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Epilogo
Dicembre, 24 2012
Aprii gli occhi quando ormai il
giorno aveva lasciato il
posto alla notte. Mi stropicciai gli occhi sporgendomi, poi, verso il
comodino
per vedere che ore fossero. “18.27”. Mi portai
seduta e mi passai le mani prima
sul viso e poi tra i capelli. Scesi dal letto andando in bagno per
darmi una
svegliata completa e quando uscii, il mio sguardo andò a
finire sulla bacheca
di legno appesa al muro della mia camera. Era la bacheca che i ragazzi
mi
avevano regalato per il compleanno. Mi avvicinai e con le dita sfiorai
foto
dopo foto e quando raggiunsi quella con Ian, una stretta allo stomaco
mi prese.
Erano passati sei mesi dal mio ritorno in Italia e in quei mesi avevo
rifiutato
di collegarmi su Internet o sullo stesso Facebook, incapace di
sopportare la
vista delle foto di Ian. Come una scema, però, non potei
rinunciare a vedere
The Vampire Diaries. Ogni scena con Ian era una pugnalata al cuore che
mi
procurava sempre una serie infinita di pianti che preoccupavano anche
mia
madre. Veniva sempre a sedersi accanto a me e mi stringeva a
sé, mormorandomi
che andava tutto bene ed io, stanca, le rispondevo sempre male. So che
lo
faceva per me ma non riuscivo a stare meglio.
*Inizio
Flashback*
Ian era appena passato sullo schermo ed io ero scoppiata a piangere.
Mia madre,
come sempre nell’ultimo periodo, venne accanto a me e mi
cinse le spalle con un
braccio.
<< Tesoro,
calmati >> mi disse con tono dispiaciuto.
<< E come faccio
a calmarmi, eh? Come faccio, dimmelo! – i singhiozzi mi
squarciarono il petto –
Lui è dall’altra parte dell’oceano,
dovrei essere lì con lui >>
<< Allora perché
sei qui? >>
Smisi di respirare.
<< Non.. Non potevo restare >>
Mia mamma mi guardò
seria. << Te lo dissi, tesoro, che ero scettica ma tu..
>>
<< Volevo
sbatterci i denti contro e ora li ho sbattuti, sei contenta?
>>
<< Andrea, come
potrei essere contenta di vedere mia figlia soffrire per amore?!
>>
Mi portai le mani sul
viso lasciando alle lacrime scorrere lungo le guance. <<
Mamma – alzai lo
sguardo incrociando i suoi occhi – lo sai perché
sono tornata in Italia
>> le dissi ormai rassegnata.
Mi accarezzò la
schiena. << Lo so, tesoro. Lo so ma sai anche che non
condivido il fatto
che tu non abbia detto nulla ad Ian. Non se lo meritava
>> mi disse
bonariamente.
La guardai prima di
spostare lo sguardo verso la finestra. Chi ha inventato la frase
‘E vissero
felici e contenti’ meriterebbe di essere preso a calci nel
culo, violentemente.
*Fine Flashback*
Proprio la finestra in quel
momento stavo guardando.
Ritornai nel presente e mi diressi al piano inferiore. Scesi le scale
arrivando
in cucina. Mamma era intenta a preparare le varie stuzzicherie che
avremmo
mangiato quella sera.
Sentendo i miei passi, si voltò. << Buongiorno
dormigliona, ti sei svegliata >>
Le sorrisi. << Avevo bisogno di riposare. Non dormo
molto in questi giorni >> dissi sarcastica.
Lei ridacchiò. << Ci farai
l’abitudine, tranquilla
>>
<< Speriamo – sospirai – ma..
dov’è? >> chiesi
guardandomi intorno, sentendo la casa troppo silenziosa.
<< E’ con tuo padre a fare un giro
>>
<< A quest’ora? Gli verrà un
accidente! >> dissi
andando alla ricerca del telefono di casa per chiamare mio padre.
<< E’ coperto dalla testa ai piedi, Andrea!
>>.
<< Non mi interessa, a quest’ora si gela!
>>
dissi componendo il numero.
Stavo per dare l’avvio alla chiamata quando la porta
d’ingresso fu aperta e chiusa. << Io ed il
campione siamo tornati!
>>
Scattai verso il corridoio. << Papà, ma ti
pare l’ora
di portarlo fuori? >> chiesi stizzita andandogli incontro.
Lui mi guardò confuso. << Tu riposavi e lui si
stava
agitando >>
Scossi la testa rassegnata mentre mi piegavo verso il
passeggino. << Vieni qui, amore della mamma
>> sorrisi stringendo
al petto Dean. Mi sorrise contento, tendendo le manine verso il mio
viso.
<< Credo sia contento di rivederti >> disse
mamma.
<< Ti sono mancata amore? >> gli chiesi
mentre
gli baciavo le guance paffute. Perché avevo lasciato
l’America? Per lui. Le
analisi che feci avevano si detto che non era nulla di grave ma avevano
constatato che ero incinta, in quei giorni, di ben tre mesi. Ecco
spiegato il
perché dei miei continui malesseri. Avevo nascosto a tutti
questo particolare.
Dean aveva poco più di un mese. Era nato, infatti, ai primi
di novembre,
precisamente il 6, e alla nascita pesava tre chili per quarantaquattro
e
quattro centimetri. Aveva i capelli scuri e gli occhi di un tenue
verdino. Sul
collo spiccava una voglia di cioccolato. Perché avevo lo
strano presentimento
che avesse preso tutto dal padre e nulla da me? Ma era semplice da
capire: il
padre era decisamente bello e il figlio non poteva che essere come lui.
“Tale
padre, tale figlio”. Gli sfiorai il naso con il polpastrello
dell’indice poco
prima che iniziò ad agitarsi.
<< Credo cha abbia fame >>
<< Dici? – mi feci un rapido conto delle ore
dall’ultima poppata – Si, credo tu abbia ragione
>> presi Dean e salii in
camera e, una volta messa sul letto, gli diedi da mangiare. Guardandolo
mangiare mi venne in mente quando Nina venne a conoscenza di Dean.
*Inizio
Flashback*
Erano le 3 di notte
quando il telefono prese a squillare. << Ma che diavolo..
? >>.
Cercai il telefonino con la mano e risposi senza vedere chi fosse.
<<
Pronto? >>
<< Wow, quanto
sei contenta di sentirmi >>
Corrugai la fronte,
confusa. Parlava in inglese, era una voce femminile. <<
Ehm.. Nina?
>>
<< Ti sei già
scordata di me? Ma bene! >>
Mi passai la mano tra
i capelli. << Nina è notte fonda, sto dormendo
– sbuffai affondando il
viso nel cuscino – Come stai? >>
<< Bene, te?
Come è stato il tuo ritorno alla vita di tutti i giorni?
>>
<< Nina..
>> iniziai sospirando.
<< Ok, cambio
domanda. Come stai? >>
<< Da schifo. –
sospirai – Lui? >>
<< Da schifo.
Julie sclera con lui ogni 3x2. Non è concentrato, non
è lui, Andrea. Non è più
lui. Non sorride, sta sempre solo. Dell’Ian di qualche mese
fa non ne è rimasto
proprio nulla >> Abbassai lo sguardo sentendomi in colpa.
Lo sapevo che
in quel momento avevo tutto il cast contro per via di quella situazione
e me lo
meritavo. Ero pronta a farle un’altra domanda quando il
pianto acuto di Dean mi
precedette. Spalancai occhi e bocca in preda al panico.
<< Andrea chi è
che piange? >>
Mi alzai di scatto
andando verso la culla. << Nessuno >> dissi
in fretta.
<< Sembra un
bambino >>
<< Un bambino in
casa mia alle tre di notte che piange? Ma che idee ti vengono in mente!
>>. Cercai in ogni modo di far tranquillizzare Dean ma fu
tutto
completamente inutile. << Nina dammi qualche minuto
>> posai il
telefono sul cassettone e mi sporsi a prendere Dean. In un primo
momento si
agitò di più poi, però,
iniziò a calmarsi non appena iniziai a sussurrargli una
ninna nanna. Dopo qualche minuto si riaddormentò tra le mie
braccia. Tenendolo
stretto a me, recuperai il telefono. << Nina..
>>
<< Devi dirmi
per caso qualcosa? >> chiese serissima e molto arrabbiata.
<< Mettiti
comoda perché è un po’ lunga come cosa
>>
<< Ho tutto il
tempo che vuoi >>
*Fine Flashback*
<< Andrea! Silvia
è arrivata! >> la voce di mia
madre mi riportò al presente. Facendo molta attenzione,
presi Dean,
risistemandomi, e scesi al piano inferiore. Trovai Silvia seduta in
cucina che
parlottava con mia madre.
<< Voi due, avete finito di complottare non so cosa?
>>
Mia mamma roteò gli occhi tornando a cucinare mentre Silvia
si avvicino a Dean. << Ma ciao amore di zia!
>> mi strappò dalle
braccia Dean, iniziandolo a coccolare.
<< Silvia, per favore, non è un Cicciobello!
>>
<< Ma ci assomiglia. Vero tesoro mio che sei un
piccolo CiccioBello versione reale? >> disse con voce da
bambina. Sapevo
che le persone davanti agli animali e/o ai bambini si rincoglionivano
molto ma
non credevo così tanto. Mi ripresi subito però in
quanto parlavo di Silvia.
<< Perché invece di perdere tempo non prendete
i
piatti e andate a mettere la tavola? >>
<< Mamma ma se saranno le sette scarse >>
esclamai riprendendo Dean tra le braccia.
<< Ehm – fece Silvia – a dire il vero
sono quasi le
otto >>. La guardai scioccata. Quanto tempo ero stata ad
allattare Dean?
Dio, perdersi nei ricordi oltre a far male, come nel mio caso, faceva
perdere
la cognizione del tempo.
Silvia ed io ci spostammo in sala. Silvia si dedicò a
mettere i piatti in tavola mentre io badavo a Dean.
All’inizio non me ne ero
resa conto ma oltre a me e alla mia famiglia, dovevano esserci Silvia,
Chris e
le corrispettive famiglie, come sempre avevamo fatto. Corrugai la
fronte non
vedendo Christian.
<< Silvia, ma Chris? >> chiesi sfiorando il
capo
di Dean.
Silvia scrollò le spalle. << Stavo per uscire
per
andarlo a prendere quando mi ha scritto che aveva un contrattempo e che
ci
avrebbe raggiunti qui. Altro non so >>. Annuii lasciando
correre.
<< Un contrattempo? Strano. Chris non ha mai
contrattempi, è sempre troppo organizzato >>
mormorai scrollando le
spalle.
Verso le 21 ci raggiunsero le famiglie di Silvia e di
Christian e ancora una volta di Christian neanche l’ombra.
<< Antonella – mi rivolsi alla madre di Chris
– ma
Christian? >> chiesi anche a lei sperando di ottenere
più informazioni.
<< Tesoro, a dire il vero non lo so neanche io.
E’
uscito di corsa di casa verso le sette dicendo che aveva una questione
da
risolvere e che probabilmente avrebbe tardato di qualche minuto
>>
<< Oh, ok. Allora in caso ora lo chiamo >>.
Chiesi a mia madre di tenermi Dean e mi spostai un attimo lungo il
corridoio.
Composi il numero di Chris. Il telefono squillò a vuoto.
Riprovai altre tre
volte e tutte le volte nessuna risposta. “Se non risponde
neanche questa volta,
il telefono glielo faccia ingoiare!”. Sbuffando leggermente
innervosita provai
per l’ultima volta.
<< Pronto? >>
<< Dove cazzo sei? >>
<< Buongiorno finezza, eh? >>
<< Fai meno il simpaticone. Sono le nove e dieci, dove
diavolo sei? >>
<< Sto.. Sto arrivando >>
Socchiusi gli occhi percependo qualcosa che non andava.
<< Che stai nascondendo? >>
<< Io? Nulla! >> rispose svelto.
<< Christian Carpi parla altrimenti vengo a prenderti
a calci nel sedere da qui fino all’eternità!
>>
Lo sentii respirare un po’ affannato. << Senti,
invece
di rompermi perché non mi apri che fuori fa freddo?
>> e così dicendo
chiuse la chiamata.
Mi diressi alla porta d’ingresso, aprendola. <<
Ti
farei restare qui fuori al freddo al gelo >>
Lui ghignò. << Mi ami troppo per farlo
>>
Inarcai un sopracciglio divertita. << L’ultima
volta
che lo hai detto di sei ritrovato con 6 punti di sutura sul
sopracciglio
>>
Roteò gli occhi. << Fidati, se non mi ami ora,
mi
amerai più tardi – lo guardai confusa ma prima che
potessi chiedere spiegazioni
riprese a parlare – Ho famissima! >> e si
diresse in sala dove salutò i
presenti.
Io ero ancora confusa per quella sua uscita. “Se non mi ami
ora, mi amerai più tardi” Che diavolo voleva dire?
Cosa aveva combinato fino a
quel momento? Se c’erano persone di cui potevo avere paura,
quelle erano Silva
e Christian. Erano capaci di attuare qualsiasi piano, malefico e non.
Sospirando decisi di lasciar perdere e raggiunsi tutti in salone,
decisa a
godermi per quanto possibile questo Natale.
Sospirai posando la mano sulla pancia. Dio, non ricordavo
che il cenone di Natale avesse la capacità di mettermi K.O.
in così poco tempo.
Non avevo neanche finito di mangiare il secondo che già mi
sentivo scoppiare.
Eh già, la cucina di mamma non la batteva nessuno. Durante
tutta la cena avevo
lanciato sguardi in direzione di Christian cercando di comprendere
ciò che mi
era ancora celato. Lo avevo visto molte volte prendere il telefono e
rispondere
a qualche messaggio. In una di queste occasioni, però, il
suo telefono squillò
e si allontanò a rispondere. Al suo ritorno, alla domanda di
Silvia sul chi
fosse stato a chiamarlo rispose con una semplice scrollata del capo.
Si,qualcosa in Christian quel giorno non mi convinceva per niente.
<< Andrea, mi aiuti a portare i piatti? >>
chiese mia madre ed io annuii. Presi i piatti riportandoli in cucina e
li misi
sull’isola. Mi sciacquai le mani pronta a prendere la frutta
quando il
campanello suonò. << Tesoro, va ad aprire
mentre porto questo in sala >>
disse prendendo dalle mie mani il vassoio con la frutta.
Mi incamminai lungo il corridoio, giungendo alla porta che
aprii. I miei occhi si spalancarono, il cuore perse un battito non
appena vidi
chi avessi davanti. << I-Ian >> dissi in un
sussurro.
<< Ciao Andrea >> Dio come mi era mancata
la sua
voce.
Spostai lo sguardo da destra a sinistra incapace di tenerli
fissi su di lui. Mi sentivo in tremenda agitazione. Volevo stringerlo a
me,
tenerlo così stretto da sentire i corpi fondersi. Avrei
voluto baciarlo fino
allo svenimento ma non potevo. << Cosa.. Cosa ci fai qui?
>>
<< So che avevi detto di non seguirti e ho rispetto la
tua decisione fino a
quando ho potuto.
Tuttavia, dopo sei mesi, non c’è l’ho
più fatta. A dire la verità sono stati
Nina e gli altri a spedirmi qui in Italia >>
“Vuoi vedere che centra anche Chris in questa
faccenda?”
<< E come sapevi che questa era casa mia? >>
<< Ho avuto un piccolo aiuto – “Si,
Christian centra
in questa faccenda” – ma posso.. >>
disse gesticolando con le mani.
<< Oh, si certo – mi spostai da davanti alla
porta –
Prego, entra >> aspettai che lui entrasse e mi richiusi
la porta alle
spalle. Non riuscivo a credere che Ian fosse proprio qui davanti a me.
<<
Come.. come stai? >>
<< Mi sei mancata >> rispose invece lui.
<< Ian.. >> scossi il capo incapace di dire
qualcosa di sensato.
Si avvicinò a passi ampi a me e mi abbracciò di
slancio.
<< Mi sei mancata da fare schifo. Ho cercato di
dimenticarti, di mandare
avanti la mia vita ma non ci sono riuscito. Ogni cosa che facevo, ogni
decisione
che prendevo nella mia mente c’eri sempre e solo tu
>>
Misi in qualche modo le mani sul suo petto e, facendo un po’
di pressione, sciolsi l’abbraccio. << Ian, non
possiamo >>
<< Perché, Andrea? Perché?
– mi strinsi il viso tra le
mani, guardandomi con i suoi occhi azzurri –
Perché non possiamo? Mi ha
dimenticato, non mi ami più o non mi hai mai amato?
>> disse con voce
sofferente.
<< Che diamine dici! Certo che ti ho amato –
posai le
mani sulle sue – ma ciò non vuol dire che tra noi
possa continuare >>
tolsi le sue mani dalle mie guance. << Troppe bugie, Ian,
troppi misteri
da entrambe le parti e non riesco a continuare una storia del genere
>>
<< Bugie, misteri? >>
Sospirai guardando verso la porta della sala. << Ian,
perdonami, ma in questo momento sono impegnata e non posso darti retta
– quelle
parole mi uscirono colme di sofferenza – Per favore va via,
dimenticami
>>
<< La finiamo qui così? >>
chiese lui incredulo,
deluso.
<< Si, Ian. La finiamo qui anzi, è finita dal
giorno
in cui sono tornata qui in Italia >> risposi seria
cercando di non far
trapelare nessuna emozione.
Lui annuii e si diresse verso la porta, si girò verso di me.
<< D’accordo – mi baciò la
fronte – Stammi bene Andrea >>
Strinsi in una mano la porta. << Stammi bene anche tu
>>. Aspettai che si voltò e feci per chiudere.
<< Andrea, c’è Dean che vuole la sua
mamma >>
disse Silvia comparendo nel corridoio con mio figlio tra le braccia.
Voltai di
scatto il viso verso Silvia guardandola incredula. Non poteva non aver
sentito
che stavo parlando con Ian, non poteva non essersene resa conto e lei
che faceva?
Compariva all’improvviso con Dean e, guarda caso, parlava in
inglese.
<< Silvia! >> esclamai facendo per chiudere
immediatamente la porta ma non avevo fatto i conti con Ian che, sentito
l’esclamazione
di Silvia, si era girato ed era tornato indietro.
Bloccò, infatti, la porta e facendo forza la
riaprì.
<< Dean? Mamma? >> chiese guardandomi
confuso ma al tempo stesso
serio.
<< Ian non centri nulla con questa storia. Va via!
>> gli dissi scontrosa.
<< Non centro nulla? Hai un figlio! Abbi almeno la
decenza di dirmi la verità sul perché non vuoi
che tu ed io torniamo insieme
invece di dire puttanate! >> esclamò
arrabbiato.
Dean, intanto, iniziò a piangere e Silvia non riusciva a
calmarlo. << Dovreste vergognarvi! Discutere davanti ad
un bambino così
piccolo – esclamò mia madre comparendo nel
corridoio – Non si comportano così
due genitori davanti al proprio figlio >>
Ian guardò prima mia madre, poi me, poi Dean e ancora una
volta me. << Proprio figlio? >>
<< Grazie Silvia e grazie mamma >> dissi
sarcastica maledicendole mentalmente.
<< Non ho mai approvato la tua decisione, Andrea. Ora
è il momento di dirgli la verità >>
<< Verità? – chiese Ian –
Che verità Andrea? >>.
Non gli risposi. << Andrea che verità?
>>
<< Dean è tuo figlio >> a
parlare fu Christian.
<< Avete finito a immischiarvi in questioni che non vi
riguardano? >> sbottai questa volta innervosita.
Raggiunsi mia madre in
brevissimo tempo e presi dalle sue braccia Dean, stringendolo a me.
Subito
entrambi ci calmammo. Sentii sussurrare mia madre a Chris e a Silvia di
tornare
di là, lasciandoci soli. Percepii, infatti, la porta
chiudersi. Guardai Dean
che mi sorrise.
<< Andrea >> Ian ruppe il silenzio in cui
eravamo rinchiusi.
<< Che vuoi sapere e facciamo prima >>
dissi
brusca.
<< Il bambino.. >>
<< Si chiama Dean e si, è tuo figlio. E se
proprio lo
vuoi sapere ha poco più di un mese >>
<< Questo spiega i tuoi continui malesseri
>>
“Capitan Ovvio” << Da quando sapevi
di essere incinta? >>
<< Da aprile >>
<< E non mi hai mai detto nulla. Perché?
>>
<< Non è più importante
>>
Una sua mano si chiuse sulla mia spalla facendomi girare
verso di lui. Continuai, però, a non guardarlo negli occhi.
<< Per me,
tutto quello che riguarda te e ora – abbassò lo
sguardo verso Dean,
sfiorandogli i capelli – anche lui è importante
>>
Mi morsi il labbro non riuscendo più a trattenere qualche
lacrima. << Temevo di compromettere la tua carriera,
temevo che se me ne
fossi andata tu mi avresti seguito – abbassai lo sguardo
verso Dean,
stringendolo a me – Non volevo essere un peso per te. Un
figlio è una grande
responsabilità >>
<< Già, una grande responsabilità
anche crescerlo da
sola – scosse il capo sconsolato – L’ho
sempre saputo che qualcosa in te non
andava, eri troppo strana negli ultimo giorni >>
<< Non volevo che tu fossi costretto a prenderti
responsabilità che forse neanche volevi >>
<< Andrea, come hai potuto pensare che non volessi
avere un figlio con te, eh? Avrei pagato oro per avere una famiglia con
te
>>
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi. << Mi.. Mi
dispiace così tanto Ian di essere fuggita in quel modo,
lasciandoti solamente
una lettera ma non ce la potevo fare! Sono stata così
stupida! >> dissi
scoppiando a piangere.
Ian mi strinse facendo attenzione a Dean. << Va tutto
bene, ci sono qui io ora. Non sei più sola >>
mi sussurrò all’orecchio.
Rimasi stretta a lui fino a quando non mi calmai cullata dalle sue
carezze. Si
distaccò di qualche centimetro ed io di istinto serrai i
pugni contro la sua maglia.
<< Ehi, ehi.. Non vado via ma voglio parlare guardandoti
negli occhi.
Ecco, così va meglio >>
Dean agitò le braccia verso Ian. << Credo che
voglia
venire in braccio a te >>
<< Io.. ehm.. >> iniziò
impacciato.
<< Ian – gli allungai Dean – lo sai
fare, su >>
Prese un po’ impacciatamente Dean. << Amore
della mamma, ti presento il
tuo papà >>
Gli occhi di Ian si illuminarono ancora di più.
<< E’
veramente bello >> disse guardandomi emozionato.
Gli sorrisi. << Avrà gli occhi verdi e
sarà moro. Non
poteva non essere bello come il padre >>
<< E come la madre >> aggiunse lui
sorridendomi
e facendomi arrossire. << Raccontami di lui, di tutto
quello che è
successo >>
Gli raccontai di questi lunghi sei mesi lontano da lui, gli
raccontai di quando scoprii che ero incinta, di come procedette la
gravidanza e
di quando venni ricoverata in ospedale in seguito alle rotture delle
acque. Ian
fece attenzione ad ogni singola parola, ad ogni particolare mentre
accarezzava
Dean che, in braccio al padre, sorrideva agitando le piccole mani verso
di lui.
<< E questo
è tutto >> conclusi il mio racconto.
Ian resto in silenzio assorto nei suoi pensieri. << Ian,
che c’è?
>>
<< Cosa hai intenzione di fare adesso?
>>
<< In che senso, scusa? >>
<< Con me, con Dean. Con.. Noi >>
Già. Non potevo privare Ian di vedere suo figlio come non
potevo far crescere Dean senza la presenza del padre. <<
Io.. Non lo so
>>
<< Torna con me in America >>
Lo guardai a bocca aperta. << Ian.. non posso
>>
<< Si che puoi ma il fatto è che non vuoi
>>
completò la frase con un tono di voce leggermente
più basso. Mi diedi della
stupida da sola. << Nella lettera mi hai scritto che io
avevo la tua
anima, ora sono qui perché l’anima senza il corpo
non può esistere ed io non
posso avere uno senza l’altro >>. Lo guardai
negli occhi incerta sul da
farsi << Non farlo per me ma per Dean – guardai
mio figlio e poi
nuovamente Ian – Fallo per Dean e per questo
>>. Mi passò Dean e portò
una mano dentro la tasca dei pantaloni mentre con l’altra
prese la mia mano
sinistra. Lo guardai confusa e scioccata quando comparii sul mio
anulare un
anello.
<< I-I-Ian ma che..? >>
<< L’ho comprato a Gennaio pensando che sarebbe
stato
un buon motivo per farti restare accanto a me ma non ho fatto in tempo
a
dartelo, per cui lo faccio ora. Andrea, abbiamo un figlio ed
è la cosa più
bella che potesse capitarmi dopo l’averti conosciuta. Abbiamo
avuto alti e
bassi, litigi su litigi ma abbiamo vissuto momenti che nessuno
potrà mai farci
scordare. Voglio avere altre infinite litigate con te perché
so che per ogni
litigio corrisponderà fare la pace. Voglio svegliarmi la
mattina, andare a
dormire e trovarti al mio fianco – mi circondò con
un braccio la vita,
avvicinandomi a lui e posò la fronte contro la mia
– Voglio passare il resto
della mia vita con te perché ti amo e non potrei mai
smetterlo di farlo. Non mi
metterò in ginocchio, tranquilla >>
Lo guardai negli occhi cercando di trattenere le lacrime. Mi
portai una mano sulla bocca imponendomi di non piangere.
<< Tu sei.. Tu
sei..>>
<< Bello? Sexy? Dannatamente innamorato della sua
donna? >>
<< Pazzo. Tu sei completamente pazzo >> gli
dissi sorridendo tra le lacrime mentre portai la mano libera su di una
sua
guancia.
<< Lo prendo per un si, quindi? >> disse
sorridendo a sua volta. Sospirai e annuii. <<
E’ la cosa più bella che
potessi mai dirmi >>
<< Non è vero. Ti amo, questa è la
cosa più bella
>>
Il suo sorriso si accentuò ancora di più.
<< Si,
questa è la cosa più bella che avessi mai voluto
sentirmi dire da te >>
avvicinò il suo viso al mio facendo toccare le nostre
labbra. Non persi neanche
un secondo e subito aprii le labbra, ritrovando il contatto con la sua
lingua.
Tutto quello mi era mancato. Che stupida nell’aver creduto di
poterlo
dimenticare, di poter scordare i mesi insieme.
<< Ve ne prego! C’è un minore,
contenetevi! >>
esclamò la voce divertita di Christian.
Mi staccai da Ian guardando Christian. << Scemo
>> dissi mentre gli sorrisi sentendo le braccia di Ian
tenermi stretta a
lui. Sempre guardando Chris gli mimai un ‘grazie’.
<< Oh, Dio sia ringraziato! Avete fatto
pace>>
esclamò Silvia tutta pimpante.
<< Sempre a farvi i fatti degli altri >>
dissi
facendo loro una linguaccia mentre mossi l’anulare per far
notare l’anello.
Dalla porta della sala comparì mia madre, sorridente anche
lei.
<< Ian, caro, perché non ti fermi qui visto
che ci sei? >>
<< Non vorrei disturbare >> disse lui.
<< Oh, nessun disturbo >>
Ci spostammo in sala raggiungendo il resto degli invitati
proprio qualche minuto prima della mezzanotte. Insieme ad Ian,
coccolammo Dean
per il resto della serata. Guardandoli capii finalmente il grosso
sbaglio che
avevo commesso. Non avrei mai potuto vivere senza di loro
perché, in un modo o
nell’altro, erano stati le svolte più belle nella
mia vita.
..The End..
( o
forse no? )
Spazio Autrice ( per
modo di dire )
Buongiorno :(:( E così la parola fine venne messa alla
storia :(:( Mi piange troppo il cuore :( ç___ç
Giuro che appena finisco di studiare contatterò una ad una
di voi e la ringrazierò :)
Allora.. Il capitolo è spostato di sei mesi.. ovvero
Dicembre ed in particolare a Natale... E che regalo poteva fare Chris
ad Andrea se non Ian? ù.ù Si è svelato
il mistero analisi! Andrea era incinta ù.ù ma
molte di voi lo avevano già capito.. Ecco perchè
Andrea se ne andà dall'America.. Paura, pura e semplice
paura.. Ma alla fine tutto si è risolto per il meglio.. Il
(o forse no?) sta ad indicare come non è sicuro un possibile
seguito, non è sicuro neanche che la storia sia conclusa
totalmente. Per cui è uno spiraglio aperto.. So che molte di
voi ora diranno "Noooo, basta!" ma se questo ultimo anno mi
stresserà abbastanza allora fidatevi, il continuo di A Twist
e la nuova storia su TVD partiranno..
Cooomunque.. Vi ringrazio di cuore per tutti questi mesi insieme, per
tutte le vostre belle recensioni e per tutti gli scleri attuati
all'interno del gruppo.. Dio se mi avessero detto che mi sarei
affezionata così tanto a voi, alla mia piccola bambina beh,
avrei iniziato a scrivere molto tempo fa.. Beh, ora è meglio
se vado perchè altrimenti piango ç____ç
PS___ CALENDARIO MISSING : Missing1 - Venerdì 21; Missing2 -
Lunedì 24; Missing3 - Venerdì 28 ... Per cui
attenzione alla raccolta sui Missing..
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