E,
finalmente, CI SIAMO !
Era
anche ora, dopotutto... Ma la mia mente malata non ha voluto che
questo fosse l'epilogo per un finale rose e fiori, ma solo l'incipit
per un'ulteriore evoluzione che porterà, ritengo, ad una
piccola
rivincita.
Spero
di non deludere nessuno, è la prima volta che scrivo una
scena
“erotica”... e, in verità,
più che l'atto in sé, mi piaceva
descrivere quel che i protagonisti provavano...
Come
sempre, grazie per gli incoraggiamenti: non sapete che bene che mi
fanno...
L’aria
era immota, quasi il tempo si fosse fermato e nulla potesse
continuare ad accadere.
Un
silenzio irreale era calato sul giardino, tanto che nemmeno i passeri
nottambuli in cerca di cibo sembravano volerlo rompere, mentre
zampettavano silenziosi sui ciottoli dei viali.
In una
soffitta celata agli sguardi, sotto una luce di luna azzurrata di
seta, due ragazzi si guardavano negli occhi, increduli, emozionati,
ed allo stesso tempo impazienti. Ognuno dei due sembrava aspettare
che l’altro facesse la prima mossa, ed ognuno dei due bramava
di
essere il primo a compierla. Ma non si muovevano.
Il
tempo sembrava aver perso di importanza, per loro, mentre
assaporavano quell’attimo di felicità eterna che
tanto è
difficile trovare nella vita. L’uno di fronte
all’altra, due
corpi che si bramavano, due cuori che battevano all’unisono,
due
anime già fuse, da sempre, in una sola.
Come
muovendosi in un sogno, André aprì la presa dai
polsi di Oscar,
senza lasciarle le braccia, facendo scorrere le mani lungo gli
avambracci, fino alle spalle nude, leggero come una carezza.
Oscar
appoggiò i palmi sul petto del suo uomo, sentendoli bruciare
al
contatto e sentendosi essa stessa bruciare.
Le mani
ardenti di André le carezzarono la schiena, mentre lei non
trovava
altra forza se non quella di perdersi nel suo unico occhio, e di
mantenere quel contatto, possibilmente in eterno.
André
prese a carezzare la schiena di Oscar, le braccia, i fianchi, come se
stesse tentando di imprimersi nella mente ognuno di quei particolari
che componevano la donna che tanto aveva bramato e che amava.
Oscar
si irrigidì leggermente, forse improvvisamente conscia delle
mani di
André su di lei, forse ansiosa o, perché no,
spaventata di quello
che si prospettava essere il proseguimento di quelle carezze. Si
diede della stupida ragazzina, ma forse una ragazzina sarebbe stata
più pronta di lei, in quel caso.
Chiuse
gli occhi, lasciando che le sensazioni date dal tocco del suo uomo le
parlassero, lasciandosi godere il calore delle mani di
André, ed i
brividi di fredda solitudine quando queste passavano ad infuocare un
altro pezzo di pelle.
Con il
cuore che batteva forte, prendendo un respiro fondo, André
prese ad
armeggiare con le spalline dell’abito, ed i lacci che
tenevano il
corsetto nero (non senza inghiottire più volte con le fauci
secche).
Con
lentezza quasi dolorosa per entrambi, sciolse la chiusura, beandosi
del sospiro pieno di Oscar che tornava, finalmente, a respirare dalla
mondana tortura, e subito sentiva il fiato mozzarsi in gola per
l’emozione di quel tocco sulla sua pelle.
Le
sembrava che le dita di André fossero fuoco puro, tanto era
il
calore intenso che le lasciavano ad ogni passaggio, ad ogni
sfioramento.
André
si costrinse a continuare, piano, delicatamente, la sua scoperta, per
non lasciar fuggire quell’istante eterno eternamente
agognato, e
nel contempo per non spaventare la meravigliosa creatura che da
sempre gli aveva rubato il cuore, da tanto glielo aveva spezzato, e
solo da poco glielo stava, finalmente, sanando d’amore.
Oscar
chiuse gli occhi di vergogna e di emozione buttando indietro il capo,
mentre André le sfilava piano l’abito, che cadde
come una macchia
di notte pura sul pavimento coperto dal tappeto, ed il corsetto,
rivelando così il candore immacolato della pelle di Oscar.
Con la
sola punta di un dito seguì i margini di una cicatrice,
sulla
spalla, per sanarla poi di piccoli baci, e di un’altra,
appena
sopra il seno, più piccola e quasi invisibile; poi
un’altra
ancora, appena più rosea e recente, ed un piccolo neo che
sfrontato
era sorto nell’incavo fra i seni. E di ogni segno egli sapeva
la
storia, ed ogni segno di dolo sul corpo della sua musa era una
stilettata al cuore di chi si rimproverava di non averglielo saputo
evitare.
Oscar
non riusciva a ragionare, troppo erano il piacere, la tensione, la
paura, l’amore, troppe le sensazioni sconosciute che si
trovava ad
affrontare, peraltro di sua sponte, e troppo nuova ed amena era la
situazione che stava vivendo. La parte logica del suo animo tentava
disperatamente di mettere un poco di ordine in quel subbuglio di
emozioni, fallendo miseramente, schiacciata e soverchiata da un cuore
balzante di gioia che riconosceva come familiare e dovuto il tocco
del giovane uomo. Gli unici pensieri coerenti spaziavano da un
“cosa
direbbe mio padre se mi vedesse ora” al “ora
comprendo gli
sguardi ebbri di passione delle mie sorelle”.
André,
dal canto suo, stentava a contenere la felicità che gli
sprizzava
dal cuore, inebriato dall’innocente sensualità
della donna che
amava, e quasi incredulo della realizzazione dei suoi sogni
più
reconditi. Stava veramente carezzando Oscar, la stava davvero
stringendo fra le sue braccia, condiscendente, stava veramente per
fondersi con colei che era la parte mancante della sua esistenza.
Abbandonando
l’avventura delle sue mani, lasciò che le labbra
imparassero a
conoscere, assaggiare e gustare la setosa pelle di Oscar, lasciandole
sul viso, sul viso e sul seno una scia di baci infuocati, indugiando
sulle dolci corolle dei piccoli seni sodi e sfrontati, strappando ad
una Oscar, che inutilmente cercava di trattenersi, languidi gemiti di
puro piacere.
Per un
istante l’orgoglio innato di Oscar tornò
prepotentemente alla
luce, facendole aprire gli occhi di scatto a fissare un
André
stupito, e forse timoroso che il paradiso in cui si trovava potesse
scomparire.
Ma
Oscar sembrava avere altri progetti che non tornare con i piedi per
terra. Con un ghigno che tutto era tranne che angelico,
scostò dai
piedi l’abito ormai inutile, per dedicarsi con foga alla
camicia di
André, slacciandola, quasi strappandola, per liberare poi le
possenti spalle ed il torace dell’uomo, e rimanendo un poco
stupefatta dalla perfezione del corpo di quello che, ormai, sapeva
essere il suo uomo.
Come
già André, prese a seguire dolcemente i segni
delle ferite subite
negli anni passati insieme ad affrontare uomini e dei, ed a tracciare
disegni sulle costellazioni dei suoi nei, con gli occhi pieni di
meraviglia, come di bambina che scopre un gioco nuovo.
André
non resisteva più, sentiva i pantaloni ormai troppo stretti,
mentre
l’istinto ruggiva per compiere la sua opera.
Sollevò
deciso il viso di Oscar, per scendere a divorarle le labbra,
famelico. Dopo un istante di sorpresa, Oscar si ritrovò a
rispondere
a quel frenetico bacio sentendosi ardere di un fuoco nuovo,
sconosciuto, di pura passione.
Senza
nemmeno rendersene conto si ritrovò stesa a terra sui
morbidi
cuscini, con il dolce peso di uno scatenato André che le
gravava sul
corpo, mentre le mani di entrambi vagavano vogliose sul corpo
dell’altro.
André
si interruppe improvvisamente, guardando fisso Oscar negli occhi,
chiedendole un muto consenso che la voce non avrebbe osato esprimere.
Oscar gli sorrise spaurita dicendo “Guida tu il
gioco”.
Un
sorriso dolce aprì il volto di André, mentre
sentiva che tutto la
spasmodica passione di poco prima lasciava il posto ad una lenta
ponderata profonda disarmante voglia di essere un tutt’uno
con la
sua Oscar.
La
privò gentilmente del poco che ancora la ricopriva e si
denudò a
sua volta, con movimenti dolorosamente lenti per non rischiare di
spaventarla – e sembrava una cosa così strana da
dire, pensando
all’indole dell’indomita Oscar – e per
permetterle di tirarsi
indietro se – ti prego, no – avesse capito di non
volere
continuare.
Oscar
tremava, forse dalla tensione, forse dal freddo, ma sembrava in quel
momento piuttosto stupefatta dalla visione che la sovrastava.
André
era… Oscar non avrebbe saputo definirlo… la luce
argentea che
filtrava dall’abbaino illuminava appena il corpo marmoreo del
ragazzo, lasciandone intravedere più che vedere realmente le
forme,
ma permettendo comunque ad Oscar di apprezzare appieno le spalle
possenti, i fianchi stretti, le gambe forti, e…
Oscar
si lasciò scappare un sospiro sorpreso… Santo
cielo, ma quant’era
GRANDE ! Nonostante il suo vivere, e tentare di apparire, da uomo,
non aveva mai avuto occasione di vedere un uomo nudo, tolta forse
quella volta in cui aveva visto André uscire come mamma
l’aveva
fatto dopo una nuotata nel fiume… ma a quel tempo aveva solo
9
anni.
Imbarazzata,
volse altrove lo sguardo, lasciando André ad incupirsi nel
pensiero
di aver osato davvero troppo.
Le si
accucciò accanto, carezzandole delicatamente la guancia e
sussurrandole dolcemente “Scusa, Oscar, non volevo
turbarti…”,
salvo poi sentirsi afferrare da due fresche mani e tirare
giù ad
assaporare le labbra della ragazza.
La
sorpresa ed il vago divertimento per la situazione abnorme lasciarono
subito il passo alla passione ormai incontenibile di André,
e di
Oscar.
La
soffitta si riempì di sospiri e gemiti, mentre le due anime
si
fondevano in una sola, ed i due corpi si riconoscevano come unica
entità da sempre predestinata a rincontrarsi e fondersi.
Scavalcata
la paura, Oscar sentiva, per la prima volta nella sua bizzarra vita,
di essere al posto giusto, di essere finalmente colei che voleva
essere, e non più quella che suo padre, o altri, volevano
che
diventasse.
Passato
l’attimo di intenso dolore dell’unione, si
sentì per la prima
volta completa, comprendendo solo in quell’istante cosa
volesse
dire essere in comunione completa con il proprio uomo.
Mentre
i loro corpi si muovevano selvaggi ed appassionati, lo sguardo di
André, immerso nella felicità più pura
e nell’amore più
sconfinato, non avevano lasciato per un attimo gli occhi di Oscar,
per coglierne e gustarne ogni sensazione, ogni pensiero, per
investigare ogni più piccolo indizio di disagio, se mai ve
ne
fossero stati.
Il
cuore del ragazzo batteva forte per l’emozione di quel
momento
atteso da sempre, ed ancor più per la consapevolezza che la
donna
per cui avrebbe dato volentieri la vita si stava donando a lui senza
remore, senza pudore, senza condizioni.
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