Chap 25
Non avevo la
più pallida idea del momento in cui smisi di
sentire l’infrangersi delle onde e il suo respiro
che mi aveva cullato ma
quando aprii gli occhi davanti a noi i primi raggi del sole si
riflettevano
nell’acqua dell’oceano.
“Mi sono
addormentata, scusa”
“Non tutti
siamo abituati a stare alzati tutta la notte o
almeno dopo mezzanotte”, disse ridendo e lo colpii su una
spalla scherzando.
“Sei davvero carina quando dormi”
“Non mi
è nuova questa frase”
“La
situazione si”, disse ridendo. “Anche quando sei
arrabbiata e quando sei nervosa e imbarazzata...”
“Ok, ho
capito”, gli sorrisi.
“Il sole sta
salendo”
“Dovremmo
andare”
“Non voglio
alzarmi”, disse sospirando. “Se adesso ci
alziamo sarei costretto a tornare a casa mia, visto che la macchina
è tua, e
una volta chiusa la porta di casa non smetterei di pensare alla sera
che
abbiamo passato insieme e chissà quanto tempo
passerà prima di poterti
rivedere”
Mi appoggiai di nuovo
alla sua spalla e sta volta, portò
il suo braccio attorno alle mie spalle. Restammo a fissare il cielo che
diventava sempre più chiaro.
Avrei voluto che mi
guardasse e mi dicesse che quando
sarebbe tornato le cose sarebbero tornate a posto, che avrebbe
riordinato le
idee e che Jennifer sarebbe uscita dalla sua vita perché
ormai c’ero io ad aver
preso posto nel suo cuore, ma non lo avrebbe mai detto. Se avesse
davvero
voluto lasciare Jennifer lo avrebbe già fatto senza che io
mi sentissi in
colpa. Già, perché starsene abbracciati davanti
al sole dopo aver passato una
notte insieme e dopo esserci baciati non significasse niente.
“A cosa stai
pensando?”
“A Jennifer,
qualcuno dovrebbe pur farlo”
“Non
pensarci”
Mi sciolsi dal suo
abbraccio e scesi dalla macchina.
“Nessuno si chiederà dove sei finito?”
“Credo di
essere abbastanza grande per passare una notte fuori
casa”, disse sbuffando e scendendo dal cofano si mise al
posto del guidatore.
Era incredibile come
il suo umore fosse cambiato al solo
sentir nominare il nome di Jennifer, ma non poteva arrabbiarsi per il
semplice
fatto che non gli importava di tradire la sua ragazza mentre per me era
un
enorme peso sulla coscienza. In fondo c’era una ragazza di
mezzo che sarebbe
rimasta ferita, come poteva essere lei potevo esserlo anch’io.
Infilò le
chiavi ma non accese il motore e si limitò a
guardare oltre il parabrezza senza dire o fare niente.
“Perché
lo stai facendo? Perché perdi il tuo tempo con me
quando hai lei che è perfetta?”, gli chiesi ma non
si sprecò di rispondermi.
“Tom...”
“Sai cosa ho
capito?”, feci di no con la testa. “Che in
questi cinque anni in cui sono stato sicuro di amarla sono spariti in
un
istante... Sceso dall’aereo il mio primo pensiero fu stato di
tornare a casa
dove mi aspettava Jen e un secondo dopo ci sei stata tu con i tuoi
occhiali da
sole”, si poggiò completamente sullo schienale del
sedile e si volto a
guardarmi, finalmente. “Sei esattamente il tipo di ragazza
che non frequenterei
mai”
“Grazie...”
“Non
dovresti perdere il tuo tempo con me”
“E questo
ragionamento lo hai tirato fuori in cinque
minuti?”
“Ho passato
tutta la notte a guardarti e ho capito che è
tutto un grande sbaglio, non dovrei essere qui e tu non dovresti essere
con me,
sono uno stupido e tu sei troppo piccola dannazione!”
“Thomas...”
“Lascia
stare, scusa”, accese la macchina e partii verso
casa sua. “Non ha niente che non vada bene , lei
è...”
“...perfetta”,
completai la sua frase.
“Sì,
sono uno stupido a fare quello che sto facendo e sai
un’altra cosa?”, scossi di nuovo la testa.
“Quando ti ho visto, eri così
disperata a tal punto di chiedere aiuto ad uno sconosciuto, e
l’hai fatto! Hai
accettato il mio aiuto pur non sapendo chi fossi, la seconda cosa che
ho
adorato all’istante”
“E la prima
qual è stata?”, gli chiesi con tono di sfida.
“L’espressione
che avevi quando mi hai fermato”, lo guardai incredula.
“Emanavi
una strana sensazione, sembrava come avessi davvero bisogno di quella
macchina
per raggiungere la città come se stessi scappando da
qualcosa e ti si fosse
parato davanti un muro difficile da scavalcare, ed è per
questo che ti ho
chiesto se volevi che ti accompagnassi, perché in quel
momento c’eri solo tu e
non la ragazza al bancone e gli altri passeggeri.”
“Se stai per
dire che ti ho fatto tenerezza ti conviene
fermare la macchina e scendere, non sono né una bambina
né un cucciolo a cui
dire che ha un’espressione tenera e altre cazzate
varie”
“Hai
ragione, non sei una bambina, sai il fatto tuo e...”
“Tom!”,
lo rimproverai. “Ora ascoltami bene, non voglio
che tu debba lasciare Jennifer se non vuoi. Mi sembra ovvio che se non
l’hai
ancora fatto non t’interesso abbastanza e magari lo stai
facendo solo per
passare diversamente il tempo quindi non sei costretto a dirmi che ti
piaccio”
“Il fatto
è che stando ormai da tanto tempo con lei,
tutti la conoscono, i fan, Mark, Travis, i giornalisti e se dovessi
lasciarla
tutti mi chiederebbero perché l’ho rotto con una
ragazza perfetta e
inizierebbero a volere le tue foto, a entrare nella tua vita, non avrai
più
privacy, finirai sui giornali e le ragazzine inizierebbero a insultarti
e dire
cose false su di te pur non conoscendoti e non credo che tu lo
voglia”
“Non
è esattamente nel mio interesse finire sui
giornali”
“Lo
so...”
Arrivammo davanti a
una grande casa bianca.
“Beh, vuoi
fare colazione?”, mi chiese slacciandosi la
cintura ed uscendo dalla macchina. Lo seguii fuori.
“Jennifer
potrebbe tornare tra poco”, lo guardai fermo
sul vialetto.
“Forse
è meglio che vada a fare le valigie”
“Non hai una
sensazione di déjà-vu’”,
dissi sorridendo.
“Beh questa
volta non abbiamo litigato”, mi sorrise.
“Thomas...”,
lo chiamai. “Fingiamo che tutto non sia mai
accaduto... tu parti e fai il tour... quando torni ne
riparleremo”
“Non farmi
aspettare solo perché sai che lo farò”
“È
la cosa più giusta da fare, quando tornerai metteremo
le cose a posto”
“Questo vuol
dire che resti qui?”
“Dove pensi
che voglia andare?”, dissi sorridendo.
Iniziò a
camminare lungo il vialetto e fermarsi per un
istante davanti alla porta prima di aprirla. Ci guardammo senza
salutarci e poi
scomparve dietro di questa.
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