Fiori di Primavera 6
-Capitolo
6-
Fiori
di Primavera
Durante la lettura di questo capitolo consiglio l'ascolto del brano
"Closure" degli Arcana.
La candela sopra il comodino ardeva felice nell'oscurità
soffusa
e la sua fiamma color oro si allungava verso l'alto emanando ogni tanto
qualche sbuffo di fumo.
Yuu ci soffiò sopra e la spense.
Poi si distese al mio fianco sul letto e mi baciò con
avidità, quasi temesse che potessi scomparire.
Io risposi accarezzandogli il volto e affondando le dita fra i suoi
capelli di seta e lasciando che lui sfiorasse con le mani ogni
centimetro del mio volto, delle mie spalle, del mio seno, per poi
leccarmi le labbra e passare la lingua sulla mia giugulare pulsante e
posarvici sopra mille e cento baci.
Mi guardò e io gli sorrisi, capendo cosa volesse chiedermi
il bagliore lunare nei suoi occhi.
Sorrise a sua volta e mi levò il maglioncino di cotone,
prima di
impossessarsi nuovamente delle mie labbra e far scorrere i suoi
polpastrelli sulla mia pelle nuda, mentre io gli sbottonavo la camicia
lentamente.
Fui io, questa volta, ad interrompere il bacio per farlo stendere e
sedermi a cavalcioni sopra di lui; poi gli posai uno, due, dice, venti
piccoli marchi di fuoco sul suo torace, accompagnandoli con la mia mano
che serpeggiava sulle sue costole e sui suoi muscoli.
Una volta posato l'ultimo bacio sul ventre, mi ci vollero pochi
secondi, per slifare la sua cintura di cuoio e slacciare i
suoi
jeans. Quindi mi risedetti accanto a lui per dargli una mano a slifarli
del tutto.
Inclinai un poco la testa, mentre lui si posizionava tra le mie cosce e
mi liberava dei jeans, e attesi il momento in cui si chinò
sopra
di me e mi baciò il collo, per accarezzare il suo fisico
tonico.
Mi slacciò il reggiseno e fece scorrere il medio sopra il
mio petto.
Sorrise e vi posò sopra un bacio, vi passò sopra
la
lingua, fino alla mia clavicola, poi arpionò di nuovo le mie
labbra, mentre la sua mano si insinuava tra la mia biancheria intima;
quindi si scostò per levarmela.
Io colsi l'occasione per togliere i suoi boxer e passare le mie dita
sulla sua erezione.
Fu lui a gemere di piacere e a rituffarsi sopra di me per baciarmi il
ventre, il seno e le labbra.
Io allacciai le gambe ai suoi fianchi e lui entrò dentro di
me.
Il cuore mi batteva all'impazzata, sentivo solo il suo rombo unito ai
nostri ansimi.
Il sogno si concluse così.
Perchè certo era un sogno, dal momento che accanto a me non
c'era nessuno. Ormai erano tre notti che la sua immagine mi appariva in
sogno.
Stesi il braccio affianco a me e osservai la sua figura stagliarsi sul
copriletto bianco, creando un contrasto dimensionale, oltre che
cromatico.
L'alba stava sorgendo e un po' di luce filtrava dalla finestra del mio
appartamento mentre fuori gli uccelli già cantavano.
Aprile era arrivato striscando fra gli ultimi aliti di gelo di un
inverno tenace; i primi germogli avevano fatto caplino prepotentemente
e motli fiori atavano già sbocciando.
Recuperai il lenzuolo che era finito ai piedi del letto durante la
notte e me lo tirai sopra la testa ancora per pochi minuti,
finchè non suonò la sveglia.
Cominciava così una giornata come le altre, ma anche nuova.
Sorrisi allo specchio, che restituì la mia nuda immagine
longilinea, e mi diressi in bagno.
Quando uscii di casa il sole era ormai sorto e illuminava con i suoi
raggi le rade foglioline degli alberi, che sembravano piccoli cocci di
bottiglia.
Ci misi poco per raggiungere la stazione e il binario su cui stava per
arrivare il mio treno.
"Il treno diretto a
Tokyo è in arrivo sul binario 1. Si prega di allontanarsi
dalla linea gialla."
Avvisò lo speaker della stazione.
L'aria immobile era fresca e piena di profumi delicati ma non
stucchevoli. Semplicemente erano sottili e poco invasivi, si
insinuavano nelle narici con gentilezza, senza disturbare; e proprio
per questo erano sublimi.
La radio diede una delle sue
canzoni, nonchè una delle mie preferite, "Without a Trace",
e le note riempirono la stazione e le mie orecchie.
Poi lo vidi.
Era lui!
Sul treno, al binario opposto, quello diretto a Nagasaki.
Il mio cuore prese a galoppare all'impazzata, tanto da far male, e le
mie orecchie si otturarono.
Dopo tanto attendere lo rincontravo!
Cosa dovevo fare? Dovevo chiamarlo?
Provai ad urlare il suo nome, ma lui non si voltava.
Yuu, Yuu, YUU!
Ovvio che non mi sentiva, era dall'altra parte della stazione.
E il suo treno stava per partire. Se ne sarebbe andato e
chissà quando l'avrei rivisto.
Mi guardai intorno.
Nessuna traccia del mio treno. A volte capitava che fosse in ritardo e
quella sembrava essere una di quelle mattine.
Con un salto agile fui sui binari.
Lui non si era ancora girato. Continuava a guardare fisso davanti a
sè.
"Yuu!Yuu!" Urlai a squarciagola. Perchè non si voltava,
dannazione!
Poi sentii un fischio acuto, penetrante, quasi un rombo, che
riempì l'ambiente con il suo stridio assordante a cui si
accompagnava una luce accecante che occupava la mia visuale.
L'ultima cosa che sentii fu il profumo dei fiori di primavera.
Zeijakuna
ishiki wo hagare
Yukkuri to ashioto o tatezu ni
Hai ni nari konagona ni chiru
Soredake... soredake...
Without a trace
Lo sapevo che sarebbe
successa una cosa simile.
Non che si sarebbe
buttata sotto un treno, ma quasi.
Oggi, giorno del suo
funerale, poive a dirotto e io rifletto.
Penso al mutismo e alla
tristezza in cui era piombata da quando aveva scoperto ciò
che provava per Yuu.
Era diventata strana.
Avevo perso la
mia Haru.
Rimorso e malinconia
l'avevano fatta piombare nella depressione.
E la depressione,
malattia dell'anima, l'aveva condotta alla follia.
Schizofrenia, per la
precisione, come
diagnosticò una mia amica psicologa un po' di tempo fa,
quando
io non avrei potuto fare comunque più nulla, se non cercare
di
riportarla alla realtà coinvolgendola in qualsiasi altro
discorso che non fosse lui.
Ma non è
servito.
Lei non è mai
tornata.
The
End
Ebbene sì.
Niente lieto fine. u.u
E se leggendo le ultime due parole vi siete immaginati lo sparo che si
sente alla fine di "The End", sappiate che l'effetto è
voluto.
Se non l'avete sentito, dormirete comunque sonni tranquilli.
Ringraziamenti:
Coloro che mi hanno incoraggiata a continuare a scrivere
Coloro che hanno recensito
Coloro che hanno inserito questo delirio organizzato tra le
storie preferite/da ricordare
Coloro che hanno l'hanno semplicemente letto
Coloro che stanno sopportando i ringraziamenti
Reila per esserci (come disse Parmenide)
Alla prossima!
|