breakaway;; (1)
Breakaway;;
I'll spread my wings, and I learn how to fly;;
Mi svegliai
di botto, quella mattina. L'aria era gelida e, anche stando sotto le
coperte fino al collo, sentivo il viso immobile dal freddo.
Guardai la sveglia, girandomi ancora insonnolita. 07.15, constatai. Presto. Troppo
presto per una come me. Mi domandai cosa avrei dovuto fare; alzarmi e
prepararmi per arrivare, finalmente, in orario alle lezioni, oppure
tornare a dormire, aspettando che la sveglia delle sette e trenta
suonasse. Dopo un attimo di esitazione scelsi la prima opzione,
decidendo tra me e me che, effettivamente, era la migliore. Sentii
mentalmente le campane, e giuraii che un coro di 'Alleluja' aleggiava
sopra la stanza, gratificandosi del mio raro, se non impossibile,
record nell'alzarmi presto. Sorrisi mentalmente e, imprecando
silenziosamente al freddo, tolsi quelle accoglienti e calde coperte dal
mio corpo minuto, ora in uno stato rigido per il gelo provato. Misi
giù un piede, con estrema fatica, sul marmo freddo di un
dicembre sempre meno assolato, cercando a tentoni quelle pantofole di
lana, che mentalmente tanto agoniavo. Cercai con lo sguardo la divisa
del mio istituto, che mi metteva sempre un senso di repulsione. Con
quelle addosso, noi studenti sembravamo un branco di manichini, stretti
nel pugno delle mani avide e senza cuore dei docenti. Sospirai entrando
nel bagno della mia stanza.
Scesi le scale di fretta e furia, legando i miei capelli castani in una
coda alta, con una frangetta sbarazzina davanti ai miei occhi verdi.
Quando entrai in cucina vidi mio fratello maggiore, intento a cucinare
con un grembiule rosa confetto che, a mio parere, lo fava sembrare gay
più della relazione che aveva con Yukito.
Sorrisi, prendendo una fetta di pane tostato tra le mani, sedendomi
sulla sedia che da sempre era stato il mio posto. "Ohayou!" esclamai,
guardando il volto di Touya piegarsi leggermente in un sorriso.
"Ohayou, mostriciattolo. Come mai così mattiniera?" Feci una
smorfia, alzando le spalle alla sua domanda; ormai ero abituata ai dolci saluti di mio
fratello. Touya si sedè al tavolo, di fronte a me,
guardandomi con un'spressione seria. "Ho sentito papà,"-
iniziò, sorprendentemente lui, mentre un mio "Itadakimasu"
riecheggiò nella cucina, iniziando a mangiare, - "non
tornerà dal viaggio di lavoro prima di una settimana. L'ho
anche informato del tuo comportamento." Sorrise strafottente. Lo
guardai, riempiendo d'acqua il mio bicchiere giallo, che da tempo era
il mio preferito. "Quale comportamento, fratellino?" Mi
guardò, sospirando, alzando gli occhi al cielo, come se
parlasse con una decelebrata. "Da dove devo inziare? Forse dal fatto
che rientri tardi la sera? Oppure che non entri mai a scuola, e la vice
preside non fa che chiamarmi, esasperata, non sapendo più
che fare? Oppure dal fatto che non frequenti buone amicizie? Non so,
dimmi tu, Sakura." Scandì bene il mio nome, alzando poco la
voce all'ultimo. Sospirai. "Gochisousama deshita", dissi
frettolosamente, alzandomi di botto dalla sedia.
Presi la borsa della scuola, aprendo l'uscio di casa. Sentii solamente
uno sbuffo da parte di mio fratello e un flebile, ma deciso "Vai a
scuola!", prima di chiudere la porta e alzare gli occhi al
cielo.
Cominciai a camminare per il viale che portava dritto al mio istituto,
quarto anno di un liceo artistico, osservando i cieliegi ora spogli.
"Fiore di ciligio", questo sta a significare il mio nome. Sakura. Un
nome che non mi si addice. Dolcezza infinita, gratificazione eterna,
questo è quello che mi viene in mente pensando a Sakura.
Quello che pensavo, guardando la mia defunta madre. Di certo, non si
combina con me; scorbutica, lunatica e cinica. Sorrisi piano,
accelerando il passo. Cominciai già ad intravedere il parco
di fronte alla scuola, dove il caos mattutino era caratterizzato da un
branco di ragazzi che aspettava pazientemente, o meno, il suono della
campanella, e che le porte dell'inferno si aprissero; così
che i demoni, meglio conosciuti come docenti, possano comandare a
bacchetta noi adolescenti. Mi guardai intorno, cercando di vedere
quella che da anni era la mia migliore amica. Compagna di vita, di
amori nascosti, d'avventure e di assenze a scuola. Sentii una voce
dolce chiamarmi e, girandomi i miei occhi verdi incontraroni quelli
della mia amica d'infanzia, Tomoyo. Una cascata di capelli corvini le
incorniciavano il viso, facendole sembrare la pelle del viso, ancora
più chiara di quello che già non fosse.
"Tomoyo-chan, ohayou!" sorrisi, facendole un cenno con la mano,
aspettando la sua risposta. "Ohayou, Sakura-san. E' raro vederti
così in anticipo."
Annuii, "non penso succederà ancora, oppure il mondo
comincerà a girare al contrario", risi piano. "Oggi che si
fa?" chiesi, già sapendo che avrebbe provato a farmi entrare
a scuola a tutti i costi. "Umh. Sakura-san, che ne dici di entrare. Le
ultime due ore sono di buco, perché il professor Yagashi,
è a letto ammalato." Mi sorrise, speranzosa. Ci pensai, non
credo che morirei entrando un giorno a scuola. Oppure sì.
"... E va bene. Penso che mi sacrificherò anche io." Vidi la
mia amica aprirsi in un sorriso luminoso, prendendomi la mano. "Sono
contenta!, - poi, guardandosi intorno, bisbigliò piano,-
sai, in quinto, sezione E, è arrivato un nuovo studente. Mio
dio! Sakura-san, devi assolutamente vederlo. E' fantastico!" Sorrisi.
"Tomoyo, sai che i ragazzi non mi interessano." Lei fece una smorfia,
"Sai che ti dico? Che quando lo vedrai cambierai idea." Sorrise,
iniziando a trascinarmi per l'entrata della scuola, mentre in
lontananza la campana dell'inferno, cominciò a suonare.
I corridoi erano pieni di studenti in subbuglio. Chi chiacchierava,
fidanzatini che si scambiavano effusioni prima di separarsi entrando in
classi diverse, chi parlava al telefonino, attento a non farsi scoprire
dai professori. Insomma; il solito caos del mattino dentro una scuola
superiore normale. O meglio, per quanto possa essere normale la mia
scuola.
Vidi un ragazzo dai capelli rossi, con un piercing sul sopracciglio
avvicinarsi, un largo sorriso dove gli occhi nocciola sembravano ancora
più luminosi. "Tomoyo-chan, Sakura chan, ohayou gozaimasu!"
Sorrisi guardandolo, sentendo Tomoyo ricambiare il saluto. "Ohayou
Kazu-sempai!"
Guardai Kazuya, e gli feci un cenno. Kazuya è del quinto
anno, sezione E, uno dei miei migliori e fidati amici.
"Avete già visto il nuovo ragazzo? Sta riscuotendo davvero
successo. Una stuola di ragazze sbava ai suoi piedi."
ridacchiò, "però non mi piace. E' uno pieno di
sè," piano si incamminò con noi. La porta del
quinto E era aperta, ed un vociferare piuttosto alto ci
entrò nelle orecchie. Piano mi affacciai, cercando di capire
cosa stava succedendo; quelle che vidi furono galline. Cioè,
non vere e proprie galline ma, un gruppetto di ragazze che cinguettano
e starnazzano, come le definireste voi? Erano tutte accerchiate ad un
banco, parlando una sopra l'altra. "Ma che succede?" Chiesi,
più a me stessa che a qualcuno in particolare, sentendo lo
stesso una voce rispondermi. "E' per il nuovo studente, ormai
è già una settimana che fanno così."
Feci una smorfia. Mio dio, da non crederci. "Hey, ma volete piantarla?"
La professoressa di letteratura entrò in classe, sbattendo
fortemente il registro sulla cattedra. "Insomma, questa è
una scuola, non un gallinaio." Bingo. Allora l'idea della galline era
venuta anche a lei. Sorrisi tra me, guardando il gruppetto starnazzante
girarsi, sorridendo nervosamente, per poi cessare di fare baccano.
Tutte le ragazze si rimisero sedute, lasciando solamente un ragazzo
alto, piuttosto di bella figura in piedi, sorridendo sghembo. Una
chioma bionda e ribelle sovrastava quel viso perfetto, incorniciato da
due occhi azzurri e delle labra fine e moribide. Bhè, non
potevo dare torto a nessuno, davvero. Era un gran bel ragazzo, con un
portamento abbastanza elegante. Lo squadrai a lungo, finché
non mi accorsi che mi stava fissando anche lui, sorridendo dolcemente.
Spalancai gli occhi di scatto, quello si che era un sorriso. Per un
secondo il mio cuore si era fermato. Ma purtroppo, non sono una ragazza
che viene conquistata così facilmente e, facendo una smorfia
nella sua direzioni mi girai. Sentii tirarmi la manica, e mi ritrovai
una vergognosa Tomoyo che teneva il viso chino, non spostando gli occhi
di un centimeto. Voltandomi capì che l'attenzione della
classe era su di noi, quando tutti gli alunni erano seduti, io e la mia
amica eravamo in piedi, al centro dell'aula mentre la professoressa ci
guardava di sottecchi. "Kinomoto, Daidouji, cosa ci fate ancora qui?"
Sorrisi, guardandola e rispondendo a tono. "Ci stavamo godendo lo
spettacolo, prof." La professoressa, che ero abituata a chiamare
Nanaki, strinse il registro tra le mani, indurendo lo sguardo; "Per una
volta che ci degni della tua presenza, Kinomoto, pretendi anche di
comportarti in questo modo? Ricorda i nostri ruoli, e la nostra
differenza. Io sono un docente, tu una semplice alunna di un quarto
anno." Ghignai, facendo qualche passo verso di lei. "Mi scusi, prof, ma
non vedo alcuna differenza e, se non le dispiace, adesso la lascio per
andare nella mia classe. Arrivederci." Ed uscii, portandomi dietro una
sconvolta Tomoyo, che non faceva altro che sussurrare scuse sconnesse.
Sospirai, buttando un occhio sulla porta della mia classe, abbassando
la maniglia ed entrando di scatto. "Ohayou!" sorrisi, trascinando la
mia amica con me.
Un coro di, "Sakura-chaaaaaan!" mi sfondò i timpani e, prima
che me ne accorsi un gruppo di ragazzi si fiondò su di me,
tempestandomi di domande. Wow, succede un caos quando non entro per due
settimane. Sorrisi. "Konnichiwa!" Vidi Tomoyo sorridete e prendere un
posto a sedere, posando la sua borsa e il pesante cappotto nero
invernale. Sentii qualcuno carezzarmi ed arruffarmi i capelli e mi
girai piano verso Yuuji, un amico un po' speciale che conoscevo da
tempo. "Oh, Yuu-chan!" sorrisi, scostando la mano tranquillamente. Lui
mi sorrise, i capelli corti e neri sbarazzini e gli occhi verdi chiari
tranquilli. "Vedo che anche tu sei entrata a scuola oggi, Sakura."
"Già, se sono qui." Solo Yuu mi chiamava per nome senza
nessun suffisso e, ammetto, non mi dava nessun particolare fastidio.
Vidi il professore di arte entrare in classe, salutando gli alunni del
primo banco, i cosidetti secchioni. Lo sguardo gelido del professore si
bloccò su di me e su Yuu, che mi affiancava. "Oh, quale
onore. Non avrei mai pensato di rivedervi così presto,
Kinomoto, Hakusho." Yuugi sorrise, appena sentì il suo
cognome, guardandomi e mettendosi seduto su un banco vuoto. Io diedi le
spalle al professore, camminando qualche passo più in
là, sedendomi accanto a Tomoyo. Guardai la mia migliore
amica e sorrisi, "Quali sono le ore di buco?" chiesi, non
preoccupandomi della tonalità di voce. Tomoyo mi sorrise,
"le ultime due, tranquillizzati." Sbuffai, prendendo un quaderno ed una
penna nera, cominciai a scarabbocchiare mentre la voce del professore
faceva da sottofondo, annunciando qualcosa che per me, non aveva alcuna
importanza. Un nuovo studente, nella nostra classe. Tks, sai che
novità.
Alzai la testa, solo quando sentii la porta sbattere di colpo, e un
odore di bruciato mi entrò nelle narici. Quello che vidi, di
certo mi scombussolò non poco. Un ragazzo. Bhè,
non solo un ragazzo. Un bellissimo ragazzo, era appoggiato allo stipide
della porta; folti capelli castani, e due occhi nocciola scuri
socchiusi. I lineamenti del volto delicati, un corpo perfetto,
purtroppo coperto da una camicia bianca, e i pantaloni della scuola e
degli anfibi neri. Tra le mani stringeva una sigaretta accesa, arrivata
ormai alla fine, che lui continuava a fumare. Sorrisi. Che tipo.
Piano fece due passi dentro l'aula, guardandoci uno ad uno. Il suo
sguardo caldo, color nocciola si posò su di me e, quello
scambio di sguardi, stranamente durò un'eternità.
Il professore si schiarì la gola, dopo un secondo di stupore
e, con voce ferma chiese, rivolgendosi al ragazzo. "Oh, e lei,
signorino, chi è?" Domandò beffardo; il ragazzo
si girò, interrompendo il contatto visivo con me,
rivolgendosi al professore. "Lee. Shaoran Lee." Sorrise, avvicinandosi
al professore. Piano spense la sigaretta sotto l'anfibio destro, per
poi buttarla dalla finestra aperta. Il professore alzò un
sopracciglio. "Oh, signor Lee, è un piacere averla con noi.
Stavo proprio per annunciarla, la sua fama da teppista la precede. Per
caso non ha notato il cartello a caratteri cubitali del 'vietato
fumare'?" Il ragazzo fece un sorriso sghembo. "No." Piano
andò in mezzo alla classe, continuando a guardare tutti.
Arrivò fino al mio banco. Il banco che condividevo con
Tomoyo. Ci fissò a lungo ed io, alzando lo sguardo, lo
fissai di nuovamente. Lo sentii proferire solo una parola. "Qui."
Vidi Tomoyo sgranare gli occhi e chiedere, tranquillamente, "S-scusa?"
Continuai a guardare quello strano ragazzo, non capendo. "Voglio
sedermi qui." E, come per magia, capì che il suo dito indice
piantato in aria, era puntato proprio nella mia direzione. Alzai un
sopracciglio, guardandolo. "Tks. E chi saresti tu?"
Il ragazzo sorrise, parandosi davanti a me e abbassandosi al mio
livello, piano si avvicinò al mio viso. Lo guardai, non
capivo. Cosa diavolo stava facendo? Chi diavolo era? Si avvicinava
sempre di più. Sentii, solo per un momento, una calda
pressione, all'angolo delle labbra. Sentii un fremito percorrermi la
colonna vertebrale, per poi lasciare uno strano e caloroso formicolio.
Come un elettroshock. Sgranai gli occhi. Lui piano ritirò le
labbra, guardandomi. Il tizio strano, qui, mi aveva quasi baciata.
Si avvicinò al mio orrecchio, sorridendo e sussurrando
tranquillamente. "Sono
il tuo incubo."
Ohayou:
Buongiorno.
Konnichiwa:
Salve.
itadakimasu:
buon appetito.
gochisousama deshita:
grazie del pasto. (Si rivolge a chi ha cucinato, appena finito il
pasto)
*
Bhè,
che posso dire? Dopo un anno è tornata l'ispirazione.
X°
Konbanwa minna! (:
Sono tornata, per l'appunto dopo un anno, con una long su CCS; bha. Io
non so neanche cosa ho tirato fuori. Ho quasi ben chiaro il
proseguimento della storia, e non penso sarà più
di dodici capitoli. Il tutto sta nel buttare giù le idee che
mi vengono. X°
Allora, allora; Sakura non è porprio la classica 'brava
ragazza', ma di certo non è nemmeno una teppista come
Shaoran. Eeeeh, sì. La cara Sakura ha trovato pane per i
suoi denti. Ma cosa vorrà dire che lui è il suo
incubo? E quel ragazzo tanto bello, della quinta sezione? La nostra
povera protagonista avrà un po' di guai da affrontare, ma il
tutto sta se alla mia mentre andrà di fargliela passare
liscia. X°
Spero, comunque sia, che questo scempio di primo capitolo vi sia
piaciuto. ;)
{Dedicato ad un'amicizia che ho ritrovato. A te yaya <3}
E dopo questo, bhè. Sayounara!
Monster_
©
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