Shiho Miyano scrutò per
qualche altro minuto quei bambini che giocavano incessantemente sotto
la sua casa, accennando un sorriso.
Le ritornarono alla memoria i pomeriggi passati insieme a sua sorella
Akemi, morta da quasi due anni in quell'incidente che si
portò via anche i suoi genitori.
L'indomani sarebbe stato l'anniversario della loro morte, il giorno del
funerale si era comportata in maniera inspiegabile.
Ricordava quel giorno, la giornata era di un sole cupo circondato da
alcune nuvole.
Non vi erano giunte molte persone,poiché la
famiglia Miyano non aveva mai amato circondarsi da semplici conoscenti.
I pochi presenti rimasero meravigliati dal modo di agire di Shiho, dal
suo viso non scese una lacrima,qualcuno avrebbe giurato d'aver colto
dalla sua espressione apatia...apparentemente.
Non le era mai capitato di piangere, difatti al liceo Teitan prima che
succedesse questo appariva ai suoi compagni come una ragazza forte,
capace di superare qualsiasi avversità,il fatto
straordinario consisteva nell'atteggiamento di Shiho dopo l'accaduto,
non aveva cambiato il suo modo di fare.
(Ho bisogno di qualcuno...) Questa voce riecheggiava costantemente
nella parte più oscura del suo cervello,ogni volta che
accadeva Shiho si sforzava a far cambiare direzione ai suoi pensieri.
Soltanto un ragazzo sembrava esser riuscito ad andare oltre a quella
immagine, costruita proprio da lei a regola d'arte.
Il suo nome era Shinichi Kudo, frequentava le lezioni nella sezione
accanto alla sua.
Si erano conosciuti un mattino di tre anni prima,anche se
già lo conosceva di vista,perché era diventato
abbastanza famoso a scuola grazie alle sue doti calcistiche, come al
solito Shiho non era uscita durante la pausa pranzo dalla sua classe.
Girava voce che fosse asociale,neanche una persona sapeva quanto
detestava quella parola.
L'aveva sentita per la prima volta durante la scuola elementare, quando
una sua maestra chiamata Akiko Takahashi la usò per definire
lei mentre chiacchierava con un'altra mangiando avidamente il suo sushi
alla mensa.
"Non discute mai con
nessuno,sai?" Esclamò,trangugiando un altro enorme boccone.
"Forse ha bisogno di uno
psicologo,che ne pensi?" Replicò l'altra insegnante, Hikari
Amurogama, l'unica di cui Shiho si fidava.
"Può essere,
eppure credo non basterebbe!" Disse.
"Per quale motivo
affermi ciò?" Domandò preoccupata Hikari.
"Ho sentito dire in giro
che in famiglia non se la passano bene, qualcuno mormora che il padre,
Atsushi vada con altre donne e che la moglie,Elena è a
conoscenza di tutto questo, perciò per il bene delle due
figlie andrebbero avanti facendo finta di tutto!" Concluse finendo di
mangiare, era una tozza buzzurra oltre che bugiarda e
banale,nonostante avesse dieci anni Shiho conosceva la
verità. A qualunque riunione genitori-insegnanti
andassero notava attentamente gli atteggiamenti di quella insegnante
verso suo padre,un uomo bello e intelligente, che faceva gola a varie
donne,ma troppo umile per accorgersene.
Le avances di
quella donna erano divenute imbarazzanti,prese atto di questo,ma aveva
sopportato tutto...fino a quel giorno, il limite era stato
varcato,prima d'allora non aveva mai cominciato a diffondere calunnie
sul rapporto di suo padre con sua madre,in realtà idilliaco.
"Farai meglio a
rimangiarti quello che hai detto adesso,brutta serpe!!!"
Strepitò Shiho indicandola con l'indice davanti a tutti.
Fu come se il mondo si
fermò in quell'istante, Shiho vide negli occhi della maestra
un'insolita espressione di disorientamento e di colpevolezza.
"Shiho!!!" La
richiamò Hikari.
"Miyano ora ti permetti
anche a parlarmi in questo maniera!? Fila immediatamente dal preside!"
Ordinò Akiko.
"Perché
dovrei farlo se la ragione è dalla mia parte?" Rispose
abbassando un po' il tono Shiho.
"Di cosa stai parlando?"
Chiese in evidente disagio Akiko.
"Per cortesia, almeno
non fare l'ingenua, sai benissimo a cosa mi riferisco!"
Accusò Shiho.
"Sto perdendo la
pazienza!" Annunciò.
"Sai quanto me ne
frega..." Affermò Shiho sputandole sul volto.
"E le dirò
un'altra cosa,maestra! Perché non raccontate a tutti
facendola finita con questa commedia come stanno sul serio le
cose!? Ossia che lei non è altro che una fallita sognatrice
di qualcosa che non potrà mai avere!?" Gridò
Shiho.
Hikari rimase spaventata
e allo stesso tempo affascinata dalla grinta mostrata da quell'audace
quanto particolare bambina.
"Basta!!!"
Ruggì Akiko indignata da quelle parole precipitandosi verso
Shiho. La prese di forza per un braccio facendole del male e la
condusse dal dirigente dell'istituto, successivamente i genitori di
Shiho vennero convocati a scuola e la situazione fu risolta proprio da
suo padre,il quale obbligò Akiko a chiedere scusa a sua
figlia.
L'insegnante per evitare
ulteriori problemi accettò e per fortuna di Shiho divenne
indifferente nei suoi confronti, quest'ultima non avrebbe mai
dimenticato quell'episodio.
"Ciao!" Salutò una voce di ragazzo.
Shiho alzò il capo dal libro che stava leggendo sul suo
banco in fondo alla classe e fu contenta di constatare che si trattasse
di lui.
"Ciao..." Ricambiò Shiho senza far trapelare la sua
felicità, era da un anno che voleva parlargli. "Che stai
leggendo?" Volle sapere Shinichi,mentre si avvicinava al suo posto.
"Non credo possa piacerti... è Il mastino dei Baskerville!"
Lo informò Shiho.
"Davvero? Tu non mi conosci ancora, io sono un appassionato di Holmes!"
Dichiarò Shinichi assumendo un sorriso smagliante.
"Mi chiamo Shinichi, qual è il tuo nome?" Le
proferì.
Iniziarono a parlare ininterrottamente fino a quando non
suonò la campanella sancente la ripresa delle lezioni,Shiho
si divertì a discutere con lui, purtroppo
però Shinichi era sempre in compagnia di quella ragazza dai
lunghi capelli mori, che stessero insieme? Shiho non lo sapeva, ma
vedeva l'intesa che avevano i due.
Intanto che Shiho stava ripensando a questi eventi, una palla di calcio
probabilmente lanciata da uno dei bambini che giocavano sotto il
portone del palazzo piombò dentro la sua casa.
"Sei sempre il solito Genta!!!" Inveì una voce di fanciulla.
Shiho prese il pallone e dal suo piccolo balcone lo rilanciò
a quei ragazzini.
"Non c'è problema piccoli, cercate di fare attenzione la
prossima volta!" Si limitò a dire chiudendo la finestra.
Si stese sul letto prendendo delicatamente una foto che ritraeva lei e
Akemi da bambine, se la portò al cuore addormentandosi...
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