato il momento di
conoscere il
perché di questo improvviso cambiamento. In fondo in quei
mesi, prima mi aveva
chiesto di abortire,poi mi aveva detto che non voleva sapere
più nulla di noi e
adesso sembrava dispiaciuto di aver perso ciò,voleva essere
presente nella vita
di Matthew.
“Edward come
mai hai cambiato idea su Matthew? Voglio dire,mi fa piacere che tu sia
rinsavito,ma non so spiegarmi il tuo cambiamento”
Mi fissò per
quelle che sembrarono ore e poi sorridendo mi rispose
“Semplice,tu non sei
Carmen”
“Ovvio io
sono Isabella,ma chi sarebbe questa Carmen? E cosa c’entra
con Matthew?”
“Circa otto
anni fa,quando più o meno avevo la tua età,andai
a lavorare in Europa. Lì
conobbi una ballerina,Carmen. Era veramente bellissima: la classica
ragazza
mediterranea,era spagnola,ma con gli occhi azzurri,sembravano pozzi. Ci
frequentavamo da circa sei mesi quando lei scoprì di essere
incinta; io,nonostante
fossi giovane,ero entusiasta all’idea di diventare padre,ma
lei no: voleva
abortire.Riuscii a
farle cambiare
idea,dicendole che mi sarei preso io cura del bambino,anche senza di
lei. Carmen
decise di troncare lì la nostra relazione e mi promise che
avrebbe portato
avanti la gravidanza,ma tutto sarebbe stato a mio spese. Naturalmente
approfittò della cosa,arrivando a ricattarmi quando io mi
lamentavo dicendole
che un vestito Chanel non l’avrebbe certo aiutata nella
gravidanza,ma alla fine
cedevo. Quando arrivò al sesto mese di gravidanza,una sera
mi telefonarono
dall’ospedale…” si interruppe,e distolse
il suo sguardo dal mio; sembrava
essere soprafatto da quel ricordo.
“Edward,se
non te la senti non devi continuare per forza. Ho bisogno di
sapere,è vero,ma
non voglio che tu ti senta costretto: magari aspetta un attimo per
riprenderti
e poi continui”
“No,è giusto
che tu sappia: aspettare non lenirebbe il dolore.
Quella sera
mi chiamarono dall’ospedale avvertendomi che Carmen era in
travaglio. Dopo
circa tre ore,un medico venne da me dicendomi che il bambino era nato
troppo
prematuro,e non era sopravvissuto. Il mondo mi crollò
addosso in quel
momento,ma non sapevo che il peggio doveva ancora arrivare. Mentre mi
avvicinavo alla stanza dove riposava Carmen,notai che la porta era
leggermente
aperta e sentivo delle voci provenire da dentro,tra le quali la sua; mi
accostai ad ascoltare e in quel momento il mio cuore si
spezzò
irrimediabilmente: stava raccontando ai suoi genitori e ad una sua
amica che
aveva preso un prodotto che stimolava le contrazioni
uterine,così che il ‘disturbo’,come
chiamò lei il bambino,non le deformasse ancora di
più il corpo e lei sarebbe
potuta tornare a ballare,giusto in tempo per interpretare la
protagonista di un
balletto. Ecco perché all’inizio ti ho detto
ciò,non volevo soffrire di nuovo
come allora; ma poi ho capito che tu sei diversa,che ami davvero
Matthew e
spero che potremo crescere insieme nostro figlio.”
Sorrise,nonostante gli occhi
lucidi,e io gli strinsi una mano tra le mie,mentre con
l’altra scacciavo una
lacrima che mi era sfuggita al controllo. “Ora posso capire
il tuo
comportamento. Non avrei mai creduto che dietro si celasse una storia
tanto
dolorosa” e gli sorrisi sperando di infondergli un
po’ di calore,ma tornai
subito seria “Ciò però non ti dava
l’autorizzazione di trattarmi,anzi di
trattarci come se fossimo degli appestati. Io non so se tu ti renda
conto della
cattiveria che hai usato nei nostri confronti: per proteggere te stesso
dai
fantasmi del passato,hai rischiato che io uccidessi anche questo tuo
bambino e
stavolta per volere tuo. Mi hai giudicato senza neppure
conoscermi,additandomi
come una perfida macchinatrice”
Il
mio tono di voce era salito di parecchie
ottave,ma non riuscivo a credere che lui mi avesse ritenuto
così meschina da
compiere un gesto come quello: era come se io,dopo quello successo con
James,avessi paura di innamorarmi di nuovo.
Sobbalzammo
entrambi,quando dall’interfono giunse il pianto di
Matthew,che interruppe il
nostro discorso; insieme ci dirigemmo verso la mia camera da letto e io
subito
strinsi tra le braccia il piccolino “Amore della mamma,cosa
c’è? Non puoi avere
fame,non è passata neanche un’ora dalla
poppata”. Appoggiandomelo sulla spalla
capii subito il perché del suo pianto: doveva essere
cambiato. “Ecco perché
piangi,hai fatto la cacca. Ora ci pensa il tuo papà a
cambiarti” e mi voltai
verso Edward che era rimasto a guardarmi a bocca aperta
“Cosa dovrei
fare io?” esclamò agitato.
“Finora non
hai mai cambiato Matthew, quindi mi sembra il momento opportuno per
cominciare”
e gli strizzai l’occhio. Presi tutto l’occorrente e
lo sistemai sul mio
letto,poi vi adagiai il bambino e con un gesto invitai Edward ad
avvicinarsi. Lui
mi guardò sconvolto “Bella veramente è
tardi,io dovrei andare sarà per la
prossima volta” e fece per andarsene.
In quel
momento i miei occhi presero a lanciare scintille di fuoco
“Edward dimmi,vuoi
crescere un bambino o giocare per un po’ con cicciobello?
Vuoi essere presente
nella vita di tuo figlio solo quando ci sarà da
festeggiare,da portarlo al
parco? E quando avrà la febbre,le coliche o
metterà i dentini e non smetterà un
attimo di piangere,cosa ti inventerai per scomparire? Se questo
è ciò che hai
intenzione di fare quella è la porta: stavolta non sarai tu
ad andartene,ma sono
io a cacciarti e per sempre,secondo le richieste che hai fatto al tuo
avvocato
posso farlo benissimo,perché con questo tuo gesto offendi me
e il piccolo”
sputai acida.
Non
rispose: titubante si avvicinò, iniziò a staccare
i bottoncini della tutina e,tenendolo per i piedini,gliela
sollevò quel tanto
da liberare il pannolino;prese un profondo respiro e poi
sganciò anche quello “O
cielo,come fa un bimbo così piccolo a fare
così tanta cacca?!” davanti alla sua faccia
seriamente stupita,non riuscii a
trattenere una risata,e lui si imbronciò ancora di
più. Dopo un buon quarto
d’ora,e qualche aiuto da parte mia,riuscì a
terminare quella impresa titanica e
rimettemmo Matthew nella sua culla,dove sprofondò nuovamente
nel mondo dei
sogni.
“Mi dispiace
per quella lettera” disse poi.
“Era
indispensabile inviarmela? In fondo non ti ho mai vietato di
vederlo,nonostante
avessi potuto farlo benissimo; mi sono sentita umiliata nuovamente da
te”
“E in
ospedale?” chiese provocatorio
“Lì non
potevo fare niente. Non c’era un documento legale a
certificare la tua
paternità e io avevo registrato Matthew a mio nome,avevo le
mani legate. Ma poi
mi sembra che negli spazi pubblici non ti abbia mai impedito di vederlo
o
toccarlo,anche se lo meriti Edward,te lo assicuro”
“E’ stato il
mio avvocato a consigliarmi di fare ciò; avevamo paura che
emettessi qualche
decreto restrittivo nei miei confronti” A quel punto non ci
vidi più e gli
mollai un ceffone: lui rimase attonito,massaggiandosi la guancia
colpita.
“Fuori!” gli dissi a denti stretti per evitare di
svegliare nuovamente il
piccolo.
“Bella,io”
“Edward per
la tua incolumità vai fuori da questa casa,subito”
non riusciva a capire che
ogni sua parola era un’offesa per me?
“Ok,forse è
meglio. Posso venire a trovarvi domani?”
“Porta con
te Tanya,io non voglio vederti,ma non ho intenzione di lasciarti da
solo con
Matthew.” E così dicendo gli sbattei la porta in
faccia.
**
dal film Remember me
La
storia di Matthew che si soffoca con il latte è vera,lo
facevo sempre io,ero una gran mangiona ^^
Il
capitolo non è uscito come lo immaginavo,ma spero che vi
soddisfi...chi immaginava che il passato di Edward fosse tanto
doloroso? Secondo voi Bella ha fatto bene a reagire così?
Non è un'amore Matthew? va bene la smetto con le domande e
attendo le vostre risposte,che sono sempre più numerose e io
non so come ringraziarvi: ogni volta che controllo la storia vedo tutti
i numeri crescere e il cuore mi scoppia dalla gioia; per una che si
sente sempre fuori posto avere il vostro supporto è
meraviglioso.
Vi saluto e vi rinnovo l'appuntamento a mercoledì
prossimo,un abbraccio PaolaPaola Efp