Mating season
Titolo: Mating
season: about a yellow fox
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1205 parole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji, Accenni Franky/Robin e Rufy/Nami verso
la fine
Genere: Generale,
Romantico
(Dipende molto
dai punti di vista e dall'idea di romantico), Sentimentale,
Vagamente assurdo?
Rating: Giallo
/ Arancione
Avvertimenti: Shounen
Ai, Slice of Life, Sottospecie
di fiaba (Ma dove?),
What
if?
Winter Challenge: 3°
Luogo ›
Salotto con camino
Binks
Challenge: 12° Baita/Rifugio di montagna
› 2° Amore
Prompt: 12°
Argomento: Tempo
› Futuro
The season challenge: Inverno
› Scelta libera: Salotto
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Il
fuoco scoppiettava allegramente nel camino, facendo guizzare fiamme
arancioni e giallastre che creavano giochi di luce sulle pareti di
legno del salotto.
Per tutto il tempo che era trascorso
dalla cena a quel
momento,
Sanji non aveva fatto altro che starsene accanto alla finestra, posta
esattamente a poca distanza da quella costruzione di mattoni, intento
ad osservare distrattamente la neve che cadeva in candidi fiocchi
perfetti ad imbiancare il paesaggio che circondava la casetta di legno
in cui si trovavano. Erano ancora pochi i cespugli il cui verde era ben
visibile, e persino i pini, le cui cortecce erano ricoperte da un lieve
strato di brina che sembrava farle brillare negli ultimi bagliori del
sole morente, erano ormai stati trasformati in grossi giganti dalle
cime innevate.
Gettando appena un'occhiata all'interno,
Sanji
afferrò
con due dita il pacchetto di sigarette che teneva nel taschino e ne
tirò fuori una, portandosela semplicemente alle labbra senza
pensare di accenderla; per quanto la voglia di fumare fosse tanta, quel
salotto era davvero troppo piccolo per pensare che la cosa non potesse
dar fastidio a qualche altro membro della ciurma, tutta stipata
lì dentro con le pance ormai piene. Rufy, Usop e Chopper
occupavano uno dei divani accanto alla libreria, russando beatamente
dopo una delle loro solite scorpacciate; Robin e Franky, invece, sotto
lo sguardo di Nami - che tentava frattanto di scrollarsi di dosso Brook
a causa di quella sua insana perversione di vederle le mutandine -,
stavano giocando a scacchi da una buona ventina di minuti, per quanto
la bella archeologa fosse nettamente in vantaggio. E non si curava di
nascondere la sua soddifazione dietro ad un sorriso, giacché
quella sarebbe di sicuro stata la sesta vittoria che avrebbe
collezionato. Per quanto riguardava quell'idiota di uno spadaccino,
invece, stava perfettamente bene dov'era, ovvero sul secondo divano con
una bottiglia di sakè sorretta per il collo. Aveva
un'espressione imbronciata di cui non comprendeva la reale provenienza
- e a dirla tutta non voleva nemmeno sapere perché sembrasse
così nervoso -, e la fronte aggrottata e le labbra ridotte
ad
una linea sottile gli conferivano un'aria perennemente incazzata. Ma,
ehi, in fin dei conti c'era abituato.
Con uno sbuffo tornò a
guardare fuori, masticando
il
filtro della sigaretta con fare annoiato. Avrebbe volentieri occupato
il tempo cucinando, ma detestava sprecare cibo ed era certo che, dopo
il cenone consumato da poco, nessuno sarebbe riuscito a mandar
giù nemmeno un boccone. Forse - anzi, sicuramente,
si corresse - l'avrebbe fatto Rufy, però... si
scompigliò
i capelli con una mano e poggiò le braccia incrociate sul
ripiano della finestra, concentrandosi solo sul dolce mulinare dei
fiocchi di neve. Fu proprio in quel mentre che gli parve di scorgere
qualcosa muoversi fra la boscaglia, e, aguzzando la vista,
poté
vedere la sagoma sfocata di una volpe dal pelo scuro e lucente che si
era appena fermata ai piedi di un albero, con il muso rivolto verso la
finestra. Gli occhietti neri sembravano scrutarlo con fare arciglio e
scontroso, come se il loro possessore ce l'avesse proprio con lui, e
gli sembrò quasi che avesse persino sollevato un angolo
delle
labbra per rivelare i denti acuminati e ringhiargli contro. Beh,
perfetto! Anche gli animali
lo prendevano in antipatia.
Un richiamo basso, pressapoco
impercettibile,
catturò sia
la sua attenzione sia quella della volpe che l'aveva squadrato fino a
quel momento, e fra la neve vide avanzare un'altra volpe, dalla
corporatura più piccola e dal pelo più chiaro.
Una
femmina, forse? Non sapeva dirlo con certezza, e nemmeno era sicuro che
la prima fosse un maschio, per quanto alla vista dell'altra avesse
cominciato ad agitare la coda con un movimento ritmico e lento, quasi
simile ad un rituale di corteggiamento. Oh, giusto. Per le volpi
l'inverno era la stagione degli amori.
A Sanji venne da ridacchiare nel vedere
come quella appena
arrivata, con agili passi nella neve fredda, si
fosse avvicinata alla volpe più grossa e avesse cominciato a
stuzzicarla, lanciando poi un altro basso richiamo prima di superarla
senza tanti complimenti, venendo immediatamente inseguita; sparirono
nel sottobosco prima ancora che il cuoco potesse rendersene conto,
privandolo così di quel piccolo passatempo.
Mordicchiò la
sigaretta e borbottò qualcosa fra i denti, decidendo una
volta
per tutte di raggiungere quell'idiota d'un marimo sul divano. L'unica
cosa positiva era che aveva abbandonato la bottiglia, ma gli stava
adesso scoccando un'occhiata a dir poco irritata. O almeno era quella
l'impressione che dava, viste le sopracciglia aggrottate.
«Almeno
per una volta potresti cambiare espressione, stupido
spadaccino»,
lo prese in giro, accavallando elegantemente le gambe.
Zoro gli scoccò una rapida occhiata - osservando con un
certo
interesse la sua posizione, tra l'altro - e, scivolando piano sul
divano per farsi più vicino, bofonchiò,
«Sta' zitto
e prendi,
cuoco da strapazzo», afferrandogli in seguito una mano - con
una
delicatezza alquanto bizzarra, secondo i canoni a cui era abituato -
per lasciargli nel bel mezzo del palmo un piccolo monile d'argento. Un
oggettino semplice e per nulla vistoso, con tanto di catena a corredare
il tutto, che Sanji si ritrovò però a fissare con
tanto
d'occhi, quasi non credesse alla sua esistenza.
Era davvero possibile che nel cervello
di Roronoa Zoro,
l'uomo
che affermava di voler diventare un giorno il migliore spadaccino del
mondo, fosse passato il pensiero di comprare una cosa
all'apparenza così leggera, ma che nascondeva nei suoi
recessi
un fardello troppo pesante e una promessa ancor più
complicata?
Per quanto la cosa fosse assurda, a Sanji venne stupidamente da
sorridere. Dannazione, quei due anni passati su quella maledetta isola
avevano davvero fatto sì che si mettesse in contatto con la
parte femminile che albergava in lui.
«Ohi,
marimo», lo chiamò infine con lo sguardo ancora
fisso su quello che aveva tutta l'aria di essere un - oh, accidenti
- anello, di quelli piccoli a fascia che si scambiavano le coppie
prossime al matrimonio, e fece persino per aggiungere altro quando
Zoro, alzandosi bruscamente, lo interruppe.
«Tienilo e basta, cuoco,
non dire niente, altrimenti giuro che ti faccio a fette»,
borbottò, e, se non fosse stato certo dei guizzi arancioni
creati dal fuoco acceso nel camino che si riflettevano sul suo viso,
Sanji avrebbe benissimo affermato che lo spadaccino fosse vistosamente
arrossito. E per quanto quelle sue parole non suonassero per nulla come
sdolcinate o romantiche - però che diavolo si aspettava,
sapendo
quanto fosse rozzo quello stupido spadaccino? -, il cuoco si
ritrovò a sorridere maggiormente prima di poggiarsi contro
lo
schienale del divano, seguendo con lo sguardo la schiena di quella
stupida testa verde che si allontanava in direzione della camera da
letto.
Mantenendo con le labbra la sigaretta,
riabbassò
lo
sguardo su quel piccolo anello, vedendolo brillare nella sua mano ai
bagliori delle fiamme. Quell'idiota di un marimo. Avrebbe potuto
trovare un modo più carino per dirglielo, anche se doveva
ammettere di essere stato molto
più fortunato della povera Nami-san, che si era ritrovata
con le
guance sporche dei pezzetti di carne sputacchiati dal Capitano. A quel
pensiero ridacchiò e, scuotendo il capo, strinse nel palmo
quel
piccolo monile d'argento, gettando una rapida occhiata al resto della
ciurma prima di alzarsi in piedi e seguire quello stupido spadaccino.
Beh, dopotutto era la stagione degli
amori, no?
_Note inconcludenti dell'autrice
Quest'assurdità
che avete appena finito di leggere si può benissimo
considerare
come il prequel - o il sequel, a scelta - della flash fiction White
moments in Winter: Four years later
Non saprei esattamente cosa dire su di essa, ma spero di non essere
andata OOC e di non aver scritto una colossale cazzata x)
Era da un bel po' che fantasticavo su una possibile proposta da parte
di Zoro, ma come potete notare vuoi stessi, beh... lo spadaccino
è davvero un tipo di poche parole privo di romanticismo che
non parla mai chiaro x)
E' stata molto più chiara la volpe, se proprio vogliamo
essere
sinceri... ah, giusto, quelle due volpi - che nella mia perversa mente
malata erano due esponenti di sesso maschile v.v - rappresentavano Zoro
- quella grossa dall'aria scontrosa e dal pelo scuro - e Sanji - quella
piccolina e aggraziata dal pelo chiaro -, ma credo che i riferimenti
siano stati chiari per tutti x)
Come sempre, commenti e critiche sono ben accetti :3
Alla prossima.
♥
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