Ogni favola è un gioco-cap.4
4.
La verità di una bugia
“Gli amori più grandi sono quelli più folli”
(Gossip Girl 4x22)
Blair
Waldorf restava immobile nel letto del lussuoso ospedale.
L’acconciatura
ormai scomposta, i capelli riversati sul cuscino e il trucco sbiadito le
donavano un’aria estremamente stanca, ma agli occhi di Chuck appariva
ugualmente bellissima.
Louis era
uscito dalla sua stanza qualche minuto prima.
Dopo che i
medici l’avevano visitata d’urgenza ed avevano rassicurato i familiari, il
futuro sposo era stato il primo ad avere la precedenza, ma il loro incontro non
era durato più di qualche minuto e il principe era uscito dalla stanza con il
volto triste e l’aria perplessa di chi non riesce a capire.
Chuck e
Serena l’avevano guardato andar via, scambiandosi una breve occhiata prima di
precipitarsi entrambi nella stanza.
Nate sedeva
fuori dalla camera, in compagnia di Dan, Jenny e Rufus che li avevano raggiunti
in tutta fretta, mentre Eleanor, suo marito e Lily si occupavano di sbrigare le
faccende di casa insieme ai genitori di Louis e scusarsi con tutti gli invitati presenti.
Non appena
Chuck e Serena si precipitarono nella stanza, Blair si voltò a guardarli e
quasi sorrise degli sguardi omicidi e delle gomitate che i due si scambiavano.
“Sono la sua
migliore amica, Chuck, ho il diritto di parlarle per prima” affermò Serena,
incrociando le braccia sotto al seno e Chuck le scoccò un’occhiataccia.
“Io ho
bisogno di parlarle immediatamente” rispose il ragazzo dal canto suo e la Van
Der Woodsen sbuffò esasperata.
In quel
momento un’infermiera si affacciò nella stanza con aria corrucciata e
l’espressione severa.
“Vi ho già
detto che la paziente può ricevere una sola visita alla volta, è molto
stressata ed ha solo bisogno di riposo” esclamò ed entrambi i ragazzi si
affrettarono ad annuire, voltandole le spalle.
Blair
sorrise.
“Chuck, per
favore, potrei parlare un attimo con Serena? Ti prometto che ti dedicherò tutto
il resto del tempo” mormorò flebilmente ed il ragazzo annuì a malincuore
uscendo dalla stanza.
Solo allora
la bionda si precipitò accanto al letto, afferrando la mano della sua migliore
amica e guardandola con preoccupazione.
“Come stai,
B?” le chiese e la mora annuì flebilmente.
“Piuttosto
bene” mormorò.
“I dottori
hanno detto che ho solo bisogno di riposo, a quanto pare in questi giorni mi
sono stressata troppo e questo non ha fatto bene al bambino. Ma ora siamo
entrambi fuori pericolo e mi dimetteranno domani stesso” la rassicurò e la
ragazza tirò un sospiro di sollievo.
“Preoccupati
solo di rimetterti allora. Non preoccuparti di nient’altro, il tuo vestito è
stato già sistemato nella limousine e tua madre arriverà tra poco con un cambio
decente, così potrai toglierti questa orribile casacca dell’ospedale. Gossip
Girl avrà già dato la notizia, ma non credo che dovresti preoccuparti di questo
adesso” le mormorò e Blair rise di cuore.
Poi
improvvisamente i suoi occhi divennero estremamente tristi.
“Mi spiace
tanto, S” esordì, “Mi dispiace di non averti detto subito la verità, ma ero
così spaventata” esclamò.
“L’ho
scoperto solo un paio di settimane fa e non sapevo davvero che fare. I
preparativi del matrimonio procedevano e Louis era così dolce con me. Ho
pensato che se non l’avessi detto ad alta voce potevo fingere che non fosse
vero ed io avevo un disperato bisogno di credere che non fosse vero” un
singhiozzo improvviso interruppe la sua confessione e Blair le accarezzò la
fronte, scostandole una ciocca di capelli e le strinse più forte la mano.
“Oh B, non
preoccuparti, capisco cosa stai provando adesso” le mormorò, “E mi dispiace
tanto, ma temo che tu sia costretta ad affrontare questa situazione”.
Blair annuì
sconfortata.
“Lo so, lo
so bene. Prima ho detto tutto a Louis e mi è dispiaciuto così tanto vederlo
andar via così triste” esclamò con un sospiro e Serena corrugò la fronte.
“Blair”
esclamò lentamente, “Ma il bambino è di Louis, vero?” le chiese e la ragazza si
strinse nelle spalle.
“Non lo so,
Serena, non ne ho la più pallida idea” esclamò semplicemente.
Poco tempo
prima, mentre i medici visitavano Blair ed i suoi amici erano seduti ad
aspettarla, Chuck si era alzato piuttosto spazientito e si era avvicinato ad
una delle finestre dell’ospedale guardando la strada.
Louis
continuava a lanciargli occhiate minacciose e di Blair non avevano ancora
notizie, questo lo rendeva piuttosto agitato.
Le urla
della ragazza, che l’avevano accompagnato durante il viaggio in ospedale,
ancora riecheggiavano nella sua mente e la parola “bambino” continuava a perdersi nei meandri della sua memoria.
Chuck non
riusciva davvero a rendersi conto di ciò che stava succedendo, ma soprattutto
non riusciva a capire come aveva potuto continuare a vivere senza di lei
durante quei pochi mesi e come avrebbe fatto per il resto della sua vita.
Serena gli
si avvicinò con cautela e seguì l’indirizzo del suo sguardo, fin quando il
ragazzo non si voltò a guardarla.
“Grazie per
il biglietto” bisbigliò e la ragazza sospirò.
“Dovevo
farlo, Chuck” esclamò in risposta.
Il ragazzo
sorrise amaramente, mentre il suo sguardo si perdeva nei corridoi silenziosi
dell’ospedale.
“So che stai
incolpando me di tutto questo, Serena, ma ti giuro che io non volevo farla
soffrire” sospirò e la ragazza scosse la testa.
“Non ti sto
incolpando di niente, Chuck, so quanto la ami e so che vorresti solo la sua
felicità” sospirò, “Ma penso che voi dobbiate crescere entrambi, Chuck, ed
affrontare il peso delle vostre decisioni. Non si può sempre giocare a “mordi e
fuggi”, perché c’è il rischio di rimanere feriti piuttosto gravemente durante
la fuga” mormorò la ragazza con rammarico e lui annuì.
“Io la amo,
Serena” le mormorò in una confessione che gli costò fatica e la ragazza gli
sorrise, poggiandogli una mano sulla spalla.
“Allora
diglielo, Chuck, diglielo e basta”.
Ma in quel
momento, mentre era fermo al suo cospetto, a Chuck Bass parve piuttosto
difficile pronunciare quelle parole.
“Come ti
senti?” le chiese invece, avvicinandosi a lei e fermandosi al suo fianco, un
sorriso amaro si dipinse sul volto della ragazza.
“Piuttosto
da schifo” commentò in un’espressione volgare che non si addiceva affatto ad
una Waldorf e che lo fece sorridere.
Chuck
sospirò, mentre sondava il suo volto con sguardo attento ed allungò appena una
mano per sfiorare quella di lei.
“Eppure non
si direbbe” commentò e Blair gli sorrise dolcemente.
“Puoi
chiedermelo, Chuck, hai il diritto di sapere” esclamò lei d’un tratto ed il
ragazzo rimase a fissarla senza parlare.
“Non mi
importa di chi sia questo bambino, Blair” esclamò lentamente, “Voglio solo
poter stare con te” concluse deglutendo a fatica e la ragazza sgranò gli occhi
sorpresa.
“Cresceresti
un figlio che non è tuo pur di stare al mio fianco?” gli chiese in un debole
sussurro e Chuck sorrise.
Fu un
sorriso dolce, che di Bass aveva ben poco.
“Sei l’unica
donna a cui ho detto ti amo, Blair
Waldorf, farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco” mormorò e gli occhi
della ragazza si riempirono d’un improvvisa dolcezza.
Il giovane
Bass sospirò, tornando improvvisamente serio.
“Mi
dispiace, mi dispiace per il modo in cui ti ho lasciata andare, per non averti
trattenuto, in quel momento credevo soltanto che fosse la cosa più giusta”
affermò e Blair annuì, tirandosi su a fatica e mettendosi a sedere sul letto.
“Ho detto a
Louis che non posso sposarlo ora e gli ho promesso che farò un test di
paternità” gli confessò e Chuck la guardò attentamente.
Blair
sospirò e sembrò improvvisamente troppo stanca.
“Vedi,
Chuck, io non voglio un figlio, non credo di essere in grado di crescere un
bambino adesso, ma lui è dentro di me ed io devo tener conto di questo”, Blair
fece una breve pausa.
“Non posso
sposare Louis perché non lo amo, non lo amo affatto. Mi sono rifugiata in lui
soltanto per riuscire a scappare dal tuo ricordo, ma non ha funzionato. Sei
l’unico ragazzo che amo e l’unico con cui vorrei passare il resto della mia
vita, ma non sono sicura che tu sia il padre di mio figlio e fino a quando non
lo saprò non credo di poter prendere nessuna decisione” affermò decisa e Chuck
la guardò corrugando la fronte.
“Se quello
che porti in grembo non fosse mio figlio?” chiese allora debolmente e Blair si
strinse nelle spalle, trattenendo a stento le lacrime.
“Vedi Chuck,
non sono mai stata una brava fidanzata, né una brava figlia, tanto meno una
brava amica, ma vorrei essere una brava madre” rispose.
“E per
riuscirci devo mettere il bene del bambino davanti a tutto il resto” concluse.
Il ragazzo
aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei lo precedette.
“Quindi ti
amo, Chuck Bass, ma devo chiederti di fare un test di paternità e di lasciare
l’ospedale” concluse, voltandosi per nascondergli le lacrime.
“Blair”
sussurrò il ragazzo, ma lei scosse la testa senza guardarlo.
“Per favore,
fai come ti dico” si limitò a sussurrare flebilmente e a Chuck non rimase che
lasciare la stanza senza guardarsi indietro.
Si perse in
quei ricordi, Chuck, fermo nell’atrio in penombra dell’ospedale.
Vide un
bambino infelice ed un padre crudele.
Vide se
stesso in quel padre.
Perché per
quanto avesse cercato di negarlo, sapeva bene che somigliava a Bart molto più
di quanto avrebbe voluto.
Blair
avrebbe voluto essere una buona madre e Chuck era sicuro che ci sarebbe
riuscita, ma lui non sarebbe mai riuscito ad essere un buon padre.
Lo pensò
nell’esatto istante in cui lasciò la camera di Blair e continuò a pensarlo fino
a quel momento, mentre il suo sguardo si fermava sulla figura elegante di Louis
che stava entrando dalla porta e si fermava a guardarlo.
Chuck gli si
avvicinò a passi lenti, con la solita camminata che l’aveva sempre
contraddistinto e l’espressione sicura.
“Cosa vuoi,
Chuck? Perché mi hai chiamato?” gli domandò Louis con un forte accento
francese, sembrava arrabbiato, ma nel suo tono c’era sempre una sfumatura di
eleganza, quella di cui un reale non può fare a meno.
Così un
ghigno rilassato comparve sul volto di Chuck.
“Per farti
una vantaggiosa proposta” rispose seccamente ed il ragazzo corrugò la fronte
perplesso.
“Blair vuole
che ci sottoponiamo ad un test di paternità per scoprire di chi è il bambino
che porta in grembo” esordì e Louis annuì.
“Tu ami
Blair e so bene che faresti di tutto per tenerla con te” aggiunse allora Chuck
abbassando appena lo sguardo, per poi tornare a puntarlo sul ragazzo di fronte
a lui, “Hai molta influenza qui in Francia, basta una tua parola in questo
ospedale per far si che le cose vadano come tu vuoi” continuò.
“Il test
confermerà che sei tu il padre del bambino, vi sposerete ed io uscirò di scena
per sempre” concluse Chuck ed il ragazzo sembrò più perplesso di prima.
“Perché
faresti una cosa del genere?” gli chiese e Chuck si strinse nelle spalle con un
sorriso amaro dipinto sul volto.
“Perché la
amo più di qualsiasi altra cosa al mondo e voglio che sia felice” mormorò con
semplicità e Louis si trovò ad annuire.
Chuck gli
tese la mano ed il ragazzo la strinse con forza.
“Prenditi
cura di lei”.
Si limitò ad
esclamare queste semplici parole, Chuck Bass, prima di lasciare l’ospedale,
voltando le spalle al ragazzo ed inoltrandosi nel buio della sera parigina.
Spesso nella vita si commettono degli errori
e per riparare a quegli errori bisogna commetterne altri.
Spesso nella vita per vedere felice chi ami,
hai bisogno di rinunciare alla tua felicità.
E se ami davvero una persona la lasci andare
perché sai che è la cosa più giusta, l’unica che può renderla felice.
Spazio autrice: Ed eccomi qui con l'ultimo capitolo.
In verità ho pensato che avrei potuto continuare questa storia,
ma poi ho deciso di attenermi al piano iniziale e finirla
qui...però sto già pensando ad una continuazione.
In verità credo che la butterò giù molto presto.
Non ho ancora visto la quinta stagione e ho passato in rassegna almeno
tre diversi finali prima di decidere per questo, mi sembrava quello
più da Chuck Bass.
Ringrazio tutte per avermi seguito e spero che continuerete a farlo.
Alla prossima _EpicLoVe_
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