The One I Love Is ...
THE ONE I LOVE IS…
EPILOGO - E VISSERO FELICEMENTE ANCHE DOPO… O ALMENO CI
PROVARONO
Scritto da: Alan Gravail
I personaggi sono proprietà e copyright della Gainax
“Non devo fuggire… non devo fuggire…”
“Amico, sei davvero patetico, lo sai?”
Per poco non feci un salto dalla sedia. Mi voltai, il mio
cuore batteva così forte che sembrava sul punto di esplodere, e vidi Touji
appoggiato allo stipite della porta con un grosso ghigno stampato sul volto.
“Cosa stai cercando di fare, uccidermi?!”
Touji sospirò, si avvicinò a me e mi diede un leggero
colpetto sulla spalla.
“Sei così teso che l’aria intorno a te è quasi
immobile. Cerca di rilassarti, amico…”
Non so se furono le sue parole o la sua presenza, ma mi
sentii un po’ meno nervoso. Solo un po’ meno.
“Lo sai, stai quasi bene vestito così” presi in giro
Touji, parlando dello smoking nero che stava indossando.
In realtà, stava molto bene. Quel vestito era completamente
diverso dalla solita tuta che indossava quasi sempre quando andavamo a scuola.
Probabilmente è stata l’influenza di Hikari. Notai che portava anche dei
guanti neri. Gli ero davvero grato per questo. Anche se gli sviluppi della
biorobotica negli ultimi anni erano stati sorprendenti, non erano ancora
riusciti a realizzare delle protesi che sembrassero come gli arti veri. Touji
sapeva che la vista della sua mano artificiale tendeva a mettermi a disagio.
Avevo superato il senso di colpa, ma… non riuscivo proprio a guardarla…
“Beh, è ovvio! Anche se questo colletto è così
dannatamente stretto…” replicò il mio amico dimenandosi con il suddetto
colletto. “Anche tu stai molto bene.”
“Lo spero… se oggi faccio qualcosa di stupido,
probabilmente mi ucciderà…”
“Già… amico, non riesco a credere che tu la stia per
sposare! Sei davvero un masochista, lo sai. A proposito, come ci sei riuscito?
Pensavo che lei non volesse nemmeno sentir parlare della parola ‘matrimonio’?
Si è stancata di dirti di no dopo che tu l’hai assillata per quattro anni?”
“Beh… sono successe delle cose…”
Touji iniziò a sogghignare. Sapevo che stavo arrossendo. Non
sarei mai riuscito a liberarmi di quella stupida abitudine.
“Delle cose… del tipo? Avanti, confidami tutte le tue
malefatte!”
“Beh… vedi… Asuka è… Asuka è incinta”
Il ghigno di Touji venne rimpiazzato dallo shock.
“Cosa?! Il Demone è incinta?”
Annuii. Anche se era una cosa di cui io e Asuka eravamo
entrambi felici, era ancora in qualche modo imbarazzante. Abbastanza per me da
dimenticare di ricordare a Touji di non chiamare Asuka ‘Demone’.
Touji poi iniziò a ridere.
“Oh Dio… vai così amico! Sei tu l’uomo! Non pensavo
che saresti stato così subdolo da metterla incinta così da poterla sposare!”
“Hey! Non è successo di proposito!”
“Andiamo Shinji… uno di voi avrà dovuto ‘dimenticarsi’
di… sai… delle protezioni”
“Non ne abbiamo mai usate”
“Uh? E mi dici che non è successo di proposito?”
“Non pensavamo di averne bisogno”
Touji si accorse di quanto fossi diventato serio e mi lanciò
un’occhiata confusa.
“Dopo quel giorno… i dottori… le avevano detto che non
avrebbe mai avuto figli”
“Oh…”
Trovandosi all’ospedale di Tokyo-2 insieme a noi, Touji era
probabilmente la persona meglio informata sulla gravità delle ferite di Asuka,
a parte Misato, Asuka e me.
“All’inizio Asuka era contenta, ma… era tutta una
finta. Era solo un altro attacco alla sua femminilità. Pensava che non avrebbe
mai voluto avere dei figli, ma quando i dottori glielo dissero… ma immagino
che abbiano sottovalutato la sua testardaggine…”
“Già, quando si tratta di orgoglio nessuno batte Sohryu
Asuka Langley. O piuttosto Ikari Asuka Langley”
“Veramente, sarà più una cosa del tipo Ikari Sohryu Asuka
Langley” Notando l’espressione confusa di Touji, pensai che fosse meglio
aggiungere qualcos’altro. “Lei non voleva perdere il nome Sohryu e io non
volevo cambiare Ikari per quello, perciò abbiamo fatto una specie di
compromesso”
“Geez… non hai proprio spina dorsale…”
“Hey! Almeno l’ho convinta a scegliere il nome del nostro
bambino!”
“Oh? Hai già pensato a qualche nome?”
“Beh, Akiko se è una femmina. Ma non sono ancora riuscito
a scegliere un nome per un maschio”
“Touji sarebbe un bel nome”
Sorrisi. Bene. Pensai che fosse un momento buono come un
altro per chiederglielo.
“Mi spellerebbe vivo se chiamassi così nostro figlio.
Inoltre, faremmo confusione se dessimo al bambino il nome del suo padrino…
questo se vuoi il ruolo, naturalmente”
Sul volto di Touji comparve un’espressione sorpresa,
seguita da un sorriso così largo che andava quasi da un orecchio all’altro.
“Sarebbe un onore, Shinji”
Sorrisi anch’io.
“In questo modo zio Touji, anche Hikari potrà viziarlo.
Spero che non se la prenda troppo, ma abbiamo chiesto a Rei di essere la madrina
del bambino”
“Beh, capirà. Voglio dire… Rei fa parte della famiglia…
più o meno. Inoltre, Hikari è già abbastanza felice di essere la damigella d’onore”
Per convincere alcune persone a mantenere segreta l’identità
di Rei, avevamo raccontato parte delle sue origini a Touji, Kensuke, Hikari e
Hotaru. Non tutto ovviamente. Infatti, in parte abbiamo mentito. O per essere
più precisi, abbiamo piegato la verità. Una di quelle ‘bugie’ era che Rei
fosse la mia sorellastra. Il che non era completamente falso da un punto di
vista biologico, se si considerava che buona parte del suo DNA proveniva da mia
madre. Immagino che fosse una buona cosa il fatto che non avessi mai detto loro
fino a che punto io e Rei ci eravamo spinti nella nostra relazione…
“Asuka incinta… sembra irreale. Voglio dire, conoscendo
Asuka, probabilmente sarà isterica al pensiero di diventare tonda come una
palla…” Touji si interruppe per un attimo mentre improvvisamente sembrò
avere un’illuminazione. “Adesso capisco! Ecco perché voi due state
affrettando questo matrimonio! Ed ecco perché lei indosserà un kimono, anche
se questo è un matrimonio all’occidentale! Non vuole che la gente sappia che
sta ingrassando!”
Touji ormai stava ridendo come un maniaco.
“Lo sai, se Asuka ti sentisse saresti morto. E non oso
neanche pensare a cosa ti farebbero Hikari, Rei o Hotaru.”
Touji inghiottì un po’ di saliva e improvvisamente
impallidì. Tutti nelle loro menti sapevano che era meglio non cercare la furia
di Sohryu Asuka Langley. Era risaputo che io ero l’unico ad avere una
possibilità di scamparla. Comunque, sospettavo che Touji avesse più paura di
Hikari.
“Umm… dimmi…” chiaramente Touji era più che
desideroso di cambiare argomento. “A proposito di Rei… l’ho vista…
quando sono entrato. Sembrava… in forma. Come le sono andate le cose
ultimamente? L’ultima volta che l’ho vista… so che hai detto che stava
meglio, ma… sembra così diversa adesso.”
Sì, Touji non la vedeva da quasi quattro anni, non dopo che
se n’era andata da Tokyo-2 per ritornare alla ricostruita Tokyo-3. Non c’era
da meravigliarsi che avesse notato una certa differenza.
“E’ come ti ho raccontato. Come sai, l’ha presa
abbastanza male. Se n’è andata, ha trovato lavoro come cameriera e
praticamente è tornata a fare la vita che faceva prima che noi iniziassimo a
uscire insieme. Ha vissuto così per quasi un anno intero, evitando tutte le
persone che aveva conosciuto, specialmente me. Poi un giorno Asuka si stancò di
sentirmi dire quanto fossi preoccupato per Rei, almeno così dice Asuka, e
sembrò che andasse a parlare con lei. Quella notte Asuka tornò molto tardi,
con un occhio nero e una guancia rossa, trascinandosi dietro un’imbarazzatissima
Rei e un sacco dell’immondizia pieno di tutte le sue cose. Disse semplicemente
che Rei sarebbe rimasta alcuni giorni da noi finché non fosse riuscita a
trovare un appartamento decente e crollò sul nostro letto, esausta. Da quel
momento, io e Rei ripartimmo da zero con il nostro rapporto, pochi giorni dopo
lei trovò un nuovo appartamento, un nuovo lavoro e da quel giorno è vissuta
come se stesse cercando di recuperare gli ultimi quindici anni, e credo lo stia
facendo ancora adesso. Ha già una laurea in informatica e biologia, e
ultimamente sta studiando psicologia e fisica. Un sacco di roba che non riesco
neppure a capire. Ha fatto un buon numero di lavoretti part-time in questi anni:
designer di pagine web, assistente negli ospedali, cuoca in un ristorante,
cameriera e cantante in un karaoke bar, insieme a molti altri che non riesco
neppure a ricordare. Quando le ho chiesto di essere la madrina del nostro
bambino ha lasciato un lavoro ben pagato come segretaria in una grossa società
legale per lavorare in un centro di cura per bambini. Vuole abituarsi a loro.”
“Geez, ma lo trova il tempo per rilassarsi?”
“Non proprio. Passa la maggior parte del tempo libero
facendo attività in comunità. L’anno scorso si è presa un intero mese di
ferie e l’ha passato al mare a Okinawa.”
“Però tu sei preoccupato per lei, vero? Si vede dal tuo
sguardo.”
“Beh, non preoccupato. Io… spero solo che un giorno trovi
qualcuno… sai… come noi. E’ uscita alcune volte, ma non è mai andata
oltre il primo appuntamento.”
“Ti senti ancora in colpa per non avere scelto lei, non è
vero?”
“Sì e no. So che era inevitabile, ma… qualche volta non
riesco a fare a meno di pensare che le avrei risparmiato molto dolore se avessi
scelto prima.”
Touji alzò la sua mano sinistra e la mise sulla mia spalla.
“Non puoi cambiare il passato, Shinji. Puoi solo accettarlo
e andare avanti.” Touji poi spostò la sua mano dalla mia spalla e la chiuse a
pugno. “E se ti impegni veramente al massimo, le cose andranno per il verso
giusto. Guarda questa mano. Potrei spaccarti la faccia con essa se lo volessi.”
Sapevo che Touji aveva ragione, però…
“Asuka ha fatto la stessa cosa dopo essere uscita dal coma.
Ha stretto i denti ed è andata avanti. Per questo motivo lei sarà la madre di
tuo figlio. Dovresti seguire il suo esempio.”
“Ci sto provando. Non è facile… ma ce la farò…”
“Bene.”
Poi Touji mi colse di sorpresa stringendomi in un abbraccio.
“Tu sei un amico, Shinji. Per questo voglio vederti
sorridere.”
“Sono felice che tu sia potuto venire, Touji.”
“Non sarei mancato per niente al mondo. E neppure Hikari.
Inoltre, il ristorante può andare avanti da solo per qualche giorno, anche se
il cibo non è così buono se Hikari non è in cucina. E poi era ora che ci
prendessimo un po’ di ferie. Ad essere sinceri, tra il centro di
riabilitazione e il ristorante, io e Hikari non sempre abbiamo molto tempo per
stare insieme. Forse lascerò il mio lavoro e lavorerò con Hikari a tempo
pieno.”
Quando Hikari finì la scuola superiore, lei e Touji aprirono
un piccolo ristorante a Tokyo-2, usando una somma di denaro che Touji aveva
ricevuto dalle Nazioni Unite come ricompensa per il suo incidente quale pilota
di Evangelion. Hikari aveva sempre avuto un talento per la cucina, e per lei
quello è stato come un sogno che si avverava. Da parte sua, Touji aveva
cominciato a interessarsi alle cure di riabilitazione e iniziò un lavoro
part-time nello stesso centro in cui era stato dopo avere ricevuto le sue
protesi.
“Non ti piace lavorare al centro di riabilitazione?”
“Beh, lo sai come vanno le cose. Dopo tutto, anche tu hai
rifiutato un lavoro all’Orchestra Filarmonica di Tokyo-2 solo per poter stare
vicino ad Asuka…”
A quel tempo era stata una decisione difficile da prendere,
ma ripensandoci adesso… non avrei potuto essere più felice.
“Sì, capisco. Ma preferisco davvero essere un semplice
insegnante di violoncello qui. I bambini sono così simpatici ed è così
gratificante sapere che puoi condividere qualcosa con loro. Inoltre, se la gente
vuole sentire la mia musica, può sempre comprare i cd. E poi… c’è anche il
problema che non posso allontanarmi troppo dall’Unità-01.”
“Allora fai ancora quei test tutti i mesi?”
“Sì. Devono assicurarsi che riesca ancora a
sincronizzarmi.”
Era stata una decisione controversa, ma due anni dopo la
distruzione quasi totale della NERV l’organizzazione era stata riformata,
finanziata sia dalle Nazioni Unite che da fondi privati. Senza più la minaccia
degli Angeli, il suo scopo principale era di fare ricerche, imparare di più
sugli Angeli e sviluppare nuove tecnologie. C’era molto interesse nello
sviluppo di un’ottava generazione di computer, come pure in quello della
nanotecnologia e di nuovi trattamenti medici. Inoltre, cinque Evangelion tipo-5
erano stati completamente riparati, come pure l’Unità-01. Mentre gli Eva
tipo-5 erano stati utilizzati in alcuni combattimenti, era improbabile che l’Unità-01
sarebbe mai stata usata di nuovo. Però c’era ancora la possibilità di un
nuovo ipotetico attacco da parte degli Angeli, come pure la minaccia che un
paese nemico costruisse degli altri Eva, perciò si era giudicato conveniente
riparare l’Unità-01 invece di smantellarla. Ovviamente, poiché io ero l’unico
in grado di pilotarla, il personale della NERV aveva insistito perché io
rimanessi a Tokyo-3. E adesso che Asuka aveva raggiunto il grado di tenente all’interno
della NERV, Tokyo-3 era l’unico posto in cui volevo stare. Inoltre, ricevevo
un assegno tremendamente alto per qualche test di sincronia all’anno e qualche
occasionale conferenza e insegnamento su come pilotare un Eva.
“Non riesco a credere che tu piloti ancora quella cosa dopo
tutto quello che è successo”
“Sono l’unico che possa farlo. E poi… devo molto agli
Eva, nonostante tutto. Inoltre, è improbabile che l’Unità-01 venga mai usata
di nuovo.”
Touji annuì. E’ vero, avevamo perso molto nella Guerra
degli Angeli, ma avevamo anche guadagnato tutti qualcosa, nonostante i
sacrifici. Entrambi stavamo ripensando al passato, quando la porta della stanza
si aprì leggermente e comparve una testa mora.
“Siete già vestiti ragazzi?” chiese Hotaru, tenendo gli
occhi chiusi nel caso in cui la nostra risposta fosse stata negativa.
“Qual è il problema Hotaru-chan, non vuoi vedere degli
uomini veri una volta tanto?” la prese in giro Touji.
Hotaru aprì gli occhi e sorrise. La ragazza era davvero
cambiata negli ultimi anni. No. Non era cambiata, si era aperta di più. Molte
persone non avrebbero creduto che questa ragazza apparentemente timida e
introversa fosse in grado di fare alcune delle cose che mi avevano raccontato
Rei e Kensuke.
“Oh, da quello che ho sentito dire dalla tua ragazza
Touji-kun, Ken-chan è molto più uomo di te. Di quasi due centimetri almeno.”
Oh no… Touji era costretto a reagire. Beh, colpa sua che l’aveva
presa in giro per primo.
“Cosa?! Il mio è molto più grosso di quello di Kensuke!”
Sospirai. Speravo proprio che Touji non si sarebbe abbassato
i pantaloni solo per provare quello che diceva.
Sfortunatamente lo fece.
Il sorriso di Hotaru si allargò. Mi cadde una grossa goccia
di sudore.
“Carino. Ma scommetto che Ken-chan sa usare meglio il suo.”
Touji stava per replicare quando Hotaru urlò.
“EEK! MANIACO!”
In meno di un minuto Rei e Hikari apparvero dietro a Hotaru.
Rei sorrise leggermente. Hikari era rossa di rabbia.
“STUPIDO TOUJI!”
Touji svenne. E osava anche darmi dell’idiota.
Rei portò via Hikari, che sembrava pronta a riempire di
calci la forma ormai inerte del suo ragazzo. Guardai Hotaru che riusciva a
stento a trattenersi dalle risate.
“Sei una peste” le dissi.
Lei si limitò a tirar fuori la lingua. Sospirai.
“Se riesci a svegliarlo, sarebbe ora. Buona fortuna,
Shinji-kun. E cerca di non svenire come ha fatto Touji-kun” disse Hotaru prima
di andarsene.
Sospirai di nuovo, e poi cercai di rianimare Touji con
qualche schiaffo.
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Per parecchi motivi io e Asuka avevamo deciso di celebrare un
matrimonio civile. Tanto per cominciare non eravamo mai stati dei tipi
religiosi, e ad essere sinceri la religione era una cosa che cercavamo di
evitare. Anche se la maggior parte della gente ci considerava degli eroi, c’era
un buon numero di persone che ci riteneva malvagi per avere distrutto i
Messaggeri di Dio e per avere quindi vanificato l’unica speranza di salvezza
per l’uomo. Col passare degli anni, erano comparse numerose sette e alcune di
loro ci volevano morti. Per questo motivo avevamo deciso di organizzare il
matrimonio e il ricevimento in un albergo di un piccolo paese, non troppo
lontano da Hokkaido. Questo spiegava anche la presenza di un buon numero di
agenti di sicurezza della NERV in borghese posizionati quasi ad ogni angolo del
piccolo edificio.
“Hikari mi ucciderà…”
Sospirai per l’ennesima volta. Touji continuava a mormorare
quella frase da quando l’avevo svegliato.
“Nah, probabilmente si limiterà a usare quella frusta che
Asuka le ha portato dal suo ultimo viaggio in Germania…”
“Hikari mi ucciderà…”
Mi fermai e cominciai a scuotere Touji, attirando l’attenzione
di tutte le persone nella stanza che aspettavano la futura coppia di sposi.
“Hey! Sono io quello che dovrebbe essere terrorizzato qui!
Perciò datti una calmata!” Poi mi chinai e gli sussurrai qualcos’altro, “Non
temere, abbiamo parecchio sakè per il ricevimento, basta che tu ti nasconda per
un’ora o due dopo la cerimonia e la faremo ubriacare. Allora ti potrai scusare
e usare il tuo vecchio ‘fascino’ con lei…”
Questo sembrò rassicurare Touji, e proseguimmo verso il
centro della stanza dove Kyoko Takahashi, Comandante Supremo della NERV, ci
stava aspettando per unirci in matrimonio. Visto che sia io che Asuka lavoravamo
per la NERV, ci era sembrato giusto che fosse lei a celebrare le nozze. A
differenza di mio padre, il comandante Takahashi era una persona molto gentile e
sensibile, anche se nei periodi critici poteva essere fredda come il ghiaccio. A
quarant’anni era ancora una donna molto bella, con occhi marrone scuro e
capelli neri lunghi fino alle spalle, e mentre l’uniforme nera e oro aveva
dato a mio padre un aspetto sinistro, il Comandante Takahashi la portava in modo
così elegante da attirare ancora l’attenzione degli uomini. Il vederla
improvvisamente mi fece tornare in mente quello che sarebbe successo tra pochi
momenti, e adesso che non dovevo preoccuparmi di Touji cominciai a sentirmi
piuttosto nervoso. Il Comandante Takahashi mi rivolse un sorriso amichevole, che
diminuì parte della mia agitazione.
Mentre aspettavo che la mia futura sposa arrivasse, guardai
le persone radunate davanti a me. Non erano molte, e la maggior parte di loro
erano o impiegati della NERV o lo erano stati un tempo. A me e ad Asuka andava
bene così; non avevamo bisogno di tanta gente, solo dei nostri amici e della
nostra famiglia.
A destra c’era Ritsuko. Siccome non poteva scegliere dove
sedersi, bloccata in quella sedia a rotelle, le avevamo lasciato un po’ di
spazio nel mezzo della fila centrale. Dovevo ammetterlo, a parte il fatto che
non poteva più camminare sembrava proprio in forma, molto meglio che al tempo
della Guerra degli Angeli. C’era una maggiore vitalità in lei; sembrava più
allegra che mai. Anche il fatto che adesso si tingeva i capelli di castano, come
faceva nei suoi anni di gioventù, probabilmente l’ha aiutata. Inoltre, la
sfida di creare un computer superiore a quello di sua madre sembrava eccitarla.
Ma sapevo che altri due fattori avevano contribuito alla sua felicità. Il primo
era seduto alla sua sinistra e le stringeva gentilmente la mano. Non ci
sorprendemmo più di tanto quando Maya dichiarò i suoi sentimenti alla sua
senpai. Più sorprendente era stato vedere Ritsuko aprirsi con lei. Ma dopo
avere amato qualcuno come mio padre per così tanto tempo, potevamo solo essere
felici per lei. Naturalmente, siccome Maya era attualmente responsabile del
dipartimento di ricerca della NERV, entrambe si comportavano come se niente
fosse. Ma sapevamo che non era così. Era ironico il fatto che adesso lo
studente supervisionasse il maestro. Ma era innegabile che Ritsuko fosse molto
più efficiente se doveva occuparsi di un solo progetto. Era un genio nel suo
campo ed era uno spreco distrarla con problemi amministrativi.
Rei si trovava a destra di Ritsuko, anche se le separavano
due metri abbondanti perché c’era bisogno di lasciare agli sposi lo spazio
per camminare. Chi non l’avesse conosciuta bene quanto me probabilmente non l’avrebbe
riconosciuta. Anche se aveva ancora un seno abbastanza modesto, soprattutto se
confrontato con quello di Misato o perfino di Asuka, Rei era diventata una bella
donna. Si era lasciata crescere i capelli quasi fino alla vita, e il periodo che
aveva passato al mare le aveva dato l’opportunità di abbronzarsi leggermente,
anche se non senza sforzo perché sembrava che la sua pelle tendesse a
bruciarsi. Quel giorno non portava gli occhiali, perciò tutti potevano vedere
chiaramente i suoi occhi marrone scuro. Indossava un vestito di seta bianco
aderente che contrastava con i suoi capelli neri. Era magnifica. Qualche volta
però mi chiedevo che aspetto avrebbe avuto senza i capelli tinti e senza quelle
lenti a contatto colorate. L’ultima volta che avevo visto il vero colore dei
suoi occhi era stato quasi tre anni fa, quando Asuka l’aveva portata a casa.
Mi sentii arrossire quando ricordai un imbarazzante incontro nel bagno…
Se Maya era l’amante di Ritsuko, Rei era diventata una
sorta di figlia per lei. Quando Rei cercò di riprendere i contatti con le
persone da cui si era allontanata, si era formato una sorta di legame tra le due
donne. Entrambe erano profondamente cambiate ed erano in cerca di qualcosa che
sembrarono trovare l’una nell’altra. Nei primi anni di Rei alla NERV, era
sempre stata Ritsuko a prendersi cura della sua salute; che le aveva insegnato
le basi della vita. Il rapporto però era sempre stato compromesso dall’odio
di Ritsuko per ciò che Rei rappresentava. Adesso che quel sentimento non
esisteva più, si apriva la strada per un rapporto più profondo. La nascita di
questo legame probabilmente è stato il giorno in cui Ritsuko decise di liberare
Rei dall’influenza di mio padre. Rei aveva sempre sentito di dovere molto a
Ritsuko per quella possibilità di vivere.
Hotaru era seduta alla destra di Rei. Sorrisi quando notai il
modo in cui Kensuke le stringeva la mano, prova evidente dei suoi sentimenti per
lei. Ero felice che Kensuke fosse riuscito a sposarla. Disgustato da qualsiasi
cosa che fosse militare per via del massacro che era avvenuto a Tokyo-3 e che
aveva ucciso suo padre, Kensuke aveva deciso di seguire un altro dei suoi
interessi: la raccolta di informazioni. Ad appena diciannove anni era già uno
dei giornalisti migliori del nostro Paese. Per questo motivo tendeva a viaggiare
molto. E’ stato solo per pura fortuna che fosse stato mandato a investigare su
qualcosa nella regione di Hokkaido. Guardando lui e la sua ragazza, senza dubbio
io e Asuka non saremmo stati gli unici a divertirci quella notte. Dopo tutto,
siccome Hotaru viveva a Tokyo-3 e aveva recentemente preso il posto che un tempo
era stato di Maya alla NERV, i due non si vedevano tanto quanto avrebbero
voluto. Ma in qualche modo sembravano a loro agio con questo stile di vita. Da
quello che mi aveva detto Rei, a Hotaru piaceva passare la maggior parte del suo
tempo da sola, anche se vedere il suo Ken-chan di solito illuminava le sue
giornate. Da parte sua, Kensuke amava viaggiare, in cerca di qualche bello
scandalo da pubblicare. Forse tra qualche anno i due si sarebbero sistemati…
A quel tempo era stata una sorpresa sconvolgente scoprire che
il misterioso corrispondente di Hotaru in Internet altri non era che Kensuke.
Nessuno aveva mai sospettato che Kensuke potesse essere un tipo romantico. In
effetto, nessuno aveva mai immaginato che Kensuke potesse anche solo pensare di
uscire con una ragazza. Immagino che non lo conoscessimo così bene. Adesso che
era diventato più alto e più grande e che aveva cambiato i suoi occhiali con
delle lenti a contatto, un buon numero delle nostre compagne di classe invidiava
a morte Hotaru. Per non parlare del fatto che, dal punto di vista economico,
Kensuke era un buon partito.
A destra di Kensuke c’era Kozou. Facevo ancora fatica a
chiamarlo così. Non riuscivo a dimenticare completamente l’immagine del vice
comandante della NERV. Fuyutsuki si era dimesso dalla NERV il giorno successivo
all’attacco della JSSDF. Con la sconfitta della SEELE, almeno per il momento
perché non tutti i suoi membri erano ancora stati rintracciati, e la morte di
Gendo, non c’erano più motivi per lui di continuare a lavorare per la NERV.
Perciò adesso viveva un vita tranquilla e ritirata, grazie a una più che
adeguata pensione fornitagli dalle Nazioni Unite. Il prezzo del suo silenzio,
amava definirla. Avendo lavorato per mio padre, Fuyutsuki era a conoscenza di
molti segreti che riguardavano parecchie organizzazioni. Comunque, il suo
silenzio era probabilmente l’unica ragione per cui fosse ancora vivo.
Fui sorpreso di ricevere una sua visita all’ospedale il
giorno prima del mio rilascio. Il suo discorso era stato breve, ma aveva
significato molto per me: “Tua madre sarebbe stata orgogliosa di te.”
Da quel momento ci eravamo tenuti in contatto. Ho cercato di
fargli visita almeno una volta al mese. Era una persona gentile una volta che
arrivavi a conoscerlo, e ho saputo da lui molte cose sui miei genitori.
Tornando dall’altra parte, Misato era seduta alla sinistra
di Maya, o almeno cercava di stare seduta visto che aveva il suo bel da fare a
controllare quella fonte di energia di quattro anni che rispondeva al nome di
Ryouji Katsuragi. Alla fine ci volle l’aiuto di Makoto e la promessa di
portarlo al Disneyland di Tokyo-2 per calmare il bambino. Misato sospirò e
crollò sulla sua sedia, con l’intenzione di godersi quel breve momento di
calma.
Quando fu chiaro che io e Asuka ce la saremmo cavata e
saremmo riusciti a mantenerci da soli, la NERV perse i servizi del suo
ex-maggiore. Se non si fosse ritirata probabilmente Misato avrebbe indossato l’uniforme
del Comandante Takahashi, anche se era stupenda con quel vestito nero che
portava. Non fu una grossa sorpresa per me e Asuka quando lei ci disse che
voleva aprire un piano bar a Tokyo-3, che a quel tempo era in fase di
ricostruzione. Si era rivelata un’ottima attività imprenditoriale. Con la
sconfitta di tutti gli Angeli la gente tendeva a festeggiare di più e essendo
stato il primo bar aperto a Tokyo-3 aveva dato a Misato l’opportunità di
farsi una clientela fissa. Il fatto che la proprietaria fosse un’esperta di
alcolici anche se ormai non beveva più, unito al suo fascino non ha fatto che
agevolarla. Misato sembrava molto felice di questa sua scelta. Era molto
impegnativo, specialmente dovendo crescere un bambino da sola, ma era anche
molto divertente. E poi non era sola. Rei le aveva dato una mano lavorando per
un po’ di tempo nel suo bar. Io e Asuka avevamo fatto spesso i baby-sitter per
lei, come pure Makoto, che si occupava anche della sua contabilità e lavorava
al bar due sere alla settimana. Per non parlare del fatto che era un ottimo
cliente, almeno quando non era lontano a svolgere il suo lavoro di investigatore
privato.
La vera natura del rapporto tra Misato e Makoto era
abbastanza controversa. I sentimenti di Makoto erano molto evidenti. L’uomo la
ammirava e probabilmente l’amava veramente. Da quel che pareva, fin dal primo
giorno in cui aveva iniziato a lavorare per Misato prima dell’attacco del
Terzo Angelo, non aveva mai cercato di uscire né aveva mai mostrato interesse
per nessun’altra donna all’infuori di Misato. Probabilmente per Misato era
un amico intimo quanto Ritsuko, forse anche di più. Lavoravano insieme e
passavano molto del loro tempo libero insieme. Il figlio di Misato voleva molto
bene a Makoto, lo chiamava perfino Zio Makoto. Ma la vera domanda era: Misato
amava Makoto? Le piaceva molto. Questo era certo. Difficilmente sarebbe riuscita
a trovare qualcuno di più affettuoso e gentile di Makoto. E anche se io non
potevo proprio giudicare, Asuka pensava che non fosse niente male fisicamente.
Ma Makoto non era Ryouji Kaji. E finché Misato non avesse
voltato pagina, Makoto non aveva speranze di conquistare il suo cuore.
Sorrisi quando notai Pen Pen seduto vicino a Makoto. Il
pinguino delle acque termali era più vecchio adesso con le sue sopracciglia
grigie, e i suoi lineamenti sembravano un po’ più pallidi. Avevo anche
sentito dire che non riusciva più a digerire la cucina di Misato. Non che fosse
una sorpresa. Quando si accorse che lo stavo guardando alzò un’ala. Era
incredibile talvolta vedere quanto fosse intelligente quel pinguino.
C’erano molte altre persone sedute, ma non le conoscevo
molto bene. Alcuni erano colleghi di Asuka. Altri erano agenti di sicurezza
travestiti da ospiti.
Tra tutti mancava solo una persona, Shigeru Aoba. Non siamo
mai riusciti a trovarlo. L’ultima volta che l’avevamo visto aveva una
chitarra in spalla, una borsa nell’altra e stava uscendo dalle nostre vite, la
strada aperta di fronte a lui. Non mi dispiaceva troppo. A differenza degli
altri, non ho mai avuto la possibilità di conoscerlo. Tuttavia, aveva fatto la
sua parte nella Guerra degli Angeli e a me e ad Asuka sarebbe piaciuto
condividere la nostra felicità con lui.
I miei pensieri vennero improvvisamente interrotti quando
partì la marcia nuziale. Guardai in fondo alla sala e trattenni il fiato. Era
bellissima! Beh, per me lei era sempre bellissima, ma… in quel momento… era
raggiante. Per un po’ si era chiesta se il tradizionale kimono nuziale le
sarebbe stato bene, ma quando la guardai decisi che i vestiti erano
semplicemente irrilevanti. Niente avrebbe potuto renderla più bella di quanto
non fosse in quel momento. Quando mi resi conto che il momento che avevo
aspettato per tutti quegli anni era così vicino, sentii che le mie ginocchia
erano sul punto di cedere. Sarei potuto cadere se non avessi sentito la mano di
Touji sulla mia spalla. Lo guardai e mi accorsi che sembrava incantato quanto
me. E ne aveva tutte le ragioni. Anche Hikari era magnifica nel suo kimono.
“Nessun ripensamento riguardo a quella proposta di un
doppio matrimonio?” sussurrai a Touji.
Lui non disse nulla, ma ero sicuro che una parte di lui
stesse considerando l’idea molto seriamente.
Per attimi che sembrarono eterni le due donne percorsero il
corridoio, dove presero i loro posti. Sorrisi nervosamente alla mia fidanzata e
fui in qualche modo sollevato vedendo che lei sembrava nervosa quanto me. In
quel momento notai un particolare che prima avevo trascurato. L’occhio
sinistro di Asuka non era coperto dalla benda che di solito usava in pubblico. L’occhio
grigio spento contrastava con quello blu, luminoso e pieno di vita. Compresi il
significato di quel dettaglio. Asuka voleva che questo giorno fosse perfetto per
me, per questo si era lasciata dietro tutte le maschere e gli artifici. Le
sorrisi di nuovo, e sapevo che questa volta non era un sorriso nervoso; era un
sorriso carico di tutto l’amore che provavo per lei. Quel momento di pace
però non durò molto, perché il Comandante Takahashi iniziò a parlare.
“Siamo qui riuniti oggi per unire quest’uomo e questa
donna in matrimonio. Se c’è qualcuno qui presente oggi che sia contrario a
questo matrimonio parli ora oppure taccia per sempre.”
Io e Asuka avevamo deciso di fare una cerimonia breve e
veloce. Niente discorsi lunghi o roba del genere. Avremmo avuto una celebrazione
veloce, poi un grande ricevimento e, senza dubbio, una ancora più grande luna
di miele.
Stavo per rivolgere a Rei uno sguardo preoccupato, se
qualcuno lì aveva qualcosa da dire sarebbe potuta essere solo lei, quando
improvvisamente notai qualcosa di strano. Un punto rosso sul ventre di Asuka che
lentamente si muoveva verso la sua testa. Sembrava quasi… la luce di un laser.
Non avrò ricevuto un addestramento militare, ma tutti quegli
esercizi di allenamento e tutte le esperienze fatte pilotando l’Eva in
battaglia mi piombarono addosso in una frazione di secondo. Senza neanche
pensarci saltai addosso ad Asuka. Nello stesso momento sentii una voce
familiare, che mi chiamava.
“Shinji! Giù!”
Credo che io e Asuka stessimo cadendo quando cominciarono a
sentirsi i primi spari. Poi sentii un rapido e violento scambio di colpi.
Riconobbi il rumore delle armi da fuoco usate dagli agenti di sicurezza della
NERV, ma i suoni della mitragliatrice non erano così familiari. Ben presto, su
tutto calò il silenzio.
Quando riaprii gli occhi, mi accorsi che tutte le persone
nella sala sembravano molto scosse da ciò che era appena successo. Sembrava che
perfino gli agenti di sicurezza fossero stati colti di sorpresa. La maggior
parte di loro aveva la pistola in mano, alcuni erano feriti oppure morti. Notai
anche un grosso squarcio in un muro e proprio lì giaceva un uomo completamente
vestito di nero, il suo corpo crivellato da troppi colpi per poterli contare.
Non ero uno specialista, ma la mia idea era che l’uomo fosse in qualche modo
riuscito a nascondersi in un’altra stanza e avesse fatto un buco nel muro da
cui poterci sparare. Più di un centinaio di pallottole sparate da più di una
dozzina di agenti avevano considerevolmente allargato quel buco.
In che modo quell’uomo fosse riuscito a eludere la
sicurezza e a fare un buco nel muro senza che nessuno se ne accorgesse, non
riuscivo a immaginarlo.
Stavo per guardare Asuka per vedere se stesse bene quando
notai qualcosa di strano. In mezzo a tutto quel caos, c’era un uomo che
sembrava completamente calmo e tranquillo. Trattenni il fiato quando riconobbi
il volto dell’uomo.
Ryouji Kaji.
La voce che avevo sentito… mi era sembrata così familiare…
era lui!
Era vivo!!!
Accorgendosi che lo stavo guardando l’uomo sorrise, mi
salutò e si allontanò.
Avrei potuto chiamarlo o rincorrerlo se non avessi sentito
Asuka gemere dal dolore. La guardai. Per fortuna non sembrava ferita, solo un po’
scossa.
“Hey! Stupido! Perché…” le parole le morirono in gola
quando alzò la testa e si rese conto di ciò che era appena successo. “Mein
Gott…”
Guardai in direzione del punto dove avevo visto Kaji. Non si
vedeva da nessuna parte. Poi mi guardai attorno. Il figlio di Misato stava
piangendo, mentre Makoto cercava di tranquillizzare lui e sua madre. Misato
stava ancora stringendo il bambino come sa da questo dipendesse la sua vita.
Probabilmente gli aveva fatto da scudo con il suo corpo ai primi rumori di
spari. Ritsuko non sembrava molto sconvolta da quello che stava succedendo. In
effetti, sembrava osservare la scena con occhio quasi scientifico. Comunque
cercava di tranquillizzare Maya. Probabilmente la sparatoria le aveva fatto
ricordare avvenimenti che avrebbe preferito dimenticare, l’attacco al Quartier
Generale della NERV. Avevo sentito dire che era rimasta piuttosto sconvolta.
Francamente, potevo capire perché.
Kensuke sembrava teso, ma attento. Credo che non si fosse
completamente dimenticato delle sue fantasie militari. Stava stringendo a sé
Hotaru, pronto a proteggerla con la sua vita se necessario.
Più vicino a noi, Hikari stava singhiozzando sul petto di
Touji. La poverina doveva essere terrorizzata. Poi mi accorsi con orrore che c’era
il foro di una pallottola nel braccio sinistro di Touji. Se quel colpo fosse
arrivato più vicino…
“Shinji, stai bene?”
Guardai Rei, che era proprio di fronte a me e mi stava
fissando preoccupata.
“Sì. Stiamo bene.”
Beh, era vero solo in parte. Anch’io ero piuttosto scosso.
Scoprii che non riuscivo a rialzarmi. Non ero ferito, mi ero solo preso lo
spavento più grosso di tutta la mia vita.
Poi sentimmo i lamenti. Guardammo in basso e ci accorgemmo
che c’era un uomo per terra di fronte a me e Asuka. Lo riconobbi, era uno
degli agenti di sicurezza della NERV. Respirava, ma stava perdendo molto sangue.
Da quel che potevo vedere, il suo braccio e la sua spalla sinistra erano stati
colpiti da alcuni spari. Mi accorsi che era abbastanza giovane, forse solo uno o
due anni più grande di me.
“Stai bene?” chiese Rei. Sembrava una domanda stupida, ma
nemmeno io ne avrei saputo trovare una migliore.
“Non proprio. Sono stato anche peggio di così, ma non ho
mai perso così tanto sangue. Merda. Se il mio vecchio lo viene a sapere sono
morto.”
Rei ammiccò, mentre io lo guardai a bocca aperta. Quell’uomo
avrà avuto sì e no una decina di ferite da arma da fuoco e si preoccupava di
suo padre?
“Parli molto per uno a cui hanno appena sparato” si
limitò a dire Rei, sorridendo.
“Beh, non vorrà che io cada sotto shock, vero signorina?”
“Vero” annuì Rei.
Restai a guardare lo scambio di battute, confuso. Che stava
succedendo a Rei?
“Potresti prestarmi la tua cintura, Shinji?”
“Sì… certo”
Mi slacciai velocemente la cintura e la diedi a Rei, che la
usò subito per bendare il braccio dell’uomo.
Mi guardai attorno e vidi che Asuka stava parlando al momento
con il Comandante Takahashi. Non sembrava per niente contenta.
“Questo rallenterà la fuoriuscita di sangue” disse Rei.
Poi strappò il bordo del suo vestito e usò la stoffa come compressa sulla
spalla sanguinante dell’uomo. “Dovresti cavartela fino all’arrivo dei
soccorsi.”
“Grazie a lei, signorina.”
“Tu hai salvato la vita di Shinji.”
Improvvisamente mi resi conto che quell’uomo si era
probabilmente preso alcune pallottole indirizzate a me o ad Asuka.
“Beh, è il mio lavoro…” disse semplicemente lui,
grattandosi la testa con la mano sana.
“E hai fatto un ottimo lavoro, ragazzo” disse il
Comandante Takahashi, che si era avvicinata a noi. “A una prima occhiata,
questo assassino probabilmente lavorava per il culto della Santa Croce di Fuoco.
Se tu non li avessi protetti, avrebbe potuto uccidere due delle nostre persone
più importanti.”
“Almeno c’è qualcuno nella sicurezza che ha fatto bene
il suo lavoro” borbottò Asuka.
“Sì…” annuì il Comandante. “Tutto questo non mi
piace. Potrebbero esserci dei traditori tra le nostre fila. Dovrò dare a questa
faccenda la massima priorità non appena torniamo a Tokyo-3.” Il Comandante
poi tornò a guardare il ragazzo, ancora assistito da Rei. “Dimmi ragazzo,
come ti chiami? La tua faccia non mi è familiare. Sei nuovo nella sicurezza?”
“Mi chiamo Yuu Saotome” rispose lui piuttosto
orgogliosamente. “E sì, sono nuovo nella NERV, Comandante. Volevo fare parte
del dipartimento scientifico; vede, il mio vero campo è l’informatica, e
volevo conoscere la famosa dottoressa Akagi ma non c’erano sbocchi, perciò
sono entrato nella sicurezza così da poter tenere d’occhio future
possibilità nel dipartimento scientifico.”
Il Comandante sorrise.
“Interessante. Beh, tu rimettiti e forse possiamo farti
fare un colloquio con la dottoressa Akagi. Tu che ne pensi, Ritsuko-san?”
“Non conosco le sue capacità, ma questo ragazzo mi piace”
rispose Ritsuko, per la gioia di Yuu.
“Bene… i soccorsi dovrebbero arrivare a momenti, resisti
solo un altro po’. A proposito… qualcuno sa dirmi perché quegli stupidi
VTOL ci stanno mettendo così tanto ad arrivare?! Abbiamo dei feriti come pure
il tenente Sohryu e il signor Ikari da evacuare! Chi ha organizzato queste
misure di sicurezza?!”
“Hey!” disse Asuka in un tono non molto appropriato per
qualcuno che sta parlando con il suo superiore. “Non potete evacuarci! Non
siamo ancora sposati!”
Incredibilmente, l’espressione del Comandante si addolcì.
“Asuka, comprendo i tuoi sentimenti ma qualcuno ha appena
cercato di ucciderti. Non posso permettere che il mio futuro vice comandante
venga ucciso prima che abbia anche solo la possibilità di ricevere una
promozione...”
Penso che Asuka tralasciò completamente parte di quello che
il Comandante stava cercando di dire, perché continuò con le sue proteste per
il nostro matrimonio annullato.
“Non possiamo fare solo un po’ in fretta?! Voglio dire,
non c’è rimasto molto da fare!”
Gentilmente, le misi una mano sulla spalla per attirare la
sua attenzione.
“Asuka… non so se sia giusto. Voglio dire… hanno
sparato a della gente qui”
“Lo so!” sbottò Asuka. “E se ne stanno occupando!”
Vedendo probabilmente la mia espressione ferita, Asuka si prese un momento per
calmarsi, il suo volto si addolcì. “Senti… Shinji… dopo tutto quello che
abbiamo fatto per la salvezza degli altri… tutto il dolore… tutti i
sacrifici… non possiamo essere un po’ egoisti almeno per qualche minuto?”
“Penso… penso di sì”
“Allora?” chiese la mia fidanzata al Comandante.
Il Comandante si prese un momento per pensare.
“Immagino che possiamo farlo. Dopo tutto, i soccorsi non
sono ancora arrivati. Ma dovremo fare alla svelta”
“Bene” concordò Asuka, mentre io annuii.
In pochi secondi gli sposi, la damigella d’onore, il
testimone e il Comandate erano pronti a riprendere da dove avevamo lasciato.
“Shinji Ikari, vuoi tu prendere questa donna, Asuka Sohryu
Langley, come tua legittima sposa; da amare e onorare, in ricchezza e in
povertà, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”
Presi l’anello che Touji mi diede e nervosamente lo feci
scivolare nel dito di Asuka. Incredibile che una situazione possa cambiare così
velocemente. In pochi secondi mi ero completamente dimenticato che qualcuno era
stato sul punto di ucciderci.
“Lo voglio”
“Asuka Sohryu Langley, vuoi tu prendere quest’uomo,
Shinji Ikari, come tuo legittimo sposo; da amare e onorare, in ricchezza e in
povertà, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”
Asuka infilò l’anello al mio dito. Finito il loro compito,
Touji e Hikari si affrettarono a raggiungere i soccorsi che erano appena
arrivati.
“Lo voglio”
“Puoi baciare la sposa”
Lo feci. Con gioia.
“Vi dichiaro marito e moglie. Adesso che abbiamo finito,
usciamo fuori da qui!”
Io e Asuka venimmo bruscamente riportati alla realtà, dopo
uno dei baci più memorabili che ci siamo mai scambiati, e venimmo trascinati
vero un VTOL, per lasciarci subito dietro Hokkaido.
Mentre ci allontanavamo, pensai a Kaji. Era vivo. Per tutto
questo tempo era stato vivo. E si preoccupava chiaramente per noi, visto che era
venuto al nostro matrimonio. Allora perché non ce l’aveva detto?
Probabilmente aveva le sue ragioni. Kaji era un uomo d’onore.
Di certo si trattava di una cosa importante. Abbastanza perché noi
continuassimo a credere che fosse morto. Per questo decisi di non dirlo a
nessuno. Probabilmente avrei solo fatto soffrire Misato.
Scacciai quel pensiero e sorrisi. Adesso ero un uomo sposato…
---
“Scommetto che non ti saresti mai aspettata che la nostra
luna di miele cominciasse in un aereo da trasporto, eh?”
Dopo averci fatto evacuare, il Comandante Takahashi ci aveva
trasferito in un aereo da trasporto in partenza per la divisione francese della
NERV, attualmente in fase di costruzione. Asuka aveva cominciato a protestare,
trascorrere la nostra luna di miele in Francia non era nei nostri progetti, ma
le parole ‘tutte le spese pagate’ la calmarono. Gli altri erano stati
portati alle loro rispettive case con una scorta di agenti della NERV. Mi
dispiaceva un po’ per quello che era successo, così avevo promesso loro che
avremmo organizzato una grande festa al nostro ritorno. L’unica eccezione era
stata Rei. Era andata a Hokkaido con Yuu. Devo ammetterlo, il suo comportamento
mi aveva colpito. C’era qualcosa nei suoi occhi… qualcosa che non avevo
visto per molto tempo. O forse desideravo così tanto che lei si innamorasse che
mi immaginavo le cose. Però lei aveva un debole per i tipi strani.
“Non avrei mai pensato che mi sarei sposata. Basta. Devi
essere un uomo molto speciale, Shinji Ikari”
“Non così speciale quanto mia moglie…”
La abbracciai e la baciai con tutta la passione che provavo
per lei. Fu un bacio molto lungo.
“Pensi che la nostra vita sarà sempre così movimentata?”
chiese Asuka. “Pilotando robot giganteschi, combattendo contro mostri enormi,
evitando attentati e roba del genere?”
“Non lo so. Ma francamente, non me ne importa nulla.
Finché tu mi vorrai nella tua vita, non ho nient’altro da chiedere”
“Sei un idiota!” disse improvvisamente Asuka,
sorprendendomi con il suo tono di voce. “Ma sei il mio idiota” aggiunse in
un sussurro. “Stupi-Shinji” mormorò, iniziando a solleticarmi l’orecchio
“ti voglio.”
“Asuka! Potrebbe arrivare qualcuno e vederci!”
“Non m’importa! Ho voglia di farlo… che vengano pure,
faremo vedere loro uno spettacolo memorabile. Tu non vuoi, stupi-Shinji?”
Sì.
Paura. Dolore. Angoscia. Questi sentimenti esisteranno
sempre. Tuttavia, sapevo che se saremmo rimasti insieme avremmo sempre superato
tutti gli ostacoli, o almeno ci avremmo provato. Se saremmo rimasti insieme
sapevo che, finché il sole, la luna e la terra sarebbero esistiti, avremmo
avuto la possibilità di essere felici.
Ti amo, Asuka.
Fine
Nota della webmistress del sito EFP, Erika: un grosso
ringraziamento alla traduttrice di questa lunga storia, Simo84, che non ha
mollato e ha terminato questa impresa.
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