Lui è Johnny Depp.
Lei è la sua anima
gemella.
Loro sono Cupido.
Capitolo uno - Fay McAdams
«Un
attimo, un attimo, CALMATEVI PER L'AMOR DEL CIELO!»
In
un nanosecondo la hall
dell'Artemis Hotel diventa più silenziosa di un mortorio.
Dieci
ragazze deglutiscono all'unisono e Bob Earring, impiegato alla
reception, tira un sospiro di sollievo.
«Allora,
signorine, potete
mostrarmi i vostri documenti di riconoscimento? UNA ALLA
VOLTA.»
Vedo la vena a forma di "v" che gli pulsa furiosamente sulla fronte e
mi faccio avanti con la mia carta di identità.
«Sì,
ma non
c'è bisogno di agitarsi tanto.» Dico, guardandolo
dritto
negli occhi. Lui mi rivolge uno sguardo forse un po' mortificato, per
aver fatto una tale scenata in pubblico. Magari è stressato
e
magari noi stavamo facendo davvero tanto casino, ma insomma, un po' di
contegno, no? Dunque sì, avete letto bene. Sono in gruppo
con le
nove scapestrate alle mie spalle, le quali fremono e scalpitano
perché è il nostro primo incontro e
perché siamo
qui a Los Angeles per vedere Johnny Depp. Suona un po' megalomane come
cosa, in effetti, ma ogni dettaglio sarà rivelato a tempo
debito.
«Va
bene, la prossima?»
Le
ragazze si sono acquietate un po' e ora scorrono una dopo l'altra
davanti al bancone per mostrare al diligente Bob i loro documenti.
Christine mi si avvicina, con un sorriso che le parte da un orecchio,
vaga per tutto il corpo e arriva all'altro.
«Non.
Fiatare.» Le dico. So già che appena
aprirà
bocca inizieremo a saltare e a urlare come due pazze scalmanate, per
cui è meglio aspettare di essere in camera.
«Ma
tu ci credi?» Mi dice sottovoce, con le guance piene di
risate isteriche che minacciano di uscire perfino dalle orecchie.
Annuisco e do un'occhio alle due piccole del gruppo, Allison e Ophelia,
che insieme a Nicole, più grande di loro di un anno, si
apprestano a registrare i loro nomi. Joy è al telefono col
suo
ragazzo e sprizza cuoricini svolazzanti da tutti i pori. Sospiro,
gustando il pensiero di queste due fantastiche settimane che ci
aspettano. Spero davvero che ne valga la pena, anche se già
essere qui tutte insieme è un traguardo inimmaginabile.
«Ecco
le vostre chiavi.» Sfiata infine Bob, porgendoci due
chiavi dorate nuove di zecca alle quali sono agganciati i numeri 242 e
243. Tenendo conto che l'albergo in tutto ha 250 camere dobbiamo essere
capitate all'ultimo piano, dove ci sono le suite. Possibile?
«Avevo
programmato di darvi la 91, la 92 e la 93, ma qualcuno
qui ha fatto casino con le prenotazioni e ora ho dovuto sbarcarvi
all'ultimo piano in due camere più grandi, spero non vi
dispiaccia.» Dice, dopo aver rifilato un'occhiataccia al
ragazzo
accanto a lui, forse il suo assistente o qualcosa del genere.
«Ci
accontenteremo.» Dice Avril, col sopracciglio alzato di chi
è un tantino infastidito dal disguido, ma negli occhi le
leggo
uno sguardo ironico. Brava, prendilo in giro e fatti valere!
Tutte
eccitate corriamo verso gli ascensori con le nostre
chiavi in mano, e ci stipiamo in
due di questi, grandi come la mia camera a New York, trascinandoci
dietro le valigie enormi.
«STATE
ZITTE O CONSUMERETE L'OSSIGENO!» Strillo, zittendo di
colpo Christine, Rachel, Jenna e Dakota che sono qui con me. Se non lo
sapevano l'hanno scoperto adesso, che ho paura degli ascensori. Mi
guardano interrogative e quasi offese, per il modo in cui ho urlato
disperata. Nel frattempo, siamo arrivate all'ultimo piano.
«E'
Hitler pure da vicino, non c'è niente da fare.»
Dice
Jenna, scuotendo la testa con un sorriso. Ci siamo conosciute grazie a
Johnny, su un sito internet di fanfiction. In seguito ho creato un
gruppo su facebook,
per loro e le mie storie, che ci ha legato irrimediabilmente. Abbiamo
scritto storie su di lui, parlato di lui, pensato a lui, abbiamo
abusato di lui col pensiero tutte insieme. E poi è arrivata
la
notizia del nuovo film, girato a relativamente pochi
chilometri da noi, che abitiamo chi nel Maryland, chi a New York, chi
nel New Jersey. Neanche a farlo apposta, abbiamo pubblicato
tutte
la notizia nel gruppo, pregando le altre di intraprendere il viaggio
con noi. In più capitava nel periodo estivo, quindi non
avrebbe
dato problemi a chi lavorava o a chi andava ancora a scuola.
L'occasione ci era stata servita su un piatto d'argento. Tornando a
noi, e dunque a Hitler, questo soprannome mi è stato
affibbiato
dal mio comandante in seconda, Christine - soprannominata poi Mussolini
- che prendeva in giro i miei modi un po' dispotici e talvolta
intransigenti. Ma mi volevano bene lo stesso.
Le
stanze 242 e 243 sono ovviamente adiacenti ma non disponibili,
almeno non entrambe. Una donna delle pulizie esce da una delle camere e
ci chiede scusa per il disagio: «Finirò di pulirla
in un
attimo, devo cambiare solo lenzuola e asciugamani. Potete aspettare
nell'altra camera, nel frattempo.»
Noi
ringraziamo e ci infiliamo tutte in quella che sarà la mia
camera, che condividerò con Christine, Allison, Rachel e
Jenna.
«Vi
va bene questa divisione? Così siamo miste, piccole e
grandi insieme. Che dite?» Le ragazze annuiscono e iniziamo a
saltare sui letti. La camera ha due stanze separate: una con un letto
matrimoniale e l'altra con tre letti singoli. Il bagno è
unico
ma è abbastanza grande, con una vasca idromassaggio e due
lavandini.
«Benediciamo
Dio per l'errore del tizio alla reception,
perché questa camera è bellissima!»
Dice Joy battendo
le mani, seguita a ruota dalle altre che evidentemente concordano. Ci
lasciamo cadere tutte e dieci sul letto matrimoniale e dopo un cozzare
di teste, gomiti e quant'altro riusciamo a trovare pace.
«Ragazze.»
Esordisce Christine dopo un attimo di silenzio.
«Eh.»
Rispondiamo in coro io e Nicole.
«VEDREMO
LO ZIO!» E di nuovo tutte a urlare come matte. Ci cacceranno
prima di sera, lo so.
La
mattina seguente ci prepariamo ad andare sul set. A colazione Avril
e Rachel, le più grandi del gruppo, ci dicono che hanno
letto
che le riprese non inizieranno prima di domani. Christine e io ci
guardiamo e alziamo le spalle, per noi è uguale. Oggi
possiamo
andare a fare un giro per i negozi, siamo contente lo stesso. Le
piccole invece - Nicole, Allison e Ophelia - sembrano pensarla
diversamente.
«E
se iniziano oggi?! Andiamoci lo stesso, dai!» Si lamenta
Ophelia, saltellando sulla sedia. Guardo le altre e alzo le
sopracciglia, in cerca di altri pareri.
«Va
bene, ma se non c'è ce ne torniamo immediatamente qui e
andiamo a fare shopping!» Ordina Christine, che ormai mi
legge nel
pensiero.
«Ben
detto, Benny.»
Come
predetto da Avril e Rachel, il luogo del set è
completamente sgombro, salvo delle transenne che ne delimitano i
confini. Per il resto, non c'è un'anima viva. Scocco
un'occhiata
fulminante a Ophelia e Allison che mantengono lo sguardo basso e
colpevole. Vabbè, non abbiamo fatto
chissà quale
trasferta, ma è pur sempre una perdita di tempo. Prendiamo
armi
e bagagli - ovvero macchine fotografiche, taccuini, poster e
quant'altro - e ci prepariamo per una giornata di follie.
Iniziamo
da Rodeo Drive, con le sue boutiques esclusive e tanto care da
farti cadere le braccia solo a guardare le vetrine. Poi scendiamo a
Beverly Hills, dove i prezzi continuano a salire ma i negozi sono da
sbavo - e noi entriamo apposta a provarci capi che non potremmo
permetterci mai, ma solo nei negozi dove non c'è il portiere
- e
infine a Downtown, dove i prezzi sono più accessibili.
Entriamo
da H&M, Forever 21, Abercrombie e infine Gap, dove Christine
insiste per provarsi un vestito stupendo: rosso, senza spalline, con
dei ricami al bordo superiore e inferiore... una favola.
«Cioè,
ho preso la 14, possibile che non si chiuda?!»
Entro nel camerino e la aiuto a tirar su la cerniera che diventa dura
sul seno.
«Per
forza, hai le tette più grandi del
mondo!» La sfotto e lei sospira appena quando riusciamo a
chiuderlo.
«Ora
capisco Elizabeth Swan e il suo vestito del cacchio. Devo
prendere la 16 mi sa... anzi, la vengo a provare con la fascia per il
seno che magari mi dà meno fastidio...»
«Fay!
Vieni a vedere queste scarpe!» Sento la voce di Jenna che
mi chiama e lascio aperta a metà la zip di Christine, che mi
dice di poter fare da sola. Mentre mi avvicino alle ragazze, urto
l'unico commesso etero del negozio - un figo stratosferico - e senza
pensarci troppo mi infilo tra Ophelia e Nicole che ammirano un paio di
sandali col tacco alto semplicemente meravigliosi. Devo farli vedere a
Chris!
E'
questione di un secondo.
Mi
dirigo verso il camerino e, troppo tardi, vedo il commesso figo che
apre la tendina di Christine e sgrana gli occhi prima di richiuderla di
nuovo.
«Scusa
scusa scusa, ho bussato e tu non hai risposto!» Le dice,
ridendo, e lei dal camerino risponde isterica: «Ma non ti ho
sentito! E poi questa è una tenda, dove cacchio
bussi?!»
Lui
ride e continua a scusarsi. «Comunque è stata una
bella visione!»
Oddio.
Sono morta al posto suo.
Mi
avvicino al commesso e lo spingo appena per farmi passare. Entro nel
camerino e vedo Chris di
fuoco che si sveste borbottando qualcosa di poco udibile e
sicuramente non ortodosso.
«Che
figura di merda!» Esce dal camerino verso le altre col viso
dello stesso colore del vestito e incrocia il commesso che le chiede
ancora scusa. Lei alza la mano in un gesto distratto e mi spinge fuori
dal negozio. Solo allora riprende fiato.
Dopo
aver sommariamente raccontato l'episodio alle altre, decido -
perché sono il Boss e io
posso
- di andare a vedere la Walk of Fame. Tutte eccitate ci dirigiamo
verso la famosa Hollywood Boulevard; appena troviamo la stella dello
Zio quasi ci buttiamo a terra a baciarla.
«Guardala
quant'è bella!» Strilla Ophelia sedendocisi
accanto per farsi una foto. Una dopo l'altra ci sediamo tutte, e
perdiamo minimo tre ore a guardarle tutte e a fotografarne almeno la
metà. Infine, stremate e sporche di polvere ci buttiamo in
uno
Starbucks.
Al
nostro ritorno saliamo in camera per prepararci per la cena e io sono
la prima a infilarmi nella vasca.
«Ho
faticato più di tutte oggi!» Urlo, quando sento le
proteste delle altre. Davvero, sono stata sempre davanti a chiedere
indicazioni, guardare cartine, mappe e Gps, sono entrata in almeno
cinquecentomillantanove negozi e ora ho i piedi che fumano.
Dopo
la doccia rigenerante, esco avvolta da un asciugamano e Christine
si fionda verso il bagno trascinandosi Rachel che le si è
appesa
al braccio. Ridacchio e apro l'armadio. Sono talmente stanca che
scenderei in pigiama, ma per non fare la figura della barbona scelgo
una camicetta bianca e una minigonna nera. Comoda e semplice. Sotto
rigorosamente delle ballerine o rischio l'ammutinamento dei miei piedi.
«Sembri
una cameriera, ti manca solo il cravattino nero.» Mi
sfotte Jenna dal balcone, con la solita sigaretta in bocca. Fuma come
una ciminiera e fa venire le crisi isteriche a Christine che sta
cercando di smettere. Noto che Rachel ha ceduto a quest'ultima il posto
in bagno e ora è al cellulare col suo fidanzato. Sospiro
contagiata dal suo sguardo innamorato e penso a Steve, il mio ragazzo
da circa sei mesi. E' una storia un po' complicata, dato che lui vive in
Canada, ma ci stiamo provando. Stasera dovrei chiamarlo,
visto che stamattina ero troppo impegnata a dissuadere le pargole
dall'andare sul set.
Dopo
un'ora e mezza - record! - siamo tutte pronte per andare a cena.
Joy e Dakota scendono a braccetto cincischiando tra loro, Ophelia e
Allison contano quante foto devono farsi con Johnny, e il resto di noi
è semplicemente troppo assonnato per pensare a qualcosa di
sensato. Mi siedo al tavolo e mi verso un bicchiere d'acqua frizzante.
Un guizzo di piacere mi attraversa lo stomaco al pensiero che domani
vedremo Johnny. Proprio lui, lui in persona!
«Se
non me lo fanno toccare giuro che torco le palle a tutti i
bodyguards.» Borbotto, raccogliendo il consenso delle altre
che
pianificano strategie di guerra e poi ovviamente fantasticano su cosa
potrebbero fargli una volta agguantato a dovere.
«Io
lo legherei al letto per analizzare i tatuaggi. O anche no.
Secondo me senza Vanessa è uno che si dà da
fare...»
Annuisce Rachel con sguardo sognante e perso nel vuoto. Manca solo il
rivolo di bava a completare il quadretto.
«Io
me lo porterei a casa e me lo farei su ogni fottuta
mattonella!» Interviene Chris, beccandosi nove occhiate
complici.
Otto e mezzo, va. Questi discorsi mi mettono sempre un po' in allerta,
sembro essere l'unica con la testa in testa qui dentro!
«Ma
io mi accontento anche di un bel bacio, cioè, mica mi fa
schifo...» Commenta Joy, alzando le spalle.
«No,
siamo d'accordo che nessuna si sbilancerà con
manifestazioni d'affetto. Ricordate?» Cerco di riportare
l'ordine
prima che inizino a sbarellare. Loro sbuffano e annuiscono.
«Ma
perché, un'orgia non ti piace?» Dice Jenna con un
sorrisone. Christine la appoggia ridendo come una pazza.
«Ti
ricordo che ci sono le minorenni.» Le indico con lo sguardo
e loro mi rispondono con una linguaccia. «E poi chi lo sa se
lo Zio
ce la fa ancora... con tutto il rispetto per il
Principe Albert, è ovvio.»
«E
che sarà mai, al massimo qualche pasticca blu e passa la
paura!» Fa Nicole, semplice e diretta come al solito.
Scoppiamo a
ridere, attirando l'attenzione dei camerieri e degli altri presenti in
sala. Ci zittiamo con ancora il sorriso sulle labbra, solo
perché non vogliamo essere mandate via a calci o ne andrebbe
del
nostro piano per il rapimento di Johnny.
Una
volta terminata la cena, ci ritiriamo nelle nostre stanze e ci
affacciamo ai rispettivi balconi che danno sulla via principale. La
brezza serale ci scompiglia i capelli portandosi via anche qualche
traccia di stanchezza. Improvvisamente mi sento capace di fare follie.
E l'occasione non tarda ad arrivare.
«Oh,
guardate che macchinone!» Allison, sveglia e pimpante come
se avesse passato la mattinata in una beauty farm e non in giro per Los
Angeles, indica una Mercedes scura e tirata a lucido.
«Chissà
chi è il riccone di turno che deve sparare le
pose...» Commento schioccando la lingua, lingua che mi cade a
terra
quando l'autista apre lo sportello dell'auto e lui ne esce dopo
qualche istante. Sui balconi, nessuna osa fiatare. Oh mio Dio.
Neanche
ci fossimo messe d'accordo, usciamo tutte dalle stanze e ci
fiondiamo sul pianerottolo a guardare giù nella hall. Dalla
cassa delle scale riusciamo a intravedere un Johnny visibilmente
incazzato che dice qualcosa a Bob della reception e si appresta a
salire con l'ascensore. Fissiamo l'ascensore dal nostro piano come se
potesse esplodere da un momento all'altro.
«Ragazze,
mi sa che non è educato stare qui ad aspettarlo.»
Borbotta Rachel, timorosa.
«Aveva
una faccia che sembrava Sweeney Todd e Scream messi insieme!»
Mormora Joy, sbattendo le lunghe ciglia.
La
luce che si avvicina al nostro piano ci fa capire che l'ascensore
sta per fermarsi, quindi entriamo tutte silenziosamente in camera e
lasciamo la porta socchiusa per sbirciare. Un Johnny Depp come non
l'avevamo mai visto ci passa davanti a passi svelti e pesanti,
borbottando qualcosa tra sé, e impreca quando non riesce a
infilare la chiave nella serratura della sua suite al primo colpo.
Quando finalmente ci riesce, entra dentro e sbatte la porta
così
forte che tutte e dieci saltiamo come grilli.
«Oh
Signore.» Christine.
«Ma
quello è Jo-Jo-Jo... - tiro uno schiaffo a Jenna e lei si
sblocca - JOHNNY DEPP!»
«Dammi
un pizzico! E' appena entrato lì davanti!» Rachel.
«E'
incazzato nero!» Allison.
«Sì,
ma è appena entrato lì davanti!» Pausa
di Rachel. «Secondo voi è incazzato o è
proprio così?»
«Se
è davvero così gli infilo il posacenere nel
didietro!» Nicole.
«Adolph,
hai detto che volevi fare follie, perché non vai a
origliare?» Christine mi dà di gomito e le altre
annuiscono e
mi spingono fuori.
«Ma
siete impazzite?!» Urlo in un sussurro, e proprio in quel
momento la porta della suite di Johnny si apre e contemporaneamente
quelle delle nostre due camere si chiudono. Deglutisco a vuoto e mi
volto verso la mia camera dopo aver incrociato il suo sguardo di fuoco.
«TU!»
Johnny Depp punta il dito contro di me e mi guarda senza
l'ombra di uno sguardo amichevole. «Portami una bottiglie di
vodka
e una di Jack Daniel's, SUBITO!» E rientra nella sua stanza
sbattendo di nuovo la porta.
La
mia mascella ormai tocca la moquette del corridoio. Le porte delle
stanze si aprono dopo qualche minuto e ne escono nove ragazze impazzite
che mi chiedono cos'abbia detto. Entro in camera e prendo il portafogli
di Rachel. Senza fiatare, mi infilo in ascensore e scendo in cucina,
dove esibisco il codice fiscale che attesta i "miei" ventidue anni e
chiedo le due bottiglie che porto in ascensore con un ghigno sadico e a
tratti scazzato. Le ragazze mi aspettano in camera, tutte insieme, e si
alzano contemporaneamente quando entro da loro.
«Vuoi
ubriacarti?» Chiede Dakota con sguardo interrogativo.
«Johnny
Depp mi ha scambiato per una cameriera e mi ha ordinato di
portargli dell'alcool.» Spiego, con un diavolo per capello.
«Allora
avevo capito bene...» Dice Avril, sconvolta.
«Ma
sputagli nella bottiglia, che stronzo!» Rachel sta
già per strapparmela di mano e farlo lei stessa, ma io le
zittisco tutte e spiego loro cos'ho in mente.
Due
minuti dopo, sto bussando alla porta della camera di Johnny Depp.
Dieci
secondi dopo, lui mi apre in mutande, e si trova davanti dieci
ragazze arrabbiate. O meglio, un paio sono quasi svenute e una sembra
aver visto le porte del Paradiso, ma tutto sommato siamo abbastanza
compatte nel pensare che mi abbia trattata da stronzo.
«Cos-»
Non
gli do nemmeno il tempo di fiatare che mi fiondo in camera e mi porto
dietro il codazzo papale.
«Okay,
stammi bene a sentire, Johnny Depp.» Inizio, racimolando
non so dove il coraggio e la faccia tosta. «TU sei un essere
umano,
non puoi trattare la gente come feccia, DEVI mostrare rispetto anche se
occupano una posizione inferiore alla tua e anche se hai avuto
più disgrazie di Giobbe in persona, non mi importa NIENTE,
hai
capito?! E NON SONO NEMMENO UNA CAMERIERA!» Mi fermo, col
fiatone.
Lui mi guarda sconvolto. «Le bottiglie te le ho portate ma
non te
le scolerai tutte da solo, neanche per sogno. Tu forse non ci tieni al
tuo fegato, ma noi sì, cazzo.» Termino il mio
sermone e
aspetto una risposta a braccia incrociate. Johnny sbatte le palpebre e
guarda la porta che è ancora mezza aperta.
«Ti
conviene chiuderla quella mi sa.» Interviene Jenna, sedendosi
sul letto accanto a me.
Mi
schiarisco la voce e riprendo la parola: «E ora... dove sono
i bicchieri?»
Benissimo, siore e siori,
benvenute nella nuova follia targata BlackPearl & Co.
Eh sì, perché questa sarà una
fanfiction mai vista prima, una fanfiction a ben venti mani. Come avete fatto?, Chi sono queste venti mani?,
direte voi. Le venti mani appartengono a dieci ragazze, me compresa,
che ho conosciuto meglio attraverso il gruppo
che ho creato su Facebook. Insieme abbiamo deciso di buttarci in questa
avventura ed eccoci qui. Dunque, di seguito trovate la lista delle
ragazze coi rispettivi nickname su Efp. Ognuna di noi
scriverà
un capitolo, il cui punto di vista sarà indicato nel titolo.
Ecco la lista, siamo divise in
due gruppi secondo la divisione nelle camere d'albergo:
BlackPearl
- Fay McAdams
(19 anni)
Christine_
- Christine Thompson
(20 anni)
Sh_NT - Allison
Parker (15 anni)
Cocchi
- Rachel Jackson
(22 anni)
June_ - Jenna
James (17 anni)
Cohava
- Ophelia Williams
(15 anni)
Nihal_11
- Avril Smith
(22 anni)
Alan_McStarlenson
- Dakota Miller
(17 anni)
Ireth_Mezzelfa
- Joyceline (Joy)
Mattress (18 anni)
maccioccafrancesca - Nicole
Caulfield (16 anni)
Scriveremo
seguendo quest'ordine, quindi il prossimo capitolo sarà
scritto da Christine_,
secondo il punto di vista del suo omonimo alterego.
Vi
invito anche a sbirciare i profili delle ragazze, ci sono diverse fic
interessanti da seguire! :)
Questo
è quanto, spero che la storia vi piaccia, perché
noi ci stiamo divertendo un sacco a scriverla. E, ovviamente, chi vuole
entrare a far parte del gruppo è sempre ben accetto!
Un bacione,
Sara.
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