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Autore: path94    01/10/2011    4 recensioni
E se André incontrasse, ad un ballo in maschera, una splendida dama che ardesse d'amore per lui?
Come si comporterebbe?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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E, finalmente, CI SIAMO !

Era anche ora, dopotutto... Ma la mia mente malata non ha voluto che questo fosse l'epilogo per un finale rose e fiori, ma solo l'incipit per un'ulteriore evoluzione che porterà, ritengo, ad una piccola rivincita.

Spero di non deludere nessuno, è la prima volta che scrivo una scena “erotica”... e, in verità, più che l'atto in sé, mi piaceva descrivere quel che i protagonisti provavano...

Come sempre, grazie per gli incoraggiamenti: non sapete che bene che mi fanno...




L’aria era immota, quasi il tempo si fosse fermato e nulla potesse continuare ad accadere.

Un silenzio irreale era calato sul giardino, tanto che nemmeno i passeri nottambuli in cerca di cibo sembravano volerlo rompere, mentre zampettavano silenziosi sui ciottoli dei viali.

In una soffitta celata agli sguardi, sotto una luce di luna azzurrata di seta, due ragazzi si guardavano negli occhi, increduli, emozionati, ed allo stesso tempo impazienti. Ognuno dei due sembrava aspettare che l’altro facesse la prima mossa, ed ognuno dei due bramava di essere il primo a compierla. Ma non si muovevano.

Il tempo sembrava aver perso di importanza, per loro, mentre assaporavano quell’attimo di felicità eterna che tanto è difficile trovare nella vita. L’uno di fronte all’altra, due corpi che si bramavano, due cuori che battevano all’unisono, due anime già fuse, da sempre, in una sola.


Come muovendosi in un sogno, André aprì la presa dai polsi di Oscar, senza lasciarle le braccia, facendo scorrere le mani lungo gli avambracci, fino alle spalle nude, leggero come una carezza.

Oscar appoggiò i palmi sul petto del suo uomo, sentendoli bruciare al contatto e sentendosi essa stessa bruciare.

Le mani ardenti di André le carezzarono la schiena, mentre lei non trovava altra forza se non quella di perdersi nel suo unico occhio, e di mantenere quel contatto, possibilmente in eterno.


André prese a carezzare la schiena di Oscar, le braccia, i fianchi, come se stesse tentando di imprimersi nella mente ognuno di quei particolari che componevano la donna che tanto aveva bramato e che amava.


Oscar si irrigidì leggermente, forse improvvisamente conscia delle mani di André su di lei, forse ansiosa o, perché no, spaventata di quello che si prospettava essere il proseguimento di quelle carezze. Si diede della stupida ragazzina, ma forse una ragazzina sarebbe stata più pronta di lei, in quel caso.

Chiuse gli occhi, lasciando che le sensazioni date dal tocco del suo uomo le parlassero, lasciandosi godere il calore delle mani di André, ed i brividi di fredda solitudine quando queste passavano ad infuocare un altro pezzo di pelle.

Con il cuore che batteva forte, prendendo un respiro fondo, André prese ad armeggiare con le spalline dell’abito, ed i lacci che tenevano il corsetto nero (non senza inghiottire più volte con le fauci secche).

Con lentezza quasi dolorosa per entrambi, sciolse la chiusura, beandosi del sospiro pieno di Oscar che tornava, finalmente, a respirare dalla mondana tortura, e subito sentiva il fiato mozzarsi in gola per l’emozione di quel tocco sulla sua pelle.

Le sembrava che le dita di André fossero fuoco puro, tanto era il calore intenso che le lasciavano ad ogni passaggio, ad ogni sfioramento.

André si costrinse a continuare, piano, delicatamente, la sua scoperta, per non lasciar fuggire quell’istante eterno eternamente agognato, e nel contempo per non spaventare la meravigliosa creatura che da sempre gli aveva rubato il cuore, da tanto glielo aveva spezzato, e solo da poco glielo stava, finalmente, sanando d’amore.

Oscar chiuse gli occhi di vergogna e di emozione buttando indietro il capo, mentre André le sfilava piano l’abito, che cadde come una macchia di notte pura sul pavimento coperto dal tappeto, ed il corsetto, rivelando così il candore immacolato della pelle di Oscar.

Con la sola punta di un dito seguì i margini di una cicatrice, sulla spalla, per sanarla poi di piccoli baci, e di un’altra, appena sopra il seno, più piccola e quasi invisibile; poi un’altra ancora, appena più rosea e recente, ed un piccolo neo che sfrontato era sorto nell’incavo fra i seni. E di ogni segno egli sapeva la storia, ed ogni segno di dolo sul corpo della sua musa era una stilettata al cuore di chi si rimproverava di non averglielo saputo evitare.

Oscar non riusciva a ragionare, troppo erano il piacere, la tensione, la paura, l’amore, troppe le sensazioni sconosciute che si trovava ad affrontare, peraltro di sua sponte, e troppo nuova ed amena era la situazione che stava vivendo. La parte logica del suo animo tentava disperatamente di mettere un poco di ordine in quel subbuglio di emozioni, fallendo miseramente, schiacciata e soverchiata da un cuore balzante di gioia che riconosceva come familiare e dovuto il tocco del giovane uomo. Gli unici pensieri coerenti spaziavano da un “cosa direbbe mio padre se mi vedesse ora” al “ora comprendo gli sguardi ebbri di passione delle mie sorelle”.

André, dal canto suo, stentava a contenere la felicità che gli sprizzava dal cuore, inebriato dall’innocente sensualità della donna che amava, e quasi incredulo della realizzazione dei suoi sogni più reconditi. Stava veramente carezzando Oscar, la stava davvero stringendo fra le sue braccia, condiscendente, stava veramente per fondersi con colei che era la parte mancante della sua esistenza.

Abbandonando l’avventura delle sue mani, lasciò che le labbra imparassero a conoscere, assaggiare e gustare la setosa pelle di Oscar, lasciandole sul viso, sul viso e sul seno una scia di baci infuocati, indugiando sulle dolci corolle dei piccoli seni sodi e sfrontati, strappando ad una Oscar, che inutilmente cercava di trattenersi, languidi gemiti di puro piacere.

Per un istante l’orgoglio innato di Oscar tornò prepotentemente alla luce, facendole aprire gli occhi di scatto a fissare un André stupito, e forse timoroso che il paradiso in cui si trovava potesse scomparire.

Ma Oscar sembrava avere altri progetti che non tornare con i piedi per terra. Con un ghigno che tutto era tranne che angelico, scostò dai piedi l’abito ormai inutile, per dedicarsi con foga alla camicia di André, slacciandola, quasi strappandola, per liberare poi le possenti spalle ed il torace dell’uomo, e rimanendo un poco stupefatta dalla perfezione del corpo di quello che, ormai, sapeva essere il suo uomo.

Come già André, prese a seguire dolcemente i segni delle ferite subite negli anni passati insieme ad affrontare uomini e dei, ed a tracciare disegni sulle costellazioni dei suoi nei, con gli occhi pieni di meraviglia, come di bambina che scopre un gioco nuovo.

André non resisteva più, sentiva i pantaloni ormai troppo stretti, mentre l’istinto ruggiva per compiere la sua opera.

Sollevò deciso il viso di Oscar, per scendere a divorarle le labbra, famelico. Dopo un istante di sorpresa, Oscar si ritrovò a rispondere a quel frenetico bacio sentendosi ardere di un fuoco nuovo, sconosciuto, di pura passione.

Senza nemmeno rendersene conto si ritrovò stesa a terra sui morbidi cuscini, con il dolce peso di uno scatenato André che le gravava sul corpo, mentre le mani di entrambi vagavano vogliose sul corpo dell’altro.

André si interruppe improvvisamente, guardando fisso Oscar negli occhi, chiedendole un muto consenso che la voce non avrebbe osato esprimere. Oscar gli sorrise spaurita dicendo “Guida tu il gioco”.

Un sorriso dolce aprì il volto di André, mentre sentiva che tutto la spasmodica passione di poco prima lasciava il posto ad una lenta ponderata profonda disarmante voglia di essere un tutt’uno con la sua Oscar.

La privò gentilmente del poco che ancora la ricopriva e si denudò a sua volta, con movimenti dolorosamente lenti per non rischiare di spaventarla – e sembrava una cosa così strana da dire, pensando all’indole dell’indomita Oscar – e per permetterle di tirarsi indietro se – ti prego, no – avesse capito di non volere continuare.

Oscar tremava, forse dalla tensione, forse dal freddo, ma sembrava in quel momento piuttosto stupefatta dalla visione che la sovrastava. André era… Oscar non avrebbe saputo definirlo… la luce argentea che filtrava dall’abbaino illuminava appena il corpo marmoreo del ragazzo, lasciandone intravedere più che vedere realmente le forme, ma permettendo comunque ad Oscar di apprezzare appieno le spalle possenti, i fianchi stretti, le gambe forti, e…

Oscar si lasciò scappare un sospiro sorpreso… Santo cielo, ma quant’era GRANDE ! Nonostante il suo vivere, e tentare di apparire, da uomo, non aveva mai avuto occasione di vedere un uomo nudo, tolta forse quella volta in cui aveva visto André uscire come mamma l’aveva fatto dopo una nuotata nel fiume… ma a quel tempo aveva solo 9 anni.

Imbarazzata, volse altrove lo sguardo, lasciando André ad incupirsi nel pensiero di aver osato davvero troppo.

Le si accucciò accanto, carezzandole delicatamente la guancia e sussurrandole dolcemente “Scusa, Oscar, non volevo turbarti…”, salvo poi sentirsi afferrare da due fresche mani e tirare giù ad assaporare le labbra della ragazza.

La sorpresa ed il vago divertimento per la situazione abnorme lasciarono subito il passo alla passione ormai incontenibile di André, e di Oscar.

La soffitta si riempì di sospiri e gemiti, mentre le due anime si fondevano in una sola, ed i due corpi si riconoscevano come unica entità da sempre predestinata a rincontrarsi e fondersi.

Scavalcata la paura, Oscar sentiva, per la prima volta nella sua bizzarra vita, di essere al posto giusto, di essere finalmente colei che voleva essere, e non più quella che suo padre, o altri, volevano che diventasse.

Passato l’attimo di intenso dolore dell’unione, si sentì per la prima volta completa, comprendendo solo in quell’istante cosa volesse dire essere in comunione completa con il proprio uomo.

Mentre i loro corpi si muovevano selvaggi ed appassionati, lo sguardo di André, immerso nella felicità più pura e nell’amore più sconfinato, non avevano lasciato per un attimo gli occhi di Oscar, per coglierne e gustarne ogni sensazione, ogni pensiero, per investigare ogni più piccolo indizio di disagio, se mai ve ne fossero stati.

Il cuore del ragazzo batteva forte per l’emozione di quel momento atteso da sempre, ed ancor più per la consapevolezza che la donna per cui avrebbe dato volentieri la vita si stava donando a lui senza remore, senza pudore, senza condizioni.


  
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