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Autore: Leuviah_Utopia    27/01/2012    1 recensioni
Il legame che c'è tra Elena Gilbert e i fratelli Salvatore non potrà mai essere spezzato. E se questi fossero legati tra di loro da una storia vissuta centinaia di secoli fa...magari nel Medio Evo? Il destino ha deciso che i nostri giovani eroi saranno uniti per sempre da un nodo "inscindibile", che prima di loro, aveva unito le vite dei loro antenati...
Tutto potrebbe risolversi con una scelta...a meno che...
"Ti manca qualcosa. Sai di avere tutto, ma ti manca qualcosa che forse non potrai mai avere…" Pensò Elena.
La ragazza stava per lasciar andare un pianto silenzioso, come era ormai abituata a fare, quando sentì qualcuno afferrarle i fianchi da dietro e con delicatezza voltarla. Ad Elena si mozzò il fiato quando vide chi l’aveva stretta tra le braccia…
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti, Stefan Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Ma voi, mia cara Elena, voi chi amate in realtà? Il dolce e tormentato Stefan Salvatore oppure il fratello ribelle e testardo Damon? Sono curioso di sentire la vostra risposta».
Klaus legò Stefan e Damon con una catena colma di verbena. «Ebbene? Sto aspettando la risposta. ad ogni minuto che lascerete passare, infilzerò un paletto nei vostri diletti».
«Vi prego, smettetela, vi prego!». Elena non sapeva cosa fare in quel momento. Non sapeva quale risposta dare all’originario, forse perché, in realtà, non la conosceva nemmeno lei.

L’odore acre di quel posto, in cui Elena si trovava, era terribilmente soffocante che riusciva quasi a sentirlo penetrare fin sotto la pelle. Perle di sudore cominciavano a scendere silenziose e lente dalla fronte della giovane, fino a raggiungere le estremità esterne dei suoi occhi, in cui si confondevano con le lacrime, mischiandosi ad esse.
Il respiro di Elena si faceva via, via sempre più ansimante e il suo cuore accelerava i battiti ogni secondo di più.
Un urlo profondamente addolorato mozzò il fiato alla ragazza che guardava disperata i due giovani di fronte lei.
«Damon!». Il fratello maggiore era appena stato infilzato nell’addome da un paletto di legno. Klaus non stava scherzando ed, in quel preciso momento, Elena se n’era resa conto. Doveva fare subito qualcosa, ma cosa?
Il tempo scorreva fin troppo veloce e la giovane cominciò a tremare per via del violento turbamento che cresceva dentro di lei. Intanto, con assoluta rapidità, Klaus prese altri due paletti e li conficcò entrambi nelle spalle di Stefan che, con immenso dolore, riuscì a trattenersi dall’urlare.
Elena li guardava. Li guardava entrambi ed uno spietato desiderio di vendetta accresceva in lei per ogni secondo che passava. «Basta!», urlò la ragazza con tutta la voce che aveva in gola. Purtroppo, però, Klaus non le diede molta importanza e ad Elena non rimase che fare l’unica cosa stupida che avrebbe potuto compiere in quel momento. Si scaraventò contro l’antico e si aggrappò alle sue spalle, evitandogli di colpire uno dei fratelli Salvatore.
Come Elena immaginava, però, questo suo atto avventato le costò caro. Klaus la prese per i polsi ed in un attimo la ragazza si ritrovò con la schiena per terra, immobilizzata dal piede dell’antico che la calpestava come fosse un povero insetto, minuscolo. La ragazza non riuscì a trattenersi dal gridare e chiedere aiuto, mentre sentiva il suo addome fremere di dolore. Riusciva a sentire ogni battito del suo cuore che diminuiva ogni qualvolta Klaus faceva pressione su di lei.
Damon e Stefan, intanto, assistevano alla scena. Nei loro volti si poteva scorgere la rabbia e il desiderio di aiutare la donna che amavano.
Fu Stefan il primo a cercare di mettersi in piedi. Pur essendo stato soggiogato dall’antico vampiro, il minore dei fratelli Salvatore riusciva ancora a vedere Elena come la sua unica ragione di vita. In un attimo il desiderio del suo sangue gli parve soltanto un puntino in mezzo ad un cielo stellato. Adesso era solo la vita di Elena l’unica cosa che contava. Stefan si avvicinò con ferocia a Klaus che continuava a martoriare la povera ragazza distesa per terra, quasi priva di vita. Il giovane si avventò verso l’antico e puntò sulla sua gola. In quel momento Damon si riprese, in quanto Stefan, dopo l’attacco, doveva aver diminuito l’effetto del Potere di Klaus su di loro, perché preso alla sprovvista. «Tu pensa ad Elena! Con lui me la vedo io!». Stefan ammonì il fratello con tono deciso e, per la prima volta, Damon fece ciò che il fratello minore gli aveva chiesto di fare.
Non appena ebbe Elena tra le braccia, Damon si sentì sollevato nel sentire ancora il suo respiro, irregolare si, ma c’era. «Metto Elena al sicuro e torno ad aiutarti». Stefan non disse nulla, non lo guardò neppure, perché era troppo concentrato su Klaus.
Nel momento in cui Damon stava per uscire da quell’inferno, sentì qualcosa infilzarlo da dietro e cadde sulle ginocchia, sempre con Elena tra le braccia.
«Non crederete davvero che vi lasci andare via in questo modo?!». Klaus si avvicinò a Damon e con forza fece penetrare ancora di più il paletto. Il viso di Damon si contrasse in un’espressione di dolore a dir poco agghiacciante, ma non lasciò cadere Elena.
Stefan non era riuscito a far niente perché, senza nemmeno rendersene conto, si era ritrovato catapultato dall’altro lato della “prigione”. «D- Damon…».
«E adesso direi che mi avete proprio stancato. Questo gioco è durato già abbastanza». Con un calcio violento Klaus fece cadere lateralmente Damon ed Elena. Subito dopo prese la ragazza tra le sue braccia e la poggiò con noncuranza alla parete imbrattata di sangue. «È arrivato il momento di annullare la maledizione che non mi permette di uscire alla luce del sole.»
L’antico si avvicinò nuovamente a Damon e lo trascinò affianco ad Elena, legandolo con corde imbevute di verbena che, con il passare del tempo, avevano reso Klaus immune al suo effetto. Lo stesso fece con Stefan. Posizionò Elena al centro, mentre Damon alla sinistra della ragazza e Stefan alla sua destra. «Ma guardate un po’ che bel quadretto ho davanti. L’umana che ha fatto innamorare due vampiri, ma che, tuttavia, non sa chi amare di più». Klaus rise con acidità a quella sua stessa constatazione. «Finalmente è arrivato il momento. La luna piena è già sorta da qualche ora e voi…be’, voi siete tutti qui. Ho tutto quello che mi serve». Klaus si guardò intorno, come se fosse in cerca di qualcosa che gli sfuggiva. «Mmh…manca qualcosa», aggiunse infine, accompagnando quell’affermazione con una smorfia leggermente irritata.
Intanto Stefan e Damon cercavano, con tutte le loro forze, di muoversi per liberarsi, anche in minima parte, da quelle corde che sembravano incendiare la loro pelle. Purtroppo, però, erano troppo deboli, così tanto da non riuscire nemmeno a voltarsi per controllare se Elena fosse ancora viva.
Klaus, nel contempo, camminava a destra e sinistra con il pensiero rivolto a quel qualcosa che soltanto lui sapeva. Improvvisamente, però, si fermò ed un sorriso sadico gli apparve sul volto. L’antico si avvicinò a Damon e con poca gentilezza gli afferrò la mano come se volesse controllare qualcosa. Subito dopo fece lo stesso con Stefan e con uno scattò violento si mise in piedi. «Si, ho proprio tutto ciò che mi serve. Posso ben dirlo».
Finalmente Stefan riuscì a trovare la forza per parlare. «Cos’hai in mente, Klaus? Cosa ti serve ancora?».
Klaus si voltò a guardare il minore dei Salvatore ed un sorriso beffardo si piantò sul volto dell’originario. «Vedi mio caro Stefan, oltre a voi tre avevo bisogno di una particolare pietra che conosciamo bene. Un pietra che, per noi, rappresenta quasi un gioiello per via del suo valore inestimabile».
Allora Stefan capì. «I lapislazzuli…».
Klaus sorrise compiaciuto dal fatto che Stefan avesse capito così velocemente. «Ebbene si! Proprio quelli, ma non semplici lapislazzuli. Avevo bisogno dei vostri!».
«E perché mai?», intervenne Damon a questo punto. Sempre con la solita presunzione nella voce.
«Ti sei ripreso anche tu? Molto meglio così». Disse Klaus con nonchalance. «Voi sapete quanto me che la nostra razza è stata maledetta tempo orsono. Questo avvenne per colpa di coloro che, oggi tutti, chiamano “streghe”. Io fui uno dei primi vampiri creati, con un potente veleno che le streghe stesse inventarono. Lo usarono per dar vita a uomini che avrebbero dovuto combattere il male nel mondo, ma l’effetto fu l’opposto. Loro crearono il male, invece di distruggerlo». Klaus fece una breve pausa, ma riprese subito il suo racconto. «Ovviamente si accorsero subito di questo e cercarono di rimediare al loro errore sterminandoci tutti. Purtroppo per loro, però, anche noi imparammo ad usare il nostro Potere per difenderci, ma, soprattutto, per attaccare. Distruggemmo interi villaggi, intere città uccidendo fino all’ultima strega che vi era presente. Un giorno, però, una donna, con poteri superiori alle altre, tremendamente addolorata da tutte le morti che stavamo causando, raccolse dentro di lei tutto il Potere che il suo corpo poteva contenere. La natura si mise contro di noi e decise di aiutare quella donna a fermarci. Ci lanciò una maledizione che, non ci distrusse, ma limitò le nostre capacità». Gli occhi di Klaus si erano fatti colmi di rabbia, ma l’antico riusciva a mantenere lo stesso un tono di voce abbastanza moderato. «Legò la nostra vita alla notte e ci allontanò dal giorno. In poche parole, non fummo più liberi di vivere alla luce del sole, altrimenti saremmo bruciati con esso. Dopo molti anni, fortunatamente, una giovane strega si invaghì di un vampiro». E, proprio in quel momento, sul volto di Klaus apparve un sorriso che fece intendere di essere lui quel vampiro. «che, ingannandola, riuscì a convincerla a trovare un rimedio per questa maledizione, facendole credere che soltanto in questo modo avrebbe potuto vivere con lei per sempre. La ragazza, molto ingenuamente, si lasciò convincere e, con qualche sotterfugio, riuscì ad ingannare la natura e a far si che un elemento che vi appartenesse diventasse uno dei migliori amici di un vampiro. La strega usò il suo incantesimo su un lapislazzulo e la magia riuscì. Felice per aver ridato “vita” al suo amore, la giovane gli spiegò come aveva fatto, non potendo immaginare che il vampiro se la sarebbe tolta di torno non appena avesse finito di spiegargli tutto. E così fece. Uccise la ragazza bevendo fino all’ultima goccia del suo sangue e, legando il lapislazzulo ad un filo sottile, se lo appese al collo. L’indomani si accertò di poter uscire alla luce del sole e, non appena si accorse che il sole non gli dava alcun fastidio, capì che sarebbe potuto diventare il vampiro più potente in assoluto».
«Hai fatto davvero tutto questo?», domandò Damon con uno strano tono di voce.
Klaus annuì, sorridendo sadicamente. «Dopo molto tempo, venni a conoscenza di una leggenda che diceva che “due fratelli vampiri si faranno la lotta per secoli e secoli. Divisi dall’amore per la stessa donna…un’umana. Saranno loro tre a far si che la maledizione del sole venga spezzata. Con la loro morte i vampiri avranno la loro libertà”».
«E a cosa servono i nostri lapislazzuli?», chiese Stefan.
«Ho bisogno di bruciarli per far in modo che il rito cominci», rispose Klaus freddamente. «Credo di avervi spiegato tutto. Adesso è tempo di cominciare. Non è stato detto chi deve morire per prima, quindi comincerò casualmente». Detto questo Klaus guardò i tre giovani, finché il suo viso si posò su quello di Elena. Damon e Stefan se ne accorsero.
«Non osare toccarla un’altra volta!», lo ammonì Damon con profonda indignazione.
Stefan cominciò ad agitarsi cercando, inutilmente, di liberare i polsi. «Prendi me, ma risparmiala».
«Ma che scena orribilmente romantica. Volete, entrambi, sacrificarvi per lei…ma tranquilli, non appena avrò finito con Elena sarà il vostro turno».
Klaus si avvicinò ad Elena e tirando fuori i canini aguzzi cominciò a succhiare il sangue della ragazza.
Damon e Stefan assistevano addolorati alla scena che gli si presentava davanti. Sul viso di entrambi i fratelli potevano notarsi delle lacrime amare scorrere sui loro volti. Intanto il cuore di Elena cominciava a diminuire i battiti.
Improvvisamente una voce sembrò avventarsi contro Klaus, fino a scaraventarlo contro la parete opposta.
Damon e Stefan si guardarono perplessi e, subito dopo, si accorsero che due ragazze erano di fronte a loro: Bonnie e Meredith.
Il più grande dei Salvatore le guardò meravigliato, mentre Stefan le aveva riconosciute, ma non aveva mai avuto modo di incontrarle personalmente. «Voi cosa ci fate qui?», domandò Damon.
«Siamo venute a salvarvi!», rispose Meredith con finta soddisfazione.
Subito dopo Damon guardò Bonnie, che se ne stava immobile dietro la sorella, ma con un evidente aspetto diverso. Meredith capì che Damon voleva delle spiegazioni. «Deve restare concentrata per tenere bloccato Klaus. Non chiedermi da dove le sia uscito fuori tutto questo Potere, perché non ne ho la più pallida idea. So soltanto che con un battito di ciglia è riuscita a tirarci fuori dal quel posto in cui TU ci avevi rinchiuse!». La ragazza slegò i polsi di Damon e Stefan.
«Ne avete ancora per molto?», chiese Bonnie che stava scemando le sue forze. «Occupatevi di Elena. Forza!», aggiunse.
Fu Stefan il primo a prendere Elena tra le proprie braccia, dolcemente, e a stringerla a sé. Damon lo guardò con un’espressione apparentemente priva di emozioni, ma non disse nulla.
Il più grande dei Salvatore si avvicinò a Klaus e gli conficcò un paletto dritto sul cuore e si avviò, insieme agli altri, verso l’uscita.
«Adesso è tutto finito», disse Bonnie estremamente sollevata. Si avvicinò verso Elena e, con uno strano incantesimo, fece si che la ragazza aprisse gli occhi.
«Come hai fatto ad imparare tutto ciò in così poco tempo?», le domandò Damon.
«Il tempo, per certe cose, è relativo», fu l’unica risposta di Bonnie che, senza rendersene conto, era diventata rossa quasi come i suoi capelli.
Elena aprì gli occhi e si ritrovò tre paia di occhi rivolti verso di lei. «Ch- che cosa è successo?». La fanciulla sentiva qualcosa di morbido sotto il suo capo. Stefan la stava sorreggendo con delicatezza.
«Amore mio…», furono le prime parole che Stefan le rivolse.
«Stefan». Elena non potè far a meno di piangere per la felicità di essere tra le braccia del suo amato. Avrebbe voluto dirgli che lo amava, che lo amava alla follia, ma non poteva farlo…non poteva perché c’era Damon ed, in fin dei conti, lei amava anche lui. Si girò verso Damon e gli sorrise ed il giovane non potè far a meno di ricambiare. Gli prese una mano e se la strinse forte al cuore e fece lo stesso con quella di Stefan. «Questo è vostro. Non potrà mai essere soltanto di uno di voi due. Questo è ciò che, in realtà, vi tiene uniti e non potete dividerlo».
A quelle parole Damon e Stefan sentirono una fitta allo stomaco. Non riuscivano a comprendere il senso di ciò che Elena aveva appena detto loro.
«Ma…Elena…». Stefan fu bloccato dal dito della ragazza che gli chiuse dolcemente le labbra.
Un battito di mani interruppe quella situazione. «Oh, scusate se vi ho interrotto, ma dovrei sistemare qualcosa». Klaus si avventò con violenza verso Bonnie e la fece sbattere contro il ramo di un albero, facendole perdere i sensi. Subito dopo attaccò Damon e, con una spinta lo fece volare per, all’incirca, dieci metri. Infine, raggiunse il suo obiettivo: Stefan.
Con un ramo, accuratamente appuntito, Klaus si avventò su Stefan, ma Elena gli fu subito davanti e ricevette il colpo al suo posto.
Un urlo agghiacciante uscì dalla bocca di Stefan che, in pochi secondi, cominciò a ricoprirsi di sangue…del sangue di Elena. «Elena! Elena…ti prego rispondimi! Elena! Perche…? Perché l’hai fatto?», la strinse a sé con tutta la dolcezza e delicatezza possibile. «Amore mio, ti prego…non puoi lasciarmi. Ti prego!».
Klaus assisteva compiaciuto alla scena quando, ad un tratto, si bloccò e cadde a terra. «Ma…ma cosa…?».
Damon l’aveva colpito alle spalle, non era stata una mossa corretta, ma nemmeno Klaus lo era stato fino ad ora. Il giovane vampiro teneva tra le mani un paletto colmo di sangue.
«Damon…ma che…?». Stefan non riusciva a capire cosa fosse successo.
«Il…il sangue di Elena ha…ha originato questo paletto di…biancospino». Damon era ancora sotto shock. «Non so…era…ho capito che avrebbe fermato Klaus una volta per tutte, ma non so come o perchè».
Bonnie si avvicinò dolorante «Sono state le streghe. Loro ti hanno dato il modo per fermarlo, con l’aiuto della natura. Soltanto tu o Stefan potevate farlo, ma…». Si interruppe.
«Ma cosa?».
«Ma Elena sarebbe dovuta morire…era l’unico modo», concluse piangendo.
Damon si inginocchiò affianco il fratello e, con il viso devastato dal sangue, si avvicinò al volto di Elena che sembrava essersi addormentata. «Non può essere. Possiamo ancora fare qualcosa. Dobbiamo!». Le emozioni del giovane si erano accavallate come onde in un mare in tempesta. Rabbia, collera, rancore, odio…tutte emozioni negative avevano preso possesso del suo corpo.
«Damon!», lo ammonì Stefan che piangeva amaramente. I due fratelli si guardarono e capirono che il momento era ormai giunto. Annuirono entrambi, come se si fossero detti qualcosa in silenzio, e dopo aver poggiato il corpo di Elena tra le braccia di Meredith, Stefan si mise in piedi insieme al fratello.
«Co- cosa avete intenzione di fare?». Meredith cominciò a tremare per via della brutta sensazione che stava emergendo in lei.
«Non potete farlo! Lei non lo avrebbe voluto! Damon no!», li ammonì Bonnie piangendo. Aveva capito quali fossero le intenzioni dei due vampiri.
Damon e Stefan si avvicinarono in quello spazio della foresta da cui, tra non molto, sarebbe sorto il sole e si tolsero i lapislazzuli che portavano nelle mani.
«Non possiamo vivere senza di lei. Ci sta aspettando e, non appena il sole sorgerà, la raggiungeremo». Damon guardò il fratello con un sorriso amaro.
«Non abbiate pena per noi. È quello che vogliamo…soltanto questo: vogliamo raggiungerla», aggiunse Stefan.
Bonnie e Meredith non sapevano cosa fare, cosa dire, se intervenire. L’unica cosa che riuscirono a fare fu scoppiare in un pianto a dirotto, ma niente più parole…avevano capito che, quei due, non avrebbero potuto vivere senza la loro Elena, perché era lei a tenerli uniti.
Passarono pochi minuti ed, improvvisamente, la luce del sole cominciò a trapelare tra i rami degli alberi. Bonnie si portò le mani davanti la bocca, mentre Meredith strinse Elena tra le sue braccia e avvicinando le sue labbra all’orecchio della fanciulla che giaceva su di lei disse: «Stanno arrivando Elena. Stanno tornando da te, dove è giusto che siano. Siate felici, ovunque vi ritroverete» e le baciò la fronte.
«Torneranno Meredith…in un’altra vita, tra molti anni, tutti e tre torneranno e la loro storia non morirà mai», concluse Bonnie.
Intanto di Damon e Stefan, adesso, non rimaneva che cenere.

Note d'autore:

L'ultimo capitolo :') Oddio...non potete capire...ho quasi le lacrime agli occhi. Dopo avervi fatto aspettare per mesi e mesi, eccomi con la conclusione di questa storia.
E' un finale molto triste, lo so, però credo sia il più azzeccato. Cioè, è bello quando si ha un lieto fine, ma per me questa fic era meglio chiuderla così.
In fin dei conti, dovevo collegare questi antenati ad i nostri personaggi originali, no? >.<
Comunque...mi scuso immensamente per il ritardo, ma in questi ultimi mesi sono stata troppo impegnata e con poca ispirazione *perdono*.
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e voglio ringraziare chi ha continuato a seguirmi nonostante il ritardo.
Quest'anno sono d'esami e non ho il tempo materiale per scrivere :(
Grazie mille a tutte voi che avete "amato" la mia storia...mi mancherà non continuarla più...pfu.
See you soon XO
   
 
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