rr
Ecco
il secondo capitolo! Come sempre, non è venuto come volevo.
Vabbè...ormai ci sono abituata XD
Chapter
Two
Una
birra di troppo e le risate scorrevano incontrollate. Avevano deciso
di andare a casa del bassista dopo un giro al bar che si era concluso
un po' troppo tardi. Prendere la metropolitana era fuori questione e
Reita poteva far tutto, tranne che guidare.
Entrarono
rapidamente nell'appartamento, cercando di contenere il rumore che
facevano le loro voci e i loro passi stranamente pesanti. Si
guardarono, continuando a ridere, senza una vera ragione per farlo
-Sei
ubriaco-
-Io
lo reggo benissimo l'alcool- Disse sicuro il vocalist, subito prima
di inciampare nei suoi passi e provocando un'ulteriore risata
nell'altro. Non ascoltò nemmeno le imprecazione dell'amico a terra,
ma subito dopo gli allungò il braccio e lo aiutò a rialzarsi
-Siediti-
Ruki quasi si gettò sul divano, assumendo una posizione decisamente
scomoda, ma non sembrava interessargli: l'unica cosa importante era
essere sdraiati su qualcosa di comodo. Reita si sedette accanto a
lui, senza nemmeno ascoltare quello che gli stava dicendo: ogni volta
che lo vedeva fuori dal lavoro, si rendeva conto di quanto, per certi
punti, fosse lontano il personaggio che si era creato: tanto era
misterioso e quasi taciturno sul palco, quanto diventava
insopportabile fuori. Parlava, continuava a parlare. Molte volte era
tentato di rinchiuderlo in uno sgabuzzino per fargli smettere la sua
cantilena logorroica, ma poi si voltava e lo osservava sempre con
quello sguardo indecifrabile che lo bloccava tutte le volte.
E
allora non riusciva a fare altro che perdonarlo
-Mi
stai ascoltando?- Lo osservò con la poca lucidità che il livello di
alcool poteva concedergli e cercò di non perdersi ancora a osservare
con insistenza le sue labbra
-Certo!-
Lo guardò torvo, abbozzando un mezzo ghigno
-E
che stavo dicendo?-
-Qualcosa
di certamente interessante- Gli tirò dietro un cuscino come risposta
e senza volerlo si ritrovano in una grottesca scena di lotta
infantile.
Rideva.
Continuava
a ridere
"Continua
a ridere..."
Le
sue risate sincere erano rare. Sia sul palco che fuori.
E
lui cercava sempre di memorizzarle tutte, per poi rivederle
silenziosamente nel sonno. Molte volte si sentiva ridicolo,
stupido...eppure era più forte di lui...sognava così tante volte di
poterlo toccare, di potersi concedere un leggero tocco sulle sue
labbra...semplicemente abbracciarlo in modo diverso.
Caddero
dal divano e si ritrovarono per terra, a contatto con il pavimento
freddo. Si osservarono negli occhi, continuando a ridere.
Poi...le
risate si affievolirono, quasi si fossero accorti solo in quel
momento della situazione.
Reita
poteva sentire chiaramente sotto di sé il corpo dell'amico, caldo,
morbido...continuava a fissare Ruki, che non sembrava avere
intenzione di scostarlo. Perché sembrava un sogno?
Forse
il buio?
Forse
perché stava davvero toccando quel corpo in modo diverso?
Infiniti
secondi, laceranti ticchettii di orologio...
Doveva
alzarsi? Continuare a ridere?
Doveva...eppure
perché gli stava sfiorando il volto?
"Perché
non mi allontani?"
Si
avvicinava, sempre di più e gli sembrò che Ruki alzò la testa per
annullare la distanza tra le loro labbra. Socchiuse gli occhi, così
come fece il vocalist. Pochi centimetri...e poi...
La
suoneria del cellulare del bassista iniziò a rieccheggiare
rumorosamente per la casa, facendo destare i due da quello stato di
coma. Si alzarono di scatto, senza nemmeno guardarsi in faccia...
-P..pronto?-
La voce tremava, così come il corpo
-Mi
hai chiamato tu?-
-No,
perché?-
-Mi
ha suonato il telefono-
Reita
provò il forte desiderio di mandare a quel paese Uruha, di
riattaccare, di voltarsi e tornare assieme a Ruki...ma tempo di fare
quei pensieri, che sentì la porta aprirsi e richiudersi subito dopo.
Andato.
Senza
una parola, senza nemmeno far rumore...
Si
gettò sotto la doccia, quasi volesse fermare tutti i suoi pensieri,
congelarli lì, nella sua testa.
Ma
era impossibile...
Si
ritrovò a piangere di rabbia, come un bambino.
Picchiò
il cuscino, soffocò le urla.
Si
odiava.
Non
doveva ridursi così, non era da lui, non era mai stato da lui.
Eppure
perché faceva così male?
E
ora era lì. A guardarlo, comunque amarlo, mentre continuava a
scarabocchiare frammenti di chissà quali pensieri.
continua..
Che
gran
cagata
Alla
prossima e___e
Ah!
Ringrazio chi ha commentato e chi ha messo la ff tra i preferiti *W*
<3
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