Buon
pomeriggio a tutti, come state? Chi mi conosce starà
dicendo"Oddio, ancora questa!? Ha finito una storia l'altro giorno e
già torna?" Eh purtroppo sì, però lo
sapevate ù.ù
Ma parliamo di cose importanti... Questa
fanfiction è interamente ispirata ad una trilogia che mi
è piaciuta moltissimo, di cui a breve uscirà il
volume conclusivo. Sto parlando de LA TRILOGIA DELLE GEMME, di
Kerstin Gier. Leggendo i primi due volume, molti mesi fa,
mi era venuta quest'idea e così - appena ho avuto un po' di
tempo, dato che avevo altre storie in corso - eccomi qui a proporvela.
La mia trama, però, non seguirà interamente tutte
le vicende. Mi piace molto ispirarmi e riadattare storie già
esistenti, ma ci metto dentro anche molto di mio, altrimenti non
avrebbe senso! Detto questo, bando alle ciance e leggete il prologo! Ci
si legge in fondo :)
« Se non
combatti per qualcosa,
ti ritroverai con niente. »
Theodor Scott Glenn.
PROLOGO
Southampton, contea di Hampshire.
Inghilterra.
10 Aprile 1912
Era
mattina presto
e tutta la città era avvolta in un silenzio innaturale. Gli
unici rumori,
quella notte, provenivano dal porto. Tutto era quasi pronto per la
grande
partenza dell’indomani. Un rumore ricordò al
giovane di non essere solo, la
ragazza accanto a lui starnutì.
<< Credo di
essermi presa il raffreddore. >> disse, tastando le balze
del suo vestito,
senza trovare nemmeno l’ombra di una tasca. A quei tempi, gli
abiti, erano
molto differenti.
Il giovane sorrise,
porgendole un fazzoletto di stoffa. Era bianco, con incise due iniziali
rosse
sul bordo sinistro. La ragazza gli lanciò
un’occhiataccia.
<< Non fare
quella faccia, tesoro! >> disse il ragazzo, alzando le
mani << Non
l’ho rubato, me lo ha gentilmente concesso Renée.
Ti ha vista un po’ giù di
corda e ha pensato che non stessi bene… Ha occhio.
>> non appena finì di
parlare, la ragazza fece un altro starnuto e afferrò la
stoffa dalle mani del
giovane.
<< E così è
nata. >> parlò la ragazza, una volta tornata
in sé.
<< Già. È
molto carina, non trovi? >>
<<
Certamente. Che giorno era ieri, o due giorni fa? Ma quanto ci abbiamo
messo ad
arrivare in questo posto? >>
<< Una
giornata, mia regina. >> rispose il giovane, tastando
nella giacca
l’oggetto avvolto accuratamente in un panno, per impedire
qualunque graffio.
<< Perdilo e
ti uccido. >> disse la giovane, guardandolo torva. Il
ragazzo scoppiò a
ridere.
<< Così mi
offendi, principessa! >>
<< Con te non
si sa mai. >>
<< Avanti…
>> disse lui, cingendole le spalle con un braccio
<< A cosa stai
pensando? >>
<< Alla
ragazza. Che anno era? >>
<< 1994
>> rispose subito il ragazzo << Per
l’esattezza, era il 13
Settembre 1994 >>
<< Ho una
tale confusione in testa. >> ammise lei, appoggiandosi al
petto forte e
possente di lui.
<< Ce la
faremo. >> rispose, stringendola a sé
<< Siamo bravi, siamo
riusciti a scappare. Ora dobbiamo solo trovare il modo per impedire
quello che
i Guardiani vogliono fare, quello che lui
vuole fare. >>
<< Dobbiamo
nascondere il cronografo.
>>
<< Ci stavo
pensando. Serve un posto sicuro… >>
<< Hai
qualche idea? >>
<< Forse.
>> le rispose pensieroso, rafforzando la stretta su di
lei.
<< Credi che
se la berranno? >>
<< Presumo di
sì. Per tutti siamo morti in un tragico
incidente… >>
<< Ma si
chiederanno che fine abbiano fatto i nostri corpi o, molto
più probabilmente,
il cronografo. >> disse la ragazza. Il giovane ci
rifletté un secondo,
constatando quanto le sue parole fossero esatte. Ma ormai
ciò che era fatto era
fatto, non si poteva più tornare indietro.
<< Quando
capiranno il piano sarà tardi, ok? Ma era l’unica
cosa da fare. Non potevamo
restare, ci avrebbero uccisi. Ed è meglio essere finti morti che morti veri.
>>
<< Sì, credo
tu abbia ragione. >>
<< Io ho
sempre ragione, principessa. >> affermò lui
convinto, mentre la ragazza
scuoteva la testa, alzando gli occhi al cielo.
<< Cosa ci
facciamo qui? >> gli domandò, guardandosi
intorno. Quella non era Londra.
<< Siamo andati alla Loggia e abbiamo svuotato le casse
dell’associazione, ma adesso? Cosa vorresti farci con tutti
quei soldi?
>> di tutta risposta, lui, cominciò a
sghignazzare.
<< Non hai
capito dove siamo, principessa? >> le chiese e la vide
scrollare la
testa.
<< Credo di
essermi addormentata nella carrozza. Ero molto stanca…
>>
<<
Southampton. Ti porto a fare un bel viaggetto, ti va? >>
lei, scettica,
alzò un sopracciglio. Lo conosceva fin troppo bene ed era
quasi sicura che
avesse speso tutti i loro soldi per un “bel
viaggetto” senza ritorno.
<< Non avrai
mica comprato i biglietti per il viaggio inaugurale del Titanic,
vero? >> domandò lei, ma il suo sghignazzare
rispose
al suo posto << Me lo sentivo! >> disse,
sospirando esasperata.
<< Hai sempre
detto di andare pazza per quella nave! Ti ho accontentata, visto che
siamo
bloccati qui. Appena arrivati ho trovato questi due biglietti a prezzo
stracciato, prima classe! Erano gli ultimi. Non sono fantastico? Oh,
sì che lo
sono. >>
<< Ti fai i
complimenti da solo, adesso? >>
<< Mi ami
anche per questo, principessa! >> disse lui, portandola
dinanzi a sé. Lei
emise un gridolino per la sorpresa, che si spense subito quando
sentì le labbra
di lui sopra le sue. Erano calde, carnose e paradisiache… Si
sciolse tra le sue
braccia. Lui, dal canto suo, accarezzava avidamente il corpo di lei,
perdendosi
nelle sue forme e nella sua perfezione.
Il bacio durò
troppo poco e quando lui si allontanò lei sbuffò.
<< Con il
broncio sei ancora più carina, lo sai? >>
<< Smettila!
>> rispose, diventando rossa come un pomodoro maturo e
facendo scoppiare
a ridere il ragazzo.
<< Abbiamo
ancora diverse ore. >> disse lui, tornado serio
<< Possiamo
comprare qualche abito nuovo e mangiare qualcosa… La nave
salperà a mezzogiorno
in punto. >>
<< Va bene,
verrò con te. >> rispose lei, sorridendo
<< Ma ad una condizione!
Si sbarca a Cherbourg o, al più tardi, a Queenstown!
>>
<< Perché?
Non ti piace il ghiaccio,
principessa? >>
<< Non sei
spiritoso! >> urlò lei, pensando che
l’offerta di viaggiare sul Titanic
fosse la cosa più romantica che
qualcuno le avesse mai proposto – ovviamente, iceberg a parte.
<< E va bene!
>> si arrese il ragazzo, alzandosi in piedi. Porse il
braccio alla
ragazza, la quale lo afferrò senza esitazione, e si
avviarono verso la città
ancora addormentata.
<< Ti amo
tanto, principessa. >> disse lui, sorridendole
amorevolmente.
<< Ti amo
anche io. >> sussurrò lei, arrossendo.
Eccomi con il
prologo, cosa ne pensate? Per chi segue la trilogia, avrà
constatato che in questa pubblicazione le cose cambiate sono poche.
Spiego subito i motivi:
1. Ho voluto
lasciare la scena del Titanic
perché amo il Titanic
- non parlo del film, ma proprio della vicenda e della nave.
2. Amo il
mistero e un po' di mistero nel prologo andava messo!
3. La
conversazione può sembrare simile, ma non è
uguale.
La storia infatti, come già detto sopra, si ispira ad una
saga esistente, ma non la ripercorrerò completamente
identica.
Il prossimo capitolo verrà pubblicato Mercoledì
prossimo! Adesso, perciò, sta' a voi... ;)
Un bacione a tutti! :*
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