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Autore: LADY_youkai    10/10/2011    0 recensioni
Provava una sorta di angoscia nel vederlo andar via che non riusciva a spiegarsi.
Odiava quella situazione, perché non era mai stato così dipendente da nessuno...
E poi...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Reita, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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rr

Ecco il secondo capitolo! Come sempre, non è venuto come volevo. Vabbè...ormai ci sono abituata XD


Chapter Two


Una birra di troppo e le risate scorrevano incontrollate. Avevano deciso di andare a casa del bassista dopo un giro al bar che si era concluso un po' troppo tardi. Prendere la metropolitana era fuori questione e Reita poteva far tutto, tranne che guidare.

Entrarono rapidamente nell'appartamento, cercando di contenere il rumore che facevano le loro voci e i loro passi stranamente pesanti. Si guardarono, continuando a ridere, senza una vera ragione per farlo

-Sei ubriaco-

-Io lo reggo benissimo l'alcool- Disse sicuro il vocalist, subito prima di inciampare nei suoi passi e provocando un'ulteriore risata nell'altro. Non ascoltò nemmeno le imprecazione dell'amico a terra, ma subito dopo gli allungò il braccio e lo aiutò a rialzarsi

-Siediti- Ruki quasi si gettò sul divano, assumendo una posizione decisamente scomoda, ma non sembrava interessargli: l'unica cosa importante era essere sdraiati su qualcosa di comodo. Reita si sedette accanto a lui, senza nemmeno ascoltare quello che gli stava dicendo: ogni volta che lo vedeva fuori dal lavoro, si rendeva conto di quanto, per certi punti, fosse lontano il personaggio che si era creato: tanto era misterioso e quasi taciturno sul palco, quanto diventava insopportabile fuori. Parlava, continuava a parlare. Molte volte era tentato di rinchiuderlo in uno sgabuzzino per fargli smettere la sua cantilena logorroica, ma poi si voltava e lo osservava sempre con quello sguardo indecifrabile che lo bloccava tutte le volte.

E allora non riusciva a fare altro che perdonarlo

-Mi stai ascoltando?- Lo osservò con la poca lucidità che il livello di alcool poteva concedergli e cercò di non perdersi ancora a osservare con insistenza le sue labbra

-Certo!- Lo guardò torvo, abbozzando un mezzo ghigno

-E che stavo dicendo?-

-Qualcosa di certamente interessante- Gli tirò dietro un cuscino come risposta e senza volerlo si ritrovano in una grottesca scena di lotta infantile.

Rideva.

Continuava a ridere

"Continua a ridere..."

Le sue risate sincere erano rare. Sia sul palco che fuori.

E lui cercava sempre di memorizzarle tutte, per poi rivederle silenziosamente nel sonno. Molte volte si sentiva ridicolo, stupido...eppure era più forte di lui...sognava così tante volte di poterlo toccare, di potersi concedere un leggero tocco sulle sue labbra...semplicemente abbracciarlo in modo diverso.

Caddero dal divano e si ritrovarono per terra, a contatto con il pavimento freddo. Si osservarono negli occhi, continuando a ridere.

Poi...le risate si affievolirono, quasi si fossero accorti solo in quel momento della situazione.

Reita poteva sentire chiaramente sotto di sé il corpo dell'amico, caldo, morbido...continuava a fissare Ruki, che non sembrava avere intenzione di scostarlo. Perché sembrava un sogno?

Forse il buio?

Forse perché stava davvero toccando quel corpo in modo diverso?

Infiniti secondi, laceranti ticchettii di orologio...

Doveva alzarsi? Continuare a ridere?

Doveva...eppure perché gli stava sfiorando il volto?

"Perché non mi allontani?"

Si avvicinava, sempre di più e gli sembrò che Ruki alzò la testa per annullare la distanza tra le loro labbra. Socchiuse gli occhi, così come fece il vocalist. Pochi centimetri...e poi...

La suoneria del cellulare del bassista iniziò a rieccheggiare rumorosamente per la casa, facendo destare i due da quello stato di coma. Si alzarono di scatto, senza nemmeno guardarsi in faccia...

-P..pronto?- La voce tremava, così come il corpo

-Mi hai chiamato tu?-

-No, perché?-

-Mi ha suonato il telefono-

Reita provò il forte desiderio di mandare a quel paese Uruha, di riattaccare, di voltarsi e tornare assieme a Ruki...ma tempo di fare quei pensieri, che sentì la porta aprirsi e richiudersi subito dopo.

Andato.

Senza una parola, senza nemmeno far rumore...


Si gettò sotto la doccia, quasi volesse fermare tutti i suoi pensieri, congelarli lì, nella sua testa.


Ma era impossibile...


Si ritrovò a piangere di rabbia, come un bambino.

Picchiò il cuscino, soffocò le urla.

Si odiava.

Non doveva ridursi così, non era da lui, non era mai stato da lui.


Eppure perché faceva così male?



E ora era lì. A guardarlo, comunque amarlo, mentre continuava a scarabocchiare frammenti di chissà quali pensieri.


continua..



Che

gran

cagata


Alla prossima e___e

Ah! Ringrazio chi ha commentato e chi ha messo la ff tra i preferiti *W* <3

  
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