Edward e la sua
Immortalità.
Ci pensavo dal momento in cui
per caso scrissi la prosa "Mia Fosca Signora", resa possente dalla voce
di Ivo De Palma che si offrì gentilmente di recitarla e
video elaborarla. L'altro giorno mi sono ritrovata a leggere una perla
di sangue dedicata ad Edward Cullen. Piccole frasi, acuminate come
punteruoli, nate sempre per caso in quei cinque minuti di folle
ispirazione.
Abbiamo visto e letto di
Edward in tutte le situazioni.
Sappiamo che non voleva essere
un vampiro, che ha odiato la sua mostrosità
finché l'entrata di Bella nella sua esistenza ha lenito i
tormenti, lasciandogli intravedere uno spiraglio di luce nella tenebra.
In Damned Eternity, lo
ritroviamo in Alaska, in un punto imprecisato del Midnight Sun, in cui
incontra Tanya e potrebbe decidere di affrontare diversamente il
proprio Destino. Qui Tanya non c'é perché ho
immaginato quella terra gelida come un immenso confessionale.
In compenso c'é lei.
Spero vi piaccia.
Ps: Molti mi chiedono se Eclipse of the Sun avrà dei
seguiti. Era stata concepita come una one shot auto conclusiva e tale
doveva restare. Ma l'affezione che porto al Midnight Sun che forse non
avremo la fortuna di leggere scritto dalla Meyer, mi spinge talvolta a
trasgredire me stessa e a dare voce a questo personaggio meraviglioso
che nei libri, tralasciando Twilight, non ha avuto lo spazio che a
parer mio meritava. Mi preme dirvi che si
tratterrà di pagine di diario non consequenziali
perché le scriverò man mano che mi
verrà in mente l'idea di argomentare su Edward in una
determinata circostanza. Buonanotte...
My
Damned Eternity
"In cambio di un bacio che profumi di vana speranza, io ti offro
l'Esistenza Eterna.
Non muteranno le tue
carni.
Si farà
doppia la tua bellezza.
Finché io
esisterò, resterai giovane e forte.
Sarò tua
Madre. Sarò tuo Padre. Sarò il tuo Principio. Il
tuo Osso Nuovo. La tua Velenosa Speziale.
Però
rammenta bene, fragile umano: da mio non potrai sfuggire alla
Dannazione.
Coloro che oggi
avranno la sfortuna di sopravvivere a quest'atroce guerra, saranno
spacciati domani.
E tu li osserverai
cadere. Uno ad uno, senza poter compiere un solo gesto per salvarli.
Scomparirà
la tua generazione. Le lapidi dei tuoi avi se le mangerà la
dimenticanza, il tempo piegherà le assi che ora tengono
dritta la tua casa e le fondamenta si sbricioleranno.
Nel petto, ti si
apriranno vuoti incolmabili. Calanche scoscese dentro le quali i
ricordi si accatasteranno disordinatamente, simili a mummie
spellicciate da una Morte orrenda.
Ti parrà
d'impazzire.
Ti starò
accanto quando accadrà, Edward.
E qual'ora il
tormento dovesse spingerti a cercare la fine, sappi che non l'otterrai
sfracellandoti con le tue stesse mani.
Soltanto io posso
ucciderti.
Il che non
avverrà. Poiché ai miei mostri, alle mie carogne,
ai miei vampiri non rinuncio facilmente. Sono il frutto dei miei baci
maledetti. E come tali, li accetto sia nella buona che nella cattiva
sorte.
Abbandona il tuo
sudario terreno, anima derelitta e lasciati cullare dalle mie Nottate
infinite!
Avrai di che
pentirtene...e di che gioire."
________________________
Ghiaccio. Oscurità. Vuoti crepati all'interno, dove rigagnoli di sangue caldo scorrono tanto lentamente da riempire solo un decimo delle mie arterie.
Perderò il controllo sulla materia? Sulla mia ragione? Accadrà senza che me ne accorga? O avrò il tempo di comprendere che sto barattando le mie paure per trasformarmi in una creatura potente e tentacolare?
Temo l'ignoto. Quel che non é più e quel che potrebbe essere.
Un tempo, anch'io ho ucciso. E bevuto il sangue sporco dei delinquenti fino ad avere la bocca piena.
Credevo che salvare gli innocenti dalle rapine e dai tagliagole bastasse a suggellare il patto d'alleanza fra la mia abominevole condizione e l'inevitabilità degli eventi.
Sbagliavo.
Una notte, dopo aver salvato una giovane coppia da un ladro, lo azzannai al collo e lui mi guardò, nell'ora della morte, come si guarda un proprio simile, un reietto della società, sbucato dal niente per rivendicare il territorio al suo posto.
Fu attraverso l'orrore che lessi in quelle pupille dilatate che capii di essermi trasformato in Bestia mio malgrado e che eliminare i balordi dalla società era solo un passaporto veloce che consentiva alla mia natura di raccattare ciò che bramava, senza pagarne lo scotto.
Mia Dannata Eternità, non voglio che accada di nuovo. Non voglio mutare in feccia adesso che uccidere é diventato troppo facile.
Vedo i tuoi figli gettarsi nella mischia. Divertirsi a massacrare bambini, vecchi, giovani spose, ragazzi nel fiore dell'età, malati di mente. Li vedo succhiare la loro linfa al pari di un animale tenuto a secco da una settimana e bere persino il loro midollo. Li vedo saziarsi ed avere fame di nuovo..
Ricominciare nonostante abbiano appena terminato.
Mi rifiuto di imitarli, anche se aspetti da oltre un secolo che in me si completi la mutazione..
Posso intuirlo dal tuo respiro
affrettato, quando vieni da me e immergi la bocca nel mio collo. O
quando infili le dita gelide fra i capelli, baciandomi le ciocche con
la devozione di una pudica vestale. O quando te ne vai stizzita, in una
nuvola di vapori, lanciandomi anatemi che somigliano a coltellate
imbevute di petrolio e fuoco.
Per questo torno
quassù ogni volta che la fame, la sete e l'impazienza
grugniscono ferocemente dal mio stomaco.
L'Alaska é la
prigione di tutti gli istinti. Grazie alle sue lande desolate ed alle
sue fiere passive, sono in grado di equilibrare quel poco di
razionalità che mi é rimasta dal giorno in cui ho
smesso di essere Edward Anthony Masen.
Riesco a respirare, a
liberarmi dalle tue voglie, dai tuoi eccessi sensuali.
- Rassegnati....sono
più ostinata della tua mente, amor mio. Io so cosa ti
accade. Cosa stimola i tuoi nervi. Cosa rinfocola il tuo
corpo….
Ridi maliziosamente e mi
avvolgi nelle braccia.
Parte della tua splendida chioma scura cade in avanti, coprendomi interamente una metà del corpo.
Cacciarti sarebbe inutile e la solitudine che agogno é solo un pretesto.
Reclino la testa, nel punto in
cui i tuoi pallidi seni formano un guangiale delizioso.
Ti permetto di accarezzarmi.
I tuoi palmi che scivolano sul
petto e le unghie che staccano i bottoni della mia camicia mandano il
mio cervello in trance. Le sento grattare sui capezzoli di marmo e
scendere lungo la gabbia toracica, tra le costole e la pelle doppia.
Ho la consapevolezza che
rovisti nei miei centri nervosi, che ti ci vorrà meno di un
secondo prima d'individuarla.
Mettimi pure a soqquadro. Se
te lo negassi, lo faresti comunque.
- E'un'umana bianca e succosa.
Con un paio d’occhi che ricordano il cioccolato fuso ed un
involucro di ossa vergini. - valuti dolcemente - Una rarità
fra le umane che ti girano intorno e che vorrebbero da te molto di
più d’uno sguardo....
Il tuo profumo mi assale. Sai
di fiori freschi, di pianure sconfinate ai limiti dell'empireo.
Vorrei che mi baciassi, Mia
Dannata Eternità.
Che mi leccassi teneramente,
fino a tagliarmi la pelle. Fino a farmi scordare che Lei esiste davvero.
Sfreghi una guancia contro la
mia.
Una ciocca dei tuoi capelli
bruni mi solletica il lobo.
Reprimo
l’eccitazione, come sono abituato a reprimerla da circa un
secolo, tranne che nella caccia.
E’strano che da
morto recepisca in maniera tanto conturbante i prudori delle cose.
Sarebbe stato meglio guadagnare l’insensibilità
oltre alla tua mortifera presenza. Esattamente come la natura ha reso
inabitabile e silenzioso questo cerchio di stalattiti, scalpellato
dalle acque durante l’ultima glaciazione.
- L'hai incrociata sul tuo
cammino. Era Destino. Chi può opporsi ad una tale forza? Il
Destino é sopra di me. Sopra gli Dèi. Sopra Gea.
- Le tue parole sono aghi di siringa, pregni di cocaina liquida. - Devi
solamente decidere se sopravvivere lontano da Lei o andarle incontro.
Ma sai che ti é impossibile proteggerla dal pericolo che
rappresenti...
I tuoi polpastrelli salgono
dal petto alla carotide.
Mi sfugge un gemito di piacere
e di dolore.
Proprio lì
é situato il bozzolo del veleno. Pulsa rumorosamente,
sostituendo il mio battito cardiaco.
- Hai la gola riarsa, Edward.
L'odore del suo sangue innocente e ricco di proteine é
penetrato nelle tue narici, ridestando di colpo le bramosie che per
anni ti sei sforzato di trattenere.
- Ho inalato profumi
altrettanto gustosi in passato...- le rispondo tranquillamente. - E non
ho ceduto alla mia natura mostruosa...
Ridi di nuovo. Il tuo indice
ruota attorno al pomo d'adamo. Lo picchietta con delicatezza. - Il suo
é un sangue diverso. Ne sei perfettamente cosciente. E'un
boccale di vino caldo. Una droga che ti ha già invasato...e
che é più potente di qualsiasi allucinogeno.
Più radicato di qualsiasi viticcio nel terreno.
Più ostico della tua testardaggine...
Ti odio, Mia Dannata
Eternità.
Stai giocando con il mio karma
debole, modellandolo secondo le tue volontà meschine.
Hai ragione.
Quell'umana bianca e succosa
che si aggira nei miei pensieri vale cinque volte il peso dei fantasmi
che sguinzagli quando un vampiro tenta di strappare le tue catene.
- Ho cacciato a lungo, oggi.
Ho divorato molte bestie del luogo. Ho bevuto litri di sangue pastoso
dai loro colli.... - annuncio a voce bassa. Capisco che si tratta di
una scusa banale e la frase sfuma nello zufolo di vento gelido,
formando una pioggia di diamanti fossilizzati appresso alla neve che
rotola da sommità altissime.
Adoro la neve.
E’ bianca. Fragile.
Si scioglie al contatto del
mio volto, sul naso, sulle palpebre, formando piccole tracciature di
lacrime alle estremità degli occhi.
- E dimmi...i colli di quelle
bestie erano ricolmi abbastanza da consentirti di tornare fra gli
umani? - Di nuovo sposti le dita. Attorcigli le mie ciocche bronzate
fra i tuoi polpastrelli infiniti. - No, vero...?
- Perché me lo
chiedi se conosci già la risposta?- Provo ad attaccarla,
facendo leva sul mio timbro vocale ma smuoversi dall'apatia nella quale
sono crollato è impossibile.
- Perché vorrei che
lo ammettessi senza porti il problema. Invece seguiti a girare su te
stesso, alla ricerca di una soluzione che non troverai neanche
trivellando al cuore la Madre Terra. La voce è uno strumento
importante, sia per gli umani che per i vampiri. Cicatrizza le ferite
in superficie e previene il corpo dall’auto-lesionamento...
- Noi vampiri siamo distrutti
a prescindere! Marci di ferite! E a me va bene che il silenzio lesioni.
Gridarti che ti odio cambierebbe il mio Destino? Mi ridarebbe
l’umanità che mi hai rubato? Mi aiuterebbe a
morire sul serio?
Le tue dita fra i capelli si
arrestano. Trattieni il respiro. La tua chioma prende vita e si
attorciglia in vaporose spirali scure fra le mie gambe allungate sul
crostone di ghiaccio. – Lo vedi? Anche tu preferisci il
silenzio quando non ti garbano le mie risposte…
Chiudi il palmo e torci
bruscamente alcune delle mie ciocche alla radice.
Dolore: nullo.
- Il passato è
immutabile. La tua natura, la mia natura, la natura dei tuoi fratelli
non può cambiare. Devi fartene una ragione, amor mio. Siamo
legati da un filo conduttore. Dalla Morte Eterna che ci ricicla
illimitatamente e ci offre la possibilità di stare su questa
terra, di mischiarci agli altri esseri, di assistere alle apocalissi e
di restare apparentemente vivi. – Fai una pausa. Riprendi a
parlare. Ad accarezzarmi. – Rifletti: se fossi morto allora,
oggi saresti polvere. Non l'avresti conosciuta…
Mi irrigidisco.
Conoscerla é stata
una disgrazia.
Lei.
La mia piccola umana dalle
guance pallide che si arrossano quando la guardo.
Mi ha fatto sentire un mostro
nell’attimo in cui si è seduta al mio banco e ci
siamo erroneamente guardati negli occhi.
Il suo sangue.
Era zucchero dolce. Impastato
di calorie meravigliosamente coagulate.
L’avevo respirata
senza accorgermene e nel giro di qualche secondo il mio mostro
interiore aveva immaginato per lei una rapida esecuzione.
Sarebbe stata buona da
spillare a sorsate. Meglio dei tanti puma della foresta di Forks.
Ricordavo quella cannonata nel
petto. Quella sensazione di arsura nelle papille, di brama di
possessione.
Mi lecco il labbro.
Era stata una fortuna che
fossi riuscito a padroneggiare sulla mia controparte assassina e a
scappare dalla città. Lontano mille miglia
dall’umana che in un attimo aveva scartavetrato tutta
un’esistenza priva di delitti, inculcandomi una ridda di
emozioni profane e violente.
Inspiro.
L’aria gelida entra
nel naso e sale ai bulbi oculari.
- Pensa a te. Al giorno in cui
ti rivedrà. E'ossessionata dal tuo aspetto. Dalla tua aura.
E crede di essere la causa del tuo improvviso allontanamento…
- La mia è stata
una vigliaccata in piena regola. Sono fuggito come se fosse la peste in persona...
- L’avresti uccisa,
rimanendo. E te ne saresti pentito subito dopo.
- Mi biasimi adesso? - Mi
piacerebbe scoppiare a riderti in faccia. Ma farlo significherebbe
girare la testa ed espormi alla tua bellezza. A tutto ciò
che di peggio rappresenti nella mia grama esistenza. - Sii orgogliosa
del tuo mostro, Mia Dannata Eternità! Forse ho ancora voglia
di ucciderla. Anzi. Non ho dubbi in proposito. Voglio...ucciderla.
Finirla con questi denti...con queste luride mani...
Scuoti il capo. - Sarò orgogliosa
di te solo quando rifocillerai i bisogni del tuo corpo in piena
consapevolezza. Non sono disposta ad assisterti mentre ti logori
rimuginando sui misfatti che hai compiuto...
- Ah! E' solo questo. Ti
seccherebbe udirmi frignare! Ero certo che la tua pazienza fosse
infinita...
- I miei vampiri uccidono in nome della Necessità! Se gli umani non muoiono, loro patiscono la fame. E'la Legge che governa la Giungla. Mangia o sarai mangiato. Bevi o altri prosciugheranno il lago. Niente é assurdo nel Mio Mondo. C'è chi perde e c'é chi vince. Chi si sazia e chi boccheggia! Funziona come per gli umani che tanto ti ostini a difendere...- Alzi il tono di proposito, in modo che la tua voce immortale rintroni nelle stalattiti che ci circondano. Una di loro si stacca alla base e finisce con l'inchiodarsi nel ghiaccio. Era una delle più longeve dell'intera zona. E mi sembra che nell'affondare, lo spirito siderale abbia urlato di disperazione. - Fattene una ragione, Edward. Lei ti si è parata davanti, come un agnello sacrificale. Era scritto che avvenisse! In cent’anni sei rimasto solo, a scrivere i tuoi diari, a crogiolarti nei tormenti e nel tuo passato. A leggere nelle menti degli umani cercando di trovare uno scampolo di salvezza a quella misera parte di te che caparbiamente è avvinta alle debolezze terrene…
Apro gli occhi e contemplo il
solco nella tappezzeria congelata, al contrario di te che fingi
noncuranza.
Infondo é solo un
pezzo di ghiaccio secolare, un polmone della Natura che si
amalgamerà al suolo e che mai recupererà la
propria postazione originaria...
Confesso. La tua
sterilità mi sconcerta.
Se un lupo mi attaccasse,
sbrandellandomi, soffriresti al punto da piangere sui miei resti?
Dici di amarmi. Ma quanto
conta il tuo amore?
Sei davvero convinta che
tornando a Forks potrei controllarmi?
Sfrego i denti e
improvvisamente me la ritrovo nella testa, in un'immagine nitida, colma
di luce crepuscolare, mentre si morde il labbro inferiore in un tic
nervoso.
Lei. Lei. Lei.
So ciò che mi
é dato sapere eppure non mi basta.
Mi fanno avvampare i rimasugli
di quel viso pallido che sono registrati nella memoria e che
s'intervallano consequenzialmente come le foto di un album digitale.
Uno scatto.
Due scatti.
Micro momenti diversi di noi,
girati nell'aula di biologia piena di studenti abitudinari e cervelli
frenetici.
Mia Dannata
Eternità. Ero convinto di odiarti a sufficienza da non avere
altre creature da odiare.
Odio Bella Swan,
più di te. Mi fa rabbia che ci sia. Mi duole sentirla tanto
viva e tanto calda.
So che indipendentemente dal
fatto che rimanga in Alaska o che rientri a Forks, la
cercherò ovunque si posi il suo fiato e che
impazzirò nuovamente, dopo essere impazzito in questo secolo
di tenebre vischiose.
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