Buonasera
fanciulle! Allora sono felicissima che la scelta di Bella non vi sia
sembrata azzardata,e che tutte l'abbiate apprezzata ^^ mi avete tolto
un peso dallo stomaco! Per chi crede che non ci saranno mai momenti
pucciosi vi dico subito che arriveranno,abbiate solo un pò
di pazienza,anzi già qui c'è un assaggino.
Il
capitolo doveva arrivare nel pomeriggio,ma poi sono andata al cinema a
vedere Jane Eyre *_* e poi ho letto tutte le recensioni della
fantastica Misa,che nonostante il suo gran bel da fare,ha letto e
recensito tutto: grazie tesoro <3
Il
capitolo va dedicato a lei e passate pure dalla sua bellissima storia
Dopotutto è sempre meglio essere in due (particolare,ma
tanto romantica e poi i protagonisti sono awwwwwwwwww)
Ultima
cosa e poi non vi rompo più...Tanti auguri Fio! lei non
saprà mai che le ho fatto gli auguri pure qui,ma l'adoro
troppo e poi è un'autrice bravissima ^^
Bene,vi
lascio al capitolo prima che mi uccidiate ;)
I CULLEN
Ohana significa famiglia e
famiglia vuol
dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato **
Esausta dopo
una giornata di pulizie in casa,mi buttai sul divano,con una coppa di
gelato
nocciola e pistacchio tra le mani,mentre il piccolo giocava sul tappeto
con
vari sonagli e altri giochini musicali; quando si accorse che avevo
qualcosa di
commestibile tra le mani,si sporse con le braccia per essere preso e
aprì la
sua boccuccia per assaggiare il gelato.
“Amore della
mamma vuoi il gelato? Vediamo se ti piace” presi una puntina
di cioccolato con
il cucchiaino,e gliela feci provare: lui prima arricciò le
labbra non
aspettandosi il freddo del gelato,ma poi aprì nuovamente la
bocca per farmi
capire che aveva gradito.
“Ma sei un
golosone!” stavo
per farglielo
assaggiare di nuovo ma il campanello ci distrasse; lo presi in braccio
e andai
ad aprire. “Ciao Edward” ero sorpresa di vederlo.
“Ciao.
Posso? Vi disturbo?”
“No entra
pure,stavamo mangiando il gelato,ne vuoi un po’ anche
tu?” lo feci accomodare e
gli passai Matthew.
“No grazie.
Ma anche lui lo mangia? Non è troppo piccolo?”
“Ha otto
mesi Edward. E poi lo assaggia solamente da me,la parte più
sciolta,è la prima
volta che proviamo. Ma cosa ci fai qui?”
“Domani è il
compleanno di Tanya e vorrebbe che il suo nipotino fosse
presente”
“Ok,
per me non c’è alcun problema.”
“Forse un
problema c’è: ha deciso di invitare anche te a
cena domani sera”
Sulla mia
faccia dovette dipingersi un’espressione terrificante
perché Edward si sporse
verso di me “Bella respira,ti senti bene?”
Feci come mi
disse e sentii i polmoni ringraziarmi e smettere di bruciare: non mi
ero
accorta di aver smesso di respirare “Io non credo sia una
buona idea. Voglio
dire dopo tutti i casini che ci sono stati,i tuoi mi vogliono a casa
loro?” il
tono della mia voce aveva un che di isterico,ma non me ne curai
molto,presa da
un problema ben più grosso.
“Sono
passati sei mesi Bella dal vostro incontro,e le cose tra di voi vanno
benissimo,anche
con Carlisle tutto sommato vi siete chiariti. Ti prometto che
andrà tutto
bene,e in qualunque momento ti sentirai a disagio ti
riporterò subito a casa”
sorrise fiducioso,stringendo caldamente le mie mani fra le sue,per
trasmettermi
un po’ del suo coraggio. Annuii un po’
più tranquilla,e lui si rimise
composto,riprendendo a giocare con il piccolo.
Il giorno
dopo tentai in ogni modo di non pensare a cosa mi avrebbe aspettato nel
pomeriggio,e più o meno ci riuscii. I problemi iniziarono
verso le cinque
quando iniziai a prepararmi per la cena con i genitori di Edward; ero
davanti
all’armadio da circa mezz’ora senza sapere
assolutamente nulla di quello che
avrei potuto indossare. Sobbalzai quando bussarono alla porta,e
voltandomi
trovai Edward con in braccio Matthew che mi guardava con un sorriso
beffardo: era
arrivato in anticipo per vedere se avevo bisogno di una mano con il
piccolo e
in effetti mi faceva comodo che lui si prendesse cura di Matthew,mentre
io mi
preparavo.
“Che vuoi?”
esclamai con un tono di voce più acido di quanto volessi
“Contempli
quell’armadio da non so quanto e non credo che da solo lui
riuscirà a tirare
fuori i vestiti per te. Indossa ciò che ti fa sentire a tuo
agio,Bella; i miei
sono persone semplici,lo sai,e comunque non penso proprio che baderanno
a come
sarai vestita e inoltre non c’è nessun altro a
parte il fidanzato di Tanya,a
cui non importerà come ti vestirai”
Mi passai
una mano fra i capelli frustrata al massimo “Sì
hai ragione,è solo che voglio
fare bella figura e mi mette una certa ansia pensare di andare a casa
tua,non
ci sono mai stata”
“Frena,frena
Bella” adagiò delicatamente Matthew sul letto e mi
venne accanto “Non c’è
bisogno di farti prendere dall’ansia. Esme e Carlisle ti
conoscono già,non c’è
bisogno di farsi queste paranoie. Quindi ora calmati e finisci di
prepararti,senza pensare a dove stiamo andando,ok?” annuii
senza alzare lo
sguardo,vergognandomi un po’ per il mio comportamento
infantile,e lui mi
scompigliò i capelli,prima di prendere il bambino e uscire.
Alla fine scelsi un
vestito color panna,con un cinturino nero alla vita: semplice ma
elegante.
Quando
arrivammo a casa Cullen ad accoglierci fu Tanya: non ebbi neppure il
tempo di
farle gli auguri che mi saltò al collo per quanto era felice
di avermi lì; nel
salone trovammo poi ad attenderci i genitori di Edward. Cercarono di
mettermi
subito a mio agio,e mio figlio venne spupazzato da tutti,e non lo ebbi
tra le
braccia per un po’ di tempo. La cena trascorse in maniera
tranquilla; parlammo
del più e del meno,le domande più frequenti erano
su Matthew e sulla sua
crescita,e io ricevetti nuovamente i complimenti da Carlisle,che da
medico mi
disse che il piccolo aveva un aspetto sano e forte per i suoi otto
mesi,poteva
benissimo sembrare anche più grandicello della sua
età. Dopo la cena e
l’apertura della torta,Edward mi accompagnò in
camera sua per permettermi di
allattare il piccolo,che cominciava a dare segni di stanchezza; mentre
lo
allottavo mi persi a contemplare la quantità infinita di
dischi e libri che
riempivano la sua libreria. Quando Matthew si addormentò,ne
approfittai per
uscire un po’ in balcone e ammirare il giardino della casa
illuminato dalla
luce della luna.
“Ehi”
sobbalzai sentendo una voce alle mie spalle. Evidentemente ero rimasta
più del
dovuto in quella camere visto che Edward era venuto a cercarmi.
“Ehi” risposi
semplicemente.
“Va tutto
bene? Sono venuto a cercarti su richiesta di mia madre,è
pronto il caffè”
“Sì va tutto
bene. Mi sono incantata a guardare il giardino illuminato dalla
luna”
“Andiamo
allora. Prendiamo il caffè e poi ti porto a fare un giro in
giardino! A Matthew
ci baderanno mia madre e Tanya.” E così dicendo lo
seguii in salotto,dove
prendemmo il caffè tutti insieme, e poi fuori casa.
Il giardino
era veramente bellissimo: l’erba era stata tagliata da
poco,ovunque erano state
piantate rose e altra piante meravigliose con fiori colorati,tra le
quali
riconobbi delle buganvillee.
Io ed Edward
camminammo per un po’ in silenzio,assaporando quegli attimi
di pace che non
sempre con Matthew potevo permettermi; l’aria della sera era
più fresca di
quanto pensassi e iniziai a rabbrividire. Mi strinsi le braccia intorno
al
corpo,e poco dopo sentii qualcosa posarsi sulle mie spalle: la giacca
di
Edward.
“Grazie” sussurrai
e lui in tutta risposta alzò semplicemente le spalle e mi
fece l’occhiolino.
“E’ bellissimo questo
giardino”
“Se ne
occupa personalmente Esme; non permette neppure al giardiniere di
avvicinarsi
ai suoi preziosi fiori” ridemmo insieme della sua battuta.
“Si vede
lontano un miglio che i tuoi genitori si amano,nonostante siano passati
tanti
anni dal loro matrimonio. Non ci avevo fatto caso le altre volte,ma
vederli
insieme,a casa loro, fa tutto un altro effetto”
“Si hai
ragione. Sai in tutti questi anni non li ho mai sentiti dirsi una volta
ti amo;
all’inizio,soprattutto da piccolo,credevo non si amassero
davvero,in fondo nei
film o nei libri questa parola ricorre molto spesso,quindi ero certo
che presto
si sarebbero lasciati,magari quando io e Tanya fossimo diventati
adulti. Poi ho
capito che quelle sette lettere per loro non erano così
fondamentali perché
dimostrano il loro amore tutti i giorni: lo fanno in maniera
discreta,senza che
qualcuno intorno a loro possa accorgersene,magari con una carezza o con
una
semplice occhiata.”
“E’
meraviglioso” esclamai,ma improvvisamente un capogiro mi
colse e se non mi
avesse afferrata Edward sarei caduta a terra.
“Bella tutto
bene?” era seriamente preoccupato.
“Sì,era solo
un capogiro,forse è il caso di tornare a casa”
annuì e in breve salutammo
tutti,e ci ritrovammo sulla strada per tornare a casa.
Una volta
arrivati mi aiutò a portare Matthew dentro e poi mi fece una
richiesta curiosa
ma legittima “Posso metterlo io a letto? Vorrei dargli il
bacio della buonanotte,se
non ti dispiace…” Rimasi a fissarlo per un
po’,ma poi mi imposi di rispondergli
“Sì certo,sai già
dov’è la sua culla,quindi fai pure”
Con un
sorriso che solitamente dedicava solo al figlio,mi superò e
cullando dolcemente
Matthew lo portò di sopra; li seguii pure io e preparai sul
letto tutto
l’occorrente per il bambino: pannolino pulito,cremine varie
per il culetto e il
suo pigiamino. Delicatamente Edward poggiò il bambino nel
letto e,stando
attento a non svegliarlo,lo sistemò per la
notte,cambiandogli il
pannolino,oramai non faceva più storie ed era diventato
anche piuttosto
bravo,mettendogli il pigiama e adagiandolo poi nella culla,lasciandogli
un
bacio sulla testolina,ricoperta da un sottile strato di capelli
rossicci.
“La notte
dorme tranquillo o si sveglia?” mi chiese sussurrando.
“Edward
lasciatelo dire ma sei un pessimo osservatore” davanti alla
sua espressione
confusa,mi affrettai a continuare “Non ti sei accorti delle
mie occhiaie?!
Sembro un panda! Praticamente da otto mesi dormo cinque ore per
notte,credo che
il capogiro di stasera sia stato un avviso del mio corpo che sta per
cedere; in
questi giorni poi è anche peggio con i dentini che stanno
spuntando: ha le
gengive gonfie e non fa altro che piangere e sbavare ogni cosa,tipo un
lama” e
risi della mia battuta stupida,ma lui si fece serio e la sua
espressione
divenne quasi malinconica “Mi dispiace,vorrei darti una mano.
Se vuoi qualche
sera posso portarlo da me,cosi ti riposi un po’” mi
stupì parecchio la sua
richiesta.
“Grazie,sei
molto gentile,ma vedi lui quando si sveglia ha fame e vuole solo il mio
latte.”
Mi giustificai così,non mi allettava l’idea di
separarmi da mio figlio per una
notte intera,sapendolo in una casa che non conosceva senza di me:
è vero che ci
sarebbe stato il padre,ma nessuno lo capiva bene quanto me e poi era
abituato a
sentire il suono della mia voce,il contatto delle mie braccia; poteva
sembrare
stupido,ma io pensavo che Matthew capisse benissimo quando fossi io a
tenerlo o
quando lo facesse qualcun altro.
“O bé certo”
e si portò una mano alla nuca,segno che quella conversazione
lo aveva
imbarazzato o comunque non era a suo agio.
“Se vuoi,
qualche volta,puoi restare a dormire qui. Così proverai
l’ebbrezza dell’essere
svegliato in piena notte da urla disperate” dissi,per cercare
di farlo tornare
tranquillo,ma non mi sarei aspettata una reazione simile da parte sua.
Con due
grandi falcate colmò la distanza che ci separava e mi
strinse in un
abbraccio,soffocandomi quasi “Grazie Bella,non sai quanto mi
rendi felice. Posso
rimanere già stasera,così stanotte potrai
riposarti e se dovessi sentirti poco
bene ci sarei io a pensare a te e Matthew”
In effetti
il suo ragionamento non faceva una piega e poi non potevo tirarmi
indietro
proprio ora “Va bene” e non mi lasciò il
tempo di continuare perché la sua
stretta divenne ancora più forte e stavolta seriamente mi
mancò il fiato.
Mentre lui
andò in bagno per sistemarsi,io preparai il divano letto e
portai giù anche una
coperta in più,nel caso potesse sentire freddo.
“Potevi aspettarmi,ti
avrei aiutato” sobbalzai sentendo la sua voce,non mi ero
accorta fosse uscito
dal bagno. “Scusa,non volevo spaventarti”
Sperai di
non arrossire visto che si era presentato in boxer: doveva essere
quello il suo
pigiama “Non fa nulla. Penso che qui ci sia tutto quello di
cui hai bisogno:
asciugamani puliti per domattina e una coperta in più per la
notte. Se dovessi
avere fame o sete la cucina è a tua disposizione”
“Grazie
mille e scusa per il disturbo”
“Nessun
disturbo. Io vado in camera,sono stanca e domani mi aspetta una
giornata
pesante. Ho lasciato l’interfono acceso,così se
Matthew dovesse piangere lo
sentirai anche tu; per qualsiasi cosa,non esitare a chiedere”
“Ok,allora
buonanotte”
“Notte”
sussurrai,senza sapere bene il perché di quel mio tono di
voce,e mi avviai
verso la mia camera,accertandomi che la porta fosse ben chiusa,con il
presentimento che quella notte non avrei dormito poi così
bene. Ma certe idee
da dove mi venivano in mente?
Puntuale
come solo una sveglia può esserlo,il mio cellulare
cominciò a suonare alle
sette; la spensi velocemente per evitare che Matthew si svegliasse e mi
rigirai
un altro po’ nel letto,sentendomi riposata come poche volte
lo ero stata negli
ultimi tempi. Stiracchiandomi un’ultima volta,mi ricordai che
di sotto si
trovava Edward,così balzai in piedi per occupare il bagno
prima che lo facesse
lui. Mi avvicinai alla culla,per verificare che il bimbo dormisse
tranquillo,ma
quando la trovai vuota mi preoccupai; decisi di mantenere la calma,in
fondo
Matthew non sarebbe potuto uscire da solo, e mi precipitai nel
salotto,dove
Edward aveva passato la notte. Provai a chiamarlo ma dalla mia gola
uscì un
suono non meglio identificato dovuto alla voce arrochita dal sonno e
dalla
paura; arrivata lì,un sorriso spontaneo si aprì
sul mio viso,alla vista di
quello che mi si presentava agli occhi: Edward dormiva beatamente e sul
suo
torace era sdraiato Matthew,con i palmi delle manine aperti e
appoggiati al
petto del suo papà e la boccuccia leggermente aperta. Erano
bellissimi.
Senza
fare rumore presi la mia macchina fotografica,sempre a portata di mano
come mi
aveva consigliato Alice,e cominciai a scattare varie foto da tutte le
angolazioni possibili. Forse svegliato dal click della macchina
fotografica,Edward aprì i suoi occhi,che sembravano ancora
più verdi e luminosi
grazie agli spiragli di sole che entravano dalle serrande.
“Buongiorno,scusa
non volevo svegliarti”
“Ciao,non
preoccuparti. Ma posso sapere cosa stavi facendo?”
alzò un sopraciglio con fare
indagatore e io arrossii immediatamente “Stavo semplicemente
scattando alcune
foto a te e Matthew,eravate molo teneri. Spero non ti dispiaccia e poi
non hai
molte foto con lui”
Scosse
vigorosamente la testa,sorridendo estasiato,per poi bloccarsi quando si
ricordò
che Matthew dormiva ancora beatamente sul suo petto.
“Scusa ma
quando lo hai portato di sotto?” all’improvviso mi
ricordai che quella notte
non lo avevo sentito piangere.
“Ha iniziato
a piagnucolare verso le due. Tu ti sei svegliata e ti ho trovato che lo
allattavi; sono rimasto un po’ con voi,fino a quando tu non
ti sei addormentata
mentre lui ancora mangiava,così l’ho preso e
l’ho portato di sotto con me.”
“Oh” fu
l’unica cosa che riuscii a dire,sentendomi una
cretina,così prima che lui
potesse dire altro,gli dissi che sarei andata in bagno a fare la
doccia,e dopo
avrebbe potuto usarlo lui.
Il resto
della giornata trascorse abbastanza tranquillo,con Edward che si
offrì di fare
la spesa e poi cucinammo insieme: o meglio io cucinavo e lui
apparecchiava. Mi
aveva detto di essere bravo ai fornelli,ma non mi fidavo molto. Dopo
pranzo,mentre Matthew faceva il suo riposino,noi ci sistemammo sul
divano in
cerca di qualcosa di interessante in tv.
“Bella posso
chiederti come hai fatto ad andare avanti fino ad ora?”
“Cosa vuoi dire?”
seriamente non riuscivo a capire il senso della sua domanda.
“Intendo
economicamente. È da un po’ che ci penso e non
credo che tu abbia un lavoro”
“Ho ancora
da parte qualche risparmio derivante dalla borsa di studio della scuola
di
danza,qualcosa mi passano i miei e poi durante la gravidanza ho dato
qualche
ripetizione ad alcuni ragazzi. Poi ci sono Alice e Rosalie che tutti i
giorni o
a pranzo o a cena si autoinvitano portando da mangiare. Effettivamente
non è
stato e non sarà semplice e adesso devo mettermi seriamente
a cercare un
lavoro” conclusi affranta,sapendo che in effetti presto io e
mio figlio ci
saremmo trovati con l’acqua alla gola.
“Mi dispiace
tanto Bella; so di avertelo già detto,ma penso che il mio
senso di colpa non
passerà tanto facilmente… comunque ora non devi
preoccuparti,ci penserò io sia
a te che a Matthew”
“Aspetta
Edward. Tu sei il padre di Matthew e
quindi sei liberissimo di comprare ciò che vuoi per lui,ma
io non ho cambiato
idea. Io non voglio
i tuoi soldi per
me,non voglio essere la tua mantenuta”
“Ma non lo
sarai,ti passerò i soldi necessari perché tu viva
tranquillamente senza
lavorare”
“E come si
chiama questo al tuo paese? Edward io non voglio che la gente pensi che
io sia
la tua mantenuta,o che ti stia sfruttando dopo essermi fatta mettere
incinta.
Sono sempre riuscita a cavarmela da sola,e continuerò anche
adesso a fare così”
“E come
pensi di trovare lavoro? Non hai esperienze,né un titolo di
studi adeguato e
per di più sei mamma: diciamo che questi non sono i
requisiti per farsi
assumere facilmente”
“Qualcosa mi
inventerò,continuerò con le ripetizioni,non so.
Ma una cosa è certa,non userò
un solo centesimo dei tuoi soldi per me,perché non
è giusto e poi io non sono
nessuno per te”
“Non è vero
Bella,tu sei la madre di mio figlio e questa per me è la
cosa più importante.”
E le sue parole mi spiazzarono.
**Lilo e Stitch
Piaciuto?
Edward sta salendo sempre più nelle vostre graduatorie?
Nel prossimo capitolo comparirà un personaggio dal
passato di uno dei due protagonisti,occhio a non perderlo ^^ un bacione
ragazze,credo non ci siamo uomini qui dentro,in caso contrario fatevi
avanti,e ci sentiamo la prossima settimana. Paola :D
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