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Autore: Jane The Angel    21/09/2006    2 recensioni
è il primo libro, la Pietra Filosofale, visto da Hermione. Ho cambiato qualche cosa (avvenimenti e simili) ma la storia è quella della Rowl, solo cambia il punto di vista. Fatemi sapere se postare anche gli altri chappy o lasciar perdere!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piton e le Arti Oscure

La mattina seguente Harry, Ron ed Hermione erano seduti al tavolo di Grifondoro con davanti a loro centinaia di vassoi pieni di porridge, toast, prosciutto, pancetta e una gran varietà di altri cibi, come accadeva ogni mattino. Hermione si servì una generosa porzione di uova fritte e qualche fetta di bacon. C’era qualcosa che non le quadrava, ma proprio non riusciva a capire cosa fosse... poi, proprio mentre si stava per mettere in bocce il primo cucchiaio di uova, si bloccò –Harry… tu non hai una scopa!- esclamò.

Harry si fermò a metà di un sorso di succo di zucca e poggiò sul tavolo il bicchiere, gli occhi sbarrati –Hai ragione!-

-Non ti preoccupare, Harry! La McGranitt ci avrà pensato: probabilmente per i primi allenamenti userai una scopa della scuola, finchè non avrai tempo di ordinarti una buona scopa. Quelle della scuola non sono molto buone, Fred e George dicono che vanno dove vogliono loro. Ma meglio di niente.- disse Ron senza smettere di morsicare affamato un toast farcito con prosciutto e formaggio.

–Giusto.- più tranquillo, Harry si servì un po’ di porridge e numerose fette di prosciutto fritto. Avevano quasi finito di mangiare quando dalla solita finestra entrarono centinaia di gufi con un assordante rumore di ali. Due barbagianni, uno di colore nero e uno dalle piume di uno strano colore rossiccio, muovendosi un po’ nascosti, portarono un lungo pacco sottile incartato di carta marrone. Con grazia i due barbagianni poggiarono il pacco davanti ad Harry, Ron ed Hermione, che lo fissarono per un secondo. Harry tirò fuori un biglietto dal pacco e lo aprì.

 

Non aprire il pacco a tavola. Esso contiene una Nimbus Duemila

nuova, mantenuta in ottime condizioni. Ti servirà per

l’allenamento di stasera. Fai evanescere questo biglietto dopo

averlo letto: se gli altri scoprono che hai avuto una scopa ne

vorranno una anche loro. Silente ti ha accordato il permesso: sei

ufficialmente il nuovo Cercatore di Grifondoro. Non spargere

troppo la voce, Baston vuole tenere segreta la tua ammissione alla

squadra.

Minerva McGranitt

-Dammi il biglietto.- disse Hermione. Harry obbedì ed Hermione lo prese, tenendolo tra lei e Ron in modo che entrambi potessero leggerlo. Quando ebbero finito erano stupiti quanto Harry.

–Una Nimbus, Harry! Una Nimbus! È la marca migliore, e la Duemila poi è l’ultima uscita!- esclamò Ron in un sussurro mentre Hermione puntava la bacchetta contro il biglietto facendolo scomparire silenziosamente.

Finirono in fretta la colazione tenendo il pacchetto nascosto sotto la panca e uscirono a passo svelto dalla Sala Grande cercando di nascondere la scopa a tutti, ma furono bloccati da Malfoy, Tiger e Goyle nell’entrata.

–Potter, mi stupisce vederti ancora tra noi! E cos’è quel pacco?- domandò Malfoy con voce strascicata prendendo la scopa ancora chiusa nella carta marroncina. La aprì con un solo gesto e un’espressione estasiata apparve sul suo volto pallido.

Il minuscolo professor Vitius si avvicinò a loro –Di chi è quella scopa? Non sarà mica tua, vero Malfoy?- domandò guardando severamente il ragazzo.

–La scopa è di Harry Potter, signore!- disse Draco tutto d’un fiato lanciando ai tre un’occhiata pungente, pensando di vedere sui loro volti nascere immediatamente un’espressione terrorizzata. Ma non accadde e il professor Vitius non li portò difilato dal preside come sperava Malfoy, ma invece sorrise –Oh, si, la professoressa McGranitt naturalmente ci ha parlato delle… circostanze speciali. E che scopa è, Potter?- domandò mentre sul viso di Malfoy il ghigno lasciava il posto a un’espressione schifata, come se qualcuno gli avesse lanciato della puzzalinfa sotto il naso.

–Una Nimbus Duemila, signore. E la devo proprio a Malfoy.- Il professor Vitius si allontanò dopo una breve conferenza sull’ottima qualità delle Nimbus e Malfoy domandò in tono aspro –Cosa diavolo significa questo, Potter?- Harry non riuscì a non sorridere –Solo un grazie, Malfoy.- e salì in dormitorio con Ron ed Hermione che ridevano a crepapelle per posare la sua Nimbus Duemila al sicuro accanto al baule di Harry. Anche se non se ne intendeva per niente di scope, Hermione capì che quello era proprio un manico di scopa di prima categoria: i rametti pagliosi, al fondo erano tagliati con precisione millimetrica, il manico era di legno di faggio piuttosto scuro e all’inizio, con eleganti ma semplici caratteri d’oro, c’era incisa la scritta Nimbus 2000.

Dopo aver ritirato la scopa i tre amici scesero in Sala Comune e da lì uscirono in cortile per la lezione di Erbologia.

Attraversarono il campo da Quidditch a passo svelto poiché, per mettere la scopa nel dormitorio, avevano fatto un leggero ritardo. Fortunatamente quando arrivarono davanti alla serra numero uno la professoressa Sprite non era ancora arrivata e la classe, formata dai Grifondoro e dai Tassorosso, era riunita al freddo davanti alla porta di vetro. Si avvicinarono al resto degli alunni, che cercavano di accendere fuochi magici per scaldarsi senza molto successo.

–Immagino che tu non sappia accendere un fuoco magico, vero Hermione?- domandò Ron supplicante. Ancora non aveva iniziato a nevicare, probabilmente per via del freddo ghiacciante.

–Si che sono capace. Guardate, Hagrid dev’essere fuori, le tende sono tutte chiuse.- notò mentre con un piccolo gesto della bacchetta accendeva un fuoco azzurro che immediatamente sprigionò un piacevole tepore. Harry, Ron ed Hermione si strinsero più che poterono attorno al fuoco, ma avevano appena iniziato a riscaldarsi che la professoressa Sprite arrivò ed Hermione dovette spegnere il fuoco in tutta fretta poiché non erano proprio sicuri che fosse regolamentare.

La professoressa era imbacuccata in un mantello verde muschio e portava un cappello con sotto un paio di paraorecchie dello stesso colore del mantello e della lunga sciarpa che portava stretta quanto più possibile attorno al collo. Salutò la classe e dalla bocca uscì una nuvoletta di vapore bianco, poi si avvicinò alla porta e tirò fuori da sotto al mantello una grossa chiave antica d’argento. Aprì la porta e, non appena si scostò per lasciare entrare la classe, ogni singolo Grifondoro e Tassorosso si precipitò letteralmente nella serra, dove c’era sempre un calore addirittura esagerato. Quando la professoressa Sprite, dopo essere entrata, chiuse la porta dietro di sé, trovò che gli studenti si erano già sistemati attorno al tavolo centrale e avevano poggiato i mantelli sull’attaccapanni (era necessario tenere gli indumenti lontano dalle piante, alcune delle quali tendevano ad afferrare qualsiasi oggetto che non opponesse resistenza). Andò a capotavola e indicò le piante che aveva già in precedenza sistemato, una per ogni tre studenti –Questo- disse, mentre gli studenti osservavano incuriositi le piante dal bel colore verde con due fiorellini celesti sulla punta del gambo –Si chiama Serbo Selvatico. Persino i Babbani la conoscono, chi sa dirmi perchè?- domandò la professoressa guardando uno a uno ogni studente. Hermione alzò la mano immediatamente e la professoressa Sprite disse –Si, signorina Granger, dica pure.- Hermione si schiarì la voce –I babbani credono che questa pianta possa venire utilizzata contro i demoni e per evocare gli spiriti, porre loro delle domande ed obbligarli a rispondere. Nel medioevo chiunque venisse trovato con una radice di questa pianta veniva processato per stregoneria e bruciato. In seguito queste proprietà vennero attribuite al Tranello del Diavolo.- La professoressa Sprite annuì soddisfatta e continuò –Naturalmente anche il tranello del Diavolo non aveva nessuno di questi poteri, ma i babbani tendono a vedere la magia dove non ce n’è traccia e a non notarla quando ce l’hanno davanti al naso. Molto bene, signorina Granger. Dieci punti a Grifondoro. Ora, Paciock, sa per caso dirmi l’utilizzo di questa pianta, al di fuori delle leggende babbane?- domandò la professoressa Sprite. In tutte le lezioni, Neville sembrava più che uno studente un visitatore esterno e non riusciva mai a rispondere a una domanda, ma in erbologia era sicuramente il più bravo della classe dopo Hermione –Si usa… nelle pozioni rigeneratrici per renderle più potenti.- la professoressa annuì –Esatto. Ora, rinvaseremo le nostre piante. Come vedete, davanti a ogni gruppo di lavoro ci sono due vasi. Vi ho fatti mettere a gruppi di tre persone perché ci sono tre compiti da svolgere. Uno dei tre deve bloccare i due fiorellini celesti. Dovete stare molto attenti, perché possono strapparvi un bel pezzo di pelle se riescono a morsicarvi. Un altro del gruppo deve togliere la pianta dal suolo e poggiarla delicatamente nel secondo vaso, mentre il terzo deve versare la giusta quantità di terra non appena la pianta tocca il fondo del vaso. Se la pianta si sveglia il lavoro sarà molto più complicato, quindi siate cauti. Bene, mettetevi i guanti e iniziate.-

Harry, Ron ed Hermione, che stavano curando lo stesso Serbo Selvatico, iniziarono a lavorare. Hermione teneva fermi i fiori, Harry travasava la pianta e Ron metteva la terra. Andò tutto bene nel primo vaso: Harry tolse la pianta delicatamente ed Hermione riuscì a non stringere troppo i fiori (o troppo poco). Ma poi Harry usò troppa forza, facendo sbattere la pianta contro il fondo del vaso, Hermione sobbalzò tirando un po’ troppo uno dei due fiori e Ron, che cercò di rimediare, schizzò della terra proprio dentro uno dei fiori, che iniziò a starnutire mentre l’altro cercava di staccare le dita di Harry e di Hermione. Tuttavia dopo dieci minuti di lotta riuscirono a sotterrare le radici e tutta la parte inferiore dello stelo, così il Serbo Selvatico si calmò e si addormentò nuovamente.

-Bene, ragazzi, per oggi potete andare.- disse la professoressa iniziando a ritirare i vasi –Per la prossima volta un tema di trenta centimetri di pergamena sulla natura del Serbo Selvatico, la sua storia e sul suo utilizzo. Arrivederci.-

Quando li studenti uscirono dalla classe erano coperti da uno strato di terra così spesso che a malapena si resero conto della variazione della temperatura.

Mentre i Tassorosso si diressero direttamente verso l’aula di Trasfigurazione, dove la McGranitt li stava aspettando correggendo i compiti della volta prima, i Grifondoro ebbero il tempo di farsi una rapida doccia prima di andare a lezione di Incantesimi. Harry, Ron ed Hermione si trovarono nella Sala Comune e insieme si recarono verso l’aula di Vitius, che li attendeva seduto sulla sua sedia con sotto parecchi libri spessi che utilizzava per riuscire a vedere la classe oltre al ripiano di legno scuro della cattedra. Quando entrarono, si sedettero all’ultimo banco e aprirono a una pagina a caso il Manuale degli incantesimi, volume primo.

–Oggi impareremo un incantesimo che serve per pulire le macchie sugli abiti e su tutti gli oggetti in generale. L’incantesimo di cui parlo- disse il professor Vitius scendendo dalla sedia con un notevole salto (almeno per la sua statura) ed iniziando a girare tra i banchi –Si trova a pagina venticinque ed è chiamato comunemente Gratta e Netta. Questo incantesimo deriva dallo Splendinium, incantesimo molto comune nell’antichità e usato specialmente dalle casalinghe e dalle domestiche per pulire i ripiani. La differenza è che il Gratta e Netta funziona su ogni materiale senza variazioni, cosa che non si può dire dello Splendinium.- mentre il professore spiegava gli studenti avevano aperto velocemente il libro e alcuni, tra cui Hermione, avevano iniziato febbrilmente a prendere appunti sui loro fogli di pergamena giallognoli, fermandosi solo per intingere nell’inchiostro nero la punta della piuma –Prendete le bacchette, prego. Ora vi mostrerò il movimento e poi proverete ognuno per conto suo, versando sul banco un po’ di inchiostro dalla vostra boccetta.-

Quando uscirono dall’aula, poco meno di un’ora dopo, solo Hermione era riuscita a fare scomparire completamente la macchia dal tavolo. Sul banco di Harry e su quello di Ron erano rimasti numerosi pallini neri, l’inchiostro di Lavanda Brown si era solamente seccato e quello di Dean Thomas era diventato trasparente ma era ancora lì sul tavolo, come scoprivi se ci poggiavi sopra il braccio, dove la macchia tornava nera per il contatto con la pelle. Neville, chissà come, era riuscito a moltiplicare l’inchiostro, che aveva poi iniziato a colare dal banco gocciolando per terra.

La classe andò in gruppo compatto verso l’aula di Difesa, materia che in realtà a nessuno piaceva molto. Perfino Hermione, che naturalmente prendeva appunti a tutto spiano interessatissima ad ogni singola parola del professore, si era aspettata cose molto diverse da Difesa contro le Arti Oscure. Un po’ di pratica, in effetti, era ciò che si aspettavano tutti, ma il professor Raptor continuava ad intrattenerli balbettando nozioni sui segni distintivi dei lupi mannari e su come utilizzare un infuso di foglie di iperico per rompere l’incantesimo delle Pastoie.

–Mo…mo…molto bene ra…ragazzi. Ab…abbiamo finito l’inca…incantesimo delle Pasto…Pastoie, perciò di-direi che pos…possiamo pas…passare al mo…modo di rico…riconoscere un Phooka da…da un cava…cavallo.- dopo questa breve descrizione della lezione Raptor si lanciò in una complicata spiegazione sul colore degli occhi del Phooka quando assume la forma di un cavallo per trascinare gli umani in mezzo a paludi sperdute. La lezione avrebbe anche potuto essere interessante, ma il continuo balbettare dell’insegnante la rendeva decisamente fastidiosa.

-Non è stata una lezione molto interessante. Me l’aspettavo diversa, la Difesa. Fred e George dicevano che non era male, ma lo scorso anno almeno facevano pratica.- commentò Ron a bassa voce, poiché stavano passando accanto al professor Raptor. Un odore nauseante arrivò di colpo alle loro narici –Cos’era quella puzza?- domandò Hermione quando furono fuori dalla classe.

–Pare che sia il turbante di Raptor. Non lo toglie mai, dicono, neanche per dormire. Serve a difendersi da un vampiro, George mi ha detto che è pieno zeppo d’aglio.- spiegò Ron.

–Prima hai detto che le lezioni erano diverse l’anno scorso… ma non c’era Raptor?- domandò Harry mentre, entrati nella Sala Grande, si sedevano al tavolo di Grifondoro. Ron scosse la testa –No, è il primo anno che insegna qui. Sono anni che và avanti così: finisce la scuola e cambia il professore di Difesa.- spiegò Ron.

–E come mai?- domandò Hermione incuriosita. Di questo non c’era scritto nulla in Storia di Hogwarts.

–Piton.- esclamò una voce da dietro le spalle di Hermione, che si voltò giusto in tempo per vedere Fred, George e Lee Jordan prendere posto affianco a loro.

–Piton?- domandò senza capire cosa centrasse Piton con la Difesa.

–Si, proprio lui, o almeno così dicono. Non lo sai? Sono anni che fa domanda per la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, ma Silente non vuole, non so perché. Odia tutti i professori di Difesa, si dice che quel posto porti una gran sfortuna.- disse Fred mettendo nei piatti di tutti e sei una porzione ciascuno di lasagne –Cioè, si pensa che sia Piton a far… sloggiare i professori. Ogni anno capitano strani incidenti. L’anno scorso avevamo il professor Pay. Era molto bravo, sul serio. L’anno trovato nella serra numero undici e alcune foglie di betulla gli erano cadute in testa. Provocano la pazzia, ora è al San Mungo. Ma la cosa strana è che Pay odiava le piante, quindi nessuno sa perché sia andato nella serra undici. Gli studenti non ci possono entrare, solo la Sprite può.- spiegò George. Attorno al tavolo un silenzio anomalo accolse questa nuova scoperta. Un’altra macchia sulla reputazione di Piton, quindi.

Pur morendo dalla voglia di parlarne, una volta uscito dalla Sala Grande Harry dovette andare all’allenamento di Quidditch. Dopo averli augurato buona fortuna, Hermione e Ron salirono in Sala Comune ed avvicinarono due poltrone al fuoco che scoppiettava allegro nel caminetto. Rimasero seduti in silenzio per qualche minuto, poi Hermione domandò –Mi spieghi le regole del Quidditch? Ho provato a leggere Il Quidditch attraverso i secoli ma non ci ho capito un granché.-

-Non conosci il Quidditch? Già in effetti è normale, però… è lo sport più bello del mondo, altro che il cacio, o come si chiama quella roba che fanno i babbani! Si gioca su manici di scopa e ogni squadra è formata da sette giocatori. Ci sono tre cacciatori, quelli di Grifondoro sono Angelina Johnson, Alicia Spinnet e Katie Bell, che si passano la Pluffa e cercano di mandarla negli anelli, che sono protetti dal portiere. Il portiere di Grifondoro è Oliver Baston, che è anche il caposquadra. Poi ci sono due battitori, Fred e George, che cercano di colpire gli avversari con i bolidi e tenerli lontani dai loro compagni. E poi c’è Harry, che deve prendere il boccino, che è minuscolo e velocissimo.- Hermione annuì. Ron sembrava davvero un appassionato di Quidditch, perciò decise che non li avrebbe dato fastidio se lei gli avesse chiesto delle altre cose –E… i punti? Come si contano?- domandò.

–Ogni volta che la Pluffa entra in un anello sono dieci punti. E la squadra che prende il boccino vince centocinquanta punti. Quando si prende il boccino finisce la partita, non c’è un tempo massimo. Mi ricordo che quando ero piccolo siamo andati a vedere una partita che è durata tre settimane.-

-Tre settimane? Tutte di seguito?- Ron annuì, poi domandò –Ti và una partita a scacchi?- Hermione annuì, così Ron si alzò e andò nel dormitorio di Fred e George per prendere la scacchiera. Quando tornò posizionarono le pedine: Hermione prese le nere e Ron le bianche, perciò fece la prima mossa –Pedone in D4.- disse. Uno dei suoi pedoni si mosse in avanti e poi fu il turno di Hermione, che disse –Pedone in… C5.- continuarono per un po’, poi Ron riuscì a mangiare una delle torri nere di Hermione con uno dei suoi alfieri. L’alfiere in questione afferrò la sua spada e diede un colpo verso la metà della torre, che si afflosciò a terra e venne buttata fuori dalla scacchiera dall’alfiere.

–Ma… è un gioco brutale!- esclamò Hermione scandalizzata.

–Scacchi dei maghi. Che gusto c’è a giocare a quelli babbani?- domandò Ron. Continuarono a giocare per un po’ e Ron era decisamente più esperto di Hermione, che riuscì a mangiarli solo un cavallo. Ron mangiò un pedone di Hermione, poi sobbalzò e domandò –Oh, cavoli. Quante settimane è che siamo a scuola?-

-Cinque, perché?- rispose Hermione accigliandosi. Ron sbiancò –Dovevo scrivere a mia madre alla terza settimana!-

-Beh, digli che ti sei dimenticato.-

-Tu non conosci mia madre! Non mi sarei stupito se fosse piombata qui il giorno in cui avrebbe dovuto ricevere la lettera.-

-Oh, cavolo, anche io avrei dovuto scrivere ai miei genitori! Saranno preoccupatissimi!- si ricordò all’improvviso Hermione.

-Vado a prendere della pergamena e delle piume, lo prendo anche per te?- domandò Ron alzandosi.

–Si, grazie.- Ron attraversò la Sala Comune e salì le scale che portavano al dormitorio maschile. Dopo qualche minuto tornò giù e lui ed Hermione si sedettero ad uno dei tavoli circolari, un foglio di pergamena ciascuno, due piume d’oca e una sola boccetta d’inchiostro che usavano entrambi.

A turno immersero la piuma nell’inchiostro, poi si immersero nella scrittura

Cara mamma e caro papà, scusate il ritardo ma mi sono completamente

dimenticata di dovervi scrivere dopo lo Smistamento. A proposito dello

Smistamento, è andato bene. Consisteva nell’indossare un cappello stregato (chiamato Cappello Parlante) che riesce a leggerti nella mente e ti assegna alla Casa che ritiene giusta. Mi ha assegnato alla casa di Grifondoro e non avrebbe potuto andarmi meglio di così. Il Cappello Parlante ha detto che la casa di Grifondoro premia il coraggio, perciò sono molto felice di questa sua scelta. Mi sono già fatta due amici: Harry Potter e Ron (Ronald) Weasley. Sono davvero simpatici e mi hanno…

Hermione si interruppe a metà della frase, ripensando a ciò che stava per scrivere. Forse, in effetti, non era il caso di parlare ai suoi genitori del troll di montagna, e neanche del cane a tre testa, anzi, di Fuffy, come lo chiamava Hagrid.

...aiutato molto ad ambientarmi in questo mondo, anche se a dire il vero anche Harry è cresciuto in una famiglia di babbani, i suoi zii. Io, Harry e Ron abbiamo anche fatto amicizia con Rubeus Hagrid, il guardiacaccia della scuola.

Seguiamo lezioni tutta la mattina e il pomeriggio siamo liberi di fare ciò che preferiamo, anche se per tre pomeriggi a settimana Harry non sta con noi perché ha gli allenamenti della squadra di Quidditch. La mia materia preferita è senza dubbio Trasfigurazione, cioè trasformare un oggetto in un altro, anche se per adesso ci limitiamo a trasfigurare cose tipo un ago in un fiammifero. La scuola è a dir poco immensa, ci sono una ventina di torri, i dormitori, le Sale Comuni, le aule, parecchie stanze che appaiono e scompaiono, altre che si aprono solo a una certa ora, altre ancora che invece per entrarci devi fare il solletico su un punto preciso della porta. E poi c’è la Sala Grande, che è a dir poco strepitosa. Ci sono quattro immensi tavoli messi verticalmente e poi c’è un tavolo orizzontale per i professori. Il professor Silente, che è il preside, è davvero brillante. Sapessi tutte le cose che ha fatto! Davvero, adoro questo posto. Ora vi saluto. Farò qualche fotografia! Vi voglio bene, Hermione.

Hermione piegò la lettera in quattro parti, prese una busta di pergamena giallastra e scrisse sul davanti

Christine e Maxwell Granger,

Tabolt Street 19,

Londra

Poi Hermione girò la busta, la chiuse e scrisse

Hermione Granger, scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

-Ora come la spedisco? Io non ce l’ho un gufo.- domandò Hermione a Ron, che aveva finito di scrivere molto prima di lei. D’altronde i genitori di Ron erano un mago e una strega e avevano perfino frequentato Hogwarts, perciò doveva essere tutto normale per loro. Ma Hermione era sicura che invece i suoi genitori avrebbero travato tutto stranissimo, anche se forse non appassionante come lo era per lei.

-Andiamo su alla gufiera. Io uso Errol, il gufo di mio fratello Percy, ma credo che ci siano dei gufi della scuola che possono usare tutti.- Hermione annuì e salirono su una torre verso sud-est. Aprirono una porta di legno chiaro con scritto Gufiera e si trovarono in una soffocante stanzetta circolare piena di gufi e con il pavimento coperto di paglia, piume ed escrementi di uccello.

Hermione riconobbe Edvige, che era appollaiata su un trespolo piuttosto alto e pareva un puntino bianco in un ammasso di gufi neri, grigi e marroni. Ron fece scendere Errol, un gufo grigio e arruffato, dal suo trespolo, poi indicò ad Hermione un cartello e disse –I gufi della scuola sono lì.-

In effetti sul cartello c’era scritto Gufi della scuola, quindi era piuttosto ovvio. Hermione si avvicinò e scelse un gufo nero come la pece con due occhi azzurri brillanti come diamanti che sembrava conciato meglio degli altri e lo fece scendere porgendoli il braccio. Il gufo ci si posò sopra e porse ad Hermione la zampa. La ragazza notò una scatoletta trasparente piena di spaghi neri appesa a un palo di legno e ne tirò fuori uno, utilizzandolo poi per legare alla zampa dell’uccello la sua busta. Si avvicinò alla finestra e il gufo prese il volo nella fredda aria di novembre.

Rimase per un po’ a guardare il cortile, dove la squadra di Grifondoro si stava allenando sul campo da Quidditch mentre, vicino al lago, Fred, George e Lee Jordan solleticavano i tentacoli della piovra gigante. Scrivere quella lettera le aveva fatto ricordare, per la prima volta da quando era arrivata a Hogwarts, che c’era anche un altro mondo. E che quel mondo era, anzi, era stato il suo. Ma aveva sempre sentito di appartenere a un altro mondo, al mondo in cui si trovava in quel momento. Ed era strano, considerando che aveva scoperto dell’esistenza della magia meno di un paio di mesi prima.

-Ehi, che hai?- domandò Ron sorridendo: aveva capito che scrivere la lettera doveva aver turbato l’amica.

–Ecco, è che… niente. Si vede il campo da Quidditch e ci sono dei ragazzi che guardano, perché non andiamo anche noi?- domandò improvvisamente. Ron accettò, così uscirono dalla gufiera e scesero in cortile.

__________Nota di Herm90

Ehilà! Scusate il ritardo con cui aggiorno la storia, ma in questo periodo sono un po' incasinata, la scuola e tutto il resto, insomma...

Questo capitolo è un po' più lungo del precedente, spero che vi piaccia! E a proposito dello scorso capitolo, mille grazie a GiulyWeasley (sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ma rimango della mia opinione XD...comunque ripeto, adoro "le quattro stagioni", spero di leggere il seguito molto presto, soprattutto per la Ron/Herm, che aspetto con ansia!) e Keloryn (ho scoperto cos'è la morfologia! è lo studio dell'anatomia e delle funzioni degli organismi viventi.)

Comunque, dicevo, spero che questo chappy vi piaccia, ma questo l'ho già detto, e spero anche che vogliate lasiarmi un commentino-ino-ino.

Bacioni a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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