«Ma
voi, mia cara Elena, voi chi amate in realtà? Il dolce e
tormentato Stefan Salvatore oppure il fratello ribelle e testardo
Damon? Sono curioso di sentire la vostra risposta».
Klaus legò Stefan e Damon con una catena colma di verbena.
«Ebbene? Sto aspettando la risposta. ad ogni minuto che
lascerete passare, infilzerò un paletto nei vostri
diletti».
«Vi prego, smettetela, vi prego!». Elena non sapeva
cosa fare in quel momento. Non sapeva quale risposta dare
all’originario, forse perché, in
realtà, non la conosceva nemmeno lei.
L’odore acre di quel posto, in cui Elena si trovava, era
terribilmente soffocante che riusciva quasi a sentirlo penetrare fin
sotto la pelle. Perle di sudore cominciavano a scendere silenziose e
lente dalla fronte della giovane, fino a raggiungere le
estremità esterne dei suoi occhi, in cui si confondevano con
le lacrime, mischiandosi ad esse.
Il respiro di Elena si faceva via, via sempre più ansimante
e il suo cuore accelerava i battiti ogni secondo di più.
Un urlo profondamente addolorato mozzò il fiato alla ragazza
che guardava disperata i due giovani di fronte lei.
«Damon!». Il fratello maggiore era appena stato
infilzato nell’addome da un paletto di legno. Klaus non stava
scherzando ed, in quel preciso momento, Elena se n’era resa
conto. Doveva fare subito qualcosa, ma cosa?
Il tempo scorreva fin troppo veloce e la giovane cominciò a
tremare per via del violento turbamento che cresceva dentro di lei.
Intanto, con assoluta rapidità, Klaus prese altri due
paletti e li conficcò entrambi nelle spalle di Stefan che,
con immenso dolore, riuscì a trattenersi
dall’urlare.
Elena li guardava. Li guardava entrambi ed uno spietato desiderio di
vendetta accresceva in lei per ogni secondo che passava.
«Basta!», urlò la ragazza con tutta la
voce che aveva in gola. Purtroppo, però, Klaus non le diede
molta importanza e ad Elena non rimase che fare l’unica cosa
stupida che avrebbe potuto compiere in quel momento. Si
scaraventò contro l’antico e si
aggrappò alle sue spalle, evitandogli di colpire uno dei
fratelli Salvatore.
Come Elena immaginava, però, questo suo atto avventato le
costò caro. Klaus la prese per i polsi ed in un attimo la
ragazza si ritrovò con la schiena per terra, immobilizzata
dal piede dell’antico che la calpestava come fosse un povero
insetto, minuscolo. La ragazza non riuscì a trattenersi dal
gridare e chiedere aiuto, mentre sentiva il suo addome fremere di
dolore. Riusciva a sentire ogni battito del suo cuore che diminuiva
ogni qualvolta Klaus faceva pressione su di lei.
Damon e Stefan, intanto, assistevano alla scena. Nei loro volti si
poteva scorgere la rabbia e il desiderio di aiutare la donna che
amavano.
Fu Stefan il primo a cercare di mettersi in piedi. Pur essendo stato
soggiogato dall’antico vampiro, il minore dei fratelli
Salvatore riusciva ancora a vedere Elena come la sua unica ragione di
vita. In un attimo il desiderio del suo sangue gli parve soltanto un
puntino in mezzo ad un cielo stellato. Adesso era solo la vita di Elena
l’unica cosa che contava. Stefan si avvicinò con
ferocia a Klaus che continuava a martoriare la povera ragazza distesa
per terra, quasi priva di vita. Il giovane si avventò verso
l’antico e puntò sulla sua gola. In quel momento
Damon si riprese, in quanto Stefan, dopo l’attacco, doveva
aver diminuito l’effetto del Potere di Klaus su di loro,
perché preso alla sprovvista. «Tu pensa ad Elena!
Con lui me la vedo io!». Stefan ammonì il fratello
con tono deciso e, per la prima volta, Damon fece ciò che il
fratello minore gli aveva chiesto di fare.
Non appena ebbe Elena tra le braccia, Damon si sentì
sollevato nel sentire ancora il suo respiro, irregolare si, ma
c’era. «Metto Elena al sicuro e torno ad
aiutarti». Stefan non disse nulla, non lo guardò
neppure, perché era troppo concentrato su Klaus.
Nel momento in cui Damon stava per uscire da quell’inferno,
sentì qualcosa infilzarlo da dietro e cadde sulle ginocchia,
sempre con Elena tra le braccia.
«Non crederete davvero che vi lasci andare via in questo
modo?!». Klaus si avvicinò a Damon e con forza
fece penetrare ancora di più il paletto. Il viso di Damon si
contrasse in un’espressione di dolore a dir poco
agghiacciante, ma non lasciò cadere Elena.
Stefan non era riuscito a far niente perché, senza nemmeno
rendersene conto, si era ritrovato catapultato dall’altro
lato della “prigione”. «D-
Damon…».
«E adesso direi che mi avete proprio stancato. Questo gioco
è durato già abbastanza». Con un calcio
violento Klaus fece cadere lateralmente Damon ed Elena. Subito dopo
prese la ragazza tra le sue braccia e la poggiò con
noncuranza alla parete imbrattata di sangue. «È
arrivato il momento di annullare la maledizione che non mi permette di
uscire alla luce del sole.»
L’antico si avvicinò nuovamente a Damon e lo
trascinò affianco ad Elena, legandolo con corde imbevute di
verbena che, con il passare del tempo, avevano reso Klaus immune al suo
effetto. Lo stesso fece con Stefan. Posizionò Elena al
centro, mentre Damon alla sinistra della ragazza e Stefan alla sua
destra. «Ma guardate un po’ che bel quadretto ho
davanti. L’umana che ha fatto innamorare due vampiri, ma che,
tuttavia, non sa chi amare di più». Klaus rise con
acidità a quella sua stessa constatazione.
«Finalmente è arrivato il momento. La luna piena
è già sorta da qualche ora e
voi…be’, voi siete tutti qui. Ho tutto quello che
mi serve». Klaus si guardò intorno, come se fosse
in cerca di qualcosa che gli sfuggiva. «Mmh…manca
qualcosa», aggiunse infine, accompagnando
quell’affermazione con una smorfia leggermente irritata.
Intanto Stefan e Damon cercavano, con tutte le loro forze, di muoversi
per liberarsi, anche in minima parte, da quelle corde che sembravano
incendiare la loro pelle. Purtroppo, però, erano troppo
deboli, così tanto da non riuscire nemmeno a voltarsi per
controllare se Elena fosse ancora viva.
Klaus, nel contempo, camminava a destra e sinistra con il pensiero
rivolto a quel qualcosa che soltanto lui sapeva. Improvvisamente,
però, si fermò ed un sorriso sadico gli apparve
sul volto. L’antico si avvicinò a Damon e con poca
gentilezza gli afferrò la mano come se volesse controllare
qualcosa. Subito dopo fece lo stesso con Stefan e con uno
scattò violento si mise in piedi. «Si, ho proprio
tutto ciò che mi serve. Posso ben dirlo».
Finalmente Stefan riuscì a trovare la forza per parlare.
«Cos’hai in mente, Klaus? Cosa ti serve
ancora?».
Klaus si voltò a guardare il minore dei Salvatore ed un
sorriso beffardo si piantò sul volto
dell’originario. «Vedi mio caro Stefan, oltre a voi
tre avevo bisogno di una particolare pietra che conosciamo bene. Un
pietra che, per noi, rappresenta quasi un gioiello per via del suo
valore inestimabile».
Allora Stefan capì. «I
lapislazzuli…».
Klaus sorrise compiaciuto dal fatto che Stefan avesse capito
così velocemente. «Ebbene si! Proprio quelli, ma
non semplici lapislazzuli. Avevo bisogno dei vostri!».
«E perché mai?», intervenne Damon a
questo punto. Sempre con la solita presunzione nella voce.
«Ti sei ripreso anche tu? Molto meglio
così». Disse Klaus con nonchalance. «Voi
sapete quanto me che la nostra razza è stata maledetta tempo
orsono. Questo avvenne per colpa di coloro che, oggi tutti, chiamano
“streghe”. Io fui uno dei primi vampiri creati, con
un potente veleno che le streghe stesse inventarono. Lo usarono per dar
vita a uomini che avrebbero dovuto combattere il male nel mondo, ma
l’effetto fu l’opposto. Loro crearono il male,
invece di distruggerlo». Klaus fece una breve pausa, ma
riprese subito il suo racconto. «Ovviamente si accorsero
subito di questo e cercarono di rimediare al loro errore sterminandoci
tutti. Purtroppo per loro, però, anche noi imparammo ad
usare il nostro Potere per difenderci, ma, soprattutto, per attaccare.
Distruggemmo interi villaggi, intere città uccidendo fino
all’ultima strega che vi era presente. Un giorno,
però, una donna, con poteri superiori alle altre,
tremendamente addolorata da tutte le morti che stavamo causando,
raccolse dentro di lei tutto il Potere che il suo corpo poteva
contenere. La natura si mise contro di noi e decise di aiutare quella
donna a fermarci. Ci lanciò una maledizione che, non ci
distrusse, ma limitò le nostre
capacità». Gli occhi di Klaus si erano fatti colmi
di rabbia, ma l’antico riusciva a mantenere lo stesso un tono
di voce abbastanza moderato. «Legò la nostra vita
alla notte e ci allontanò dal giorno. In poche parole, non
fummo più liberi di vivere alla luce del sole, altrimenti
saremmo bruciati con esso. Dopo molti anni, fortunatamente, una giovane
strega si invaghì di un vampiro». E, proprio in
quel momento, sul volto di Klaus apparve un sorriso che fece intendere
di essere lui quel vampiro. «che, ingannandola,
riuscì a convincerla a trovare un rimedio per questa
maledizione, facendole credere che soltanto in questo modo avrebbe
potuto vivere con lei per sempre. La ragazza, molto ingenuamente, si
lasciò convincere e, con qualche sotterfugio,
riuscì ad ingannare la natura e a far si che un elemento che
vi appartenesse diventasse uno dei migliori amici di un vampiro. La
strega usò il suo incantesimo su un lapislazzulo e la magia
riuscì. Felice per aver ridato “vita” al
suo amore, la giovane gli spiegò come aveva fatto, non
potendo immaginare che il vampiro se la sarebbe tolta di torno non
appena avesse finito di spiegargli tutto. E così fece. Uccise
la ragazza bevendo fino all’ultima goccia del suo sangue e,
legando il lapislazzulo ad un filo sottile, se lo appese al collo.
L’indomani si accertò di poter uscire alla
luce del sole e, non appena si accorse che il sole non gli dava alcun
fastidio, capì che sarebbe potuto diventare il vampiro
più potente in assoluto».
«Hai fatto davvero tutto questo?»,
domandò Damon con uno strano tono di voce.
Klaus annuì, sorridendo sadicamente. «Dopo molto
tempo, venni a conoscenza di una leggenda che diceva che
“due fratelli vampiri si faranno la lotta per secoli e
secoli. Divisi dall’amore per la stessa
donna…un’umana. Saranno loro tre a far si che la
maledizione del sole venga spezzata. Con la loro morte i vampiri
avranno la loro libertà”».
«E a cosa servono i nostri lapislazzuli?», chiese
Stefan.
«Ho bisogno di bruciarli per far in modo che il rito
cominci», rispose Klaus freddamente. «Credo di
avervi spiegato tutto. Adesso è tempo di cominciare. Non
è stato detto chi deve morire per prima, quindi
comincerò casualmente». Detto questo Klaus
guardò i tre giovani, finché il suo viso si
posò su quello di Elena. Damon e Stefan se ne accorsero.
«Non osare toccarla un’altra volta!», lo
ammonì Damon con profonda indignazione.
Stefan cominciò ad agitarsi cercando, inutilmente, di
liberare i polsi. «Prendi me, ma risparmiala».
«Ma che scena orribilmente romantica. Volete, entrambi,
sacrificarvi per lei…ma tranquilli, non appena
avrò finito con Elena sarà il vostro
turno».
Klaus si avvicinò ad Elena e tirando fuori i canini aguzzi
cominciò a succhiare il sangue della ragazza.
Damon e Stefan assistevano addolorati alla scena che gli si presentava
davanti. Sul viso di entrambi i fratelli potevano notarsi delle lacrime
amare scorrere sui loro volti. Intanto il cuore di Elena cominciava a
diminuire i battiti.
Improvvisamente una voce sembrò avventarsi contro Klaus,
fino a scaraventarlo contro la parete opposta.
Damon e Stefan si guardarono perplessi e, subito dopo, si accorsero che
due ragazze erano di fronte a loro: Bonnie e Meredith.
Il più grande dei Salvatore le guardò
meravigliato, mentre Stefan le aveva riconosciute, ma non aveva mai
avuto modo di incontrarle personalmente. «Voi cosa ci fate
qui?», domandò Damon.
«Siamo venute a salvarvi!», rispose Meredith con
finta soddisfazione.
Subito dopo Damon guardò Bonnie, che se ne stava immobile
dietro la sorella, ma con un evidente aspetto diverso. Meredith
capì che Damon voleva delle spiegazioni. «Deve
restare concentrata per tenere bloccato Klaus. Non chiedermi da dove le
sia uscito fuori tutto questo Potere, perché non ne ho la
più pallida idea. So soltanto che con un battito di ciglia
è riuscita a tirarci fuori dal quel posto in cui TU ci avevi
rinchiuse!». La ragazza slegò i polsi di Damon e
Stefan.
«Ne avete ancora per molto?», chiese Bonnie che
stava scemando le sue forze. «Occupatevi di Elena.
Forza!», aggiunse.
Fu Stefan il primo a prendere Elena tra le proprie braccia, dolcemente,
e a stringerla a sé. Damon lo guardò con
un’espressione apparentemente priva di emozioni, ma non disse
nulla.
Il più grande dei Salvatore si avvicinò a Klaus e
gli conficcò un paletto dritto sul cuore e si
avviò, insieme agli altri, verso l’uscita.
«Adesso è tutto finito», disse Bonnie
estremamente sollevata. Si avvicinò verso Elena e, con uno
strano incantesimo, fece si che la ragazza aprisse gli occhi.
«Come hai fatto ad imparare tutto ciò in
così poco tempo?», le domandò Damon.
«Il tempo, per certe cose, è relativo»,
fu l’unica risposta di Bonnie che, senza rendersene conto,
era diventata rossa quasi come i suoi capelli.
Elena aprì gli occhi e si ritrovò tre paia di
occhi rivolti verso di lei. «Ch- che cosa è
successo?». La fanciulla sentiva qualcosa di morbido sotto il
suo capo. Stefan la stava sorreggendo con delicatezza.
«Amore mio…», furono le prime parole che
Stefan le rivolse.
«Stefan». Elena non potè far a meno di
piangere per la felicità di essere tra le braccia del suo
amato. Avrebbe voluto dirgli che lo amava, che lo amava alla follia, ma
non poteva farlo…non poteva perché
c’era Damon ed, in fin dei conti, lei amava anche lui. Si
girò verso Damon e gli sorrise ed il giovane non
potè far a meno di ricambiare. Gli prese una mano e se la
strinse forte al cuore e fece lo stesso con quella di Stefan.
«Questo è vostro. Non potrà mai essere
soltanto di uno di voi due. Questo è ciò che, in
realtà, vi tiene uniti e non potete dividerlo».
A quelle parole Damon e Stefan sentirono una fitta allo stomaco. Non
riuscivano a comprendere il senso di ciò che Elena aveva
appena detto loro.
«Ma…Elena…». Stefan fu
bloccato dal dito della ragazza che gli chiuse dolcemente le labbra.
Un battito di mani interruppe quella situazione. «Oh, scusate
se vi ho interrotto, ma dovrei sistemare qualcosa». Klaus si
avventò con violenza verso Bonnie e la fece sbattere contro
il ramo di un albero, facendole perdere i sensi. Subito dopo
attaccò Damon e, con una spinta lo fece volare per,
all’incirca, dieci metri. Infine, raggiunse il suo obiettivo:
Stefan.
Con un ramo, accuratamente appuntito, Klaus si avventò su
Stefan, ma Elena gli fu subito davanti e ricevette il colpo al suo
posto.
Un urlo agghiacciante uscì dalla bocca di Stefan che, in
pochi secondi, cominciò a ricoprirsi di
sangue…del sangue di Elena. «Elena!
Elena…ti prego rispondimi! Elena! Perche…?
Perché l’hai fatto?», la strinse a
sé con tutta la dolcezza e delicatezza possibile.
«Amore mio, ti prego…non puoi lasciarmi. Ti
prego!».
Klaus assisteva compiaciuto alla scena quando, ad un tratto, si
bloccò e cadde a terra. «Ma…ma
cosa…?».
Damon l’aveva colpito alle spalle, non era stata una mossa
corretta, ma nemmeno Klaus lo era stato fino ad ora. Il giovane vampiro
teneva tra le mani un paletto colmo di sangue.
«Damon…ma che…?». Stefan non
riusciva a capire cosa fosse successo.
«Il…il sangue di Elena ha…ha originato
questo paletto di…biancospino». Damon era ancora
sotto shock. «Non so…era…ho capito che
avrebbe fermato Klaus una volta per tutte, ma non so come o
perchè».
Bonnie si avvicinò dolorante «Sono state le
streghe. Loro ti hanno dato il modo per fermarlo, con l’aiuto
della natura. Soltanto tu o Stefan potevate farlo,
ma…». Si interruppe.
«Ma cosa?».
«Ma Elena sarebbe dovuta morire…era
l’unico modo», concluse piangendo.
Damon si inginocchiò affianco il fratello e, con il viso
devastato dal sangue, si avvicinò al volto di Elena che
sembrava essersi addormentata. «Non può essere.
Possiamo ancora fare qualcosa. Dobbiamo!». Le emozioni del
giovane si erano accavallate come onde in un mare in tempesta. Rabbia,
collera, rancore, odio…tutte emozioni negative avevano preso
possesso del suo corpo.
«Damon!», lo ammonì Stefan che piangeva
amaramente. I due fratelli si guardarono e capirono che il momento era
ormai giunto. Annuirono entrambi, come se si fossero detti qualcosa in
silenzio, e dopo aver poggiato il corpo di Elena tra le braccia di
Meredith, Stefan si mise in piedi insieme al fratello.
«Co- cosa avete intenzione di fare?». Meredith
cominciò a tremare per via della brutta sensazione che stava
emergendo in lei.
«Non potete farlo! Lei non lo avrebbe voluto! Damon
no!», li ammonì Bonnie piangendo. Aveva capito
quali fossero le intenzioni dei due vampiri.
Damon e Stefan si avvicinarono in quello spazio della foresta da cui,
tra non molto, sarebbe sorto il sole e si tolsero i lapislazzuli che
portavano nelle mani.
«Non possiamo vivere senza di lei. Ci sta aspettando e, non
appena il sole sorgerà, la raggiungeremo». Damon
guardò il fratello con un sorriso amaro.
«Non abbiate pena per noi. È quello che
vogliamo…soltanto questo: vogliamo raggiungerla»,
aggiunse Stefan.
Bonnie e Meredith non sapevano cosa fare, cosa dire, se intervenire.
L’unica cosa che riuscirono a fare fu scoppiare in un pianto
a dirotto, ma niente più parole…avevano capito
che, quei due, non avrebbero potuto vivere senza la loro Elena,
perché era lei a tenerli uniti.
Passarono pochi minuti ed, improvvisamente, la luce del sole
cominciò a trapelare tra i rami degli alberi. Bonnie si
portò le mani davanti la bocca, mentre Meredith strinse
Elena tra le sue braccia e avvicinando le sue labbra
all’orecchio della fanciulla che giaceva su di lei disse:
«Stanno arrivando Elena. Stanno tornando da te, dove
è giusto che siano. Siate felici, ovunque vi
ritroverete» e le baciò la fronte.
«Torneranno Meredith…in un’altra vita,
tra molti anni, tutti e tre torneranno e la loro storia non
morirà mai», concluse Bonnie.
Intanto di Damon e Stefan, adesso, non rimaneva che cenere.
Note
d'autore:
L'ultimo capitolo :') Oddio...non potete capire...ho quasi le lacrime
agli occhi. Dopo avervi fatto aspettare per mesi e mesi, eccomi con la
conclusione di questa storia.
E' un finale molto triste, lo so, però credo sia il
più azzeccato. Cioè, è bello quando si
ha un lieto fine, ma per me questa fic era meglio chiuderla
così.
In fin dei conti, dovevo collegare questi antenati ad i nostri
personaggi originali, no? >.<
Comunque...mi scuso immensamente per il ritardo, ma in questi ultimi
mesi sono stata troppo impegnata e con poca ispirazione *perdono*.
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e voglio ringraziare chi ha
continuato a seguirmi nonostante il ritardo.
Quest'anno sono d'esami e non ho il tempo materiale per scrivere :(
Grazie mille a tutte voi che avete "amato" la mia storia...mi
mancherà non continuarla più...pfu.
See you soon XO
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