Buonasera
donne! Come va? io sto sclerando, ma lasciamo perdere...
Dunque,
come sapete siamo agli sgoccioli, e mi dispiace davvero farvi aspettare
così tanto per i capitoli, ma spero che passato questo
periodo possa riprendere il mio ritmo ;)
Voi
comunque siete meravigliose perchè non mi abbandonate mai,
le vostre recensioni sono sempre bellissime, e vedere tutti quei
numerini che salgono fa salire pure me tre metri sopra il cielo :D
Ok,
non vi scoccio oltre e vi lascio leggere questo capitolo,che
stranamente mi è piaciuto da subito quando l'ho scritto....
Buona lettura!
THE
BLACK SWAN
Ed io ti sento amore,
ti sento nel mio cuore,
stai riprendendo il posto che
tu non avevi perso mai,
che non avevi perso mai, **
POV
EDWARD
Mi sembrava impossibile che tutto stesse
filando liscio. Programmavo quella sorpresa da settimane, e finalmente
adesso avrei potuto metterla in pratica. Schiacciai il pulsante di
avvio di chiamata sul mio cellulare e sperai che anche
l’ultimo tassello fosse pronto.
“ Edward! ”, mi rispose una voce squillante
all’altro capo del telefono.
“ Tutto a posto Alice? ” le domandai. Ero
già nervoso e preoccupato che qualcosa andasse storto. Lei
dovette accorgesene perchè si premurò a
tranquillizzarmi.
“ Sì tranquillo," disse esasperata, "siamo tutti
qui seduti nel mio salotto e aspettiamo solo le tue
indicazioni.” La sentii sorridere, anche lei era eccitata
all'idea di far parte delmio piano.
“ Perfetto, non sai che peso mi togli dallo stomaco, temevo
che l’aereo ritardasse o che aveste dei problemi, il
traffico… ” Dissi tutto d'un fiato, lasciando che
l'ansia, che mi aveva attanagliato lo stomaco per tutta la mattina,
uscisse fuori.
“ Edward calmati, respira. È andato tutto bene,
non c’è nulla che andrà storto.
Piuttosto hai avvertito Bella?”
Oddio! Bella! Mi stavo dimenticando della parte più
importante del piano.
“ No, lo faccio subito! ” Dissi agitato.
“ Cosa? E se avessi altri impegni? Muoviti testone!
” Rise per l’epiteto con cui mi aveva definito.
Mi stupiva sempre il modo in cui il mio rapporto con Alice e Rosalie
fosse mutato con il passare del tempo: se prima avrebbero voluto
staccarmi la testa a morsi, per il mio comportamento da imbecille,
adesso erano diventate mie complici nell’opera di conquista
di Bella.
“ Tranquilla, è libera. E in caso contrario le
farò cambiare idea.” Dissi risoluto. In quel
momento mi venne in mente James, e un moto di rabbia mi
investì in pieno, facendomi stringere il telefono nella
mano. Mi dissi che non ci sarebbe stato più nessun James a
ostacolarmi. Bella mi apparteneva e volevo dimostrarglielo in tutti i
modi possibili. Per me non era solo la madre del mio bimbo,
era anche l'amore della mia vita.
“ Mi fido. A stasera, allora. Ciao. ” chiusi la
telefonata con Alice e mi apprestai a chiamare la sua migliore amica,
sperando che questa sorpresa le facesse capire quanto lei era diventata
importante per me.
POV BELLA
Guardavo
estasiata mio figlio che, con un pupazzo in mano,
stava facendo un ‘discorso’, di quelli tipici dei
bimbi di un anno, fatto di gorgoglii e urletti, che ti fanno sorridere
istantaneamente.
Il suono del mio cellulare mi ridestò da quella bolla
personale, e senza neppure vedere chi fosse risposi: “
Pronto? ”
“ Ehi hai da fare stasera? ” La voce allegra del
mio interlocutore mi fece sorride spontaneamente.
“ Buongiorno anche a te Edward. Comunque sì, ho un
appuntamento.” Gli dissi per stuzzicarlo. In
verità non era vero, ma volevo sentire la sua reazione.
Reazione che non si fece attendere.
Infatti la sua voce divenne subito seria e nervosa: “ E
potrei sapere con chi, se non ti dispiace? ”, aveva perso
tutto il suo buon umore.
“ Con un uomo per cui credo di aver perso la testa:
è bello, simpatico e poi i suoi occhi blu sono talmente
profondi che potrei perdermici dentro.. ” finii la mia recita
sospirando, come una persona follemente innamorata.
“ Mi raccomando, quando lo vedi salutamelo. ”,
rispose freddo. Capii, così, di aver fatto centro. Mi chinai
verso Matthew e gli avvicinai il telefono, per far sentire a quel
zuccone con chi parlavo.
“ Amore mio ti saluta papà.. ”, scoppiai
a ridere, mentre mio figlio mi guardava stranito e Edward aveva perso
l’uso della parola.
Quando si riprese mi disse “ Sei proprio spiritosa, sai?
Allora adesso vuoi fare la seria e dirmi se sei libera? Ovviamente
Matthew verrebbe con noi. ” Lo sentii sorridere al solo
nominare il nostro bambino. Era davvero un padre dolcissimo.
“ Sì certo che sono libera ”. Dissi
ovvia.
“ Perfetto, allora passo a prendervi verso le sette, ok?
” Il buon umore gli era tornato.
“ Va bene, ma dove mi porti? Per aver un’idea su
cosa indossare..”, non era vero. Non mi interessava il
vestiario, ero solo maledettamente curiosa.
“ Niente di speciale, va benissimo anche una tuta.”
Una tuta? Mi stupii della sua risposta. Dove diavolo poteva portarmi,
per indossare una tuta?
“ Guarda che metto sul serio la tuta, quindi poi non
lamentarti ”, scherzai.
“ Tranquilla, sei stupenda anche con quella, quindi non
preoccuparti. A stasera. ” e riattaccò senza
lasciarmi il tempo di rispondergli, mentre il mio cuore aumentava la
sua corsa per il complimento appena ricevuto. Mi stupiva sempre quando
mi faceva questi complimenti o mi guardava in un certo modo. Ci sapeva,
decisamente, fare.
Subito dopo aver attaccato con Edward chiamai Alice per raccontarle
quanto era successo, ma la mia amica fu piuttosto veloce nel
liquidarmi, adducendo come scusa che anche lei quella sera
avrebbe avuto un appuntamento con Jasper e, quindi, doveva correre dal
parrucchiere. Rosalie, invece, non potevo chiamarla perché
era a lavoro.
Trascorsi il resto della mattina a giocare con mio figlio, colorando e
facendo le costruzioni.
Nel pomeriggio feci il bagnetto a Matthew, che lo fece a me schizzando
l’acqua dappertutto, e poi ci preparammo per la sera,o meglio
preparai lui; io indossai un panta-collant color vinaccio e
una canotta bianca, legai i capelli in una coda e indossai le mie
adorate converse: in fondo Edward aveva detto che anche in tuta sarei
stata perfetta,e quindi perché non sfruttare
l’occasione?! così almeno per una sera non avrei
sofferto il mal di piedi.
Puntualissimo come sempre, Edward ci venne a prendere, e dopo che si
spupazzò per bene suo figlio fummo pronti per partire.
“ Immagino che non mi dirai mai dove siamo diretti?!
” Chiesi, scettica, alzando un sopracciglio, conoscendo
già la risposta.
“ Immagini bene. " Girandosi verso di me e sorridendomi
sgembo.
" Anzi stavo dimenticando una cosa! ”. Mise la freccia e
accostò, io lo guardai stupita, non capendo cosa volesse
fare, poi tirò fuori dalla tasca dei jeans una benda nera.
“ Cosa hai intenzione di fare con quella? ”, quasi
urlai, sgranando gli occhi.
“ Bella non voglio sentire scuse, devi indossare questa.
” disse, cercando di avvicinarsi a me, io lo scacciai con un
leggero schiaffo sul braccio.
“ Sei matto se pensi che io indosserò una benda.
” precisai, incrociando le braccia al petto. Lui
sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“ Non abbiamo tutta la notte Bella. Forza non fare la
bambina, anche Matthew vuole che la indossi, vero amore di
papà? ”.
Iniziò a fare cenno di sì con la testa verso mio
figlio, il quale, come sempre, diede ascolto al padre e disse
“ Ti, ti, ti ” ridendo felice, anche se non aveva
capito nulla di quello che avevamo detto. A quel punto fui io a
sbuffare e, slacciandomi la cintura di sicurezza, mi voltai dando le
spalle ad Edward in modo che mi potesse bendare.
Il resto del viaggio fu noiosissimo per me, non facevo altro che
lamentarmi, ma non era facile stare in una macchina senza sapere dove
fossimo diretti e senza avere una precisa cognizione del tempo che
passava. Dopo quelle che a me parvero ore, sentii l’auto
rallentare e capii di essere arrivati a destinazione. Portai
le mie mani vicino la benda ma, prima che potessi fare qualsiasi
movimento, Edward mi bloccò con le sue, ebbi un fremito, ma
feci finta di nulla.
“ Non è ancora il momento! Abbi un altro
po’ di pazienza e poi potrai toglierla. ” la voce
calda vicino all'orecchio. Detto ciò scese dalla macchina e
dal rumore capii che aveva preso Matthew dal seggiolino. Ad un tratto
la mia portiera venne aperta e qualcuno mi prese per mano: capii subito
che non era Edward, perché le mani della persona in
questione erano più piccole e con unghie lunghe,
dovevano appartenere ad una donna. Naturalmente alla mia
domanda su chi ci fosse lì con me non ottenni risposta, la
situazione cominciava a scocciarmi. Fui condotta da qualche parte e poi
la persona dietro di me mi sciolse la benda: istintivamente chiusi gli
occhi per non essere accecata e li riaprii piano, ma non vedevo nulla,
era tutto buio e il fatto di non sapere dove fossi mi incuteva un certo
timore. A tentoni cercai l’interruttore e fortunatamente lo
trovai subito, prima che la paura crescesse in me, e accesi la luce: mi
trovavo nel camerino di un teatro, su una sedia vi era una custodia per
vestiti con un bigliettino sopra, sul quale, vergato con una
calligrafia che riconobbi essere quella di Edward. Vi era scritto:
Metti questi e vai sul palco. Il tuo principe ti aspetta.
Con mani tremanti misi la custodia contente il vestito
sull’apposito appendino e feci scorrere la zip: il fiato mi
si bloccò in gola quando ne vidi comparire un
tutù nero che avrei riconosciuto tra mille: era quello che
indossava Odile per la sua variazione, nel terzo atto de Il lago dei
cigni.
Guardandomi intorno notai che nella stanza vi era tutto
l’occorrente che mi sarebbe servito: calze, forcine per i
capelli e le mie scarpette da punta. A quel punto capii che
la ragazza che mi aveva condotto lì fosse stata Alice.
Ancora incredula indossai con cura le calze, mi acconciai i capelli in
una crocchia stretta, misi il vestito e poi presi le scarpette. Calzai
la prima scarpetta, dopo tanto tempo una sensazione di
felicità, mista a malinconia, si impossessò di me
e non riuscii a frenare una lacrima, che lasciai libera di scendere
lungo la mia guancia. Quando fui pronta, mi guardai un attimo allo
specchio, presi un profondo respiro e mi diressi fuori. Ero estasiata,
non riuscivo ancora a capire cosa stesse per accadere, così
feci come mi disse Edward ed andai sul palco. Rimasi schoccata per
l'ennesima volta, quella giornatadove trovai lui vestito da principe
Sigfried.
Mi venne accanto,prendendomi le mani tra le sue e prima che potessi
dire qualsiasi cosa,parlò lui per me.
“ Il teatro non sarà pieno come durante un vero
spettacolo, ma ci sono tutti quelli che contano per te ” ,
così dicendo fece un segnale e si aprì il
sipario: in sala c’era la sua famiglia, Rosalie con Emmett,
Alice con Jasper (la mia amica me l’avrebbe pagata,
perché era evidente che sapeva) e… i miei
genitori?! Mi portai una mano alla bocca per evitare di urlare dalla
felicità e stupita mi voltai verso di lui: da quando ero
lì non avevo detto una sola parola così mi
sforzai di far uscire la voce “ Loro cosa ci fanno qui? Come
sono arrivati? ” sorrise del mio stupore
“ Sono arrivati con l’aereo. Sul perché
sono qui credo sia ovvio: non vedi la tua famiglia da troppo tempo, non
conoscono neanche Matthew e quindi li ho convinti a venire ”
Lacrime di gioia solcarono le mie guance,e prima che potessi
replicare,mi poggiò un dito sulle labbra,e riprese a parlare
“ Non è il momento per far domande. Qui
c’è gente che aspetta impaziente di vederti
ballare,quindi basta piangere ” e così dicendo
prese il mio viso tra le sue mani,e con i pollici spazzò via
le lacrime dalle mia guance,per poi poggiare delicatamente la sua
fronte sulla mia “Pronta? ”
Annui semplicemente,lui mi sorrise,mi prese per mano e mi condusse in
posizione,facendo poi segno a qualcuno di attaccare la musica.
Quando le prime note si librarono nell’aria,la magia che la
musica aveva sempre avuto su di me tornò ad
avvolgermi,così scollegai il cervello e iniziai a lasciarmi
trasportare dalla note,mettendo tutta me stessa in quei passi,dando il
meglio per la mia famiglia.
Non era la prima che mi sarei aspettata,quella che sognavo da una
vita,ma questa era migliore,era speciale,lì
c’erano tutte le persone più importanti della mia
vita,e tutto quello che aveva fatto Edward per me,in tutto quel
tempo,mi aveva dato la conferma che i suoi sentimenti per me fossero
reali,che avrei potuto contare su di lui per sempre e ciò mi
fece sentire come se volassi,tanta era la felicità che
provavo. Quando arrivò il momento dei fouetté per
un attimo mi bloccai: ero fuori allenamento da due anni,e la caviglia
avrebbe potuto non reggermi,ma un sorriso splendido di Edward mi diede
coraggio e così mi misi in posizione e prendendo un profondo
respiro,cominciai. Non staccai un attimo gli occhi da quelli di
Edward,usandolo come punto fisso per non perdere la traiettoria,e
quando oramai ero alla fine,li vidi riempirsi di gioia e farsi lucidi
perché ero riuscita a completare i trentadue giri! E
l’applauso che si levò dalla platea fu
meraviglioso.
Dopo la posa finale,non appena Edward mi mise giù,lo
abbracciai stretto,dimenticandomi che avremmo dovuto ringraziare il
nostro pubblico,cogliendolo di sorpresa; rimanemmo così per
quelle che a me parvero ore,beandomi della sua stretta,e quando lo
allontanai un po’ da me,stringendogli le mani,gli dissi
“ Grazie ” guardandolo dritto negli
occhi,perché in quel momento non trovavo parole adatte a
fargli capire quanto quel gesto mi avesse commosso e sperando che lui
cogliesse tutta la mia felicità per la sua sorpresa dal mio
sguardo.
Fummo però interrotti dai miei genitori che salirono sul
palco e mi strinsero forte a loro.
“ Bambina mia ” sussurrò mia madre che
tratteneva a stento le lacrime,baciandomi il viso e stringendomi a
sé,come me del resto. Poi fu il turno di mio padre,e vederlo
con gli occhi rossi,segno evidente che anche lui non era riuscito a
trattenere le lacrime,mi fece commuovere ancor di più;
quando le sue braccia si strinsero intorno a me,mi sentii di nuovo a
casa,di nuovo la piccola Bella che adorava essere coccolata dal suo
papà.
Quando vidi Alice, finsi di essere arrabbiata con lei per avermi tenuto
nascosto tutto, ma durò solo un attimo,il tempo di gettarle
le braccia al collo.
“ Grazie ” le sussurrai all’orecchio.
“ Non devi ringraziare me, ha fatto tutto Edward, io sono
solo andata a recuperare i tuoi in aeroporto ” la sua
risposta mi stupì, perché a quel punto ero certa
che il viaggio dei miei fosse stato pagato da Edward.
Prima che potessi nuovamente avvicinarmi a lui, i miei genitori mi
reclamarono tutta per loro, e in effetti anche io avevo voglia di stare
in loro compagnia,così rivolsi un’occhiata ad
Edward, che con un sorriso, mi fece capire che avremmo avuto tempo per
parlare.
** La voce del silenzio, Andrea Bocelli
http://www.youtube.com/watch?v=liX1exuIkks&feature=related
Questo è link se qualcuno di voi volesse vedere il pezzo
ballato da Bella: è uno dei momenti più belli de
" Il lago dei cigni ". Se invece siete curiose di vedere solo i
fouettè,e vi giuro che perdere alcuni secondi per vederli ne
vale la pena, andate direttamente al minuto 5
Allora,
alcune di voi avevano chiesto che Edward facesse una sorpresa a Bella
ed eccovi accontentate; in realtà era già tutto
previsto nella mia mente, ma il fatto che alcune di voi me lo abbiano
chiesto nelle recensioni mi fa capire quanto teniate alla storia e che
siete veramente in sintonia con i personaggi ;)
Finalmente
tutto sembra filare liscio, vero?
Ci
sentiamo come sempre tra due settimane ragazze, bacioni Paola
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