Gimme your ass, damn cracked marimo
Titolo: Gimme your
ass, damn cracked marimo
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1314 parole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji, Accenni velati FRobin
Genere: Generale,
Vagamente
Erotico, Vagamente Ironico?
Rating: Rosso
spentissimo, praticamente arancione
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of Life, What if?
Piscina
dei prompt: Sanji/Zoro: "Che diavolo credi di fare!?"
Binks
Challenge: 26° Bagno
› 52° Sonnolenza/Stanchezza
Prompt: 16°
Argomento: Difetti
› Pigrizia
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Zoro
abbandonò senza delicatezza alcuna il peso con il quale si
era
allenato fino a quel momento, asciugandosi la fronte sudata con il
dorso della mano. Ciò a cui il suo corpo anelava
disperatamente,
oltre ad una buona dormita che l'avrebbe di sicuro rinvigorito, era una
bella doccia che avrebbe cancellato la stanchezza che si portava
dietro. Una doccia gelata, possibilmente. Faceva un caldo bestiale,
quel
giorno, e forse non era stata proprio una delle sue idee più
brillanti quella di sfidare il clima e di dedicarsi in modo estenuante
ai
propri allenamenti.
Fu dunque bofonchiando chissà
cosa contro se
stesso che
si diresse verso il bagno, pregustando già una bella
rinfrescata; aveva visto solo di sfuggita i restanti membri
dell'equipaggio, anch'essi sfiacchiti dall'afa che sembrava aver
avvolto la Sunny come una bolla da una buona manciata d'ore. E in quel
momento non se l'era proprio sentita di biasimarli, giacché
aveva ammesso a sua volta che il caldo era decisamente insostenibile;
persino Rufy, di solito il più attivo della ciurma, se n'era
rimasto mollemente afflosciato sulla polena, con la lingua praticamente
penzoloni al di fuori della bocca.
Il Vice Capitano si chiuse ben presto
alle spalle la porta
del
bagno, lasciando in un punto
imprecisato di esso il cambio che si era portato dietro. Quando poi,
completamente nudo, si ritrovò al di sotto del getto gelido
che
gli inumidiva il capo e si insinuava fra i suoi capelli, lavandogli via
la stanchezza e il sudore che aveva accumulato nelle ultime ore, non
poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un lunghissimo
sospiro
di sollievo; poggiò le mani sul muro che aveva dinanzi e, a
testa china, osservò i rivoletti d'acqua che correvano lungo
il
suo petto e ancor più giù, verso il basso ventre
e le
cosce prima di venire inghiottiti dallo scarico.
Stava così bene,
là sotto, che quasi
quasi
pensò di rimanerci più del necessario,
così da
rilassarsi come non aveva mai fatto realmente. Mancavano solo del
sakè e degli onigiri e sarebbe stato davvero tutto perfetto,
a
ben pensarci. Alzò il capo per far sì che l'acqua
gli
bagnasse il viso e glielo rinfrescasse, socchiudendo gli occhi e
concentrandosi unicamente sul suono assordante che gli riempiva le
orecchie; e forse fu proprio per quel motivo che non si accorse dei
passi leggeri alle sue spalle, sussultando quando si rese conto che
quelle che gli avevano cinto la vita erano due braccia sottili che
conosceva fin troppo bene.
«Che diamine ci fai qui dentro, cuoco?»
domandò a quell'inatteso intruso, con il tono
più
calmo e pacato che riuscì a trovare. Ma non aveva niente di
meglio da fare che rompergli le scatole anche nei suoi momenti di
relax, quello stupido damerino dal ridicolo sopracciglio? Di solito se
ne stava in cucina a preparare chissà cosa per le sue
due muse - rimediandoci sguardi di avvertimento da Franky quando faceva
troppo lo scemo con Robin, ma per lui sembravano essere futili dettagli
-, cinguettando allegramente intorno a loro con l'aria di un
perfetto cretino.
La risata che sopraggiunse in risposta, però,
risuonò troppo vicina al suo orecchio. Maledettamente
vicina e anche altamente maliziosa, secondo il parere dello spadaccino.
«Esattamente quello che ci fai tu, marimo»,
soffiò il cuoco, rinserrando di poco la presa. Con quel modo
di
fare riuscì solo ad irritare maggiormente Zoro, che
imprecò a denti stretti.
«Avresti potuto aspettare che uscissi, idiota»,
sbottò, con le mani ancora poggiate contro il muro. Avrebbe
dovuto chiudere la porta a chiave, accidenti. Ma come avrebbe potuto
immaginare che quello stupido cuoco, pur sentendo distintamente lo
scrosciare dell'acqua della doccia, avrebbe bellamente deciso di
ignorarla e di entrare lo stesso? Spogliandosi a sua volta senza tanti
complimenti, per giunta?
Sentì Sanji premere il proprio petto contro la sua schiena,
e si
riscoprì a trattenere il respiro quando avvertì
la sua
virilità strusciare pericolosamente su di sé.
«E
dove sarebbe stato il divertimento, spadaccino?»
rimbeccò
poi al suo orecchio, afferrando fra i denti uno dei suoi orecchini; lo
succhiò avidamente insieme al lobo a cui era ancorato,
scendendo
poi con le labbra per catturare i rivoli d'acqua che gli scorrevano
lungo il collo, e Zoro, pur mordendosi il labbro inferiore, non
poté comunque fare a meno di lasciarsi sfuggire un gemito
che si
perse fra il suono scrosciante della doccia. Che cosa aveva
intenzione di fare, quel cuoco? La risposta gli giunse immediata
quando, senza il benché minimo
preavviso, sentì una mano scivolare in avanti,
sfiorando così la punta del
suo
membro.
E fu a quel punto che il Vice Capitano
sgranò gli
occhi, allibito.
«C-Che diavolo credi di fare, cuoco?!»
sbraitò, scostandolo immediatamente da sé senza
dar peso
alla nota lamentosa che sentì nella voce del compagno quando
gli
borbottò contro chissà cosa. Era troppo impegnato
a
frenare il proprio cuore che batteva all'impazzata per prestargli
realmente ascolto.
Però Sanji tornò
immediatamente
all'attacco,
approfittando del fatto che lo spadaccino, per scansarlo, si fosse
girato per dare le spalle alla parete; fu dunque il suo turno di
poggiare le mani su di essa, inchiodando l'altro al muro senza
concedergli via di scampo. «Come
siamo ritrosi, oggi», alitò serafico, sporgendosi
verso di
lui per ritrovarsi ad un centimetro dalla sua bocca. «Il
piccolo marimo ha paura, forse?»
Pur
cercando di non farlo, Zoro deglutì nell'avvertire le calde
labbra del cuoco carezzargli una guancia bagnata. «Esci
immediatamente da qui se non vuoi che ti cacci io, stupido torciglio»,
sibilò a denti stretti, afferrandolo saldamente per le
spalle
per scacciarlo. Dal canto suo, però, Sanji
interpretò
quel modo di fare come un consenso - aveva forse fatto finta di non
sentire le sue minacce o non se n'era minimamente preoccupato come suo
solito? -, facendo passare una mano sulle cosce muscolose del compagno
per farla scivolare poi nell'incavo del suo ginocchio e sollevargli
così la gamba; l'altra mano si insinuò vogliosa
tra la
parete umida e il corpo fumante dello spadaccino, scendendo piano verso
la fessura fra le sue natiche.
Al tocco di quelle dita che lo
violavano, Zoro si
inarcò
così tanto contro il corpo del cuoco che la schiena parve
sul
punto di spezzarsi, e nell'aprire la bocca per riprendere fiato
riuscì solo a far entrare all'interno una buona
quantità
d'acqua che scivolò lungo il mento e il collo; i rivoletti
vennero immediatamente catturati dalle labbra di Sanji che, spingendo
maggiormente indice e medio dentro di lui, si premurò di
fare in
modo che le loro erezioni si sfiorassero. A
quel fare lo spadaccino non riuscì ad impedire che
dalle sue labbra sfuggisse un sospiro soddisfatto, e nel momento stesso
in cui
quella bocca bollente scese a carezzare la cicatrice che aveva sul
petto e percorse in seguito i suoi addominali, disseminando una scia di
baci che
arrivava in prossimità del suo membro,
aprì di
scatto gli occhi con un grido soffocato,
risvegliandosi sudato ed eccitato fra le lenzuola. Che... diavolo?!
Si drizzò a sedere sulla
branda e si deterse il
sudore con un braccio, lo sguardo ostinatamente puntato
sull'evidente erezione che aveva fra le cosce; come diamine aveva fatto
a fare un sogno del genere? Ma, soprattutto, perché l'aveva
fatto? Lui
non era per niente adatto ad essere la parte passiva del loro rapporto,
nossignore. Eppure il suo fratellino,
laggiù, aveva trovato quel sogno - e anche quello stupido
damerino e il modo in cui l'aveva stuzzicato per tutto il tempo -
particolarmente eccitante.
Nella penombra che avvolgeva la camerata
cercò
con gli
occhi la figura del cuoco in questione, vedendolo placidamente
addormentato nel proprio letto; e gli venne voglia di alzarsi e di
rifilargli un bel pugno in pieno viso non appena si accorse del sorriso
che gli incurvava le labbra, come se fosse stranamente soddisfatto.
Forse era meglio non sapere che cosa stava sognando.
Una cosa, però, la sapeva di sicuro: quello stupido cuoco
non sarebbe mai
stato sopra. Parola di Roronoa Zoro.
_Note inconcludenti dell'autrice
Credevate
che ci fosse sul serio uno Zoro passivo, eh? v.v
Sono per il reverse, ma Sanji seme con Zoro non ce lo vedo. Nossignore.
Allora viene da chiedersi perché abbia scritto una SanZo
invece
di una ZoSan come mio solito, e a questo posso solo rispondere con...
boh v.v
Sarà che Yamato sa rendere bello anche ai miei occhi Sanji
seme, per quanto io preferisca che sia Zoro la parte attiva del
rapporto. Ecco, dopo questa spiegazione campata per aria potete anche
accopparmi o lanciarmi pomodori v.v *Si mette in posa, cercando
però di proteggere i capelli appena gellati*
Nay, okay, sono pazza e la nipotola voleva uccidermi quando ha creduto
che avessi davvero scritto una Sanji/Zoro, ma questo non c'entra nulla ♪~
Come
sempre, però, commenti e critiche son ben accetti :3
Alla
prossima. ♥
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