Chap 22
“Mi stavi
per investire”, urlò raccogliendo il cappellino
che era caduto a terra.
“Scusa, mi
dispiace”, gli dissi scendendo dalla macchina.
“Sei
tu...”, disse accorgendosi di chi avesse di fronte.
“Ok, so che
può sembrare che lo abbia fatto a posta ma non è
così, non ti ho proprio visto attraversare la
strada...”
“Lo spero
davvero”
“Non
è che ti ho visto e mi sono detta ‘Acceleriamo
così tiriamo sotto Thomas’, ero semplicemente
distratta”
“Nicole
dovrebbe cambiare auto”
“Lascia
stare la mia macchina”
“Dico
soltanto che non è affidabile”
“Le
apparenze ingannano, tu lo sembravi all’inizio ma
poi...”
“Poi
cosa?”
“Beh,
insomma, ti sei rivelato un vero bastardo e immaturo”
“Io sono
l’immaturo?”, emise una risata nervosa.
“Mi vuoi dire qual è il tuo problema?”
“Il mio
problema è che...”
“C’è
qualche problema?”, m’interruppe un signore dalla
macchina ferma dietro alla mia.
“No!”,
gli urlammo contro. L’uomo rientrò in macchina
facendo un gesto con la mano e scuotendo la testa.
“Che stai
facendo?”, gli chiesi mentre lo vidi fare il giro della
macchina e salire al posto del passeggero.
“Mi hai
appena offerto un passaggio”
“Io non ti
ho offerto proprio niente, scendi dalla mia macchina”
“Me lo devi,
mi hai quasi investito”
“Suvvia, non
farla così tragica, sei vivo e senza un graffio, non hai
proprio nulla da lamentarti”
“Mi devi un
favore, allora”, disse chiudendo lo sportello. Salii in
macchina e l’accesi.
“Non
è stato carino da parte tua”
“Baciarti
è stato carino, essere investito un po’ meno ma
comunque non va comunque bene”
“Piantala,
soltanto perché sei una rockstar pensavi che avrei fatto
tutto ciò che dicevi?”
“Non era
questo che avevo in mente mentre ti baciavo”
“E allora
sentiamo?”
“I tuoi
occhi, le tue labbra, il tuo profumo”, fermai la macchina di
colpo e ringraziai il cielo che quella fosse una strada deserta
perché qualcuno ci sarebbe venuto assolutamente addosso.
“Scendi”
“Dio,
pensavo che mi avresti spinto fuori dalla macchina in moto”
“Thomas,
scendi!”, gli ripetei guardandolo negli occhi. Non disse
nulla. Aprii la portiera e scese dalla macchina.
Ci limitammo a
guardaci, in silenzio, senza urlare.
“Non avrei
dovuto urlare, scusa”, mi disse poco dopo.
“Nemmeno
io”
“Solo che io
sono un ragazzo e non dovrei urlare contro una ragazza”
“Vuoi
litigare pure su questo?”
Sorrise. Dopo un mese
rivedevo il suo sorriso e una strana sensazione di calore si formava
dentro di me. Era una sensazione così piacevole che mi ero
dimenticata di sentire. Mi sentivo a casa.
Fece il giro della
macchina e si fermò davanti al mio sportello appoggiandosi
con le braccia sul finestrino. I nostri occhi s’incontrarono
e senza rendermene conto arretrai.
“Ti devo
chiedere scusa per averti baciato?”
“Non ce
n’è bisogno”
“Sai che non
sarei stato sincero se lo avessi fatto?”
“Il fatto
è che tu sei esattamente l’opposto del tipo di
ragazzo che ho nella mia testa”, dissi scendendo dalla
macchina. “Voglio dire, tu sei il classico ragazzo a cui
viene detto ‘Sei terribilmente sexy’ mentre io non
voglio avere niente a che fare con dei tipi del genere, e hai gli occhi
castani che a me non sono mai piaciuti, e sei sempre lì che
strimpelli la tua chitarra e ridi sempre e...”
“E... e... e
non va bene?”
“No, ti
comporti da immaturo, sei testardo e hai sempre ragione e poi sei
sempre accerchiato da ragazze che ti sbavano dietro e il semplice fatto
che tu mi piaci significa che sono diventata come una di quelle ragazze
che corre dietro alle persone famose”
“Quindi se
non fossi famoso ti sarei piaciuto?”
“No,
rimarrebbe il fatto che hai gli occhi scuri e della tua
immaturità”
“Potrei
provare con le lenti e comportarmi diversamente”
“Ma non
andrebbe bene comunque, non saresti più tu e al momento non
mi piace nessun altro”
“Il tuo
discorso è così incasinato”
“Sarà
che passo troppo tempo con Nicole”, dissi sconsolata
appoggiandomi al cofano della macchina.
“Allora
perché non me lo chiedi?”, mi chiese avvicinandosi
a me. “Perché non mi chiedi di lasciare
Jennifer”
“Perché
sta a te decidere se farlo o no, non posso obbligarti a
mollarla”
“Vedi?
Quando ti ho detto che sei diversa dalle altre ragazze dicevo la pura
verità, nessuno si sarebbe fatto questi
problemi.”, poggiò le sue mani sui miei fianchi.
“Sei così vulnerabile e forte allo stesso tempo e
non riesco a farmi piacere nessun’altra”
“Ricicli
sempre i discorsi degli altri?”
“Soltanto se
sono così complicati”
“Sali in
macchina che andiamo a casa”, mi liberai dalla sua presa ed
entrai in auto.
L'avevo dimenticato,
giuro, ma poi lui mi ha guardato e ha sorriso, e io mi sono di nuovo
totalmente innamorata di lui.
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