Happy birthday, Roronoa
Titolo: [ Special ] Happy
birthday, Roronoa
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1026 parole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji Black-Leg [ ZoSan || SanZo ], Un po' tutti
Genere: Generale,
Sentimentale,
Romantico (Ma dove?)
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of Life, What if?
Vitii et Virtutis: Carità
›
Cibo
Binks
Challenge: 29°
Festa
› 46°
Entusiasmo
Prompt: 13°
Argomento: Fasi della vita
› Nascita
La sfida dei duecento prompt:
82. Regalo
ONE
PIECE ©
1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Sarebbe
stata una giornata come tante altre se Nami non avesse avuto la
brillante
idea di festeggiare - all'insaputa del diretto interessato, tra l'altro
-, il diciannovesimo compleanno di Zoro.
Ovviamente quello strambo Capitano che
si ritrovavano era
stato
pienamente d'accordo, specialmente quando alle sue orecchie era giunta
la parola “cibo”. Per lui
una festa significava solo strafogarsi fino
allo stremo e fare baldoria, mentre per Sanji voleva innanzitutto dire
cucinare il doppio di quanto non fosse abituato a fare in giorni
normali. Non che gli pesasse preparare pasti abbondanti per la ciurma,
sia chiaro; quello in fin dei conti era il suo lavoro - e farlo gli
piaceva maledettamente, non lo negava per niente -, però per
una volta avrebbe voluto
prendersela comoda e dimezzare almeno in parte le portate di cui si
caricava di solito. Ma nel vedere l'entusiasmo di Rufy al solo pensiero
di una cena ancor più grandiosa delle precedenti volte, non
aveva proprio potuto dire di no.
Ed era stato con uno strano sorriso
dipinto sulle labbra che
se
n'era stato chiuso in cucina per tutto il giorno, ricevendo
l'appoggio dei restanti membri dell'equipaggio per tenere quello
stupido marimo lontano da lì e, nello specifico, dalle sue
bottiglie di sakè. In altri momenti l'avrebbe semplicemente
lasciato fare - o forse no, giacché nell'ultimo mese lo
spadaccino aveva praticamente svuotato un'intera scorta e al cuoco era
toccato ricomprare tutto beccandosi occhiate in tralice dalla sua
Nami-san -, però quel giorno l'aveva voluto
altrove per poter preparare una torta in santa pace. E farlo era stato
comunque arduo, visto che aveva dovuto fare lo stesso i conti con
quell'ingordo di Rufy.
Adesso, però, con il sole
ormai calato oltre
l'orizzonte
e gli scricchiolii dei legacci di trinchetto surclassati dalle risate
allegre della ciurma, si godeva le espressioni felici di tutti e il
loro bizzarro modo di divertirsi. Stava osservando proprio Chopper ed
Usop - che imitando Rufy si erano infilati delle stecche nel naso e ne
sorreggevano il lato inferiore con la bocca - quando con la coda
dell'occhio catturò la figura dello spadaccino, il cui
sguardo
stranamente cupo era concentrato sul boccale che
reggeva in una mano. Era rimasto a dir poco sorpreso quando gli avevano
augurato buon compleanno - quel grandissimo idiota se n'era
completamente dimenticato -, e ancor più quando aveva visto
addirittura la torta. Sanji non si spiegava dunque perché
avesse
assunto quell'espressione, in quel momento. Sembrava distratto, per
niente presente, e persino il caos che vigeva intorno a loro pareva non
scalfirlo nemmeno.
Con
un sospiro decise dunque di avvicinarsi, lasciandosi cadere seduto al
suo fianco dopo aver scansato qualche festone. «Perché
quella brutta faccia, spadaccino?» gli domandò
poi,
inalando fino in fondo i rimasugli della cicca che aveva mordicchiato
nei precedenti cinque minuti. Però con la coda dell'occhio
lo
vide semplicemente fare spallucce, senza nemmeno prendersi la briga di
guardarlo o di lanciargli una piccola occhiata.
«Che
te ne importa, cuoco da strapazzo?» rimbeccò,
portandosi
il boccale alle labbra per ingollare un gran bel sorso di liquore, gli
occhi ostinatamente fissi sullo spettacolino che gli altri tre membri
della ciurma stavano offrendo loro e alla povera, e quantomeno arresa,
Nami. Dall'espressione che la giovane navigatrice aveva in viso,
difatti, sembrava ormai rassegnata alle follie di quell'accozzaglia
d'equipaggio.
Il cuoco si sporse verso di lui, fissandolo con attenzione dall'alto in
basso. «Non si
parla così a chi ha sgobbato tutto
il giorno per preparare quella montagna di cibo con cui ti sei
ingozzato, sai?» sibilò, e ci mancò
poco che
soffiasse fumo persino dalle narici, dato il modo in cui aveva
cominciato a squadrarlo.
A
quel dire Zoro sbuffò, alzandosi in piedi dopo aver svuotato
il boccale e averlo lasciato sulle assi del ponte,
abbassando solo di poco lo sguardo verso l'altro per squadrarlo da capo
a piedi. E fu bizzarro il modo in cui distese le labbra, quasi in
una pallida imitazione di un sorriso. «Grazie per
la torta, cuoco. Sul serio», disse poi di punto in bianco, e
nel sentirlo Sanji
strabuzzò gli occhi. Stava forse male, quella stupida testa
verde? Ringraziarlo per qualcosa era una cosa più unica che
rara, giacché non era mai stato avvezzo a tali cose,
specialmente con lui. E poco importava che si fossero chiariti su un determinato
argomento... non era da lui e basta.
«Si
può sapere che diavolo ti è preso, idiota d'un
marimo?»
domandò, forse persino seriamente preoccupato. «Sei
più lunatico del solito, oggi».
«Non mi è preso proprio niente, damerino»,
replicò semplicemente, cominciando ad allontanarsi sotto lo
sguardo a dir poco scombussolato di Sanji. Bah, ancora si domandava
come facesse quello scemo di Rufy a capire quasi sempre che cosa
passasse per la testa di quello stupido spadaccino, anche se, a ben
pensarci, non sapeva proprio dire chi dei due fosse più
idiota
dell'altro.
Forse fu proprio a quelle costatazioni
che, spegnendo la
sigaretta sotto la suola della scarpa e bofonchiando chissà
cosa
fra sé e sé, si ritrovò ad alzarsi a
sua volta in
piedi e a stornare lo sguardo in direzione di quella stupida testa
verde. «Oi,
Zoro!»
lo richiamò in fretta, vedendolo fermarsi a metà
strada
per voltarsi con un sopracciglio sollevato. Fu dunque raccogliendo
tutto il proprio coraggio che Sanji gli andò in contro,
fronteggiandolo con un'espressione così determinata che la
diceva lunga. Non perse nemmeno tempo a riflettere su ciò
che
fece subito dopo; si sporse verso lo spadaccino e, ignorando
l'aria palesemente scombussolata che gli si era dipinta in viso, gli
sfiorò le labbra con le proprie per stampare su di esse un
bacio, uno di
quelli che avrebbero potuto scambiarsi per gioco due bambini. Un
contatto breve, per nulla intenso, dal quale il cuoco si sottrasse alla
svelta prima di dargli nuovamente le spalle.
Prese poi il pacchetto di sigarette dal
taschino della
camicia
e, tirando fuori una stecca, se la mise fra le labbra senza degnare di
uno sguardo Zoro, che stava frattanto osservando la sua schiena con
tanto d'occhi. «Non
ti ci abituare», borbottò Sanji, traendo una lunga
boccata
dalla sigaretta appena accesa, forse nel vano tentativo di rilassarti. «Consideralo
il tuo regalo di compleanno, stupido marimo».
_Note inconcludenti dell'autrice
Inutile
dire perché ho postato oggi, aye? ;p
E' una storiella semplice, nulla di che, ma spero vi sia
piaciuta in qualche modo.
Diciamo più che altro che quel piccolo bacio innocente, in
questa flash, è stato il loro primo vero contatto di... coppia,
ecco - in poche parole questi due non hanno concluso assolutamente
niente, già, mi è piaciuto vederli puri e
innocenti,
senza che abbiano mai consumato come dei carissimi sposini v.v -, e per
quanto io non veda Sanji come uno che prende l'iniziativa -
da qui il suo «Non
ti ci abituare», proprio ad indicare che quello
è stato un piccolo strappo alla regola -,
essendo il compleanno del marimo si poteva fare un'eccezione, suvvia ;p
Come
sempre, commenti e critiche sono ben accetti :3
Alla
prossima.
♥
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