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Autore: Molly182    10/02/2012    1 recensioni
Prendere un aereo non era mai stato così difficile come in quell’istante! C’era in gioco tutta la mia vita, i miei sogni e la speranza di stare bene, una volta atterrata.
P.s. La maggior parte dei capitoli sono accompagnati da delle canzoni che si trovano linkate nella storia :)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap 25
Non avevo la più pallida idea del momento in cui smisi di sentire l’infrangersi delle onde e il suo respiro che mi aveva cullato ma quando aprii gli occhi davanti a noi i primi raggi del sole si riflettevano nell’acqua dell’oceano.
“Mi sono addormentata, scusa”
“Non tutti siamo abituati a stare alzati tutta la notte o almeno dopo mezzanotte”, disse ridendo e lo colpii su una spalla scherzando. “Sei davvero carina quando dormi”
“Non mi è nuova questa frase”
“La situazione si”, disse ridendo. “Anche quando sei arrabbiata e quando sei nervosa e imbarazzata...”
“Ok, ho capito”, gli sorrisi.
“Il sole sta salendo”
“Dovremmo andare”
“Non voglio alzarmi”, disse sospirando. “Se adesso ci alziamo sarei costretto a tornare a casa mia, visto che la macchina è tua, e una volta chiusa la porta di casa non smetterei di pensare alla sera che abbiamo passato insieme e chissà quanto tempo passerà prima di poterti rivedere”
Mi appoggiai di nuovo alla sua spalla e sta volta, portò il suo braccio attorno alle mie spalle. Restammo a fissare il cielo che diventava sempre più chiaro.
Avrei voluto che mi guardasse e mi dicesse che quando sarebbe tornato le cose sarebbero tornate a posto, che avrebbe riordinato le idee e che Jennifer sarebbe uscita dalla sua vita perché ormai c’ero io ad aver preso posto nel suo cuore, ma non lo avrebbe mai detto. Se avesse davvero voluto lasciare Jennifer lo avrebbe già fatto senza che io mi sentissi in colpa. Già, perché starsene abbracciati davanti al sole dopo aver passato una notte insieme e dopo esserci baciati non significasse niente.
“A cosa stai pensando?”
“A Jennifer, qualcuno dovrebbe pur farlo”
“Non pensarci”
Mi sciolsi dal suo abbraccio e scesi dalla macchina. “Nessuno si chiederà dove sei finito?”
“Credo di essere abbastanza grande per passare una notte fuori casa”, disse sbuffando e scendendo dal cofano si mise al posto del guidatore.
Era incredibile come il suo umore fosse cambiato al solo sentir nominare il nome di Jennifer, ma non poteva arrabbiarsi per il semplice fatto che non gli importava di tradire la sua ragazza mentre per me era un enorme peso sulla coscienza. In fondo c’era una ragazza di mezzo che sarebbe rimasta ferita, come poteva essere lei potevo esserlo anch’io.
Infilò le chiavi ma non accese il motore e si limitò a guardare oltre il parabrezza senza dire o fare niente.
“Perché lo stai facendo? Perché perdi il tuo tempo con me quando hai lei che è perfetta?”, gli chiesi ma non si sprecò di rispondermi. “Tom...”
“Sai cosa ho capito?”, feci di no con la testa. “Che in questi cinque anni in cui sono stato sicuro di amarla sono spariti in un istante... Sceso dall’aereo il mio primo pensiero fu stato di tornare a casa dove mi aspettava Jen e un secondo dopo ci sei stata tu con i tuoi occhiali da sole”, si poggiò completamente sullo schienale del sedile e si volto a guardarmi, finalmente. “Sei esattamente il tipo di ragazza che non frequenterei mai”
“Grazie...”
“Non dovresti perdere il tuo tempo con me”
“E questo ragionamento lo hai tirato fuori in cinque minuti?”
“Ho passato tutta la notte a guardarti e ho capito che è tutto un grande sbaglio, non dovrei essere qui e tu non dovresti essere con me, sono uno stupido e tu sei troppo piccola dannazione!”
“Thomas...”
“Lascia stare, scusa”, accese la macchina e partii verso casa sua. “Non ha niente che non vada bene , lei è...”
“...perfetta”, completai la sua frase.
“Sì, sono uno stupido a fare quello che sto facendo e sai un’altra cosa?”, scossi di nuovo la testa. “Quando ti ho visto, eri così disperata a tal punto di chiedere aiuto ad uno sconosciuto, e l’hai fatto! Hai accettato il mio aiuto pur non sapendo chi fossi, la seconda cosa che ho adorato all’istante”
“E la prima qual è stata?”, gli chiesi con tono di sfida.
“L’espressione che avevi quando mi hai fermato”, lo guardai incredula. “Emanavi una strana sensazione, sembrava come avessi davvero bisogno di quella macchina per raggiungere la città come se stessi scappando da qualcosa e ti si fosse parato davanti un muro difficile da scavalcare, ed è per questo che ti ho chiesto se volevi che ti accompagnassi, perché in quel momento c’eri solo tu e non la ragazza al bancone e gli altri passeggeri.”
“Se stai per dire che ti ho fatto tenerezza ti conviene fermare la macchina e scendere, non sono né una bambina né un cucciolo a cui dire che ha un’espressione tenera e altre cazzate varie”
“Hai ragione, non sei una bambina, sai il fatto tuo e...”
“Tom!”, lo rimproverai. “Ora ascoltami bene, non voglio che tu debba lasciare Jennifer se non vuoi. Mi sembra ovvio che se non l’hai ancora fatto non t’interesso abbastanza e magari lo stai facendo solo per passare diversamente il tempo quindi non sei costretto a dirmi che ti piaccio”
“Il fatto è che stando ormai da tanto tempo con lei, tutti la conoscono, i fan, Mark, Travis, i giornalisti e se dovessi lasciarla tutti mi chiederebbero perché l’ho rotto con una ragazza perfetta e inizierebbero a volere le tue foto, a entrare nella tua vita, non avrai più privacy, finirai sui giornali e le ragazzine inizierebbero a insultarti e dire cose false su di te pur non conoscendoti e non credo che tu lo voglia”
“Non è esattamente nel mio interesse finire sui giornali”
“Lo so...”
Arrivammo davanti a una grande casa bianca.
“Beh, vuoi fare colazione?”, mi chiese slacciandosi la cintura ed uscendo dalla macchina. Lo seguii fuori.
“Jennifer potrebbe tornare tra poco”, lo guardai fermo sul vialetto. 
“Forse è meglio che vada a fare le valigie”
“Non hai una sensazione di déjà-vu’”, dissi sorridendo.
“Beh questa volta non abbiamo litigato”, mi sorrise.
“Thomas...”, lo chiamai. “Fingiamo che tutto non sia mai accaduto... tu parti e fai il tour... quando torni ne riparleremo”
“Non farmi aspettare solo perché sai che lo farò”
“È la cosa più giusta da fare, quando tornerai metteremo le cose a posto”
“Questo vuol dire che resti qui?”
“Dove pensi che voglia andare?”, dissi sorridendo.
Iniziò a camminare lungo il vialetto e fermarsi per un istante davanti alla porta prima di aprirla. Ci guardammo senza salutarci e poi scomparve dietro di questa.
   
 
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