Piton e le Arti Oscure
La mattina seguente Harry, Ron ed Hermione erano seduti al tavolo di
Grifondoro con davanti a loro centinaia di vassoi pieni di porridge, toast,
prosciutto, pancetta e una gran varietà di altri cibi, come accadeva ogni
mattino. Hermione si servì una generosa porzione di uova fritte e qualche fetta
di bacon. C’era qualcosa che non le quadrava, ma proprio non riusciva a capire
cosa fosse... poi, proprio mentre si stava per mettere in bocce il primo
cucchiaio di uova, si bloccò –Harry… tu non hai una scopa!- esclamò.
Harry si fermò a metà di un sorso di succo di zucca e poggiò sul tavolo il
bicchiere, gli occhi sbarrati –Hai ragione!-
-Non ti preoccupare, Harry! La McGranitt ci avrà pensato: probabilmente per i
primi allenamenti userai una scopa della scuola, finchè non avrai tempo di
ordinarti una buona scopa. Quelle della scuola non sono molto buone, Fred e
George dicono che vanno dove vogliono loro. Ma meglio di niente.- disse Ron
senza smettere di morsicare affamato un toast farcito con prosciutto e
formaggio.
–Giusto.- più tranquillo, Harry si servì un po’ di porridge e numerose fette
di prosciutto fritto. Avevano quasi finito di mangiare quando dalla solita
finestra entrarono centinaia di gufi con un assordante rumore di ali. Due
barbagianni, uno di colore nero e uno dalle piume di uno strano colore
rossiccio, muovendosi un po’ nascosti, portarono un lungo pacco sottile
incartato di carta marrone. Con grazia i due barbagianni poggiarono il pacco
davanti ad Harry, Ron ed Hermione, che lo fissarono per un secondo. Harry tirò
fuori un biglietto dal pacco e lo aprì.
Non aprire il pacco a tavola. Esso contiene una Nimbus
Duemila
nuova, mantenuta in ottime condizioni. Ti servirà per
l’allenamento di stasera. Fai evanescere questo biglietto dopo
averlo letto: se gli altri scoprono che hai avuto una scopa ne
vorranno una anche loro. Silente ti ha accordato il permesso:
sei
ufficialmente il nuovo Cercatore di Grifondoro. Non spargere
troppo la voce, Baston vuole tenere segreta la tua ammissione
alla
squadra.
Minerva McGranitt
-Dammi il biglietto.- disse Hermione. Harry obbedì ed Hermione lo prese,
tenendolo tra lei e Ron in modo che entrambi potessero leggerlo. Quando ebbero
finito erano stupiti quanto Harry.
–Una Nimbus, Harry! Una Nimbus! È la marca migliore, e la Duemila poi è
l’ultima uscita!- esclamò Ron in un sussurro mentre Hermione puntava la
bacchetta contro il biglietto facendolo scomparire silenziosamente.
Finirono in fretta la colazione tenendo il pacchetto nascosto sotto la panca
e uscirono a passo svelto dalla Sala Grande cercando di nascondere la scopa a
tutti, ma furono bloccati da Malfoy, Tiger e Goyle nell’entrata.
–Potter, mi stupisce vederti ancora tra noi! E cos’è quel pacco?- domandò
Malfoy con voce strascicata prendendo la scopa ancora chiusa nella carta
marroncina. La aprì con un solo gesto e un’espressione estasiata apparve sul suo
volto pallido.
Il minuscolo professor Vitius si avvicinò a loro –Di chi è quella scopa? Non
sarà mica tua, vero Malfoy?- domandò guardando severamente il ragazzo.
–La scopa è di Harry Potter, signore!- disse Draco tutto d’un fiato lanciando
ai tre un’occhiata pungente, pensando di vedere sui loro volti nascere
immediatamente un’espressione terrorizzata. Ma non accadde e il professor Vitius
non li portò difilato dal preside come sperava Malfoy, ma invece sorrise –Oh,
si, la professoressa McGranitt naturalmente ci ha parlato delle… circostanze
speciali. E che scopa è, Potter?- domandò mentre sul viso di Malfoy il
ghigno lasciava il posto a un’espressione schifata, come se qualcuno gli avesse
lanciato della puzzalinfa sotto il naso.
–Una Nimbus Duemila, signore. E la devo proprio a Malfoy.- Il professor
Vitius si allontanò dopo una breve conferenza sull’ottima qualità delle Nimbus e
Malfoy domandò in tono aspro –Cosa diavolo significa questo, Potter?- Harry non
riuscì a non sorridere –Solo un grazie, Malfoy.- e salì in dormitorio con Ron ed
Hermione che ridevano a crepapelle per posare la sua Nimbus Duemila al sicuro
accanto al baule di Harry. Anche se non se ne intendeva per niente di scope,
Hermione capì che quello era proprio un manico di scopa di prima categoria: i
rametti pagliosi, al fondo erano tagliati con precisione millimetrica, il manico
era di legno di faggio piuttosto scuro e all’inizio, con eleganti ma semplici
caratteri d’oro, c’era incisa la scritta Nimbus 2000.
Dopo aver ritirato la scopa i tre amici scesero in Sala Comune e da lì
uscirono in cortile per la lezione di Erbologia.
Attraversarono il campo da Quidditch a passo svelto poiché, per mettere la
scopa nel dormitorio, avevano fatto un leggero ritardo. Fortunatamente quando
arrivarono davanti alla serra numero uno la professoressa Sprite non era ancora
arrivata e la classe, formata dai Grifondoro e dai Tassorosso, era riunita al
freddo davanti alla porta di vetro. Si avvicinarono al resto degli alunni, che
cercavano di accendere fuochi magici per scaldarsi senza molto successo.
–Immagino che tu non sappia accendere un fuoco magico, vero Hermione?-
domandò Ron supplicante. Ancora non aveva iniziato a nevicare, probabilmente per
via del freddo ghiacciante.
–Si che sono capace. Guardate, Hagrid dev’essere fuori, le tende sono tutte
chiuse.- notò mentre con un piccolo gesto della bacchetta accendeva un fuoco
azzurro che immediatamente sprigionò un piacevole tepore. Harry, Ron ed Hermione
si strinsero più che poterono attorno al fuoco, ma avevano appena iniziato a
riscaldarsi che la professoressa Sprite arrivò ed Hermione dovette spegnere il
fuoco in tutta fretta poiché non erano proprio sicuri che fosse
regolamentare.
La professoressa era imbacuccata in un mantello verde muschio e portava un
cappello con sotto un paio di paraorecchie dello stesso colore del mantello e
della lunga sciarpa che portava stretta quanto più possibile attorno al collo.
Salutò la classe e dalla bocca uscì una nuvoletta di vapore bianco, poi si
avvicinò alla porta e tirò fuori da sotto al mantello una grossa chiave antica
d’argento. Aprì la porta e, non appena si scostò per lasciare entrare la classe,
ogni singolo Grifondoro e Tassorosso si precipitò letteralmente nella serra,
dove c’era sempre un calore addirittura esagerato. Quando la professoressa
Sprite, dopo essere entrata, chiuse la porta dietro di sé, trovò che gli
studenti si erano già sistemati attorno al tavolo centrale e avevano poggiato i
mantelli sull’attaccapanni (era necessario tenere gli indumenti lontano dalle
piante, alcune delle quali tendevano ad afferrare qualsiasi oggetto che non
opponesse resistenza). Andò a capotavola e indicò le piante che aveva già in
precedenza sistemato, una per ogni tre studenti –Questo- disse, mentre gli
studenti osservavano incuriositi le piante dal bel colore verde con due
fiorellini celesti sulla punta del gambo –Si chiama Serbo Selvatico. Persino i
Babbani la conoscono, chi sa dirmi perchè?- domandò la professoressa guardando
uno a uno ogni studente. Hermione alzò la mano immediatamente e la professoressa
Sprite disse –Si, signorina Granger, dica pure.- Hermione si schiarì la voce –I
babbani credono che questa pianta possa venire utilizzata contro i demoni e per
evocare gli spiriti, porre loro delle domande ed obbligarli a rispondere. Nel
medioevo chiunque venisse trovato con una radice di questa pianta veniva
processato per stregoneria e bruciato. In seguito queste proprietà vennero
attribuite al Tranello del Diavolo.- La professoressa Sprite annuì soddisfatta e
continuò –Naturalmente anche il tranello del Diavolo non aveva nessuno di questi
poteri, ma i babbani tendono a vedere la magia dove non ce n’è traccia e a non
notarla quando ce l’hanno davanti al naso. Molto bene, signorina Granger. Dieci
punti a Grifondoro. Ora, Paciock, sa per caso dirmi l’utilizzo di questa pianta,
al di fuori delle leggende babbane?- domandò la professoressa Sprite. In tutte
le lezioni, Neville sembrava più che uno studente un visitatore esterno e non
riusciva mai a rispondere a una domanda, ma in erbologia era sicuramente il più
bravo della classe dopo Hermione –Si usa… nelle pozioni rigeneratrici per
renderle più potenti.- la professoressa annuì –Esatto. Ora, rinvaseremo le
nostre piante. Come vedete, davanti a ogni gruppo di lavoro ci sono due vasi. Vi
ho fatti mettere a gruppi di tre persone perché ci sono tre compiti da svolgere.
Uno dei tre deve bloccare i due fiorellini celesti. Dovete stare molto attenti,
perché possono strapparvi un bel pezzo di pelle se riescono a morsicarvi. Un
altro del gruppo deve togliere la pianta dal suolo e poggiarla delicatamente nel
secondo vaso, mentre il terzo deve versare la giusta quantità di terra non
appena la pianta tocca il fondo del vaso. Se la pianta si sveglia il lavoro sarà
molto più complicato, quindi siate cauti. Bene, mettetevi i guanti e iniziate.-
Harry, Ron ed Hermione, che stavano curando lo stesso Serbo Selvatico,
iniziarono a lavorare. Hermione teneva fermi i fiori, Harry travasava la pianta
e Ron metteva la terra. Andò tutto bene nel primo vaso: Harry tolse la pianta
delicatamente ed Hermione riuscì a non stringere troppo i fiori (o troppo poco).
Ma poi Harry usò troppa forza, facendo sbattere la pianta contro il fondo del
vaso, Hermione sobbalzò tirando un po’ troppo uno dei due fiori e Ron, che cercò
di rimediare, schizzò della terra proprio dentro uno dei fiori, che iniziò a
starnutire mentre l’altro cercava di staccare le dita di Harry e di Hermione.
Tuttavia dopo dieci minuti di lotta riuscirono a sotterrare le radici e tutta la
parte inferiore dello stelo, così il Serbo Selvatico si calmò e si addormentò
nuovamente.
-Bene, ragazzi, per oggi potete andare.- disse la professoressa iniziando a
ritirare i vasi –Per la prossima volta un tema di trenta centimetri di pergamena
sulla natura del Serbo Selvatico, la sua storia e sul suo utilizzo.
Arrivederci.-
Quando li studenti uscirono dalla classe erano coperti da uno strato di terra
così spesso che a malapena si resero conto della variazione della temperatura.
Mentre i Tassorosso si diressero direttamente verso l’aula di
Trasfigurazione, dove la McGranitt li stava aspettando correggendo i compiti
della volta prima, i Grifondoro ebbero il tempo di farsi una rapida doccia prima
di andare a lezione di Incantesimi. Harry, Ron ed Hermione si trovarono nella
Sala Comune e insieme si recarono verso l’aula di Vitius, che li attendeva
seduto sulla sua sedia con sotto parecchi libri spessi che utilizzava per
riuscire a vedere la classe oltre al ripiano di legno scuro della cattedra.
Quando entrarono, si sedettero all’ultimo banco e aprirono a una pagina a caso
il Manuale degli incantesimi, volume primo.
–Oggi impareremo un incantesimo che serve per pulire le macchie sugli abiti e
su tutti gli oggetti in generale. L’incantesimo di cui parlo- disse il professor
Vitius scendendo dalla sedia con un notevole salto (almeno per la sua statura)
ed iniziando a girare tra i banchi –Si trova a pagina venticinque ed è chiamato
comunemente Gratta e Netta. Questo incantesimo deriva dallo Splendinium,
incantesimo molto comune nell’antichità e usato specialmente dalle casalinghe e
dalle domestiche per pulire i ripiani. La differenza è che il Gratta e Netta
funziona su ogni materiale senza variazioni, cosa che non si può dire dello
Splendinium.- mentre il professore spiegava gli studenti avevano aperto
velocemente il libro e alcuni, tra cui Hermione, avevano iniziato febbrilmente a
prendere appunti sui loro fogli di pergamena giallognoli, fermandosi solo per
intingere nell’inchiostro nero la punta della piuma –Prendete le bacchette,
prego. Ora vi mostrerò il movimento e poi proverete ognuno per conto suo,
versando sul banco un po’ di inchiostro dalla vostra boccetta.-
Quando uscirono dall’aula, poco meno di un’ora dopo, solo Hermione era
riuscita a fare scomparire completamente la macchia dal tavolo. Sul banco di
Harry e su quello di Ron erano rimasti numerosi pallini neri, l’inchiostro di
Lavanda Brown si era solamente seccato e quello di Dean Thomas era diventato
trasparente ma era ancora lì sul tavolo, come scoprivi se ci poggiavi sopra il
braccio, dove la macchia tornava nera per il contatto con la pelle. Neville,
chissà come, era riuscito a moltiplicare l’inchiostro, che aveva poi iniziato a
colare dal banco gocciolando per terra.
La classe andò in gruppo compatto verso l’aula di Difesa, materia che in
realtà a nessuno piaceva molto. Perfino Hermione, che naturalmente prendeva
appunti a tutto spiano interessatissima ad ogni singola parola del professore,
si era aspettata cose molto diverse da Difesa contro le Arti Oscure. Un po’ di
pratica, in effetti, era ciò che si aspettavano tutti, ma il professor Raptor
continuava ad intrattenerli balbettando nozioni sui segni distintivi dei lupi
mannari e su come utilizzare un infuso di foglie di iperico per rompere
l’incantesimo delle Pastoie.
–Mo…mo…molto bene ra…ragazzi. Ab…abbiamo finito l’inca…incantesimo delle
Pasto…Pastoie, perciò di-direi che pos…possiamo pas…passare al mo…modo di
rico…riconoscere un Phooka da…da un cava…cavallo.- dopo questa breve descrizione
della lezione Raptor si lanciò in una complicata spiegazione sul colore degli
occhi del Phooka quando assume la forma di un cavallo per trascinare gli umani
in mezzo a paludi sperdute. La lezione avrebbe anche potuto essere interessante,
ma il continuo balbettare dell’insegnante la rendeva decisamente fastidiosa.
-Non è stata una lezione molto interessante. Me l’aspettavo diversa, la
Difesa. Fred e George dicevano che non era male, ma lo scorso anno almeno
facevano pratica.- commentò Ron a bassa voce, poiché stavano passando accanto al
professor Raptor. Un odore nauseante arrivò di colpo alle loro narici –Cos’era
quella puzza?- domandò Hermione quando furono fuori dalla classe.
–Pare che sia il turbante di Raptor. Non lo toglie mai, dicono, neanche per
dormire. Serve a difendersi da un vampiro, George mi ha detto che è pieno zeppo
d’aglio.- spiegò Ron.
–Prima hai detto che le lezioni erano diverse l’anno scorso… ma non c’era
Raptor?- domandò Harry mentre, entrati nella Sala Grande, si sedevano al tavolo
di Grifondoro. Ron scosse la testa –No, è il primo anno che insegna qui. Sono
anni che và avanti così: finisce la scuola e cambia il professore di Difesa.-
spiegò Ron.
–E come mai?- domandò Hermione incuriosita. Di questo non c’era scritto nulla
in Storia di Hogwarts.
–Piton.- esclamò una voce da dietro le spalle di Hermione, che si voltò
giusto in tempo per vedere Fred, George e Lee Jordan prendere posto affianco a
loro.
–Piton?- domandò senza capire cosa centrasse Piton con la Difesa.
–Si, proprio lui, o almeno così dicono. Non lo sai? Sono anni che fa domanda
per la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, ma Silente non vuole, non so
perché. Odia tutti i professori di Difesa, si dice che quel posto porti una gran
sfortuna.- disse Fred mettendo nei piatti di tutti e sei una porzione ciascuno
di lasagne –Cioè, si pensa che sia Piton a far… sloggiare i professori. Ogni
anno capitano strani incidenti. L’anno scorso avevamo il professor Pay. Era
molto bravo, sul serio. L’anno trovato nella serra numero undici e alcune foglie
di betulla gli erano cadute in testa. Provocano la pazzia, ora è al San Mungo.
Ma la cosa strana è che Pay odiava le piante, quindi nessuno sa perché sia
andato nella serra undici. Gli studenti non ci possono entrare, solo la Sprite
può.- spiegò George. Attorno al tavolo un silenzio anomalo accolse questa nuova
scoperta. Un’altra macchia sulla reputazione di Piton, quindi.
Pur morendo dalla voglia di parlarne, una volta uscito dalla Sala Grande
Harry dovette andare all’allenamento di Quidditch. Dopo averli augurato buona
fortuna, Hermione e Ron salirono in Sala Comune ed avvicinarono due poltrone al
fuoco che scoppiettava allegro nel caminetto. Rimasero seduti in silenzio per
qualche minuto, poi Hermione domandò –Mi spieghi le regole del Quidditch? Ho
provato a leggere Il Quidditch attraverso i secoli ma non ci ho capito un
granché.-
-Non conosci il Quidditch? Già in effetti è normale, però… è lo sport più
bello del mondo, altro che il cacio, o come si chiama quella roba che
fanno i babbani! Si gioca su manici di scopa e ogni squadra è formata da sette
giocatori. Ci sono tre cacciatori, quelli di Grifondoro sono Angelina Johnson,
Alicia Spinnet e Katie Bell, che si passano la Pluffa e cercano di mandarla
negli anelli, che sono protetti dal portiere. Il portiere di Grifondoro è Oliver
Baston, che è anche il caposquadra. Poi ci sono due battitori, Fred e George,
che cercano di colpire gli avversari con i bolidi e tenerli lontani dai loro
compagni. E poi c’è Harry, che deve prendere il boccino, che è minuscolo e
velocissimo.- Hermione annuì. Ron sembrava davvero un appassionato di Quidditch,
perciò decise che non li avrebbe dato fastidio se lei gli avesse chiesto delle
altre cose –E… i punti? Come si contano?- domandò.
–Ogni volta che la Pluffa entra in un anello sono dieci punti. E la squadra
che prende il boccino vince centocinquanta punti. Quando si prende il boccino
finisce la partita, non c’è un tempo massimo. Mi ricordo che quando ero piccolo
siamo andati a vedere una partita che è durata tre settimane.-
-Tre settimane? Tutte di seguito?- Ron annuì, poi domandò –Ti và una partita
a scacchi?- Hermione annuì, così Ron si alzò e andò nel dormitorio di Fred e
George per prendere la scacchiera. Quando tornò posizionarono le pedine:
Hermione prese le nere e Ron le bianche, perciò fece la prima mossa –Pedone in
D4.- disse. Uno dei suoi pedoni si mosse in avanti e poi fu il turno di
Hermione, che disse –Pedone in… C5.- continuarono per un po’, poi Ron riuscì a
mangiare una delle torri nere di Hermione con uno dei suoi alfieri. L’alfiere in
questione afferrò la sua spada e diede un colpo verso la metà della torre, che
si afflosciò a terra e venne buttata fuori dalla scacchiera dall’alfiere.
–Ma… è un gioco brutale!- esclamò Hermione scandalizzata.
–Scacchi dei maghi. Che gusto c’è a giocare a quelli babbani?- domandò Ron.
Continuarono a giocare per un po’ e Ron era decisamente più esperto di Hermione,
che riuscì a mangiarli solo un cavallo. Ron mangiò un pedone di Hermione, poi
sobbalzò e domandò –Oh, cavoli. Quante settimane è che siamo a scuola?-
-Cinque, perché?- rispose Hermione accigliandosi. Ron sbiancò –Dovevo
scrivere a mia madre alla terza settimana!-
-Beh, digli che ti sei dimenticato.-
-Tu non conosci mia madre! Non mi sarei stupito se fosse piombata qui il
giorno in cui avrebbe dovuto ricevere la lettera.-
-Oh, cavolo, anche io avrei dovuto scrivere ai miei genitori! Saranno
preoccupatissimi!- si ricordò all’improvviso Hermione.
-Vado a prendere della pergamena e delle piume, lo prendo anche per te?-
domandò Ron alzandosi.
–Si, grazie.- Ron attraversò la Sala Comune e salì le scale che portavano al
dormitorio maschile. Dopo qualche minuto tornò giù e lui ed Hermione si
sedettero ad uno dei tavoli circolari, un foglio di pergamena ciascuno, due
piume d’oca e una sola boccetta d’inchiostro che usavano entrambi.
A turno immersero la piuma nell’inchiostro, poi si immersero nella
scrittura
Cara mamma e caro papà, scusate il ritardo ma mi sono
completamente
dimenticata di dovervi scrivere dopo lo Smistamento. A proposito
dello
Smistamento, è andato bene. Consisteva nell’indossare un
cappello stregato (chiamato Cappello Parlante) che riesce a leggerti nella mente
e ti assegna alla Casa che ritiene giusta. Mi ha assegnato alla casa di
Grifondoro e non avrebbe potuto andarmi meglio di così. Il Cappello Parlante ha
detto che la casa di Grifondoro premia il coraggio, perciò sono molto felice di
questa sua scelta. Mi sono già fatta due amici: Harry Potter e Ron (Ronald)
Weasley. Sono davvero simpatici e mi hanno…
Hermione si interruppe a metà della frase, ripensando a ciò che stava per
scrivere. Forse, in effetti, non era il caso di parlare ai suoi genitori del
troll di montagna, e neanche del cane a tre testa, anzi, di Fuffy, come
lo chiamava Hagrid.
...aiutato molto ad ambientarmi in questo mondo, anche se a dire
il vero anche Harry è cresciuto in una famiglia di babbani, i suoi zii. Io,
Harry e Ron abbiamo anche fatto amicizia con Rubeus Hagrid, il guardiacaccia
della scuola.
Seguiamo lezioni tutta la mattina e il pomeriggio siamo liberi
di fare ciò che preferiamo, anche se per tre pomeriggi a settimana Harry non sta
con noi perché ha gli allenamenti della squadra di Quidditch. La mia materia
preferita è senza dubbio Trasfigurazione, cioè trasformare un oggetto in un
altro, anche se per adesso ci limitiamo a trasfigurare cose tipo un ago in un
fiammifero. La scuola è a dir poco immensa, ci sono una ventina di torri, i
dormitori, le Sale Comuni, le aule, parecchie stanze che appaiono e scompaiono,
altre che si aprono solo a una certa ora, altre ancora che invece per entrarci
devi fare il solletico su un punto preciso della porta. E poi c’è la Sala
Grande, che è a dir poco strepitosa. Ci sono quattro immensi tavoli messi
verticalmente e poi c’è un tavolo orizzontale per i professori. Il professor
Silente, che è il preside, è davvero brillante. Sapessi tutte le cose che ha
fatto! Davvero, adoro questo posto. Ora vi saluto. Farò qualche fotografia! Vi
voglio bene, Hermione.
Hermione piegò la lettera in quattro parti, prese una busta di pergamena
giallastra e scrisse sul davanti
Christine e Maxwell Granger,
Tabolt Street 19,
Londra
Poi Hermione girò la busta, la chiuse e scrisse
Hermione Granger, scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
-Ora come la spedisco? Io non ce l’ho un gufo.- domandò Hermione a Ron, che
aveva finito di scrivere molto prima di lei. D’altronde i genitori di Ron erano
un mago e una strega e avevano perfino frequentato Hogwarts, perciò doveva
essere tutto normale per loro. Ma Hermione era sicura che invece i suoi genitori
avrebbero travato tutto stranissimo, anche se forse non appassionante come lo
era per lei.
-Andiamo su alla gufiera. Io uso Errol, il gufo di mio fratello Percy, ma
credo che ci siano dei gufi della scuola che possono usare tutti.- Hermione
annuì e salirono su una torre verso sud-est. Aprirono una porta di legno chiaro
con scritto Gufiera e si trovarono in una soffocante stanzetta circolare
piena di gufi e con il pavimento coperto di paglia, piume ed escrementi di
uccello.
Hermione riconobbe Edvige, che era appollaiata su un trespolo piuttosto alto
e pareva un puntino bianco in un ammasso di gufi neri, grigi e marroni. Ron fece
scendere Errol, un gufo grigio e arruffato, dal suo trespolo, poi indicò ad
Hermione un cartello e disse –I gufi della scuola sono lì.-
In effetti sul cartello c’era scritto Gufi della scuola, quindi era
piuttosto ovvio. Hermione si avvicinò e scelse un gufo nero come la pece con due
occhi azzurri brillanti come diamanti che sembrava conciato meglio degli altri e
lo fece scendere porgendoli il braccio. Il gufo ci si posò sopra e porse ad
Hermione la zampa. La ragazza notò una scatoletta trasparente piena di spaghi
neri appesa a un palo di legno e ne tirò fuori uno, utilizzandolo poi per legare
alla zampa dell’uccello la sua busta. Si avvicinò alla finestra e il gufo prese
il volo nella fredda aria di novembre.
Rimase per un po’ a guardare il cortile, dove la squadra di Grifondoro si
stava allenando sul campo da Quidditch mentre, vicino al lago, Fred, George e
Lee Jordan solleticavano i tentacoli della piovra gigante. Scrivere quella
lettera le aveva fatto ricordare, per la prima volta da quando era arrivata a
Hogwarts, che c’era anche un altro mondo. E che quel mondo era, anzi, era stato
il suo. Ma aveva sempre sentito di appartenere a un altro mondo, al mondo in cui
si trovava in quel momento. Ed era strano, considerando che aveva scoperto
dell’esistenza della magia meno di un paio di mesi prima.
-Ehi, che hai?- domandò Ron sorridendo: aveva capito che scrivere la lettera
doveva aver turbato l’amica.
–Ecco, è che… niente. Si vede il campo da Quidditch e ci sono dei ragazzi che
guardano, perché non andiamo anche noi?- domandò improvvisamente. Ron accettò,
così uscirono dalla gufiera e scesero in cortile.
__________Nota di Herm90
Ehilà! Scusate il ritardo con cui aggiorno la storia, ma in questo periodo
sono un po' incasinata, la scuola e tutto il resto, insomma...
Questo capitolo è un po' più lungo del precedente, spero che vi piaccia! E a
proposito dello scorso capitolo, mille grazie a GiulyWeasley (sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ma rimango della mia opinione
XD...comunque ripeto, adoro "le quattro stagioni", spero di leggere il seguito
molto presto, soprattutto per la Ron/Herm, che aspetto con ansia!) e
Keloryn (ho scoperto cos'è la morfologia! è lo studio dell'anatomia e
delle funzioni degli organismi viventi.)
Comunque, dicevo, spero che questo chappy vi piaccia, ma questo l'ho già
detto, e spero anche che vogliate lasiarmi un commentino-ino-ino.
Bacioni a tutti!
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