Chap 24
“Dove stiamo
andando?”, gli chiesi guardando il cielo che
era diventato scuro.
“Ti ricordi
di quando siamo andati a Seaport Village?”
“Sì,
me lo ricordo...”, dissi con una punta di amarezza.
“Ti avevo
detto che ti avrei portata anche di sera”
“Sì...”
“Ecco,
stiamo andando lì”
“Ora mi hai
rovinato la sorpresa”, dissi ridendo.
“Ma tu me
l’hai detto”
“Mi sembrava
ovvio che tu dicessi che era una sorpresa”
“Voi ragazze
siete strane”, disse scuotendo la testa.
Durante il viaggio non
avevamo parlato del bacio, non c’eravamo
detti niente oltre a questa piccola discussione.
Poco dopo ci fermammo.
Prima che potessi scendere dalla
macchina era riuscito a fare il giro e venirmi ad aprire lo sportello.
Mi prese
la mano e ci dirigemmo verso il locale
dove eravamo stati la prima volta. Prendemmo lo stesso tavolo e
ordinammo la
stessa torta.
“Non
è che spunta Jennifer come l’altra volta,
vero?”
“Jennifer
è da qualche parte a festeggiare l’addio al
celibato”
“Suo?”
“Perché
me lo chiedi?”
“L’anello”
“Non
significa niente, è soltanto un regalo”, disse
mangiando un pezzo di torta. “Comunque è di una
sua amica o cugina, non lo so,
sta di fatto che noi non ci sposiamo”
“Ok”
“Sei per
caso gelosa?”, comparve sul suo viso un sorriso
per metà malizioso e metà beffardo.
“Non dire
fesserie”, diventai rossa.
“Certo”,
sogghignò poi lui.
“E adesso
cosa facciamo?”, gli chiesi quando finimmo la
torta.
“Vieni”,
mi disse, di nuovo, prendendomi la mano ed
uscendo dal locale dopo aver pagato.
Ci trovammo davanti a
una grande giostra, una di quelle
dove ci sono i cavalli che sembrano di porcellana.
“Una
giostra?”
“Non dirmi
che non ci vuoi salire? Ti ho visto come l’hai
guardata l’altra volta” disse ridendo.
“Non ridere
e offrimi un giro”, dissi cercando di
rimanere serie e salii sulla giostra seguita da lui. Scelsi il cavallo
che mi
piaceva di più e lui si appoggiò a uno di fianco
al mio.
“Avvistata
qualche coppietta?”, gli chiesi.
“Come?”
“L’altra
volta mi avevi detta che mi avresti portata a
vedere le coppiette che venivano la sera”
“Credo che
al momento siamo noi l’unica coppietta”
“Coppietta?”,
chiesi infastidita. “Thomas non ho mai
deciso di fare l’altra...”
“Lo so, lo
so però...”
“Tom, non
parliamone, godiamoci la serata”
“Hai
ragione”, disse sorridendo e calmandosi.
Alle nove fummo
costretti, da una voce che parlava
dall’altoparlante ,ad andarcene. Era incredibile come
passasse il tempo quando
stavamo insieme. Avevamo oltrepassato la mezzanotte e ci eravamo
rifugiati su
una spiaggia. Non c’era un’anima viva se non noi
due distesi sul cofano della
macchina a vedere l’oceano
di fronte a noi.
“Comunque
dicevo sul serio, prima”, si girò a guardarmi
non capendo. “Mi mancherai”
“Potrei...”
“Non essere
sciocco, non potresti mai farlo e pensa a
tutti i fan...”
“Non
intendevo mollare il gruppo ma il mio
‘problema’”,
disse disegnando delle virgolette in aria.
In quel momento non
seppi cosa pensare. Se credergli o no
anche se sapevo che non lo avrebbe mai fatto mi sarei illusa, per
quell’istante, che sarebbe andato tutto bene e che per una
volta sarei stata
felice, finalmente.
Poggiai la testa sulla
la sua spalla e sentii la sua mano
accarezzarmi i capelli. Lo vidi sorridere e chiusi gli occhi.
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