Avviso Coff. Salve a tutti e grazie per il vostro tempo.
Sappiate dall'inizio, che vi amo.
Ora che avete letto le cose importanti, passo subito all'avviso che vi renderà tutti oscenamente tristi (ma anche no). La FanFiction entra in restauro.
NO, non è uno hiatus, ho
intenzione di scrivere e ho già la plot dei prossimi capitoli pronta,
ma in tutta coscienza non mi sento di scrivere oltre fino ad aver
corretto tutto.
Ma come, correggere tutto?! Sì,
mi spiace dirlo ma i primi capitoli di questa Fiction non sono più di
mio gradimento. Dicendo questo, non intendo che ho intenzione di
scrivere una nuova storia, ma di ristirare la storia originale da quei
capitoli che l'hanno persa. Se rileggete la fanfiction noterete quanto
i primi capitoli siano di qualità scadente rispetto agli ultimi.
Nonostante questo da una parte mi faccia piacere, e mi lusinghi sapere
che sono migliorata, il mio istinto da perfezionista mi impone di sistemare quello che va sistemato (in puro stile Umbridge).
Pertanto la Fiction sarà risistemata in maniera
sistematica, allungata, accorgiata, le verrà fatto il lifting la
liposuzione e poi, giusto perchè ho dei soldi che avanzano, le farò
anche un trapianto integrale di capelli. Con questo, come ho già detto,
non sto dicendo che tornando tra due settimane troverete Dobby che
balla nudo su un tavolo o Draco e Hermione che si divertono a giocare a
Scarabeo, ma il mio intento è quello di farvi trovare una Fiction
omogenea, fluente e discorsiva, chiara nelle parti che devono esserlo e
non ripetitiva, un lavoro di cui possa andare fiera per mia
soddisfazione personale.
Io vi amo, amo il vostro supporto e quello che fate
per me, amo le email di minaccia che mi mandate quando non aggiorno,
amo le critiche positive e quelle costruttive, ma questo passaggio
forzato devo farlo, se non per voi (e sappiate che lo faccio per voi,
perchè la vostra lettura sia piacevole quanto per me sia stato
scriverlo), per me.
Vi ringrazio infinitamente
per la comprensione, davvero, e prometto che in pochissimo tempo la
Fiction sarà up-to-date, pertanto aspettate un mio avviso presto.
NO NON SMETTETE DI LEGGERE
Non per tanto, ma perchè ho pensato di distrarvi dal
problema con un piccolo OMAKE, che mi riguarda in prima persona. E' un
modo per ringraziarvi, e, chissà, anche per farvi fare due risate sulle
mie disgrazie.
Come dice Charlie Chaplin, "What a sad business is being funny", e come
Thomas Becket "Happy, just isn't funny enough", pertanto non avrebbe
senso darvi un OMAKE comico su di me che cammino in un prato felice =).
Ho, da sempre, avuto seri problemi nello scrivere.
Sono sempre stata una ragazza dal carattere debole e introverso, ho
sempre cercato di fare tutti contenti, seguire i miei personaggi
dall'inizio alla fine, chiedendomi cosa farebbero e cosa invece non
farebbero mai.
E ovviamente la libertà che gli concedo spesso finisce per tradirmi.
I problemi sorsero, come sempre, quando il mio ennesimo personaggio si
ribellò alla mia esile autorità, e, strappando il guinzaglio che di
proposito non tenevo stretto, decise che non aveva alcuna intenzione di
farmi una scrittrice felice.
Era da una settimana che progettavo la mia fic. Ero molto soddisfatta
di come volevo che fosse, ovviamente il punto era realizzarla.
Il primo problema fu partorire il personaggio. Era
un protagonista, quindi l'avevo di proposito disegnato e immaginato
forte e deciso, aitante e con quella dose di carattere che a me era
sempre mancata. Appena creato già sentivo che questo Gianni si sarebbe
ribellato al mio volere, e mi sentivo come un dittatore che crea
inconsapevolmente il suo peggior nemico.
Il secondo dilemma con cui mi ero cimentata quella
giornata, una volta partorito e messo nella camera d'incubazione il mio
prematuro protagonista, era se volevo che vivesse o meno. Non
fraintendete, gli avevo dato la vita per un motivo, ma il lieto fine
non è mai scontato, vista la mia indecisione.
Per fortuna con me portavo, come sempre, la mia moneta da venti
centesimi. E' grande abbastanza da essere visibile, ma non abbastanza
grande per essere rubata, e ovviamente i suoi 5.74g di peso sono molti
più di quanti il mio cervello possa vantare, quindi in genere è lei che
prende le decisioni al posto mio. Perfetto, lieto fine.
Con un lieto fine previsto in programma, non avrei mai pensato a una
tragedia. In un rosa non ero in grado di cimentarmi, e avventura
sarebbe diventato molto pericoloso per la mia incolumità. Optai per una
semplice, e poco impegnativa, commedia.
Ed ecco! Il momento magico in cui si osserva il
protagonista uscire dal banco surgelati della Conad, scrollarsi di
dosso i ghiaccioli e immagino quello che sia un residuo di pancetta
surgelata, e puntare sulla storia.
Scrivere l'incipit del primo capitolo è stato, a mia
modesta opinione, il preludio della catastrofe. Il protagonista, o
personaggio forte, o Gianni, si è ribellato alla sesta parola e mezzo
del prologo, è rotolato da un ponte ed è morto.
Tutto in sei parole.
A mia difesa, non è colpa mia se quelle sei parole erano "Gianni camminava su un ponte tibetano"
... okay, sembra che la storia di Gianni Vittoria sia finita.
Stop, fine. end.
Molto soddisfatta del mio lavoro ho chiuso il computer.
Dopo 30 minuti l'avevo riacceso, in preda alla disperazione: avevo
detto lieto fine, e in sei parole avevo ucciso il protagonista
(insomma, un'impresa non da tutti!).
Col cuore a pezzi ho cancellato il mio sudato e travagliato operato.
Ho pensato allora di regalare a Frankestein una lady
Frankestein. In genere, per acquietare i personaggi turbolenti basta
affiancarci personaggi dall'indole debole e inetta che, nel caso
fallissero nella nobile impresa di contagiare l'eroe, possano diventare
il punching ball della situazione, invece di un debilitante sfogo
contro l'autore. Questo ovviamente in un mondo ideale in cui il
personaggio forte non sia anche un abile politico, cosa che potrebbe
rendere controproducente l'idea anche solo remota di dargli una folla.
In questo caso ho deciso di rischiare. Ho
volutamente inserito il mio pacchetto di lardo surgelato nel freezer, e
l'eroe della mia Fic in un mondo difficile e ostile, armandolo di
pistola. Un po' crudo, direte voi, ma sono positiva. Ho creato la
creatura femminile indifesa, carina e possibilmente più innocua che mi
venisse in mente, e li ho messi l'uno accanto all'altra.
Il fatto che lui sia armato di pistola mi ha lasciato un attimino
perplessa, non ho avuto finora ottime sensazioni, e non volevo
ovviamente che Gianni si liberasse della nuova amichetta prima ancora
che la storia iniziasse, ma ho puntato sul suo senso dell'onore e sul
suo istinto di protezione. Siccome questo non mi rassicurava granchè,
ho anche messo a Gina un paio di occhiali, per andare sul sicuro.
Il fatto che in poche righe Gianni non fosse finito
in carcere, Gina fosse ancora viva e forse vegeta, mi diede false
speranze in cui non dovevo crogiuolarmi.
Infatti, al primo momento di distrazione, ecco di come scrivevo della
violenza inedita e inaudita con il quale Gianni apriva una scatola di
surgelati.
Sofferente davanti a tanta crudeltà verso gli stessi surgelati che
l'avevano tenuto al fresco, sotto lo sguardo atterrito di Gina ho preso
il mouse, e trascinato codesto figuro nel surgelatore. Non era pronto.
Ho spento il computer pochi minuti dopo, accertandomi che Gina stesse bene, regalandole un cane.
La mattina dopo ho riacceso il computer con rinnovata solerzia, pronta
a cimentarmi di nuovo nella stesura di quella storia. Avevo già preso
il guinzaglio e stavolta ero carica, non mi sarei fatta dominare da
Gianni.
Purtroppo, durante la notte, Gina aveva comprato un altro cane, si era
costruita una casa in campagna e viveva felice e contenta.
Con un depresso sospiro, mi sono arresa ancora una volta.
Certe volte scrivere non è proprio destino.
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