Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Winona Lighteyes    05/11/2011    1 recensioni
"Harry, so che è inatteso, ma pensiamo di trasferirci" disse la Zia, a bruciapelo. La mascella di Harry cadde, rotolò e non tornò più "Trasferirci? E la scuola" disse, incredulo. "Lo so, pensavamo di mandarti a Hogwarts per i NEWT.. in fondo Silente era un amico di famiglia, non sarà troppo male" Cercò di blandirlo la Zia, invogliandolo con un pezzetto di toast. Harry Potter, il bambino.. che non è sopravvissuto a nulla di fuori dal normale, si trova in breve tirato via di peso dalla sua vita. La zia Petunia e lo zio vernon, maghi di nota fama, devono trasferirsi per lavoro, e lui si trova costretto a frequentare in un'altra scuola.. accidenti! Era solo l'ultimo anno!!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avviso    Coff. Salve a tutti e grazie per il vostro tempo.
Sappiate dall'inizio, che vi amo.
Ora che avete letto le cose importanti, passo subito all'avviso che vi renderà tutti oscenamente tristi (ma anche no). La FanFiction entra in restauro.
    NO, non è uno hiatus, ho intenzione di scrivere e ho già la plot dei prossimi capitoli pronta, ma in tutta coscienza non mi sento di scrivere oltre fino ad aver corretto tutto.

    Ma come, correggere tutto?! Sì, mi spiace dirlo ma i primi capitoli di questa Fiction non sono più di mio gradimento. Dicendo questo, non intendo che ho intenzione di scrivere una nuova storia, ma di ristirare la storia originale da quei capitoli che l'hanno persa. Se rileggete la fanfiction noterete quanto i primi capitoli siano di qualità scadente rispetto agli ultimi. Nonostante questo da una parte mi faccia piacere, e mi lusinghi sapere che sono migliorata, il mio istinto da perfezionista mi impone di sistemare quello che va sistemato (in puro stile Umbridge).

    Pertanto la Fiction sarà risistemata in maniera sistematica, allungata, accorgiata, le verrà fatto il lifting la liposuzione e poi, giusto perchè ho dei soldi che avanzano, le farò anche un trapianto integrale di capelli. Con questo, come ho già detto, non sto dicendo che tornando tra due settimane troverete Dobby che balla nudo su un tavolo o Draco e Hermione che si divertono a giocare a Scarabeo, ma il mio intento è quello di farvi trovare una Fiction omogenea, fluente e discorsiva, chiara nelle parti che devono esserlo e non ripetitiva, un lavoro di cui possa andare fiera per mia soddisfazione personale.

    Io vi amo, amo il vostro supporto e quello che fate per me, amo le email di minaccia che mi mandate quando non aggiorno, amo le critiche positive e quelle costruttive, ma questo passaggio forzato devo farlo, se non per voi (e sappiate che lo faccio per voi, perchè la vostra lettura sia piacevole quanto per me sia stato scriverlo), per me.

Vi ringrazio infinitamente per la comprensione, davvero, e prometto che in pochissimo tempo la Fiction sarà up-to-date, pertanto aspettate un mio avviso presto.

NO NON SMETTETE DI LEGGERE

    Non per tanto, ma perchè ho pensato di distrarvi dal problema con un piccolo OMAKE, che mi riguarda in prima persona. E' un modo per ringraziarvi, e, chissà, anche per farvi fare due risate sulle mie disgrazie.
Come dice Charlie Chaplin, "What a sad business is being funny", e come Thomas Becket "Happy, just isn't funny enough", pertanto non avrebbe senso darvi un OMAKE comico su di me che cammino in un prato felice =).

    Ho, da sempre, avuto seri problemi nello scrivere.
Sono sempre stata una ragazza dal carattere debole e introverso, ho sempre cercato di fare tutti contenti, seguire i miei personaggi dall'inizio alla fine, chiedendomi cosa farebbero e cosa invece non farebbero mai.

    E ovviamente la libertà che gli concedo spesso finisce per tradirmi.
I problemi sorsero, come sempre, quando il mio ennesimo personaggio si ribellò alla mia esile autorità, e, strappando il guinzaglio che di proposito non tenevo stretto, decise che non aveva alcuna intenzione di farmi una scrittrice felice.
Era da una settimana che progettavo la mia fic. Ero molto soddisfatta di come volevo che fosse, ovviamente il punto era realizzarla.

    Il primo problema fu partorire il personaggio. Era un protagonista, quindi l'avevo di proposito disegnato e immaginato forte e deciso, aitante e con quella dose di carattere che a me era sempre mancata. Appena creato già sentivo che questo Gianni si sarebbe ribellato al mio volere, e mi sentivo come un dittatore che crea inconsapevolmente il suo peggior nemico.

    Il secondo dilemma con cui mi ero cimentata quella giornata, una volta partorito e messo nella camera d'incubazione il mio prematuro protagonista, era se volevo che vivesse o meno. Non fraintendete, gli avevo dato la vita per un motivo, ma il lieto fine non è mai scontato, vista la mia indecisione.
Per fortuna con me portavo, come sempre, la mia moneta da venti centesimi. E' grande abbastanza da essere visibile, ma non abbastanza grande per essere rubata, e ovviamente i suoi 5.74g di peso sono molti più di quanti il mio cervello possa vantare, quindi in genere è lei che prende le decisioni al posto mio. Perfetto, lieto fine.
Con un lieto fine previsto in programma, non avrei mai pensato a una tragedia. In un rosa non ero in grado di cimentarmi, e avventura sarebbe diventato molto pericoloso per la mia incolumità. Optai per una semplice, e poco impegnativa, commedia.

    Ed ecco! Il momento magico in cui si osserva il protagonista uscire dal banco surgelati della Conad, scrollarsi di dosso i ghiaccioli e immagino quello che sia un residuo di pancetta surgelata, e puntare sulla storia.

    Scrivere l'incipit del primo capitolo è stato, a mia modesta opinione, il preludio della catastrofe. Il protagonista, o personaggio forte, o Gianni, si è ribellato alla sesta parola e mezzo del prologo, è rotolato da un ponte ed è morto.
Tutto in sei parole.
    A mia difesa, non è colpa mia se quelle sei parole erano "Gianni camminava su un ponte tibetano"
... okay, sembra che la storia di Gianni Vittoria sia finita.
Stop, fine. end.

    Molto soddisfatta del mio lavoro ho chiuso il computer.
Dopo 30 minuti l'avevo riacceso, in preda alla disperazione: avevo detto lieto fine, e in sei parole avevo ucciso il protagonista (insomma, un'impresa non da tutti!).
Col cuore a pezzi ho cancellato il mio sudato e travagliato operato.

    Ho pensato allora di regalare a Frankestein una lady Frankestein. In genere, per acquietare i personaggi turbolenti basta affiancarci personaggi dall'indole debole e inetta che, nel caso fallissero nella nobile impresa di contagiare l'eroe, possano diventare il punching ball della situazione, invece di un debilitante sfogo contro l'autore. Questo ovviamente in un mondo ideale in cui il personaggio forte non sia anche un abile politico, cosa che potrebbe rendere controproducente l'idea anche solo remota di dargli una folla.

    In questo caso ho deciso di rischiare. Ho volutamente inserito il mio pacchetto di lardo surgelato nel freezer, e l'eroe della mia Fic in un mondo difficile e ostile, armandolo di pistola. Un po' crudo, direte voi, ma sono positiva. Ho creato la creatura femminile indifesa, carina e possibilmente più innocua che mi venisse in mente, e li ho messi l'uno accanto all'altra.
Il fatto che lui sia armato di pistola mi ha lasciato un attimino perplessa, non ho avuto finora ottime sensazioni, e non volevo ovviamente che Gianni si liberasse della nuova amichetta prima ancora che la storia iniziasse, ma ho puntato sul suo senso dell'onore e sul suo istinto di protezione. Siccome questo non mi rassicurava granchè, ho anche messo a Gina un paio di occhiali, per andare sul sicuro.

    Il fatto che in poche righe Gianni non fosse finito in carcere, Gina fosse ancora viva e forse vegeta, mi diede false speranze in cui non dovevo crogiuolarmi.
Infatti, al primo momento di distrazione, ecco di come scrivevo della violenza inedita e inaudita con il quale Gianni apriva una scatola di surgelati.
Sofferente davanti a tanta crudeltà verso gli stessi surgelati che l'avevano tenuto al fresco, sotto lo sguardo atterrito di Gina ho preso il mouse, e trascinato codesto figuro nel surgelatore. Non era pronto.

Ho spento il computer pochi minuti dopo, accertandomi che Gina stesse bene, regalandole un cane.
La mattina dopo ho riacceso il computer con rinnovata solerzia, pronta a cimentarmi di nuovo nella stesura di quella storia. Avevo già preso il guinzaglio e stavolta ero carica, non mi sarei fatta dominare da Gianni.
Purtroppo, durante la notte, Gina aveva comprato un altro cane, si era costruita una casa in campagna e viveva felice e contenta.
Con un depresso sospiro, mi sono arresa ancora una volta.
Certe volte scrivere non è proprio destino.


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Winona Lighteyes