Chap 30
Era passata una
settimana e Settembre sarebbe finito tra
pochi giorni.
Quella mattina mi
alzai più presto del solito, il sole
sarebbe sorto tra poco e non avevo la minima voglia di tornare a letto.
Mi misi a preparare la
solita tazza di caffè e mi sedetti
sotto alla finestra. La strada era ancora bagnata dalla pioggia che era
scesa la
sera prima, sulle piante c’erano ancora delle gocce e dai
tetti scendevano le
ultime lacrime dal cielo, così la chiamava mia nonna.
“Sveglia a
quest’ora?”, chiesi a Nicole vedendo il suo
riflesso entrando in cucina.
“Non ho
chiuso occhio tutta la notte, questo temporale
non mi ha fatto dormire”
“In effetti
non piove mai a San Diego ma quando lo fa è
pazzesco”
“Hai proprio
ragione”, facemmo una pausa di silenzio
prima che io tornassi a guardare fuori. “Oggi però
promette sole, potremmo
andare ugualmente in spiaggia”
“Forse, ci
sono delle nuvole che però non mi convincono”
“Un
po’ di vento e le porterà via”
“Siamo a San
Diego”
“Ma ha
appena piovuto, tutto è possibile”
“Bah..”
“Come siamo
arrivate a parlare del tempo?”, chiese poi.
“Credo che
stavi cercando qualche motivo per non farmi
pensare a Thomas”
“Giusto...”
“Grazie”,
le sorrisi sinceramente. “Ma non ho intenzione
di corrergli dietro e aspettarlo per l’eternità,
è chiaro che non vuole stare
con me”
“E questo
l’hai dedotto da...”, disse invitandomi a
continuare
la frase.
“Da come si
comporta”
“Ti
riferisci al fatto che ti ha chiesto di non andartene
via e di tutte le suppliche? Già credo anch’io che
ti odi”
“Lo sai cosa
intendo”, dissi scuotendo la testa. “Lui
non…”
“Non lo
saprai mai, magari lo fa soltanto per non
ferirla”
“Lesionando
me ma non mi importa cosa vuole, no!”
“Sai una
cosa?”, dissi di no con la testa. “È
sempre la
stessa cosa che ti ripeto”
“Sì,
sì... che quando tornerà e lo ritroverai sulla
soglia di casa tutta la tua rabbia scomparirà”,
dissi sovrastando la sua voce.
“Lo so”, sbuffai e ritornai a fissare fuori dalla
finestra.
“Va
bene”, disse bevendo un sorso dalla sua tazza. “Io
vado a prepararmi, ci vediamo più tardi”, si
girò di spalle e vidi dalla
finestra il suo riflesso che scuoteva la testa prima di scomparire
nell’altra
stanza.
Soltanto quando un
raggio di sole raccolse la mia
attenzione mi accorsi che il sole stava nascendo. Esattamente come
quando mi
ero svegliata tra le sue braccia la mattina della sua partenza e mi
resi conto
che sarebbe atterrato a momenti.
Salii in camera
cercando di non pensare a nulla. Volevo
solo tenere la mente libera. Mi vestii e prima che me ne rendessi conto
il sole
era già sorto. Stava illuminando tutta la via regalando un
tono più allegro
alle case del vicinato.
Scesi al piano di
sotto e iniziai a riordinare, cosa che
facevo ultimamente per tenere la mente occupata e a dir la
verità funzionava.
Passai davanti alla finestra che dava sul giardino e un’ombra
mi fece fermare.
Non realizzai al momento chi fosse ma corsi alla porta e la spalancai.
Guardai quel paio di
Macbeth nere a pochi centimetri da
me ed ebbi una strana sensazione che mi cresceva pian piano dentro di
me.
Alzai il volto e
trovai il suo sorriso coperto dall’ombra
del solito berretto che mi scrutavano dall’alto.
Ero finalmente
riuscita a non pensare a niente e l’unica
cosa di cui ero certa era che Nicole aveva fottutamente ragione. Tutta
la
rabbia, tutti i pensieri e tutte le scuse che si erano accumulate erano
spariti
e senza rendermene conto sul mio viso comparve un sorriso.
“Ehi”,
mi disse rompendo il silenzio.
“Bentornato
Tom”
“Lo dici sul
serio?”
“Si…
io… cioè credevi davvero che ti avessi aspettato
con
un fucile in mano?”
“Non proprio
però visto che hai tirato fuori
quest’ipotesi con facilità potrei pensare che ci
hai pensato almeno per un
istante”
“Non pensi
che se avrei voluto ucciderti lo avrei già fatto?”
“L’hai
quasi fatto”
“Però
non di mia spontanea volontà”
Per un tempo
indefinito restammo così in piedi uno di
fronte all’altra. Guardavo il suo modo buffo di non riuscire
a stare fermo pur
volendo e istintivamente gli gettai le braccia al collo e lo abbracciai.
“Mi sei
mancata”, mi sussurrò completando il mio
abbraccio.
Restammo
così per parecchio tempo e quando mi allontanai
da lui sorridevamo entrambi.
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